Milano accoglie “Bernardino Luini e i suoi figli”

luini 2Il Palazzo Reale di Milano ha l’onore di accogliere dal 10 aprile al 13 luglio 2014 una monografica dedicata a Bernardino Luini intitolata “Bernardino Luini e i suoi figli”. La mostra, sostenuta dal Comitato organizzatore del Salone del Mobile (Cosmit), ha aperto proprio nel cuore della settimana del Design. Curata da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, con l’allestimento di Piero Lissoni, l’esposizione presenta una scelta di opere del pittore, provenienti soprattutto dalle raccolte milanesi (dalla Madonna del roseto della Pinacoteca di Brera al Gesù bambino dell’Ambrosiana) e integrate da significativi prestiti europei (come dal Louvre e dall’Albertina di Vienna) e americani (dai musei di Washington e di Houston). Il percorso artistico di Luini è raccontato nella sua integrità: dalla sua gioventù, vagabonda e sperimentale, ai quadri della maturità con uno sguardo costante anche verso i suoi contemporanei (come Bramantino, Lorenzo Lotto, Andrea Solario, Giovanni Francesco Caroto, Cesare da Sesto e molti altri) e i suoi successori, in particolare del minore dei suoi quattro figli: Aurelio Luini.
L’esposizione è articolata in dodici sezioni ben distinte:
luini 31. Da ragazzo a Milano: i dipinti presenti in questa sala mostrano come si dipingeva a Milano alla fine del 400 così da sottolineare i caratteri della tradizione lombarda con cui Luini si è confrontato: da Foppa a Bergognone. Opera importante di questa sezione, la più antica attribuita a Luini, è la Madonna di Esztergom che, datata 1501, anticipa i temi della pittura veneta.
2. Gli anni di vagabondaggio nel Veneto: dopo la morte del padre, tra il 1501 e il 1502, Bernardino lascia Milano. Le particolarità iconografiche, soprattutto le scene con gruppi di personaggi rappresentati a mezza figura, e le scelte stilistiche, come l’intensità dei colori, indicano il veneto come metà di soggiorno di formazione del pittore.
3. Ritorno a Milano: nel 1508 Luini torna a Milano, negli anni del dominio francese, la quale è caratterizzata dalle astrazioni di Bramantino e dalla profonda sensibilità di Andrea Solario.
4. La Pelucca: nella villa di Gerolamo Rabia, detta Pelucca, Luini elabora un complesso programma iconografico che affronta sia soggetti sacri che profani.
5. Le occasioni di Bernardino: in questa sezione si sottolineano le relazioni personali e lavorative di Bernardino con un importante maestro della generazione precedente, Bernardo Zenale. L’intrecciarsi delle carriere lavorative dei due artisti è probabilmente avvenuto nella Cappella di S. Giuseppe in S. Maria della Pace.
6. L’invenzione di una formula: in questa sezione si dimostra l’indirizzarsi di Luini verso la produzione per dimore private. Il soggetto preferito è sicuramente la Madonna con bambino che, in questa sala, vede molteplici rappresentazioni. Gesù e Maria appaiono al di là dei lembi di un sipario rosso o davanti a un roseto.
luini 17. Santa Marta: Luini si occupò di eseguire degli affreschi in alcuni degli spazi del complesso di Santa Marta sia accessibili al pubblico che accessibili alle sole monache. Il linguaggio che esprime Luini è chiaro e immediato. Importante è il rapporto dell’artista con la mistica Arcangela Panigarola: la stessa viene chiaramente rappresentata all’interno di un’opera proposta all’interno di questa sezione.
8. Volti: l’abilità di Luini ritrattista e dei suoi contemporanei viene espressa chiaramente in questa sezione.
9. Dopo Roma: arrivato nell’Urbe troppo tardi Luini si accorge che questa non è stata una tappa in grado di cambiare la sua vita.
10. Invecchiare con successo: in questa sezione si raccontano gli anni dell’invecchiamento di Luini e le sue grandi imprese a Milano e fuori.
11. La casa degli Atellani: all’interno di una sala di Palazzo Reale viene ricostruita dall’architetto Piero Lissoni, nelle sue linee principali, la casa degli Atellani le cui decorazioni erano state sovrintese da Luini.
12. Una complicata eredità: nella Sala delle Cariatidi, va in scena la carriera del figlio minore di Luini, Aurelio Luini, che porta avanti la carriera del padre avvicinandosi però alle novità figurative giunte a Milano da est.
La mostra racconta quindi un intero secolo di arte lombarda attraverso tele, ma anche tavole, disegni, affreschi staccati, sculture in marmo e in legno, arazzi, volumi a stampa e interessanti codici miniati.
Nelle varie sezioni della mostra è possibile compiere un vero e proprio viaggio virtuale nei luoghi che accolgono le opere inamovibili di Luini: grazie agli schermi posizionati in alcune delle sale si potranno ammirare ad esempio alcuni importanti cicli murari realizzati dall’artista. Questa proposta permetterà allo spettatore di poter conoscere integralmente il percorso di un artista tanto interessante e prolifico.

Elisa Giulia Chiesa

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1 commento

  1. chissà se ci sarà Sgarbi a commentare qualche opera?

    http://www.milanhouses.com/

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