La Camera riduce le pene per il voto di scambio (metodo mafioso). Sembra un film comico ma è la tragica realtà

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La Camera riduce le pene per il voto di scambio (metodo mafioso). Ormai il pudore non sanno nemmeno più cosa sia. L’unica speranza è che il Senato rigetti la proposta. Proprio quel Senato che qualcuno vuole tanto abolire. Il 3 aprile, la Camera ha approvato tutti gli emendamenti che modificano il ddl sul voto di scambio, anche detto “voto con metodo mafioso”: 310 voti favorevoli, 61 i contrari. A dover d’informazione è corretto specificare che i voti contrari sono tutti del M5S. E così l’iter della legge prosegue.
La pena prevista per il suddetto reato, descritta nell’articolo 416ter del codice penale, è stata ridotta. In pratica, mentre il Senato stabiliva che la pena dovesse attenersi dai 7 ai 12 anni, la Camera l’ha modificata riducendola ad un minimo di 4 anni ed un massimo di 10 anni.
Ma non è finita qui. La ciliegina sulla torta, che è stato anche motivo di diatribe tra i parlamentari di destra-centro-sinistra contro il M5S, è stata la cancellazione del principio della punibilità, ai sensi dell’articolo 416ter del codice penale, del politico che offre servigi o collabora con organizzazioni criminali/mafiose.
Davide Mattiello (PD), relatore della riforma dell’art. 416Ter, ha affermato: “Dopo molti ostacoli, se non veri e proprio tentativi di boicottaggio, oggi stiamo finalmente discutendo modifiche che rendono efficace la riforma del voto di scambio e in grado davvero di farla incidere contro la corruzione politica”.
Scontato aggiungere che tra i principali sostenitori di questa riforma vi è Forza Italia: “Siamo orgogliosi di aver contribuito a scrivere una norma efficace per la lotta alla criminalità organizzata, e al tempo stesso conforme ai principi costituzionali. Abbiamo da subito denunciato come il testo licenziato dal Senato contenesse evidenti profili di incostituzionalità; dapprima da soli, e poi, nel corso di questi giorni, con il sostegno di tante voci autorevoli e indipendenti di studiosi, giuristi, magistrati, e veri protagonisti della lotta alla mafia, che hanno condiviso le nostre preoccupazioni.”
I membri delle commissioni Giustizia e Antimafia del M5S hanno affermato: “Un politico può essere a disposizione della mafia: non è reato. Renzi e Verdini hanno ammazzato il 416 ter. Dopo una lunga e dura battaglia il governo delle larghe intese sulla mafia, previo incontro tra capi, ha deciso che lo scambio politico mafioso non deve essere punito. Questo è tutto il punto e non ci resta che appellarci ai cittadini e lanciare il grido d’allarme su quanto sta succedendo.”
E’ previsto comunque che il ddl ritorni al Senato per la quarta lettura. E forse per un rigetto definitivo della depenalizzazione di tale reato. Verrebbe da pensare che se ad oggi non ci fosse stato il Senato, il ddl sarebbe già stato modificato senza problemi. E così chissà quante altre leggi a loro piacimento.

Osservatorio Globale

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