Intervista ai…. Deva

IntervitaDeva1.1Oggi con mio grande piacere mi trovo a conversare con Federico Salerno membro del due Deva. Purtroppo con noi non è potuta esserci Beatrice Palumbo che si trova all’estero per lavoro.
Intanto grazie Federico per averci concesso questo tempo, partiamo subito con le domande.

1) Come si è creato il gruppo?
I Deva sono nati nel momento in cui ho incontrato la cantante lirica Beatrice Palumbo, ormai dieci anni fa. Stavo cercando una voce per alcuni brani di estrazione Progressive Metal con qualche contaminazione sinfonica, credevo di averla trovata con un cantante uomo a cui inizialmente si affiancò Beatrice, per poi quasi subito sostituirlo in toto. Beatrice ha composto le linee vocali dei brani già abbozzati e successivamente abbiamo scritto ciò che poi sarebbe diventato il primo album “Between Life And Dreams” a quattro mani, non senza l’aiuto della bassista Miriam Stallone e del tastierista Marco Castiglione. Thomas D’Alba è entrato a far parte dei Deva soltanto a pochi giorni dalle incisioni di “Between Life And Dreams”. Varie modifiche di line-up ci hanno poi portato a quella che ritengo essere la formazione migliore di sempre per i Deva e di cui a breve daremo comunicazione ufficiale sui nostri canali.”

2) Che tipo di musica fate?
Il genere musicale in cui siamo stati inquadrati fin dal giorno di uscita di “Between Life And Dreams” è il Gothic / Progressive Metal, dal momento che oltre agli arrangiamenti stratificati e alle linee strumentali complesse tipiche del Prog abbiamo come punto focale dei nostri pezzi la voce sopranile di Beatrice. Col tempo abbiamo imparato anche di più sul genere Gothic e devo dire che molte band, anche molto diverse tra loro, hanno davvero dei punti (Epica, Nightwish, Evanescence…) ed è un onore essere sempre più spesso confrontati o paragaonati con loro, dato il livello musicale. In realtà il nostro è un esperimento musicale, che tenta di far coesistere classica e moderna, prog anni ’70 e sinfonica, trash metal e barocca… Al modo dei Deva!”

3) Come mai avete deciso di chiamarvi così?
Questa è la domanda che ci viene posta con maggiore frequenza! Non mi sarei mai aspettato, dieci anni fa, che il nome Deva potesse suscitare così tanta curiosità! “Deva” è un termine sanscrito che significa “divinità”, una divinità presente in diverse tradizioni religiose e culturali, spesso vista come ispiratrice o rivoluzionatrice del sapere umano. Ci piace questa accezione in particolare perché in qualche modo riporta alla nostra musica, che vorrebbe rivoluzionare le gerarchie tra generi musicali e creare qualcosa di nuovo.”

4) Nel 2010 è uscito il vostro primo album “Between Life And Dreams”, che è stato apprezzato in tutto il mondo, quanta soddisfazione vi ha dato la vostra prima opera?DEVA_2
“L’uscita di “Between Life And Dreams” (il giorno esatto lo ricordo bene, perché ero a Dublino per seguire dei corsi della Berklee School Of Music di Boston legati all’improvvisazione Jazz) è stata per me un momento bellissimo, il completamento di un percorso lungo e faticoso. Una scommessa vinta, poiché al momento di iniziare la produzione dell’album non c’era etichetta discografica, non c’era management, non c’erano contratti, non c’erano aspettative o scadenze… C’era a malapena una line-up che di lì a poco avremmo smantellato! La prima grande soddisfazione quindi è stata quella di riuscire a portare a termine il mixaggio, anche grazie all’aiuto del sound engineer Lorenzo Ardoni che ha passato con noi nottate intere a lavorare ai suoni, agli effetti, alle equalizzazioni, agli ambienti. Dopo il mastering siamo entrati in contatto con RNC MUSIC, di lì a poco l’album uscì per loro, distribuito da Self in tutta Italia. Da quel momento è iniziata la vera sfida. Ciò che fino a poco tempo prima costituiva poco più che un divertimento ora stava diventando business, responsabilità, scadenze da rispettare e promesse da dover mantenere. Arrivarono le prime recensioni, che in breve si trasformarono in decine e decine da tutto il mondo. Alcune entusiasmanti, altre criticissime, tutte però avevano in comune una grande aspettativa per i lavori a venire, come se in qualche modo ci avessero chiesto di proseguire quel percorso che avevamo iniziato. Un’altra grande soddisfazione è arrivata con le prime licenze all’estero, merito di RNC Music e dell’esperienza trentennale di Nico Spinosa: Sud Corea, Germania, Finlandia, Ungheria, Regno Unito… A poco a poco “Between Life And Dreams” aveva raggiunto ogni parte del globo tra recensioni e licenze. Ciò ha fatto nascere anche dei fan club su Facebook e Myspace (tra cui Messico, Stati Uniti, Francia, Spagna, Regno Unito…), abbiamo poi scoperto su YouTube anche alcune cover del nostro singolo Your Voice ad opera di una band Gothic turca! Fino ad arrivare a poter essere sponsorizzato da marchi internazionali importanti come Cort (chitarre) e Blackstar (amplificatori) e dal laboratorio artigianale Triton Custom Cabinets. Insomma, tante soddisfazioni!”

5) Il 5 novembre 2011 vi siete consacrati ufficialmente al pubblico italiano, per quale occasione?
“Il concerto che abbiamo svolto ai Magazzini Generali in apertura ai Trivium ci ha dato una visibilità che in Italia è molto difficile da ottenere, essendo pochi i media che ne offrono a band emergenti o comunque legate a generi musicali non mainstream. Se ciò ci abbia “consacrato” al pubblico italiano non so dirlo, quel che è certo è che abbiamo avuto una reazione veramente inaspettata da parte del pubblico: siamo piaciuti! Sentivamo il pubblico con noi sui nostri pezzi, li vedevamo coinvolti e a fine concerto, come nei giorni successivi, abbiamo ricevuto un sacco di complimenti e messaggi da chi non ci conosceva e ci ha potuti scoprire in quell’occasione. Di ciò certamente dobbiamo essere grati ai Trivium che ci hanno scelti per quella data. Massima gratitudine!”

deva_murther_cover6) Il 25 febbraio 2014 è uscito ufficialmente il vostro secondo album “Murther”, che ambizioni avete per il vostro ultimo disco, dove vorreste portarlo?
“La mia ambizione più grande è quella di riuscire a portare “Murther”, come album così come dal vivo, nel numero maggiore possibile di continenti, paesi, città!”

7) “Murther” contiene 15 traccie secondo voi quale quella riuscita meglio?
“Se dovessi indicare il mio preferito, in termini di sound e impatto, forse sceglierei Delirium. Ma se parliamo di quello meglio riuscito nel complesso, includendo anche l’effetto sull’ascoltatore, allora forse dovrei dire Confession o Decadence. Ritengo anche Lullaby, per quanto diversa dal resto dell’album, una traccia particolarmente riuscita.”

8) Se poteste decidere di partecipare ad un evento a quale vorreste partecipare?
“Mi piacerebbe molto che i Deva fossero scelti per i grandi festival come il Gods Of Metal, il Sonisphere o il Wacken… Sarebbe un’esperienza meravigliosa!”

9) Raccontateci la canzone “Delirium” che cosa volevate comunicare?
“Delirium è un brano strumentalmente e vocalmente complesso, che alterna momenti di drammaticità ed epicità a ritmiche frenetiche, tempi dispari, obbligati ritmici e stop improvvisi. E’ un brano che amo particolarmente per l’introduzione strumentale e il finale orchestrale, per le parti vocali che mi ricordano un po’ i Nightwish e un po’ i System Of A Down, per le chitarre selvagge e per quel meraviglioso riff di basso in tapping durante la sezione corale centrale… Ciò che il brano racconta è una serie di visioni della protagonista: durante la sua fuga nel bosco, Elizabeth immagina di parlare con la dea Lilith, sua ispiratrice, e col marito tradito, prevedendo alcune scene successive. Delirio, ebbrezza, percezione del divino.”

10) Se doveste descrivervi con tre aggettivi quali usereste?
“Descriverei la musica dei Deva come tragica, tecnica, epica.”

11) Secondo voi, quanto è difficile emergere nel mondo della musica oggi?
“Trovo che emergere oggi sia difficilissimo: oltre a dover essere bravi se non ottimi musicisti (oggi il panorama italiano ed europeo offre una miriade di incredibili talenti) e aver la capacità di scrivere (e i soldi per realizzare) brani accattivanti ma originali, bisogna anche saper essere al posto giusto nel momento giusto, in qualche modo essere imprenditori di se stessi e del progetto, saper investire (tempo e soldi) nel modo corretto e senza tralasciare elementi fondamentali… Decisamente non è facile, tuttora noi ci lavoriamo tutti i giorni.”

12) Se poteste decidere di collaborare con un artista internazionale, con chi vorreste farlo?
“Da qualche tempo ho in mente Chris Cornell, una delle mie voci preferite in assoluto. Lui ha collaborato con i Gabin, di genere totalmente diverso dal nostro ma anch’essi di “scuderia” RNC MUSIC. Non so spiegare perché, ma non sono attratto particolarmente dalle grandi voci del “mio” genere musicale (Tarja, Simone, Sharon…), pur riconoscendole ovviamente come galattiche non sogno la notte di poter avviare una collaborazione con loro, eccetto Anneke Van Giersbergen per la quale farei invece carte false: la adoro. Un mito per me da sempre è anche James Hetfield dei Metallica, lavorare con lui invece è proprio il mio sogno!”

13) Che consiglio dareste ad un giovane artista, per muoversi al meglio nel mondo della musica?1013513_10151842427916537_716305066_n
“L’underground italiano è ricco di ottimi musicisti, che però talvolta non sanno trovare la formula giusta per avere un progetto di qualità sotto tutti gli aspetti. Forse l’elemento più difficile è la voce, spesso motivo di rifiuto da parte di etichette e agenzie. Timbrica, intonazione, ma anche testi e linguaggio del corpo… Consiglio senz’altro di curare al meglio la parte vocale e in generale il ruolo del frontman: è ciò che può farti catturare pubblico e critica. Rispetto alla produzione invece, mi sembra sia più sottovalutata che in passato l’importanza degli arrangiamenti: oggi tutti vogliono primeggiare, nell’underground metal molti brani sembrano gare di velocità tra gli strumentisti piuttosto che intrattenimento per chi ascolta… Per me è il pezzo che vince sui singoli musicisti. Se in una canzone ho da suonare soltanto due note ma sono proprio le due note che la rendono accattivante, non devo rovinarla aggiungendo a tutti i costi numeri funambolici o mille altri orpelli per far vedere che li so fare. Il mio consiglio è quello di ascoltare criticamente i propri brani (se un brano è valido sopravvive anche solo chitarra e voce o pianoforte e voce) e di vestirli con l’abito più bello, non col più costoso.”

14) In che cosa sono cambiati i Deva dal 2010 a oggi?
“Sicuramente siamo maturati. Il livello musicale di quattro anni fa non è nemmeno paragonabile (per quel che mi riguarda almeno) a quello attuale, ho imparato troppe cose nel frattempo! Ma anche la consapevolezza rispetto alla produzione di un album e al music business in generale è nettamente cambiata.
I Deva sono cambiati anche in termini di line-up, che come anticipavo stiamo assestando in via – speriamo – definitiva. Oggi riusciamo a confrontarci con musicisti professionisti che sono in grado di capire e rendere il livello musicale richiesto. Questa è sicuramente una grande fortuna, poter suonare con persone che sono in grado di valorizzare ciò che stai facendo.”

15) A cosa state lavorando per il futuro? Potete darci qualche anticipazione?
“Beatrice non lo sa ancora, ma io sto già progettando un nuovo album!!! Scherzi a parte, in questo momento ci stiamo concentrando sulla promozione di Murther, quindi il nostro futuro sono i prossimi impegni, serate, interviste, radio… Stiamo lavorando con Live Nation per ottenere qualche bel concerto in compagnia di una big big big band Metal che ancora non possiamo svelare e… Tutte le info su Facebook.com/devaofficial”

Giovanni Dellepiane

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