17 aprile: referendum sulle trivelle

referendum aprile trivelleIl 17 aprile gli italiani sono convocati alle urne per un referendum abrogativo: il motivo? Consentire o meno la continuazione delle trivellazioni in mare per l’estrazione di petrolio e gas. Più precisamente l’intenzione dei promotori del referendum (nove regioni: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) è la seguente: “Fermare le trivellazioni e mettere fine alla ricerca e all’estrazione di petrolio e gas nei mari italiani, almeno entro il limite di 12 miglia nautiche che definisce le acque territoriali”.
Il referendum è – evidentemente – da considerare sotto una prospettiva più ampia della sola e mera tutela delle acque territoriali italiane.
Il 30 novembre delle scorso anno si è tenuta la Cop21, durante la quale 195 Paesi (tra cui il nostro) hanno cercato di trovare un accordo per ridurre le immissioni inquinanti del pianeta e contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi.
Il Governo italiano, dopo essersi “impegnato” a rispettare quanto stabilito durante il “Summit della Terra”, ha però seguito tutt’altra strada. Infatti, secondo un rapporto di Greenpeace, l’Italia sta investendo nella ricerca di combustibili fossili (petrolio, gas) e, quindi, nell’energia non rinnovabile. Insomma, la solita differenza tra quello che si dice e promette e quello che, poi, effettivamente si fa.
Come riporta “Blasting News Italia”, attualmente a 120 km di distanza dalle coste italiane di Lampedusa, si sta formando un’estesa macchia di petrolio verso le isoleKerkennah di 3 km circa di ampiezza che, da quanto si apprende da alcune denunce di ambientalisti, sta già producendo i primi effetti dannosi all’ambiente marino. Si pensi che gli scogli della spiaggia costiere non lontana dalla location delle trivellazioni sono diventati praticamente neri.
Tornando al referendum il testo sarà del seguente tenore: “Volete voi che sia abrogato l’articolo tale, comma tale, della legge tale, limitatamente alla tale frase?”. La frase in questione è la seguente: “Per la durata di vita utile del giacimento”, intendendosi la durata delle concessioni per estrarre idrocarburi.

Bisognerà rispondere Si, se si vuole abrogare questa frase e far si che le piattaforme attive continueranno a lavorare solo fino alla normale scadenza della concessione, per poi essere smantellate, oppure No se si vuol consentire la continuazione senza limiti delle trivellazioni, mantenendo la frase di cui sopra.

Per la validità del referendum sarà necessario – ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione italiana – raggiungere il quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto.
Il 17 aprile si avvicina e in un periodo in cui gli effetti devastanti dell’inquinamento sono sotto gli occhi di chiunque, è di fondamentale importanza cambiare “rotta” e iniziare – veramente – a investire sulle risorse rinnovabili.
Questo referendum è – insieme a quello che si terrà a ottobre 2016 – l’ultimo respiro di una democrazia perduta. Da italiano; da cittadino del mondo, fai valere il tuo voto.

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