Il Premio Nobel Randy Schekman: ” la Scienza è in mano ad una Casta
Recentemente Randy Schekman, il biologo americano che ha vinto il premio Nobel per aver scoperto il meccanismo che regola il trasporto delle molecole nelle cellule, ha affermato in un articolo sul Guardian che : “La scienza è a rischio: non è più affidabile perché in mano a una casta chiusa e tutt’altro che indipendente”.
Senza dubbio si è trattato di una forte e coraggiosa denuncia verso lo status quo e il conformismo imperante nella cosiddetta “comunità scientifica”, a maggior ragione perché queste affermazioni sono state fatte da Schekman il giorno stesso in cui ha ricevuto il premio Nobel, e quindi non solo nel momento più importante per la sua carriera di ricercatore, ma anche nel momento di massima visibilità. Le sue dichiarazioni sono state precedute un paio di giorni, da quelle di Peter Higgs, diventato famoso per la scoperta del bosone di Higgs, che sempre al “Guardian” aveva denunciato il sistema delle pubblicazioni scientifiche.
Le principali riviste scientifiche internazionali, come Nature, Cell e Science, sono state paragonate da Schekman a dei “tiranni”: “Pubblicano in base all’appeal mediatico di uno studio, piuttosto che alla sua reale rilevanza scientifica. Da parte loro, visto il prestigio, i ricercatori sono disposti a tutto, anche a modificare i risultati dei loro lavori, pur di ottenere una pubblicazione”.
“La tentazione di vedere i propri lavori pubblicati su quelle riviste spinge i ricercatori ad aggiustare i risultati, per renderli più accattivanti e alla moda. Tutto questo ovviamente a discapito di scoperte magari meno trendy ma più importanti e determinanti per il progresso“. Inoltre il biologo ha criticato anche gli editori, che preferiscono pensare allo scoop piuttosto che al valore intrinseco di un lavoro. Come dire, prima i soldi poi la scienza.
Come ricorda il ricercatore Enzo Pennetta, è clamoroso il silenzio dei mass media a riguardo, con solo pochi quotidiani in Italia che hanno detto la notizia, mentre testate come Query, Le Scienze, Oggiscienza, Focus hanno preferito la “dimenticanza” in quanto venivano messi in discussione i dogmi propinati da essi.
In realtà, non c’è molto da stupirsi : la cosiddetta “scienza ufficiale” è da molto tempo basata su un’impostazione del tutto dogmatica e autoritaria, niente a che vedere con la tanto decantata “libertà di ricerca”.
La libera ricerca, anzi, viene ostacolata in quanto può mettere in discussione le pretese “verità assolute” che la comunità scientifica propina.
Nella nostra società la credenza ai dogmi scientifici ha sostituito la superstizione, difatti si pensa che la scienza non sbaglia mai, e che sia sempre imparziale, o ancora che tutto, nel nome della scienza, può essere effettuato.
Come ricorda anche Schekman, il tanto decantato “mondo scientifico” si basa, oggi più che mai, sul profitto e su visioni ideologiche, piuttosto che sul perseguimento del progresso e del miglioramento delle condizioni dell’essere umano e dell’ambiente .
Come la storia dimostra, non sempre la scienza si trova dalla parte del giusto, nonostante le nostre limitanti convinzioni ci facciano pensare così.
Se la scienza ha favorito il progresso e le nostre condizioni di vita, come viene ricordato nei mass media o nei libri di scuola, è anche vero che nel nome di essa non sempre si sono avute azioni positive.
Basti pensare alla creazione della bomba atomica, degli armamenti nucleari tanto in voga nella Guerra Fredda, a metodi ben poco “umanitari” come l’eugenetica (tutt’ora difesa e proposta da buona parte della comunità scientifica mondiale), alla vivisezione, ai progetti di controllo mentale in voga dagli anni 50 ai 70 e tanto altro.
Metodi che ancora oggi (si pensi all’uso dell’eugenetica proposto dai famigerati “transumanisti” o alla vivisezione) vengono difesi e proposti dai sostenitori e dalla stessa comunità scientifica, nell’indifferenza e nel cinismo verso ogni forma di etica ed empatia, mentre i dissidenti vengono etichettati come “reazionari” o “nemici del progresso”.
La visione neopositivista della società su cui si basa il cosiddetto “scientismo” dominante, che tanti danni ha creato tra la fine dell’Ottocento e il Novecento, tanto da essere relativamente abbandonata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, è tornata in auge e al giorno d’oggi gode di forte credibilità e consenso da parte della comunità scientifica mondiale.
Questa visione è fondata sul ruolo totalizzante e totalitario attribuito alla scienza, considerata l’unica vera e propria garante del funzionamento della società, e che trascende il ruolo attribuito all’etica, considerata come un limite alla mania di potenza scientista.
Una citazione di uno dei più grandi scienziati moderni, e probabilmente di sempre, Nikola Tesla, è ora più che mai attuale:
“La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità“.
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