Putin dichiara guerra a McDonald’s
Una sezione regionale dell’agenzia russa per la difesa dei consumatori, come ritorsione alle sanzioni Usa, ha deciso di far causa alla catena di ristoranti fast food McDonald’s, accusandolo di vendere diversi prodotti al di sotto degli standard igienici prescritti dalle leggi.
Il primo prodotto McDonald’s a finire sotto accusa è il “Filet o Fish”, panino morbido con delicato pesce bianco impanato, ricoperto di formaggio fuso e deliziosa salsa tartara.
Ma se per l’agenzia russa per la difesa dei consumatori è pesante il pesce, figurarsi la cotoletta di pollo custodita all’interno di un “McChicken”: petto di pollo impanato, insalata croccante e deliziosa salsa.
E dulcis in fundo, ecco finire nella black list il bicchiere di gelato “Sundae”, al gusto di Bacio, Caramello, Cioccolato, Pistacchio, Nocciola, Amarena o Caffè.
Insomma un vero attacco contro il marchio McDonald’s, divenuto un simbolo Usa nel mondo. Per tutti questi prodotti, infatti, l’associazione dei consumatori russa ha ritenuto la quantità di calorie indicata sulla confezione più bassa di quella effettiva, mentre in altri sarebbero state trovate tracce del batterio escherichia coli.
Risale al 1989 quando ancora si chiamava Unione Sovietica (URSS), l’apertura del primo ristorante della catena americana in Russia. Un po come in Cina alcuni anni dopo, l’entrata nel mercato del colosso gastronomico a stelle e strisce, fu una rivoluzione epocale.
McDonald’s, ha risposto agli attacchi alimentari, dichiarando di non sapere nulla dell’incidente e di non avere mai avuto problemi in 25 anni di attività nel mercato russo.
In questi giorni di tensioni tra Stati Uniti e Russia per il sostegno che secondo Washington il Cremlino starebbe fornendo ai ribelli separatisti, molti politici nazionalisti della Duma, appartenenti al partito dello zar Vladimir Putin, hanno chiesto ai consumatori di boicottare i prodotti americani, come, oltre al McDonald’s, la nota bevanda gasata Pepsi.
Intanto una catena di fast food russa approfitta della guerra tra oriente e occidente; la Rusburger, si è proposta di rimpiazzare il concorrente americano, in caso di estromissione dal mercato. Questa querelle, dunque, ha più il sapore di una ritorsione contro gli Stati Uniti, ma mascherata da battaglia in difesa della salute dei consumatori.
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