Göbekli Tepe è un nome familiare a chiunque sia interessato al tema degli antichi misteri. Presentato come il più antico tempio di pietra del mondo, si compone di una serie di strutture megalitiche ad anello formate da pilastri a forma di T splendidamente scolpiti. Si trova su un costone di montagna nel sud-est della Turchia, a soli 8 miglia (13 km) dalla città di Urfa, vicino al tradizionale sito del Giardino dell’Eden. Qui, negli ultimi 10 mila anni, i suoi segreti sono rimasti nascosti sotto una collinetta artificiale di terra a forma di ventre, circa 300 per 200 metri di dimensioni. Agricoltura e zootecnia erano a malapena agli albori sa quando Göbekli Tepe è stata costruita, e a vagabondare attraverso il paesaggio fertile del sud-ovest asiatico erano, ci viene detto, primitivi cacciatori-raccoglitori, la cui sola esistenza ruotava intorno alla sopravvivenza giorno per giorno.
Allora, cos’è Göbekli Tepe? Chi lo ha creato, e perché? Ma soprattutto, perché i suoi costruttori seppellirono la loro creazione alla fine della sua vita utile?
Queste sono le domande che mi pongo nel nuovo libro Göbekli Tepe: Genesi degli Dei, in cui fornisco prove convincenti che i miti degli Osservatori del libro di Enoch e i miti e le leggende mesopotamiche degli Anunnaki sono i ricordi dei costruttori di Gobekli e del loro impatto sulla crescita della civiltà. Credo anche che Göbekli Tepe sia stato costruito da una popolazione di cacciatori-raccoglitori ancora impauriti a seguito di un cataclisma devastante che quasi distrusse il mondo – una cometa, che la scienza oggi riconosce essere precipitata circa 12900 anni fa, con scosse di assestamento terrificanti che durarono diverse centinaia di anni.
Ibridi umani
Eppure sembra improbabile che la popolazione indigena abbia elaborato un progetto per contrastare la paura innata di un altro cataclisma (cosa che la visionaria e scrittrice Barbara Hand Clow chiama giustamente catastrophobia). Questo sembra essere stato orchestrato da membri di una cultura in entrata, composta da gruppi di sciamani, guerrieri, cacciatori e specialisti di utensili in pietra di immenso potere e carisma. Il loro territorio, attraverso il quale scambiavano diverse forme di selce, nonché ematite e ocra rossa, si estendeva dai Monti Carpazi ad ovest alle steppe e pianure russe ad est. Ancora più incredibile, la loro anatomia denota che il loro aspetto fosse impressionante – alti, con le teste estremamente lunghe, zigomi alti, facce lunghi, grandi mascelle e forti arcate sopraccigliari, in cui alcuni hanno visto una prova di ibridi Neanderthal-Sapiens. Allora, chi erano queste persone?
L’ascesa degli Swiderian
La risposta è Swiderian, le cui operazioni minerarie in Polonia sulle montagne Swietokrzyskie (Santa Croce) sono tra le prime testimonianze di attività mineraria organizzata in tutto il mondo. Questa società avanzata, che ha prosperato sia in Europa centrale che orientale nel periodo della manifestazione della cometa nel 10900 a.C., fu responsabile della fondazione di diverse importanti culture post-Swideriane del Mesolitico a nord fino in Norvegia, Finlandia e Svezia , come all’estremo sud sulle montagne del Caucaso, e ad est fino al fiume Volga della Russia centrale. La cultura altamente avanzata degli Swiderian, che comprendeva una sofisticata tecnologia di strumenti di pietra, derivava dai loro lontani antenati, i popoli Gravettiani orientali che hanno prosperato tra il 30000 e il 19000 a.C. in quella che oggi è la Repubblica ceca e più a est sulla pianura russa.Credo che nel 10500 a.C. circa i gruppi Swideriani si siano spostati a sud dalla Pianura Europea Orientale all’Anatolia orientale. Qui hanno guadagnato il controllo del commercio regionale del vetro nero vulcanico, noto come ossidiana, in luoghi come il Monte Bingöl sugli altopiani armeni e Nemrut Dağ un vulcano spento vicino alle rive del Lago di Van, il più grande bacino interno della Turchia. Questo li ha portati a contatto con le comunità che in seguito sarebbero state responsabili della costruzione di Göbekli Tepe intorno al 9500-9000 a.C.
Scopo rituale
Tutto ciò suggerisce che gli Swideriani possedevano una cosmologia sofisticata acquisita in parte dal loro cugini, i Solutreani dell’Europa centrale e occidentale, essi stessi collegati con i popoli Gravettiani orientali. Credevano che un albero cosmico sostenesse il mondo del cielo, entrato attraverso la Grande Spaccatura – la biforcazione nella Via Lattea causata dalla presenza di polvere stellare e detriti – corrispondente alla posizione nel cielo del nord occupata dalle stelle del Cigno, il cigno celeste (la Croce del Nord). Gli Swideriani credevano anche che gli uccelli fossero simboli del volo astrale, e che questo fosse il modo in cui lo sciamano avrebbe potuto raggiungere il mondo del cielo. In Europa l’uccello più comunemente associato con queste credenze e pratiche era il cigno, mentre in Asia sud-occidentale era l’avvoltoio, un simbolo di morte e trasformazione nel neolitico. Entrambi gli uccelli sono identificati con la costellazione del Cigno.
Utilizzando questa maschera lo sciamano poteva entrare nel mondo cielo e contrastare le azioni della creatura soprannaturale vista come responsabile di cataclismi come l’impatto della cometa nel 10900 a.C., che gli scienziati di oggi chiamano evento Younger Dryas Boundary (YDB). Questo imbroglione cosmico è stato visto prendere la forma di una volpe o di un lupo del cielo, incarnata forse nelle volpi che saltano scolpite in rilievo sulle facce interne dei pilastri fondamentali di Gobekli Tepe, e ricordato anche come il Fenris-wolf responsabile del Ragnorak, un grande cataclisma ricordato nella mitologia norrena. In tutta Europa e in Asia sud-occidentale, esistono racconti di volpi e lupi soprannaturali che hanno tentato di mettere in pericolo il pilastro cielo che sosteneva la volta stellata, un atto che, se realizzato avrebbe portato alla distruzione del mondo.
Qualcuno si rese conto che solo placando i timori del popolo riguardo all’immensa potenza dell’imbroglione cosmico si sarebbe potuta veramente ripristinare la stabilità del mondo. E ogni volta che questa creatura soprannaturale fosse ritornata al cielo sotto forma di cometa – vista come una manifestazione visibile della volpe o del lupo del cielo – sarebbe stato compito dello sciamano entrare nel mondo del cielo e opporsi alla sua influenza nefasta, una motivazione primaria che io vedo dietro la costruzione di Göbekli Tepe.
Le camere grembo
Eppure c’erano ben altre ragioni per la costruzione di Göbekli Tepe. I suoi recinti di pietra servivano, molto probabilmente, come camere grembo, luoghi in cui lo sciamano entrava in uno stato primordiale, come quello vissuto prima della nascita, dopo il passaggio tra i pilastri gemelli centrali dei cerchi. Questi enormi monoliti, a volte di 5,5 metri di altezza e del peso di 15 tonnellate ognuno, agivano come portali ultraterreni di mondi invisibili – in ogni senso dei veri e propri Stargate. E il loro obiettivo: la discesa sull’orizzonte locale di Deneb, la stella più luminosa del Cigno, che segnava l’inizio della Grande Spaccatura della Via Lattea, un ruolo interpretato da Deneb già nel 16500-14000 a.C. In quel momento Deneb faceva da stella polare, la stella più vicina al polo celeste durante una particolare epoca. Anche dopo che Deneb ha cessato di essere la stella polare intorno al 14000 a.C., a causa degli effetti della precessione (lenta oscillazione dell’asse terrestre attraverso un ciclo di circa 26 mila anni), il suo posto è stato preso da un’altra stella del Cigno, Delta Cygni, che ha tenuto la posizione fino al 13000 a.C.
In seguito il ruolo di Stella Polare è andato a Vega nella costellazione della Lyra, la lira celeste. Quando intorno al 11000 a.C. Vega si era spostata fuori dalla portata del polo celeste, non fu sostituita da nessuna stella luminosa per diverse migliaia di anni. Questo significa che quando Göbekli Tepe è stato costruito, tra il 9500 e il 9000 a.C., non c’era Stella Polare. E’ per questo motivo che Deneb, e la Grande Spaccatura della Via Lattea, hanno conservato la loro importanza come il principale punto di ingresso nel mondo del cielo, il che rende la principale destinazione dello sciamano. I menhir eretti nelle sezioni nord-nord-ovest delle mura in due recinti chiave a Göbekli Tepe portavano grandi buchi che incorniciavano la posizione di Deneb ogni notte, mettendo in evidenza il significato della stella per i costruttori di Gobekli, e mostrando la direzione precisa in cui lo sciamano doveva accedere al mondo del cielo.
Conoscenza cosmica
Ovunque si guardi a Göbekli Tepe c’è la conferma che i suoi costruttori hanno condiviso un senso di connessione con il cosmo. Dagli strani glifi e ideogrammi sulle varie pietre, che includono i simboli che ricordano le lettere C e H, alla divisione in 12 pietre in diversi cerchi, ci sono pesanti prove che questi templi di 11000 anni fa rispecchiano l’influenza dei cieli. I glifi a forma di H sembrano riguardare il viaggio dello sciamano da questo mondo all’Altromondo, mentre i glifi a forma di C sono quasi certamente sottili mezzelune a significare il passaggio da un ciclo lunare a quello successivo. Anche il design dei cerchi sembra avere un significato cosmico. Invariabilmente le strutture sono di forma ovoidale, con un rapporto di lunghezza e larghezza di 5:4, numeri che potrebbero alludere a una profonda conoscenza da parte dei costruttori di Gobekli dei cicli cosmici del tempo che di solito si pensa non fossero stati noti fino all’età di Platone.
Se i gruppi Swideriani erano l’élite sciamanica responsabile di Göbekli Tepe, ci sono poi tutte le possibilità che la conoscenza cosmica codificata nella sua costruzione veniva, almeno in parte, da quegli individui altamente evoluti e dall’aspetto impressionante di ibridi Neanderthal-Sapiens. Queste persone erano molto probabilmente il prodotto delle interazioni tra Neanderthal e gli esseri umani anatomicamente moderni all’alba dell’era del Paleolitico superiore, tra il 40000 e il 30000 a.C. Si tratta di una congettura molto interessante che ci dice che potremmo aver sottovalutato la potenza dinamica dell’ibridazione negli anni formativi della storia umana.
Abbandono definitivo
In un periodo di circa 1500 anni venti o più grandi cerchi sono stati costruiti all’interno del tumulo che gradualmente sta emergendo a Göbekli Tepe. I vecchi cerchi sono stati periodicamente dismessi, sconsacrati e ricoperti, letteralmente “uccisi”, alla fine della loro vita utile. Nuove strutture sono state costruite per sostituirli, ma col passare del tempo sono diventati molto più piccoli, fino a divenire edifici cellulari non più grande di una vasca idromassaggio formato famiglia con pilastri non più alti di un metro e mezzo. In qualche modo il mondo era cambiato, e l’impulso per la creazione di giganteschi templi di pietra con enormi monoliti gemelli al loro centro non c’era più.
Intorno al 8000 a.C., i rimanenti ultimi cerchi sono stati ricoperti con terra, pietrisco e rifiuti, e il sito abbandonato alle intemperie. Tutto ciò che rimaneva era un enorme tumulo a forma di pancia che è diventato l’espressione ideale del fatto che i cerchi di pietra erano originariamente stati visti, non solo come portali stellari ad un altro mondo, ma anche come camere grembo, dove le anime degli sciamani, o addirittura gli spiriti dei morti, potevano letteralmente viaggiare verso la fonte della creazione, che si trova da qualche parte nelle vicinanze della costellazione del Cigno. Era un concetto vagamente ricordato nel nome Göbekli Tepe, che in turco significa “collina ombelico”.
Il Popolo con testa di serpente
Anche dopo che Göbekli Tepe fu abbandonato, il suo ricordo, e quello della classe dirigente dietro la sua costruzione, indugiavano fra i popoli Halaf e Ubaid che fiorirono durante la seconda metà del Neolitico, tra il 6000 e il 4100 a.C. Come i loro predecessori, guadagnarono il controllo del commercio dell’ossidiana in luoghi come Bingöl Mountain e Nemrut Dag vicino al lago di Van. Le loro élite, che sembrerebbero essere appartenute a specifici gruppi familiari, che deformavano artificialmente le loro teste già allungate, non solo per indicare il loro status nella società, ma anche forse per imitare l’aspetto percepito dei grandi antenati, con teste e volti estremamente lunghi. Molto probabilmente questi grandi antenati sono forse rappresentati dalle statuine con testa di rettile e serpente trovati in vari cimiteri Ubaid.
L’ascesa degli Anunnaki
L’elite degli Halaf e Ubaid erano probabilmente i precursori del dio-re che governarono le prime città-stato giù sulla pianura mesopotamica, che poi divenne la civiltà di Sumer, Akkad, l’Assiria e Babilonia. I loro scribi hanno conservato attraverso la scrittura cuneiforme la mitica storia delle dinastie regnanti, in cui i fondatori della rivoluzione neolitica sono conosciuti come gli Anunnaki, gli dèi del cielo e della terra. La loro città natale si diceva fosse stata il Duku, un tumulo primordiale che si trova sulla sommità di un monte chiamato Kharsag, o Hursag, e ora identificato sia con Göbekli Tepe che con Bingöl Mountain. Qui si dice che gli Anunnaki abbiano dato al genere umano la prima pecora e il grano, quasi certamente un ricordo dell’introduzione della zootecnia e dell’agricoltura al tempo della rivoluzione neolitica, che si è verificato nella stessa regione di Göbekli Tepe intorno al 9000-8000 a.C. Gli Anunnaki sono talvolta paragonati a serpenti, che riflette l’aspetto di serpenti della classe dirigente di Göbekli Tepe, così come quelli delle ultime culture Halaf e Ubaid.
La venuta degli Osservatori
Poi veniamo all’impatto che Göbekli Tepe ha avuto sulle prime popolazioni semitiche del Nord Mesopotamia. Le loro tradizioni orali sarebbero giunte nella terra di Canaan con i primi israeliti e registrate in opere religiose, come il libro di Enoch e il libro dei Giganti. In questi cosiddetti testi Enochiani i principali promotori della costruzione di Göbekli Tepe, e della successiva rivoluzione neolitica, sono descritti come angeli umani chiamati Osservatori, descritti come estremamente alti, con cappotti di piume e volti come vipere (vale a dire, con tratti del viso estremamente lunghi), e sono a volte descritti come serpenti (anzi, un’Osservatore è chiamato come il serpente che sedusse Eva nel Giardino dell’Eden). Si dice che duecento di loro siano discesi tra gli uomini e preso mogli mortali, generando figli giganti chiamati Nephilim.
Secondo il libro di Enoch, gli angeli umani hanno rivelato alle loro mogli le arti segrete del cielo, molte delle quali corrispondono a una serie di innovazioni per l’umanità che hanno avuto luogo nel sud-ovest dell’Asia sulla scia della rivoluzione neolitica. Gli Osservatori sono una memoria della comparsa nel sud-est dell’Anatolia dei gruppi Swideriani, il cui aspetto sorprendente corrisponde alla vivida descrizione degli Osservatori proposti nella letteratura Enochiano? Se è così, questo suggerisce che la strana apparizione di entrambi, gli Osservatori e gli Anunnaki, con le loro facce di serpente, potrebbe in parte imputare loro di essere ibridi Neanderthal-Sapiens? Erano i veri fondatori della civiltà?
I fiumi del Paradiso
Un ricordo anche di quest’epoca cruciale nello sviluppo umano è conservato forse nelle storie di Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden. Secondo il libro della Genesi questo era situato alla fonte dei quattro fiumi del Paradiso. Tre possono essere facilmente identificati come l’Eufrate, il Tigri e l’Araxes (Gihon biblico), avendo tutti origine in Anatolia orientale. Due dei fiumi, l’Eufrate e l’Araxes, hanno origine in prossimità di Bingöl Mountain, una delle fonti primarie di ossidiana, ubicata a soli 200 miglia (325 km) da Göbekli Tepe.
La tradizione locale afferma che Bingöl era anche la fonte del quarto fiume del Paradiso, il Pison, mentre gli scrittori antichi registrano che la vera fonte del Tigri era nella stessa regione. La tradizione armena parla anche di Bingöl Mountain come del luogo degli dei, la vetta del mondo da cui emergono quattro grandi fiumi che portano le acque della vita in ogni parte del mondo. Tutto punta verso Bingöl Mountain, non solo per essere il “luogo di nascita” degli Anunnaki, ma anche il luogo della montagna del Paradiso, e il luogo della discesa dei Guardiani nel libro di Enoch.
I segreti di Adamo
Gli scritti gnostici, come ad esempio quelli trovati in una grotta a Nag Hammadi in Egitto nel 1945, parlano ripetutamente dei cosiddetti segreti di Adamo trasmessi a suo figlio Seth prima della sua morte. Seth dice di averli registrati sia in forma di libro, o su tavolette o pilastri chiamati stele. Questi sono stati nascosti in o su una montagna sacra, esistente in prossimità del Paradiso terrestre, in modo che potessero sopravvivere a un cataclisma di fuoco e inondazioni (a memoria quasi certamente del Younger Dryas Boundary). Chiamato variamente Charaxio, Seir, o Sir, questa montagna è ricordata nelle prime tradizioni cristiane come il luogo abitato dai discendenti di Adamo dopo l’espulsione della prima coppia dal Paradiso.
Ma quali sono i segreti di Adamo, e dove potrebbero trovarsi oggi? Riguardano il modo in cui Göbekli Tepe è stato costruito per ridurre la catastrophobia diffusa tra le popolazioni indigene della regione sulla scia della manifestazione del Younger Dryas Boundary? Questa informazione fu data ai cacciatori-raccoglitori locali della regione da parte dei gruppi Swideriani in arrivo, il cui cranio allungato e l’antica ascendenza era collegata con le proprie origini di ibridi Neanderthal-Sapiens? Le loro gesta sono state mitizzate nelle storie degli angeli umani chiamati Osservatori che si trovano nel libro di Enoch, e degli dèi Anunnaki della tradizione mesopotamica?
Noi stessi come Angeli
Dov’era esattamente Charaxio, o monte Seir? Dove sono i libri di Seth contenenti i segreti di Adamo che attendono di essere scoperti? Forse sulle Eastern Taurus Mountains in un monastero armeno dimenticato che si affaccia sul luogo tradizionale del Giardino dell’Eden. Prima della sua distruzione, al tempo del genocidio armeno del 1915, i monaci qui conservavano tradizioni arcaiche relative al Giardino dell’Eden e una sacra reliquia di incredibile significato religioso. La conferma della presenza di questa santa reliquia al monastero (a cui nel settimo secolo fu data immunità dagli attacchi in un decreto speciale firmato dal profeta Maometto stesso) rivela quello che potrebbe essere il segreto di Adamo, il modo in cui noi, come mortali possiamo rientrare in Paradiso e diventare, come una volta eravamo, angeli.
Per approfondire gli argomenti trattati in questo articolo consigliamo la lettura del libro di Andrew Collins:
Gobekli Tepe: Genesis of the Gods: The Temple of the Watchers and the Discovery of Eden
di Andrew Collins
Traduzione: Fonte