Il lato oscuro della Monsanto (2° parte)
RoundUp è il nome commerciale di un’erbicida ricavato dal Glifosato, presente sul mercato dal 1944, e che la Monsanto ha sempre propagandato come biodegradabile, tanto che in Francia e negli Stati Uniti è stata condannata per pubblicità ingannevole e ha dovuto far rimuovere la dicitura dalla sue confezioni e dalla pubblicità.
Studi scientifici hanno dimostrato la tossicità del Roundup, il quale può provocare cancro, disfunzione epatica, sterilità e difetti di nascita.
Stando a un rapporto pubblicato da scienziati e ricercatori internazionali, intitolato “Roundup e difetti di nascita: il pubblico deve essere tenuto all’oscuro“, l’industria e l’autorità di regolamentazione dell’Unione Europea sapevano già dal 1980 dei difetti neonatali provocati negli animali da laboratorio dal glifosato, ma avevano scelto di non trapelare nulla al pubblico.
Inoltre la stessa Commissione Europea approvò l’uso dello stesso erbicida nel 2002.
Secondo uno studio pubblicato recentemente dall’università dello Sri Lanka, il glifosato usato dalla Monsanto è responsabile anche di una grave patologia renale, CKDu (Chronic Kidney Disease of Unknown Etiology), che sta colpendo gli agricoltori e i contadini del posto, e che ha causato già 20000 morti.
Una ricerca condotta da un team di biologi statunitensi dell’università di Pittsburgh, ha rilevato che l’erbicida provoca serie mutazioni negli anfibi.
Secondo una ricerca pubblicata dal “Journal of Interdisciplinay Toxicology”, l’uso del Roundup è correlato anche all’aumento della celiachia e della sindrome dell’ intestino irritabile.
Oltre a fare danni sugli esseri umani, la Monsanto non è da meno neanche con gli animali.
Difatti, essa è tra i principali clienti dell’Huntington Life Sciences, uno tra i più grandi centri di sperimentazione animale mondiali.
Sino al 2002, la Monsanto è stata legata a Pharmacia, una multinazionale farmaceutica e biotecnologica di origine svedese, ora fusa con la Pfizer.
Alcuni anni fa la Pharmacia è stata fortemente contestata per l’utilizzazione di centinaia di cani, gatti, conigli, scimmie, maiali e cincillà nei suoi test, oltre alle migliaia di topi e ratti usati solitamente.
Particolarmente nota è la vicenda legata al cosiddetto “ormone della crescita bovina” (rBGH), noto in termini più tecnici con il nome di somatotropina bovina.
La Monsanto lo sviluppò usando la tecnologia del DNA ricombinante, e fu la prima azienda a farlo entrare in commercio con il nome “Posilac“.
Questo ormone geneticamente modificato è stato creato per stimolare la produzione di latte per le mucche, ma gli effetti sulla salute del bestiame si sono rivelati devastanti.
Secondo alcuni studi statunitensi, le mucche a cui viene dato l’ormone sono soggette a un aumento notevole di patologie, tra cui problemi di gestazione e mastiti.
Inoltre vi sono anche delle conseguenze sui consumatori di latte rBGH e si è evidenziato un collegamento tra esso e il cancro della mammella, del colon e della prostata.
Nel 1997 due giornalisti della Fox News, Steve Wilson e Jane Akre, furono licenziati per essersi rifiutati di insabbiare un servizio investigativo sull’ormone della crescita bovina.
Attualmente la somatropina bovina è vietata in Canada, nell’Unione Europea e in altri paesi, mentre rimane legale negli USA, dove nel 1993 la Food and Drug Administration l’ha addirittura considerata come ufficialmente “sicura”.
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