Come difendere la propria privacy su internet

Privacy su internet 1.1Browser, cellulari, social network, app: è boom di servizi che promettono di proteggere la privacy su internet. Che il datagate ci abbia insegnato qualcosa?

Internet-privacy
Lo scandalo del Datagate è ormai archiviato. Ma la privacy ha ancora la febbre alta: l’idea che i nostri dati personali possano finire nelle mani di un criminale informatico o nel database di una multinazionale, non smette di ronzarci in testa.
Siamo un libro aperto e dalle ricerche che facciamo su Google ai tweet, alle pagine che visitiamo tutto sembra pronto per essere intercettato. Eppure anche su internet l’invisibilità è possibile. Basta usare un po’ di accortezza e entrare nel mondo di Tor, il network che garantisce l’anonimato online.
Tor è l’acronimo di The Onion Router.
E’ nato come rete mondiale di server (con l’iniziale contributo della US Navy) per permettere alle persone di navigare in Internet in modo anonimo.
Col tempo si è trasformato in una organizzazione non-profit dedita allo sviluppo di strumenti per la privacy online. In pratica copre la nostra identità, spostando il traffico su diversi server e crittografandolo, in modo che non sia riconducibile a noi.
L’effetto immediato è che nessuno può conoscere l’indirizzo IP del nostro computer, né sapere da dove siamo collegati. Come suggerisce la parola onion (cipolla in inglese), Tor crea un numero di strati che nascondono la nostra identità al resto del mondo.
Ma esistono anche social network, messenger, motori di ricerca, smartphone: tutto rigorosamente a prova di spioni.

Navigazione
Per accedere alla rete Tor, basta scaricare il browser Tor, un programma gratuito e open source che permette di navigare il web in modo anonimo: cripta i nostri dati di navigazione e li fa rimbalzare di server in server in giro per il mondo, rendendo praticamente impossibile a chiunque seguirne le tracce.
La sua forza sta nel numero di utenti: più ce ne sono più è difficile rintracciarli. E se pensate che solo l’anno scorso Tor è stato scaricato da 120 milioni di persone…

Email
Il modo più semplice per inviare un’e-mail anonima è utilizzare un servizio di webmail da Tor. Peccato che la maggior parte dei grandi servizi di mail, come Gmail, per l’apertura di una casella richiedano molte informazioni personali a cominciare dal numero di telefono.
Ma esistono anche webmail criptate come safemail, oppure servizi di email temporanea come Airmail o Guerrilla Mail che usati con Tor permettono di inviare e ricevere email in modo anonimo.
Volendo esistono anche delle estensioni per il programma Thunderbird come Enigmail, che permettono di crittografare la posta in uscita.

Messenger
Pidgin è uno tra i più popolari messenger in circolazione perché permette di collegarsi a diversi sistemi di chat: da Google a Yahoo. La buona notizia? Può essere usato anche sulla rete Tor, modificando le impostazioni del proprio account (qui le istruzioni inglese). Ma se avete pazienza… è quasi certo che presto Tor lancerà il suo messenger: si chiama Instant Bird e cambierà il nostro modo di comunicare su internet.

Smartphone
A breve arriverà sul mercato Blackphone, uno smartphone Android nato dalla collaborazione tra un’azienda che fornisce servizi di comunicazione criptata e un’azienda di telefonini, la Geeksphone. I suoi punti forti sono una serie di app che permettono di fare telefonate e mandare sms crittografati e un abbonamento di due anni a SpiderOak, un sito “cloud” dove conservare file in modo anonimo e sicuro.
Volete navigare in modo anonimo dal vostro vecchio smartphone Android? l’app più diffusa è Orbot che usa il network di Tor per criptare le comunicazioni. L’alternativa per l’iPhone è invece Onion Browser (0,89 cent), che offre diversi livelli di protezione della privacy una volta online.

Social Network
Un social network anonimo è decisamente un ossimoro: come si può restare anonimi e mantenere al tempo stesso in contatto con una rete di amici? L’ipotesi che si fa strada per ora è quella di social network come Secret.ly dove si possono scambiare pensieri pubblici in modo anonimo, attraverso un’app per lo smartphone.
Più che una protezione per l’anonimato, è un’invocazione alla libertà di parola (troll inclusi). Ma c’è anche Social Number, dove invece del nome, gli utenti sono riconoscibili da un numero. Tocca poi ricordarselo.

Motori di ricerca
Il cruccio numero uno di Google è DuckDuckGo, un motore di ricerca che aggrega risultati da oltre 100 fonti tra cui Yahoo, Wikipedia, Wolfram Alpha e Bing.
E lo fa senza rischi per la privacy, visto che non raccoglie nessun dato dopo che abbiamo fatto le nostre ricerche e evita l’uso di cookie e non registra l’indirizzo IP né altre informazioni che potrebbero ricondurre alla nostra identità.
E presto potrebbe fare il botto: secondo indiscrezioni la Apple ha deciso di affiancarlo a Google come motore di ricerca su Safari con il lancio di iOS 8, il prossimo aggiornamento del suo sistema operativo mobile. Che per la privacy sia arrivato il tempo della (dolce) vendetta?

Fonte

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