C’è il Qatar dietro l’invasione di clandestini: ecco il perché

ClandestiniE’ l’operazione Takbīr: l’islamizzazione dell’Europa. Politici europei complici e corrotti.
Si compone di due azioni: finanziamento dei gruppi terroristi in Libia e Siria, e corruzione dei politici europei.
Pochi l’hanno notato, sicuramente non i media di distrazione di massa italiani, ma gli islamisti hanno orma il controllo di Tripoli, la capitale della Libia.
Queste milizie hanno preso d’assalto la città il mese scorso, costringendo il governo ufficiale a fuggire. Ora la Libia è un “non Stato”, un pò come l’Italia, è preda di bande di nomadi e di terroristi islamici. Per la gioia degli scafisti, delle Coop nostrane e della Caritas.
Inoltre, i nuovi signori di Tripoli sono alleati di Ansar al-Sharia, un movimento jihadista brutale sospettato di aver ucciso l’allora ambasciatore americano in Libia, Christopher Stevens, e di cercare di uccidere il suo omologo britannico, Sir Dominic Asquith.
Ringraziamo il nano di Parigi, il bonobo di Washington e il senescente al Quirinale.
E a tirare le fila c’è il Qatar. C’è il paese di Al-Jazira dietro la strategia che vede nel flusso ininterrotto di clandestini al 99% islamici, la possibilità concreta di occupare demograficamente l’Europa.
Il Qatar, che è divenuto uno dei principale acquirenti dei politici occidentali (sicuramente anche i responsabili di Mare Lorum). Lo Stato del Golfo ha inviato aerei cargo carichi di armi alla coalizione islamista vittoriosa: “Libia Dawn”.
ClandestiniFunzionari occidentali hanno monitorato i voli di armi del Qatar atterrare nella città di Misurata, a circa 100 km a est di Tripoli, dove le milizie islamiche hanno la loro roccaforte. Anche dopo la caduta della capitale e la rimozione del governo, il Qatar è “ancora attivo nell’invio di armi all’aeroporto di Misurata”, ha detto un funzionario occidentale.
Quindi, il Qatar presunto alleato occidentale, già dietro la nascita di ISIS, mentre compra interi settori dell’economia italiana, grazie alla complicità dei nostri politici, lavora contro gli interessi italiani in Libia e arma gli amici dei jihadisti che hanno come business l’invio di clandestini in Italia: c’è il Qatar dietro l’invasione.
La realtà è che il Qatar è sponsor principale di tutti i gruppi islamisti violenti, compresi i gruppi legati ad al-Qaeda.
In Siria, dove il Qatar sponsorizza la ribellione islamista contro il regime di Bashar al-Assad, il Qatar ha deliberatamente inviato pistole e denaro verso i ribelli islamici, in particolare il gruppo di Ahrar al-Sham, o “uomini liberi della Siria”. Solo la scorsa settimana, Khalid al-Attiyah, il ministro degli Esteri del Qatar, ha elogiato questo movimento come “puramente” siriano.
Lungi dall’essere una forza moderata, Ahrar al-Sham ha svolto un ruolo chiave nel trasformare la rivolta anti-Assad in una rivolta islamista. I suoi uomini combattono al fianco di Jabhat al-Nusra, un gruppo affiliato di al-Qaeda, e sono accusati di massacri religiosi.
Quanto ad Isis, Ahrar al-Sham li ha aiutati a prendere Raqqa, la città nella Siria orientale, che ora è la capitale del “Califfato”.
Lo scorso dicembre, come abbiamo già scritto in un precedente articolo, il Tesoro degli Stati Uniti ha designato un uomo d’affari del Qatar e accademico, Abdul Rahman al-Nuaimi, come “terrorista globale”. Gli Stati Uniti lo hanno accusato di “rappresentante di al-Qaeda in Siria”, sotto il nome di Abu Khalid al-Suri.
ClandestiniSuri è stato anche un alto comandante di Ahrar al-Sham. Se è un “rappresentante di al-Qaeda”, allora esiste una sovrapposizione tra la leadership dei due gruppi.
Sono la stessa cosa. Ma come nel caso dell’11-9, si preferisce non vedere l’origine del male – allora Arabia Saudita – ma continuare a fare loschi e lauti affari con l’origine del male.
Gli investimenti del Qatar in Europa sono così ampi, e i vari politici così ansiosi di spartirsi il bottino, da tapparsi occhi, orecchi e bocca. E aprire un altro orifizio.
Se diplomatici sono concentrati sulla vittoria di contratti commerciali, c’è il pericolo che saranno riluttanti a porre domande difficili sul finanziamento dei gruppi terroristi”, ha detto un politico conservatore inglese.
Quattro branche del governo del Qatar hanno relazioni con gruppi armati in Siria e Libia: il Ministero degli Esteri, il Ministero della Difesa, l’agenzia di intelligence, e l’ufficio personale del sovrano, il molto amato dai politici occidentali emiro Tamim bin Hamad al-Thani.
Nel caso della Siria, il metodo scelto dal Qatar per sostenere i terroristi è quello di passare ingenti somme agli intermediari in Turchia. Questi, poi utilizzano i soldi per comprare armi da paesi terzi, in particolare dalla Croazia, e provvedono al loro trasferimento ai terroristi in Siria.
Il mese scorso, Gerd Müller, il ministro tedesco per lo sviluppo internazionale, ha denunciato il Qatar per l’ascesa di ISIS: “Dovete chiedervi chi li sta armando, chi finanzia le truppe Isis. La parola chiave è: Qatar,” ha detto.
Il Qatar è uno Stato dotato di grandi riserve di gas e petrolio e uno dei più grandi fondi sovrani al mondo in grado di esercitare un’influenza immensa sui politici, attraverso una ‘corruzione’ difficile da individuare, anche su Berlino. Tanto che il Qatar è stato in grado di ottenere un ritiro formale di questa accusa da parte del governo tedesco.
Pensiamo poi ai media di distrazione di massa: come mai sono favorevoli a Mare Nostrum e definiscono i terroristi siriani come ‘ribelli’? Basta seguire il flusso di denaro e gli interessi che legano i padroni di questi media al Qatar.

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