Il deterioramento delle relazioni tra Mosca e il Consiglio d’Europa potrebbe avere un impatto negativo sulla cooperazione della Russia con altre strutture all’interno dell’organizzazione.
Gli avvocati russi per i diritti umani sembrano preoccupati, in particolare, perché ci potrebbero essere conseguenze negative per la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) a Strasburgo.
La competenza del giudice si estende a tutto il Consiglio degli Stati membri europei che hanno ratificato la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Il Consiglio d’Europa è un corpo separato rispetto all’Unione europea ed è costituita da 47 Stati membri.
Rispondendo all’annessione della Crimea, l’Assemblea parlamentare del Consiglio, ha appoggiato una risoluzione giovedì, riguardo il ritiro dei diritti di voto di delega dei 18 stati membri della Russia. Nel dibattito che ha portato alla decisione, l’assemblea ha condannato fermamente le azioni della Russia in Crimea, come una violazione del diritto internazionale. Il divieto provvisorio durerebbe fino alla fine dell’anno. Un ulteriore richiesta di rimuovere completamente la delegazione russa dal gruppo è stata, però, respinta.
Per inciso, la maggior parte delle denunce ricevute dalla CEDU, proviene dalla Russia.
“I cittadini russi sporgono circa 40.000 reclami all’anno. Questa è una statistica triste.” ha detto Valentin Moiseev dal Centro Internazionale per l’Assistenza Legale. Gli avvocati che lavorano con l’ONG difendono sistematicamente le vittime dalle violazioni dei diritti umani, prima delle istituzioni internazionali, inclusa la CEDU.
Secondo Moiseev, la maggior parte dei casi hanno a che fare con l’articolo 3 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. L’ articolo vieta la tortura e mira a proteggere i cittadini dai trattamenti degradanti e dalla brutalità della polizia. Un numero significativo di russi decide di presentare denunce a Strasburgo a causa dei “processi iniqui” svolti nel loro paese d’origine.
Irina Sergeeva, un avvocato per i diritti umani dell’ Helsinki Group di Mosca, ha affermato che esistono miriadi di denunce riguardanti casi in cui le autorità russe si sono sottratte ai loro obblighi, per esempio omettendo di fornire alloggi al personale militare, o di pagare la pensione ai cittadini più anziani.
“Hanno avuto un certo successo con le cause in questo settore. Un certo numero di pensionati in Russia ha presentato delle denunce perché le loro pensioni non sono state completamente pagate. In questi casi, i tribunali russi prendono spesso la parte del governo. Solo dopo che la CEDU viene coinvolta, i cittadini russi sono in grado di far valere i propri diritti.”
Ma anche se i diritti dei cittadini fossero rispettati dalla CEDU, gli attivisti dei diritti umani lamentano che l’applicazione delle sentenze di Strasburgo in Russia possa rappresentare un grave problema. Moiseev ha affermato che le autorità russe sono generalmente disposta a pagare un risarcimento, ma che stanno, allo stesso tempo, facendo ben poco per fermare le violazioni dei diritti civili che portano ai reclami.
“Sembra che le autorità russe vogliano fare ammenda, semplicemente offrendo dei pagamenti ai propri cittadini.”
Ma gli attivisti hanno convenuto che, nonostante queste difficoltà, la Corte di Strasburgo è ancora estremamente importante per il popolo russo. Moiseev ha affermato che le organizzazioni ONG stanno gradualmente contribuendo a promuovere il principio dello stato di diritto in Russia. Questo significa anche sottolineare le carenze nello stato e le carenze del sistema giuridico.
I difensori dei diritti umani ritengono che i cittadini russi saranno quelli che soffriranno maggiormente nel caso in cui ci fosse una rottura nelle relazioni tra Mosca e il Consiglio d’Europa. Coloro che si rivolgono alla corte di Strasburgo lo fanno perché questa rappresenta l’ultima risorsa, l’ultima speranza di giustizia.
“Questa ultima speranza non deve essere tolta. I russi perderebbero la speranza nell’idea del loro paese come parte integrante dell’Europa, se la cooperazione tra la Russia e le istituzioni europee, come il Consiglio d’Europa, giungesse al termine.”
Anthea Favoriti