Sconfitta la Telcom: reintegro dei licenziati

TelcomTelcom – Ci sono storie, fatti, persone, lotte, lacrime e rabbia, vittorie che si preferiscono non raccontare, perché non piace al “potere”, quello dei sindacati confederali, sempre pronti a firmare “ristrutturazioni” fantasma che prevedono licenziamenti, quello dei media, sempre pronti ad ubbidire al potente di turno, ai dettami del partito di riferimento o ai soldi che arrivano alla propria testata, quello dei politici nostrani, inclini a soddisfare chi può portare più voti.
Ma la storia del Movimento licenziati della Telcom, azienda di Ostuni leader nello stampaggio delle materie plastiche, è una storia che non solo va raccontata, va respirata, accarezzata, assunta, come fosse un medicinale contro la rassegnazione, contro la sconfitta…quella sconfitta che ci prospettano come unica soluzione di ogni vertenza, di ogni angheria, di ogni sopruso.
Non ho conosciuto direttamente Roberta Nacci, ho avuto l’onore ed il piacere di condividere, da subito, la sua rabbia, e quella dei suoi amici licenziati, per un provvedimento chiaramente ingiusto, prevaricatorio, illegale, un provvedimento mirato contro chi non accettava di sottomettersi ai voleri di un padrone che non rispettava quelle leggi, quelle conquiste, che il movimento operaio aveva saputo ottenere in anni di lotta, di sacrifici, di sudore, di manifestazioni.
La memoria di ciò che si ottiene lottando è in ognuno di noi, ma vive solo in chi non ha alcuna intenzione di venderne neanche un granello, ed è disposto a lottare, sino alla fine, contro tutto e tutti, per avere giustizia.
E’ quello che in questi cinque anni il movimento licenziati della Telcom ha fatto. Contro il sindaco, che gli ha negato anche la possibilità di stendere il loro striscione sul Municipio, contro i sindacati confederali, che firmavano accordi illegali pur di affermare le ragioni di un padrone che infangava legge e diritti, contro una stampa ed uno stato assente, contro quella miriade di partiti e partitucoli, attenti a salvaguardare solo il loro bacino di voti.
In 14, si solo in 14, hanno continuato la loro battaglia, attaccati da tutti, sia da chi riteneva le loro richieste campate in aria, sia da chi, come la Cgil, convinceva gli altri 16 licenziati a firmare conciliazioni che hanno previsto ridicoli rimborsi, a fronte della perdita definitiva del posto di lavoro.
Solo il sindacato Cobas, con l’apertura di una nuova sede ad Ostuni, ed il sindacato USI, fornendo il necessario supporto mediatico, hanno proteso la mano a questi lavoratori.
Alla fine hanno vinto, appena pochi giorni fa la sentenza del giudice Dr. Maria Cristina Mattei, dichiarava “ l’illegittimità della procedura di licenziamento e condannava la Telcom alla reintegrazione dei lavoratori e al pagamento, per ciascuno di loro, di un’indennità pari alla retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento fino alla effettiva reintegra”.
La loro vittoria è un brindisi a chi non si arrende.

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