Tutte le sere, nel teatro grande di Kunming (Cina sud-occidentale) prende vita “Dynamic Yunnan”, un musical di una bellezza struggente, lo spettacolo più originale ed emozionante a cui abbia mai assistito.
A chiunque fosse di passaggio a Kunming, consiglio di assistere a questa straordinaria performance, perché in sole due ore si possono contemplare lo splendore di culture lontane e antichissime, le usanze e le credenze di venticinque minoranze etniche e di altre innumerevoli etnie minori, lo spirito, l’entusiasmo, la passione e la gioia di vivere di tribù che vivono nelle zone più remote della Cina, in villaggi sperduti e abbarbicati sui monti e difficilmente raggiungibili dai turisti. Lo spettacolo parla di popoli in via di estinzione e quasi sconosciuti all’Occidente, che vivono in un angolo di mondo carico di fascino e di sacralità; ogni sera a teatro vengono messe in scena le loro danze, le nenie e le melodie tipiche, le musiche prodotte da strumenti primitivi e dai precisi significati simbolici, i rituali sciamanici, le feste pagane e religiose. La cultura classica e il folclore si combinano magicamente e danno vita a una forma d’arte pura e sublime, che si unisce alla splendida e moderna coreografia. L’atmosfera è fantastica e surreale, notevoli gli effetti speciali. I costumi, i copricapo e i monili sono tutti originali e autentici; sul palcoscenico appaiono e scompaiono oggetti e utensili della vita quotidiana dei villaggi di campagna: crani di bufalo usati per decorare i tetti delle case, totem, preghiere tibetane, pietre e ruote buddiste di bronzo, sessantotto tamburi realizzati in materiali diversi, che producono suoni e ritmi originali, e più di centoventi maschere tipiche.
Si esibiscono circa un centinaio di ballerini e cantanti indigeni, tutti artisti che hanno lasciato i villaggi di provenienza per entrare a far parte della troupe ed esibirsi in tutta la Cina. Luci sul palco illuminano scene e pezzi di una cultura arcaica che sta lentamente scomparendo, schiacciata e soffocata dal progresso e dalla tecnologia. Dynamic Yunnan è dunque un inno alla conservazione e alla tutela del patrimonio culturale. Il tutto è accompagnato da note musicali intense, vibranti e coinvolgenti. Con stile e unicità sono riproposte le danze tradizionali cinesi che apparvero circa 5000 anni fa e che ancora oggi sono parte essenziale della vita quotidiana della gente , infatti accompagnano tutte le attività manuali e domestiche, i mestieri, i rituali, le feste e gli eventi. Dynamic Yunnan racconta l’universo, il sole, il fuoco, il calore e la creazione. Parla della natura, che ci abbraccia e avvolge come una madre tenera e generosa, del rapporto di stretta e mistica simbiosi che l’uomo ha con essa e con tutte le creature che popolano la Terra.
Una donna misteriosa danza al chiaro di luna. Come dietro ad un paravento in carta di riso si intravede la sua silhouette filiforme e leggiadra. E’ una contadina, una moglie, una madre; è la donna serpente, la donna pavone, la donna pesce. Il suo corpo è flessuoso, elastico, si trasforma di continuo. Le sue braccia fremono come ali d’uccello. Le sue dita fini e sottili sembrano foglie aghiformi di felci tropicali mosse dal vento.
Ragazzi e ragazze a coppie, nei costumi tipici tradizionali ricchi di passamanerie colorate e ricami preziosi, si incontrano e fanno l’amore. Il corteggiamento dei maschi sembra la danza che compiono gli uccelli nella foresta pluviale. Giocano e amoreggiano assumendo le posizioni degli insetti e di tutta la fauna del bosco durante la stagione dell’ accoppiamento. I loro corpi si fondono insieme armoniosamente generando nuove vite.
La provincia dello Yunnan è il luogo dove la natura è maestosa, dove si possono toccare le nuvole e il cielo di lacca blu e ascoltare stupiti l’eco delle montagne e il canto sublime di qualche pastore errante. E’ il luogo dove i fedeli pellegrini di etnia tibetana percorrono chilometri a piedi e poi in ginocchio in direzione del palazzo del Potala, prostrandosi a terra e pregando per la salvezza della propria anima e per i futuri cicli di reincarnazione. E’ il luogo dove vivono antiche etnie matriarcali, dove le donne, con i piedi nudi e deformati dai calli, lavorano nei campi fino a notte fonda, con i figli piccoli legati sulla schiena e con le spalle curve che richiamano il profilo delle montagne all’orizzonte.
Yang Liping, regista, coreografa e prima ballerina, è andata alle radici di questa cultura, avventurandosi nelle campagne più sperdute, studiando le arti folcloristiche, immergendosi nella vita degli abitanti del villaggio. Ha raccolto oltre cento ballerini e cantanti indigeni. Questi artisti danzano in ogni momento della giornata: ballano per comunicare e per fare amicizia; danzano quando arano la terra, attingono acqua al pozzo, tessono al telaio e ricamano, quando raccolgono i frutti dei campi, o pregano gli dei e gli spiriti della foresta. Comunicano entusiasmo e passione dai cuori, e i loro corpi si fondono con il paesaggio che li circonda , la natura selvaggia, le foglie fruscianti del bambù. Con passi cadenzati e movenze tribali trasmettono poesia, amore, erotismo e spiritualità.
“Quando l’universo era una massa informe, non vi erano né il sole né la luna in Cielo. L’universo era occupato dalle tenebre. Un colpo di tamburo, e la luce apparve a Oriente. Un altro colpo, la luce apparve a Occidente. Io sono il fuoco, io sono il vento. Il tuono rimbombò e nuovi fiori sbocciarono. Sveglia, sveglia! Risveglio in me lo spirito del tamburo!”
Un uomo coperto di tatuaggi suona il tamburo; non è solo uno strumento musicale, ma anche il simbolo del corpo materno, l’origine del creato. Le minoranze lo venerano come un dio. Ci sono tamburi di legno, bronzo e pelle che, suonati contemporaneamente, producono ritmi intensi e frenetici. I Jinuo lo usano per adorare il sole, per comunicare con il Cielo e le divinità; gli Hani per celebrare il raccolto, per ringraziare gli spiriti e, in tempi funesti, per esorcizzare il villaggio; gli Wa lo battono scuotendo freneticamente i capelli, per cacciare via povertà e dispiaceri; i Jingpo lo costruiscono a forma di zampa d’elefante, perché in esso è contenuto lo spirito di questo animale mite e sacro.
Dal tamburo nasce l’uomo e con lui prendono a funzionare i cinque sensi. Il bambino appena nato inizia a scoprire il mondo sentendo la madre picchiettare il tamburo.
Ogni artista sprizza energia da tutti i pori: è l’energia dell’universo, che racchiude in sé lo spirito del divino e la potenza della natura. Ci si sente coinvolti fisicamente e spiritualmente. E’ Dynamic Yunnan: il musical per eccellenza e molto, molto di più!
Fiori Picco
1 commento
Io e il mio boyfriend abbiamo assistito allo spettacolo qualche anno fa a Kunming. Eravamo in compagnia di Fiori che ci ha accompagnato. Devo dire che è stata davvero una esperienza straordinaria e piena di emozioni.
Lo Yunnan è una regione splendida e la consiglio a tutti quelli che vogliono farsi un viaggio in Cina.