Astronomi del SETI ad un congresso negli Stati Uniti: “la possibilità di vita aliena è vicina al 100%”

Astonomi Seti 1.1Astronomi del SETI ad un congresso negli Stati Uniti: “la possibilità di vita aliena è vicina al 100%” – La ricerca di vita extraterrestre è “plausibile e merita l’indagine scientifica”.
Dan Werthimer e Seth Shostak del SETI Research Center presso la Università della California di Berkeley, hanno presentato dei documenti per ottenere ulteriori finanziamenti per la ricerca della vita aliena nello spazio esterno.
“Negli ultimi 50 anni, i fatti hanno dimostrato che i componenti e le condizioni che riteniamo necessari per lo sviluppo della vita sono molto comuni e forse onnipresenti nella nostra galassia”, ha detto Werthimer nella sua relazione scritta.”Ci possono essere anche forme di vita extraterrestri primitive nel nostro sistema solare, forse su una luna di Giove o Saturno. Europa, una delle lune di Giove, possiede un oceano di acqua liquida sotto la sua superficie ghiacciata, probabilmente un buon ambiente per la vita come noi la conosciamo.”
La coppia ha detto che anche se “non esistono prove della presenza di vita fuori della Terra”, l’abbondanza dei pianeti – “circa mille miliardi nella nostra galassia Via Lattea e tre volte di più delle stelle “- ci suggerisce che l’universo potrebbe brulicare di vita primitiva”. L’Istituto SETI (acronimo di “Search for Extraterrestrial Intelligence”) non cerca attivamente la vita primitiva, ma utilizza telescopi radio e ottici “per cercare prove di civiltà avanzate e la loro tecnologia, su lontani pianeti extrasolari”.
Werthimer e Shostak hanno sottolineato che la Terra stessa ha irradiato segnali radiofonici e televisivi nel cosmo per gli ultimi 85 anni (nelle stelle vicine stanno già ricevendo episodi dei Simpson), ma tutto questo è solo un istante comparato ai 4.000 milioni di anni di storia della vita sul pianeta.
“Stiamo ora sviluppando gli strumenti e le tecnologie che potrebbero rilevare civiltà lontane”, “Ci potrebbero essere segnali provenienti da civiltà extraterrestri che raggiungono il nostro pianeta in questo momento ma potremmo non avere la tecnologia sufficente per riceverli. Fin dalla sua nascita, il SETI ha organizzato una serie di studi progettati per vagliare le emissioni potenziali provenienti da fonti extraterrestri, tra cui il programma SETI @ home che utilizza i tempi di inattività sui computer della gente ordinaria per analizzare i dati in entrata del calibro del telescopio di Arecibo – il più grande radiotelescopio del mondo.
Werthimer ha anche avvertito che gli Stati Uniti rischiano di essere tecnologicamente superati da altre nazioni, la Cina ad esempio sta sviluppando un radiotelescopio di 500 metri di diametro (maggiore di quello di Arecibo) che, potrebbe presto diventare il principale osservatorio radio del pianeta”.

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