Jacques Attali e il Nuovo Ordine Mondiale
Jacques Attali (nella foto con l’ex presidente del consiglio francese Nicolas Sarkozy) è un’economista,banchiere e saggista francese, considerato uno degli ideologi più importanti del “Nuovo Ordine Mondiale“.
Attali, è un fervente sostenitore della mercificazione totale della società e dell’essere umano e del completo superamento di qualunque valore fondante la stessa.
Ciò che auspica da anni, è la creazione di una società fondata sul primato assoluto dell’ego e dell’individualismo più sfrenato, una società fondata sull’assenza completa di limiti e radici.
In un suo saggio molto interessante, “Breve Storia del Futuro“, l’economista ipotizza possibili scenari sul futuro che attende l’umanità, e che porteranno alla realizzazione di un nuovo ordine mondiale.
La prima fase sarà costituita dalla definitiva vittoria dei “valori” del mercato e del denaro.
Il nuovo regime politico che verrà a crearsi, chiamato dallo stesso “iperimpero”, si baserà su quella che si potrebbe chiamare come la completa “dittatura del mercato” e della sua legge non scritta al di sopra di tutto il resto, considerato obsoleto.
Scrive lo stesso Attali: “il denaro potrà finalmente liberarsi di tutto ciò che lo minaccia, inclusi gli Stati nazionali, che saranno progressivamente smantellati”.
Infatti per arrivare a ciò sarà necessaria la fine di tutti i sistemi politici a cui siamo abituati, la scomparsa degli stati/nazione,e l’unica legge mondiale su cui si baserà la società sarà quella del mercato.
Ovviamente le diseguaglianze economiche saranno estreme, la classe media finirà di esistere e da una parte si avranno enormi fortune, mentre dall’altra estreme miserie.
Ma questo sistema non potrà durare troppo a lungo, e allora si avrà quello che lui considera come l’iperconflitto, dove il super impero imploderà e ci sarà un periodo di estremo caos attraversato da guerre tra gruppi religiosi e nazionali, questo secondo Attali intorno al 2030.
Alla fine, si raggiungerà quella che l’economista chiama come “l’iperdemocrazia”, con la creazione di un’unico governo mondiale centralizzato e collettivista, ma sicuramente fondato sul potere di pochi oligarchi che gestiscono tutto, in quanto parafrasando Orwell “tutti sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri”.
Difatti, mentre a parole il progetto evocato da Attali potrebbe sembrare positivo sul concetto di “iperdemocrazia”, nei fatti sostanzialmente quello che auspica è invece la completa mercificazione dell’essere umano.
Insomma, saremmo tutti uguali senza distinzione, e saremmo tutti considerati egualmente solo merce
Attali chiarisce questo punto così, parlando delle generazioni future: “potranno fabbricare l’essere umano come un manufatto realizzato su misura, in un utero artificiale, che permetterà al cervello di svilupparsi ulteriormente con caratteristiche scelte in anticipo. L’essere umano così diventerà un oggetto di commercio”.
Tutto ciò è in linea con il progetto del transumanesimo, secondo cui l’essere umano del futuro dovrà essere completamente plasmato e manipolato, al fine di andare oltre ogni residuo umano, per farne una semplice macchina.
Inoltre tutto ciò rimanda “casualmente” alla descrizione della società distopica fatta da Aldous Huxley nel famosissimo libro “Il Mondo Nuovo” del 1932, e nel film, del 1927, “Metropolis” di Fritz Lang, o per essere più recenti in “Blade Runner” di Ridley Scott, del 1982.
Inoltre Attali ha parlato anche della necessità di usare la tecnologia RFID, da usare per la completa tracciabilità dell’essere umano e come moneta mondiale, e naturalmente si è dichiarato a favore dell’impianto di microchip celebrali per tutta l’umanità.
Il video in cui ne parla è qua.
Altri piccoli dettagli: Attali, tra l’altro, è stato membro del Bilderberg, una delle organizzazioni che più spinge per l’edificazione di un’unico governo mondiale guidato dai potentati finanziari e industriali.
Sulla crisi dell’UE, Attali ha affermato che l’unica opzione possibile è la creazione di un super-stato europeo, e che “servirebbe non tanto “nazionalizzare” delle imprese, ma farle diventare proprietà dell’Unione europea. Anche se questo appare ancora inconcepibile”.
Interessante è anche che l’economista, qualche anno fa, ha anche evocato una guerra mondiale come via d’uscita dalla crisi finanziaria.
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