Manganellate al Primo Maggio

PRIMO MAGGIO: TORINO; CONTESTATO SINDACO FASSINO A CORTEOManganellate materiali e morali a questo primo maggio ingiuriato, nel suo senso, da quelle scelte politiche dei partiti di governo che hanno fatto dell’Italia un deserto occupazionale e che oggi, con Napolitano e la schiera di burocrati ben pagati, ne celebra la morte in uno dei tanti simposi che la classe dirigente mette in piedi per magnificare se stessa, in quel triste e vecchio teatrino di parole senza senso, di cui la casta si bea e i suo disinformatori prezzolati ci informano.
A Torino sfila la gente che rivendica quel diritto al lavoro sancito dalla Costituzione e quel partito, il PD, che ne ha cancellato il senso, con il suo accordo pieno a tutte le politiche del Pdl e con l’introduzione di quella precarietà, oggi confermata dal rottamatore, come soluzione ad un problema che, nei fatti, è diretta conseguenza delle scelte politiche, delle incapacità e delle ruberie di una intera classe dirigente, di un peso fiscale che impedisce, ai pochi imprenditori capaci, di fare innovazione ed occupazione.
Immediate, e come sempre ingiustificate e violente, le cariche della polizia contro chi contestava la presenza del PD, del suo rappresentante, Si Tav, Esposito, in chiara prosecuzione con quell’applauso che ha sancito, definitivamente e chiaramente, il ruolo che ora svolgono quelle persone, coperte da casco, giubbotto ed armate di manganello, in un paese che ha dimenticato i suoi valori e impedisce al popolo di esprimere le giuste rivendicazioni, le giuste e sacrosante proteste.
Una linea di demarcazione netta, un vero e proprio muro ormai invalicabile, tra chi rivendica quei diritti che la Costituzione dichiara inalienabili e chi difende privilegi e ruberie, caste e lobby, mascherandosi da Stato…quando è anti-Stato e fascismo.
Una linea di demarcazione che ha attraversato tutta l’Italia, che ha visto a Taranto, nelle iniziative promosse dai cittadini e lavoratori liberi e pensanti, a Torino, nei No Tav, a Pomigliano, negli operai Fiat ancora in cassa integrazione o licenziati, a Monopoli, nella lotta dei lavoratori licenziati della Telcom, il vero senso di questa giornata…mentre quello stesso motivo, quello stesso valore è appiattito, scomparso, denigrato, annichilito, in quel di Nocera Inferiore, dove Cgil Cisl e Uil sono fuggite per non affrontare la rabbia di Napoli, in una Roma deserta, con un pubblico ben ridotto a quel mega spettacolo, indegno per una giornata del genere, che i tre confederali organizzano ogni anno per distrarre dagli accordi da loro stessi sottoscritti, dalle finanziare, dalle assicurazioni, da quella montagna di denari che entra nelle loro tasche e che nulla ha a che fare con la vita di chi non ha lavoro o lavora senza diritti, in quelle aule parlamentari, dove Napolitano e codazzo plaudente, hanno snocciolato i dati del loro fallimento personale ed istituzionale, in quel di Piombino, dove poche migliaia di persone hanno ascoltato le bugie di Camusso, Bonanni ed Angeletti che da anni, oltre a chiedere di sedersi ai vari tavoli ed a dividere i lavoratori, non fanno.
In una giornata che ha sancito, dati alla mano, la sconfitta delle lotte operaie, dei nostri avi, morti per regalarci un paese migliore, un punto a favore c’è…nasce una maggiore consapevolezza, una maggiore chiarezza di schieramenti, di intenti, di proposte per un futuro che non può farsi prendere in giro da politicanti dell’ultima ora che vogliono curare il malato aumentando le dosi della medicina, il precariato, che lo ha portato in fin di vita.
Le piazze di Torino, di Monopoli, di Taranto, di Pomigliano sono il primo maggio…quel primo maggio che parla di lavoro, lotta per i propri diritti, consapevolezza e coscienza…è dall’unione di questi percorsi e di queste verità, slegate dal marciume dei partiti e dei loro giannizzeri, che può nascere quell’Italia diversa di cui i nostri figli hanno bisogno.

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