Serena Shim la reporter uccisa perché aveva smascherato la truffa dell’ISIS
Serena Shim – Se ne parla troppo poco. Anzi, non se ne parla affatto. Perché non se ne deve parlare.
Il motivo stesso per cui Serena Shim è morta è questo: stava per rivelare la verità al mondo: l’Isis è un’invenzione degli Stati Uniti e dell’ONU (oggi ormai lo sappiamo, ma un anno fa…).
L’ordine è questo: non se ne deve parlare !! I media devono mantenere l’omertà !! Questa eroina deve essere dimenticata!!
No…
Noi non la dimentichiamo !!
Noi non dimentichiamo chi è morto per la verità, dimentichiamo invece le pecore complici, la loro vita di zombie vale zero.
L’hanno uccisa appena dopo che aveva annunciato al suo TG di avere quel filmato sensazionale con sé (l’ultimo suo servizio in cui lo dice è visionabile, il filmato dei miliziani ISIS che fuoriescono dai camion ONU invece no perché l’hanno uccisa e derubata poco dopo per evitare che venisse trasmesso).
Fonti di tutto il mondo:
…un articolo tra i tanti:
Scopre miliziani ISIS che entrano in Siria nascosti in camion ONU. Uccisa giornalista.
Serena Shim era una giornalista americana di origini libanesi. Lavorava per Press Tv Istanbul. E’ morta, ufficialmente, in un drammatico incidente stradale. 30 anni e madre di 2 figli, dalla Turchia la giornalista realizzava servizi sui combattimenti a Kobani, terza città per grandezza della Siria, che da giorni è teatro di scontri tra le forze militari curde e i djihadisti dello Stato islamico.
Dopo aver terminato un reportage a Suruc, una località turca vicino alla frontiera siriana che accoglie migliaia di rifugiati, la giornalista si era messa in viaggio. Un camion aveva centrato frontalmente la sua vettura e la donna era morta sul colpo. Il cameraman che l’accompagnava è rimasto ferito.
Press TV ha diffuso un messaggio della giornalista, dove questa aveva espresso, pochi giorni prima di morire, il timore di essere arrestata dai servizi segreti turchi, che l’avevano accusata di essere una spia, in quanto sosteneva che il governo di Ankara avesse legami con lo Stato islamico.
Aveva parlato dell’infiltrazione di guerriglieri in Siria attraverso la frontiera turca e in diretta televisiva aveva affermato di avere le immagini di questimiliziani che entravano in territorio siriano, nascosti nei camion di organizzazioni umanitarie e del programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite.
Riguardo all’accusa di spionaggio, la giornalista si era difesa : “Sono molto sorpresa di questa accusa. Ho pensato di parlare ai servizi segreti turchi per dir loro che mi limito a fare il mio lavoro. Sono abbastanza preoccupata, perchè in Turchia i giornalisti rischiano facilmente la prigione.”
Il direttore delle informazioni di Press TV, Hamid Reza Emadi, lunedì ha respinto la teoria dell’incidente d’auto: “Pensiamo che il governo turco debba essere considerato responsabile di fronte alla comunità internazionale. Si deve far luce su quanto è davvero accaduto.”
Fonte
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