OGM addio? Da tre sedicenni irlandesi la soluzione alternativa
Tre ragazze Irlandesi di 16 anni, Ciara Judge, Émer Hickey e Sophie Healy-Thow, hanno vinto il premio Google Science Fair 2014 con il progetto Combating The Global Food Crisis. L’obiettivo è fornire una soluzione alle scarse rese alimentari in agricoltura dovute all’impoverimento dei terreni e gettare le basi per combattere la fame nel mondo con una soluzione alternativa alla biotech e agli OGM.
La loro soluzione risiede in un batterio che si trova naturalmente nel suolo e che è in grado di fissare l’azoto anche in presenza di coltivazioni di cereali, come orzo e avena, cosa che di solito non avviene. I risultati sono stati incredibili. Le ragazze hanno visto che le coltivazioni in fase di test hanno germinato nella metà del tempo, dando vita a risultati fino al 74% superiori alla norma.
Le tre giovani sono appassionate di giardinaggio. Nel 2011 a scuola hanno studiato il problema della crisi alimentare nel Corno d’Africa e hanno deciso di entrare in azione per trovare una soluzione.
Le loro osservazioni hanno avuto inizio per caso dalle radici delle piante di piselli del loro orto, che come altre leguminose hanno una relazione speciale con il batterio “diazatrophic rhizobia”.
Questa relazione permette ai legumi di contribuire a fissare l’azoto nel terreno, un aspetto positivo, che può ridurre il ricorso a fertilizzanti di sintesi.
Le ragazze hanno pensato di sperimentare l’azione del batterio su piante non leguminose, con particolare riferimento ai cereali. Due tipi di rhizobia in particolare hanno mostrato applicazioni promettenti in agricoltura.
Con l’aumento della popolazione cresce la domanda di cereali e a partire da questa scoperta si potranno sperimentare dei miglioramenti in agricoltura grazie all’azione dello speciale batterio. Per le tre ragazze ci saranno ricchi premi: un viaggio alle Galapagos promosso da National Geographic e una borsa di studio da 50 mila dollari offerta da Google. Dai giovani una nuova speranza per sconfiggere la fame nel mondo e soprattutto per un’agricoltura più sostenibile e libera da OGM?
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