L’ISIS, il terrorismo islamista e i mercenari esteri che stanno distruggendo la Siria e l’Iraq

Mercenari esteriL’ISIS, il terrorismo islamista e i mercenari esteri che stanno distruggendo la Siria e l’Iraq – Ultimamente nei mass media si è parlato molto dell’ISIS, il tremendo gruppo fondamentalista islamico che sta terrorizzando l’Iraq e la Siria.
L’organizzazione terroristica si sta rendendo responsabile di molti crimini e violenze nell’area.
Il 16 agosto, l’Osservatorio dei diritti umani siriano ha reso noto che i jihadisti hanno ucciso nelle ultime due settimane oltre 700 persone, e in Iraq è in corso da tempo una forte persecuzione verso Yazidi,curdi e cristiani.
Dal 29 giugno 2014 l’ISIS forma anche uno stato non riconosciuto al confine tra la Siria e l’Iraq, retto dal califfato guidato da Abu Bakr al-Baghdadi.
Secondo molti ricercatori, l’avanzata dell’ISIS non è un’evento completamente frutto del caso, ma rientra in un’orchestrata campagna di destabilizzazione della Siria e dell’Iraq, e una buona parte di combattenti presenti in essa non sono altro che mercenari di origine straniera.
Se questa ipotesi può apparire di primo acchito un pò assurda, approfondendo un pò la questione si scopre che in realtà corrisponde al vero.
Passiamo ai fatti: il 22 aprile scorso il terrorista e mercenario dell’ISIS Denis Mamadou Cuspert, rapper di origine ghanese (padre ghanese e madre tedesca) residente in Germania e conosciuto come Deso Dogg, in Siria perde la vita a seguito di un doppio attentato kamikaze eseguito dai terroristi del Fronte Al Nusra (“legione” di Al-Quaida in Siria), con cui l’ISIS è da molto tempo in cattivi rapporti, nonostante l’obiettivo comune di abbattere il governo di Assad e instaurare un regime retto dall’Islam fondamentalista.
Deso Dogg non è un caso isolato: secondo il rapporto annuale dei servizi segreti tedeschi sono più di 2000, perlopiù migranti di seconda generazione, i mercenari che dall’Europa sono andati a combattere in Siria nelle fila dei terroristi islamici (ISIS e Al-Quaida), e circa 320 di questi, compreso “Deso Dogg”, provengono dalla Germania.
Inoltre, secondo una lista recentemente consegnata dai servizi segreti occidentali alle autorità turche, sarebbero circa 5000 gli aspiranti jihadisti che dall’Europa e dagli USA premono per andare a combattere contro il governo siriano.
Hanno causato scalpore le immagini che il 23enne terrorista e mercenario dell’ISIS Abdel-Majed Abdel Bary, anch’egli un rapper abbastanza conosciuto e di successo nell’ambiente come Deso Dogg, ha pubblicato sul suo profilo Twitter e che lo raffigurano mentre tiene in mano una testa mozzata.
Mercenari esteriCome Deso Dogg, anche Abdel è uno dei tanti mercenari provenienti dall’estero e andati a combattere per il terrorismo internazionale.
Precisamente questo terrorista e rapper di origini arabe proveniva dalla Gran Bretagna, in cui risiedeva e in cui riscuoteva un discreto successo musicale, tanto che le sue canzoni venivano trasmesse regolarmente anche dalla nota emittente radiofonica di proprietà della BBC, BBC Radio 1.
Come riportato in un articolo del Daily Mail datato 9 marzo, in passato Abdel era stato torturato da parte di altri terroristi islamici, durante una faida tra l’ISIS a cui apparteneva e altri gruppi.
Difatti, in Siria la cosiddetta “area ribelle” è fortemente spaccata al suo interno, e a parte l’obiettivo comune di far cadere il governo di Assad, in essa vi sono fortissimi conflitti tra i vari gruppi, che spesso hanno portato a stragi e faide interne (per intendersi, un pò come i clan mafiosi o le gang criminali in lotta tra di loro).
Purtroppo le barbari e disumane “gesta” di Abdel non sono le uniche.
Pochi giorni fa su Twitter un’altro mercenario dell’ISIS combattente in Siria, il terrorista di origini arabe ma residente in Australia Khaled Sharrouf, aveva postato una foto in cui raffigurava il figlio di sette anni (vestito all’americana, con capellino da baseball e orologio di plastica al polso), con in mano la testa mozzata di un’individuo che il criminale aveva appena ucciso.
Questi atti barbari sono la “normalità” per i terroristi dell’ISIS e degli altri gruppi criminali che stanno destabilizzando la Siria da ben tre anni, e recentemente si sono spinti anche sull’Iraq.
Pochi giorni fa, a Raqqua i miliziani ISIS hanno occupato una base dell’esercito siriano situata nella periferia della città, decapitandone gli occupanti e diffondendo le immagini sui social network.
Come se non bastasse, i mercenari hanno infilzato le teste delle loro vittime in un cancello come “trofei di guerra”.
Un’altro metodo usato da questi criminali è quello di crocifiggere gli avversari, specie se cristiani.
Difatti ISIS,Al-Quaida e gli altri gruppi terroristi che stanno massacrando la Siria e l’Iraq da tempo, si pongono come obiettivo principale quello di sterminare cristiani, drusi, islamici non fondamentalisti e chiunque si opponga alla loro visione totalitaria e mondialista del “grande califfato”.
Come si può ben dimostrare facendo qualche buona ricerca sul web o sui quotidiani, una buona parte dei mercenari dell’ISIS e dei terroristi islamisti che stanno combattendo in Siria provengono dall’estero.
Mercenari esteriSu questo fatto si potrebbero avanzare molte ipotesi, ma l’unica cosa certa è che la destabilizzazione in Siria e Iraq è stata ampiamente programmata e si può ben sostenere che, per molti versi, faccia comodo a certi paesi, come l’Arabia Saudita e gli altri paesi del Golfo (tra i maggiori finanziatori della sovversione islamista in Siria) e alle élite occidentali di stampo mondialista, le quali vedono negli stati sovrani, laici e nazionalisti un forte pericolo per i loro progetti di dominio e controllo nell’area.
Come già detto, sono molte le storie di mercenari che si sono arruolati per combattere in Siria e in Iraq nelle fila dell’ISIS o di altri gruppi terroristi, tanto che si può pensare che lo stesso ISIS in realtà non sia altro che un mero gruppo di mercenari, e ciò vale anche per altri gruppi terroristi in Siria, del tutto odiati dalla popolazione siriana ma “stranamente” lodati, finanziati e armati da Arabia Saudita, Quatar, Turchia e dalla classe dirigente USA, tanto che mr Obama ha sostenuto più volte la necessità di preparare un’intervento militare a loro fianco.
Tra le tante storie che si possono leggere nei quotidiani o ricercando nel web, vale la pena di segnalare quella del 23 enne Mohamed Merah, il serial killer di origini algerine ma residente in Francia, che nel marzo 2012 compì una tremenda strage in una scuola ebraica di Tolosa, uccidendo quattro civili, tra cui tre bambini, e quattro militari.
Poco tempo prima della strage, Merah aveva combattuto tra le fila degli islamisti in Siria contro il governo di Assad.
O quella del 26enne famoso calciatore tedesco di origine siriana Burak Karan, andato a combattere nelle fila dei terroristi islamici (probabilmente Al-Quaida) nella sua patria di origine, e rimasto ucciso O ancora, quella del rapper di origine marocchina ma residente in Italia Anas El Abboubi, andato a combattere nelle fila del terrorismo islamista con il nome di Anas Al Italy l’anno scorso, e a cui il Corriere della Sera ha dedicato un articolo (datato 22/11/2013) che risulta per molti versi “elogiativo”, tanto che l’avanzata dei terroristi viene definita come “una nuova «guerra di Spagna» per la liberazione” (sic).
Mercenari esteriNell’articolo viene ripreso anche un’estratto dei testi di Anas”:
«Il martirio mi seduce, voglio morire a mano armata, tengo il bersaglio sulla Crociata…».
Il rapper e terrorista aveva una discreta notorietà nel panorama hip hop bresciano, tanto che era stato anche intervistato da Mtv, quando si faceva chiamare “Mc Khalifh”.
Se si ricerca storie di mercenari esteri arruolatisi nelle fila del terrorismo islamico, risulta che una certa aderenza ai dogmi propagandati da una parte della sottocultura dell’hip hop, sia stata fondamentale.
Difatti, oltre ai già citati Deso Dogg e Abdel Bary, non è raro imbattersi in storie di terroristi islamici legati a tale tipo di sottocultura, come Omar Hammami, anch’egli rapper e legato ai terroristi somali di Al-Shabaab (il quale tra l’altro, ha una bandiera molto simile a ISIS).
durante una battaglia.
Sembra proprio che di “islamico” questi mercenari non sanno e/o non hanno poi granché, ma pare che il loro “ideale” sia più che altro di stampo chiaramente nichilista e distruttivo, prodotto perfetto dell’ideologia mondialista tutt’ora dominante, e che il richiamo all’Islam sia più che altro una mera giustificazione per legittimare le loro azioni criminali, antisociali e perverse.
In questo senso il fatto che una buona parte di appartenenti a tali gruppi terroristi siano legati (o fortemente appassionati, come è stato il caso di Merah) al mondo di un certo filone dell’hip hop può Infatti una buona parte di tale genere, simbolo perfetto del colonialismo culturale statunitense e che deve il suo enorme successo alla continua propaganda fatta da Mtv e dalle gigantesche corporations dell’industria musicale e non, e precisamente buona parte del cosiddetto “hip hop mainstream” e sopratutto del moderno “gangsta rap” , ha dei richiami perfettamente compatibili con l’ideologia portata avanti dai terroristi dell’ISIS o di altri gruppi del genere, in quanto porta avanti una visione del mondo chiaramente distruttiva, basata sul più becero e violento sessismo,su dogmatismo,misoginia, omofobia,incitamento alla discriminazione e all’odio, e dove la maggioranza dei testi sono un’elogio all’ignoranza, alla violenza gratuita e sono basati sull’attitudine distruttiva e estremamente nichilista che anima anche i mercenari dell’ISIS e altri gruppi del genere apparire meno bizzarro.
Mercenari esteriNon c’è molto da stupirsi se Deso Dogg, uno degli esponenti più importanti del gangsta rap in Germania, sia finito a tagliare teste in Siria, visto che tutta la storia di questo sottogenere è costellata da crimini, omicidi e stragi, e addirittura molti “artisti” importanti del giro si sono macchiati di svariati omicidi (una cosa del tutto impensabile in altri generi musicali, sia mainstream che underground), tanto che negli USA ormai il fatto di appartenere a quest’ambiente (come rapper o fan) è diventata un’attenuante per crimini.
Secondo molti opinionisti, tra cui la famosa cantante Alicia Keys, tale genere non fu altro che un’invenzione dei poteri forti che controllano gli USA a scopi di controllo sociale, e certamente si può ben dire che costituisca un’ampia manovalanza perlomeno ideologica, da parte delle élite mondialiste.
Sembra proprio che buona parte dei terroristi dell’ISIS o di altri gruppi di mercenari specializzati nel sovvertire e destabilizzare i paesi sovrani per precisi interessi di potere, non siano altro che il braccio armato del progetto mondialista, degli utili servi (e idioti) a servizio di tale ideologia dell’odio, della morte e della violenza.
Questi risultano sicuramente più dei drogati dalla “cultura” di Mtv e dai videogame (dove sembra che vivano questi zombie), ben addestrati militarmente e manipolati totalmente, che giocano a fare la “rivoluzione”, piuttosto che dei reali seguaci di qualche credo religioso e/o spirituale come affermano di essere.
E su questo punto, storicamente c’è da ricordare che il fondamentalismo islamico tanto diffuso al giorno d’oggi ha ben poco di religioso, ma è stato creato come manovalanza sovversiva da parte dell’élite mondialista, utile per destabilizzare e distruggere gli stati che rappresentano un’ostacolo alla megalomania di tale élite.
Difatti Osama Bin Laden non era altro che un rampollo saudita (la sua famiglia com’è noto era anche in affari con quella Bush), un tempo considerato “ribelle” quando combatteva coi soldi della CIA in Afghanistan, tanto che uno dei principali e moderni ideologi mondialisti, Zbigniew Brzezinski (tra l’altro forte ispiratore anche delle politiche di Obama e al tempo consigliere di sicurezza nazionale sotto Carter), si fece pure una foto con il futuro “sceicco del terrore”.
Dovrebbe risultare ormai chiaro che la Siria e l’Iraq sono sotto attacco del terrorismo internazionale, ben sponsorizzato dall’élite mondialista, la quale usa l’imperialismo statunitense come suo massimo strumento di perpetuazione e controllo, e che mira alla costruzione di un mondo retto dalla dittatura di un’unico mercato e stato centralizzato globale, del tutto disfunzionale per i popoli della terra ma ben utile ai pochi oligarchi fautori del totalitarismo mondialista, che purtroppo, economicamente, culturalmente e politicamente risultano il gruppo di potere dominante nel mondo.

Fonte

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.