La fall/winter collection di Daizy Shely

Daizyshely1.1Oggi vi voglio parlare di una delle mie stiliste preferite, la stupenda Daizy Shely, che vi presentai qui per la prima volta e che durante la fashion week milanese ho avuto il piacere di incontrare. Ora vi voglio mostrare quel meraviglioso boutquet, che è la fall/winter collection di Daizy Shely.
Sarà che sono una persona amante delle storie, quelle che fanno sospirare e quelle che ti tingono le gote di rosso, anche se non vorresti; sarà che sono fatta per vivere continuamente di emozioni e mi riesce difficile non farle trasparire attraverso quello che dico, scrivo o faccio. E sarà anche, che quando si permette agli altri di intrufolarsi in un piccolo antro delle tua intimità/umanità, credo che di diritto si possa essere innalzati nella volta celeste degli eroi. Sarà per tutto questo, che mi trovo molto vicina al lavoro di Daizy, ancora una volta.
La Daizy Shely fall/winter collection, infatti, ci fa nuovamente addentrare in punta di piedi nel vissuto della stilista e si aromatizza di una delicata malinconia, derivante dalla perdita della sua amata nonna. E’ da questo episodio, che Daizy inizia il suo percorso creativo, pensato per una donna bella come una rosa matura, forte e tenace. Tutte qualità che si traspongono in colori, volumi e tessuti.
Il vero “coup de theatre” della collezione sono le stampe, che animano gonne a ruota e longuette, mini dress e jacket. Notiamo, infatti, come moltissimi capi siano serviti a Daizy da tele sui quali imprimere i suoi stati d’animo e i suoi ricordi. Queste stampe sono realizzate con un particolare processo, che mixa le tecniche digitali a quelle manuali, creando un effetto sentimentale come l‘acquerello e nello stesso tempo tridimensionale come il digital print.
Lo scontro di emozioni interiori, che scuotono la stilista si riverbera sull’accostamento coraggioso di morbidezza e calore, ravvisabili nella forte presenza del mohair, ma anche delle linee ampie tipiche degli anni ’60, in contrasto con la durezza delle fantasie geometriche e con l’uso più severo della pelle.
All’inizio dell’articolo ho parlato di malinconia, perché è il colore che darei a questa collezione. Come una riflessione prima del punto a capo. Prima di un nuovo giorno, che profuma intensamente di notturno.
“la grandezza di un uomo (ha finito) con l’essere misurata sulla sua capacità di esperienza e, soprattuto di sofferenza”.

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