Stato di morte
Bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare ed ammettere che Renzi, oggi, ha detto una cosa giusta, finalmente…la lotta è contro gli sciacalli, già quegli sciacalli che dopo aver ucciso l’Italia ora ne spolpano il restante, fieri anche della loro “storia”, dei loro compromessi…e forse anche dei loro corrotti e dei loro inquisiti.
L’Italia, signori miei, ed anche su questo bisogna dar ragione al Renzi, non è morta il 3 maggio del 2014 allo stadio olimpico di Roma, è defunta decenni fa, negli omicidi di Falcone e Borsellino, sintesi di quegli accordi tra Stato e mafia che ancora oggi vengono nascosti da quei pezzi di istituzioni, che potrebbero dare il loro contributo a svelarne l’ignominia; nella secretazione delle rivelazioni di Schiavone sull’avvelenamento di interi pezzi della Regione Campania, della cosiddetta Terra dei Fuochi, dove lo Stato, si proprio lo Stato, ha permesso di costruire, di coltivare, guardando, solo guardando, i bambini, le donne, i padri morire di cancro.
Questo Stato, mai risorto, è morto ancora all’Aquila, quando imprenditori collusi con pezzi dello Stato ridevano sulle macerie e sui morti, quando, dopo 5 anni, il paese è rimasto abbandonato, la gente dispersa, la sua storia sotterrata da macerie di corruzione e di insensibilità; ed è deceduto in Sardegna, nelle Marche, in tutti quei territori dove la speculazione edilizia, lo sfruttamento ignorante e becero del territorio, ancora la corruzione e l’incapacità di una attenta salvaguardia dell’ambiente, ha prevalso sugli interessi comuni, sulla vita di chi ci abitava e ci abita.
Che questo Stato è morto, signor Renzi, lo sanno anche i malati di Sla, da mesi sotto le sue finestre e sotto quelle di chi l’ha preceduto, per rivendicare quei diritti che questi governi, di uno Stato sepolto sotto le sue corruzioni e le sue bugie, gli nega continuamente, promettendo soluzioni che mai arrivano, rimandando sine die quelle promesse mai mantenute per chi ha i giorni contati da una malattia che non da scampo.
E’ vero, signor Renzi, non possiamo lasciare gli stadi in mano a Genny la carogna, come è vero che non dovremmo lasciare, in mano ad evasori fiscali e ad inquisiti vari, le riforme istituzionali, come non dovremmo lasciare, la poltrona di Presidente della Repubblica, a chi ha messo il segreto di Stato sull’avvelenamento della Campania e osteggia la ricerca della verità sugli accordi Stato mafia, come sarebbe altrettanto inderogabile togliere la poltrona di premier a chi non è passato per le elezioni, ma ne ha scippato senso e volere.
Ma siamo in Italia, lo show, come la partita, deve continuare, a qualsiasi costo, lo Stato, quello dei rottamatori dell’ultima ora, è lì, nelle poltrone d’onore, a godersi lo spettacolo, a dividersi quel che rimane del nostro paese…è proprio vero, la lotta è contro gli sciacalli.
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