Lug 17
Fine del mondo: Ecco cosa causerà la fine della nostra civiltà secondo la Nasa
Un nuovo studio sostiene che la civiltà industriale globale potrebbe crollare in pochi decenni a causa della diseguale distribuzione della ricchezza e una maggiore pressione sulle risorse del pianeta.
Il rapporto, finanziato dal Goddard Space Flight Center della Nasa, indaga i fattori che possono essere più strettamente legati alla caduta della civiltà, tra cui la popolazione, il clima, l’acqua, l’agricoltura e l’energia. E, secondo quanto riferisce The Guardian, l’insieme di questi fattori possono contribuire a creare la deformazione delle risorse e un ampio divario tra ricchi e poveri, al punto dai portare al collasso la civiltà industriale.
Lo studio, condotto dal matematico Safa Motesharrei, afferma che i ricchi o la cosiddetta élite possono essere responsabili di entrambi i problemi. “Il surplus accumulato non è distribuito uniformemente in tutta la società, ma piuttosto è controllato da un’élite“, spiega lo studioso. “La massa della popolazione, mentre produce la ricchezza, viene divisa solo per una piccola parte di essa dalle élite, generalmente pari o di poco al di sopra del livello di sussistenza“.
Inoltre, anche la tecnologia “tende ad aumentare sia il consumo pro capite delle risorse che la scala di estrazione delle risorse“. Ad ogni modo, lo studio conferma che crollerebbe prima la fetta di popolazione più povera, seguita poi dalle élite agiate.
Sarebbe, dunque, un collasso sociale simile agli scenari apocalittici come quelli ritratti in The Day After Tomorrow? Lo studio elenca una serie di scenari catastrofici. Nel primo, le élite “crescono e consumano troppo, causando una carestia tra i poveri che alla fine provoca il crollo della società. (Questo) è dovuto ad una perdita di lavoratori, piuttosto che a un crollo della Natura“. Nel secondo, “il declino dei poveri avviene più velocemente, mentre le élite sono ancora fiorenti. E, infine, i primi crolleranno completamente seguiti dalle élite“. Tuttavia, grazie ad una zona cuscinetto caratterizzata dalla loro ricchezza, le élite potranno continuare a fare affari, nonostante la catastrofe imminente.
Cosa fare, quindi, per evitare il collasso sociale? Secondo il rapporto della Nasa il divario della ricchezza deve essere notevolmente ridotto e la popolazione deve essere controllata. È davvero questo che ci aspetta, dunque?
Lug 17
Calcinacci napoletani
I funerali di Salvatore, ucciso da un calcinaccio caduto dalla Galleria Umberto di Napoli. Il sindaco ha preferito non essere presente, ha inviato solo il gonfalone…il Comune è parte offesa nella vicenda, gli indagati sono 45, tra cui due tecnici del Comune, oltre ai proprietari dello stabile e agli amministratori dei condominii interessati.
Calcinacci caduti anche al Vomero, in vico Acitillo, altri crolli hanno fatto decidere per la chiusura della Galleria al pubblico, altri ancora hanno sfiorato persone in vari punti di una città allo stremo, costellata di buche mal ricoperte, a cui margini trionfano, ancora, enormi cumuli di spazzatura, data alle fiamme da residenti all’esasperazione o da veri e propri criminali a cui lo Stato, sinora, non è capace di far fronte…tranne che a parole.
Stato, istituzioni, parole a Napoli che fanno rima solo e soltanto con tasse e proibizioni, con la distruzione dell’ assistenza sanitaria, del trasporto pubblico, della sicurezza del cittadino, con il degrado morale e materiale dell’intera regione, di una città i cui fasti rimangono in cartolina, nelle belle immagini di un tramonto, ma che si trasformano, nella vita quotidiana di un napoletano, nello “scuorno” di vivere in un posto dove non funziona niente, dove per avere un posto di lavoro devi avere la “conoscenza” giusta, dove anche l’ospedale, l’Inps, l’Asl, la scuola pubblica sono legati a quei meccanismi di sopraffazione e di negazione dei diritti che nessuno, a cominciare da Luigi de Magistris, ha mai voluto affrontare sul serio, risolvere, rendendo questa città più umana, più normale, più civile.
Tante belle parole, tanti annunci, rossi, arancioni, azzurri e neri, nella prosecuzione di quel sacco della città, delle terre confinanti, delle speranze della gente, della stessa aria e dello stesso mare, ridotto a cloaca, a simbolo dell’incapacità, dell’ingordigia, dell’ arroganza ignorante, di una classe dirigente che ha occupato quelle poltrone più per il loro significato simbolico ed economico, che per le responsabilità derivanti da quel ruolo.
Quando un albero uccide una persona, quando un calcinaccio cancella la vita di un giovane, chi “gestisce” la città non può dire di non averne responsabilità diretta: “I Comuni – recita art. 56 comma 3 dei principi generali di riparto di competenze per gli enti comunali – esercitano tutte le funzioni regolamentari ed amministrative riguardo agli interessi della popolazione, con particolare riguardo all’assetto ed all’utilizzazione del territorio, allo sviluppo economico, ai servizi pubblici”.
Regolamentari ed amministrative, quindi con poteri, come si è visto nel caso della cacche dei cani, di imporre regole per il “decoro” della città, di sanzionare chi non le rispetta…a maggior ragione chi mette a rischio la sicurezza dei cittadini non rispettando le regole basilari sulla sicurezza.
Luigi de Magistris sembra aver ben appreso la lezione da chi ha preferito, a livello locale e nazionale, le chiacchiere ai fatti, scaricando responsabilità che, già prima del suo insediamento, erano altrove, ma che lui aveva promesso di ridare in mano alla gente, di assumersi questo impegno in primis: “aprire le porte del Comune al popolo napoletano”… a quel popolo che fuori da quelle porte, per i potenti, non è mai contato niente…e continua a non contare.
Lug 16
California: avvistamento UFO a San Francisco
Il 5 luglio 2014 una grossa palla di fuoco è stata ripresa da un testimone nel cielo della California a San Francisco.
Questa persona ha riferito di aver registrato tre video che riprendevano diversi oggetti volanti, ma solamente in uno di questi si vede chiaramente un grosso Ufo.
L’oggetto in questione cambia forma mentre ruota ed è stato avvistato anche dal cugino del ragazzo che ha effettuato le riprese.
I movimenti di questa grossa palla di fuoco portano a pensare che si tratti realmente di Ufo.
Nessun velivolo conosciuto è in grado di effettuare rotazioni e movimenti simili a quelli dell’oggetto nel video.
Il presunto oggetto volante improvvisamente sparisce dalla visuale e scompare nel buio della notte.
Il Video
Lug 16
Informatore della DIA conferma l’esistenza di una struttura militare sotterranea situata sotto l’aeroporto di Denver
Per la prima volta, un informatore all’interno del complesso DIA conferma l’esistenza di una massiccia struttura militare sotterranea situata sotto l’aeroporto di Denver. L’aeroporto internazionale di Denver (DIA) si trova su un vasto complesso di 53 chilometri quadrati ed è di proprietà e gestito dalla città di Denver. In realtà, è il più grande aeroporto degli Stati Uniti, in termini di terra di massa raccolta, e il secondo aeroporto più grande del mondo dopo il King Fahd International Airport di Arabia Saudita.
L’aeroporto “ospita” oltre 50 milioni di passeggeri l’anno ed ora incorpora un nuovo imponente progetto denominato “City Airport”, un aerotropoli che è stata presentata pubblicamente dal sindaco di Denver, Michael Hancock.
Tuttavia, è interessante notare come i nuovi aerotropoli integreranno un quartiere espansivo con un nuovo alloggio, nonché un distretto agricolo e tecnico entro i confini della proprietà dell’aeroporto, in modo da attirare maggiori entrate a far crescere l’economia di Denver. Infatti, tra le aerotropoli e le industrie della marijuana boom di Colorado, la DIA potrebbe essere solo la cosa più importante dopo il pane a fette.
Il concetto è innovativo, una prima assoluta per un aeroporto in America, ed è destinato a diventare l’invidia di altri aeroporti in tutto il mondo. In realtà, secondo il sito ufficiale della Città di Denver, nel 2010, la DIA e l’amministrazione della contea di Denver, hanno preso una decisione importante nell’evoluzione della DIA stessa per svolgere il suo ruolo di gateway invitando le imprese di tutto il mondo a presentare proposte per aiutare la DIA nella pianificazione, la valutazione e la creazione di un City Airport, come il nucleo di acceleratore e competitivo per l’emergente Airport Denver.
I residenti locali e altri cittadini, si sono trovati in una discussione e scontro con l’amministrazione sulla nuova costruzione e intorno alla proprietà dell’aeroporto sollevando la polemica. In realtà, fin dalle prime fasi di costruzione dell’aeroporto, iniziate nel primi anni del 1990, ci sono state diverse segnalazioni che qualcosa possa essere in atto sopra o sotto i motivi del complesso 53 miglia quadrate.
Il fondo
Alcuni ipotizzano che una struttura militare sotterranea profonda, che sarebbe parte della Continuità di Governo (COG) in programma, si trovi sul sito. Una città sotterranea enorme, che per essere utilizzata dal governo USA nel caso in cui Washington o i nostri governi centrali siano compromessi. Secondo alcuni rapporti investigativi, tra cui uno guidato dall’ex governatore del Minnesota, Jesse Ventura, la città sotterranea che si trova sotto l’aeroporto, molto probabilmente si connette ad altre installazioni militari sotterranee profonde in tutto il paese.
Ora, una fonte all’interno dell’aeroporto ha confermato per la prima volta informazioni sorprendenti per quanto riguarda la struttura sotterranea, fornendo dettagli sconosciuti al personale aeroportuale e il pubblico in generale fino ad ora.
Di seguito sono riportati i dettagli in merito a una installazione militare sotterranea profonda, situata sulla base delle informazioni DIA, come previsto dalla fonte:
- Il livello 1 dell’aeroporto è inserito nel terreno per proteggere dalle vibrazioni provenienti dal basso.
- Cancelli e numeri dell’aeroporto corrispondono ai piani d’azione di emergenza e di risposta che indicano i dettagli specifici per le persone “che sono a conoscenza”.
- Per cause sconosciute nella sezione “United Airlines, Inc.” di uno dei piani interrati, un bio-hazard infettivo o uno scoppio fungino ha posto le zone in quarantena fuori del sottosuolo, rendendole inaccessibili al personale dell’aeroporto ed al personale. La sezione di quarantena della metropolitana, come confermato dall’informatore, è collocata in livelli più bassi laterali del corridoio B a Oriente.
- La discarica che si trova al largo di Torre Road. due miglia a ovest del Terminal Jeppesen è stato aggiunta nei primi mesi del 2000 nonostante gli aeroporti fecero appello alla Corte distrettuale contro la discarica nel 2002, sostenendo che era un pericolo per la sicurezza FAA.
- Un ingresso intermedio militarizzato si trova nella sezione “United Airlines” della metropolitana. Il numero effettivo della porta è stato segnalato da una fonte con grande timore. Il codice attuale della porta è “BE64B” sconosciuto fino ad ora per il pubblico in generale.
- Una porta di chiusura e apertura rapida, consentirà anche l’accesso all’ingresso intermediario della struttura se avete una “pass specifico”.
- La sporcizia in alcune parti delle gallerie ferroviarie sembra innaturale.
- Le uscite sarebbero bloccate in alcune sezioni dell’aereoporto in caso di emergenza.
- Un tunnel lungo circa 3 miglia si troverebbe fuori dall’ingresso intermediario “BE64B”, per un reparto in piena regola della Difesa (DOD) in caso di attraversamento del tunnel, il personale riceverebbe sanzioni disciplinari; un ingresso militarizzato, composto da 5 edifici, si troverebbe nella zona nord-est del terminal Jeppesen.
- Tutte le attività importanti provengono in genere dalla sezione nord-ovest del “Corridoio C”.
Dipartimento della Difesa Legato ai velivoli aerei
Grazie alle nuove informazioni scoperte dagli investigatori dell’Intelligence si può giungere alla conclusione che, sì, effettivamente il DOD ha legami con un vettore aereo commerciale che opera fuori del Denver International Airport.
I documenti richiesti da un Freedom dell’Information Act (FOIA) richiesta dalla Investigative in relazione al workshop nel 2004 rivelano che, la “United Airlines, Inc.”, è coinvolta in un DOD “Programma Air Transportation” probabilmente collegato alla COG. Questo contratto consentirebbe alla United Airlines di fa viaggiare con la propria compagnia: VIP, senatori, membri del Congresso, e superiore eletti, tra cui Capo di di Stato.
Secondo la fonte che proviene da dentro la struttura, un mucchio enorme di sporcizia è stato aggiunto a una discarica esistente nella zona, nonostante la richiesta della FAA che aveva messo in guardia dicendo che era pericoloso per i viaggiatori ed avrebbe potuto rappresentare un problema ai radar causando un potenziale disastro. L’aggiunta di questa discarica si sarebbe dovuta svolgere nel corso di un periodo di 40-60 anni, ma invece ha avuto luogo nel corso di circa 4 anni. Il mucchio di sporcizia, che viene mascherata come una discarica in-plain-sight, ora supera i 300 metri di altitudine.
Un estratto dal ricorso FAA legge, “nella determinazione del rischio e affermazione, la FAA ha trovato che la discarica Tower Road al suo apice proposta” sarebbe in linea radar di vista e veicoli (cioè, dumper e livellatrici) che operano a discarica e potrebbe provocare radar di riflessione e di conseguenza creare falsi bersagli “. JA 7.
La determinazione e l’affermazione non forniscono alcun fondamento probatorio per l’accertamento di “falso bersaglio”. Infatti, possiamo trovare al massimo solo due pagine su 462 che sostengono questa tesi. Uno studio aeronautico della FAA riferisce che i tecnici Airways strumento radar “hanno identificato il potenziale di falsi bersagli. L’attuale quota di 5423 ‘slm (sopra il livello medio del mare), la discarica è sotto la linea di vista radar. Alla nuova altezza di 5542 ‘slm, i grandi dumper, grader, e altri mezzi pesanti creano il potenziale per riflettere il radar causando falsi bersagli …. L’impatto in questa circostanza potrebbe avvenire dopo un’indicazione della posizione sbagliata per l’aeromobile. “
Concludendo si puo affermare che l’aeroporto di Denver fa parte di un programma di continuità di governo ed effettivamente ospita un impianto sotterraneo.
Il Video
A cura di Mark Corbin
Fonte
Lug 16
Alcool in polvere: in arrivo i cocktail liofilizzati pronti in pochi secondi!
Alcool in polvere presto autorizzato negli Usa.
Cocktail liofilizzati, da trasformare in normali bicchieri “alcolici” con la semplice aggiunta di acqua, potranno essere venduti in tutti gli esercizi che già possono vendere birra, vino e liquori e saranno sottoposti alle stesse limitazioni.
Sarà l’Ufficio per la tassazione e il commercio di alcool e tabacco americano a dare il via libera alla società Lipsmark che commercializza il Palcohol, prodotto già utilizzato in Giappone e in alcuni Paesi occidentali.
L’unico precedente negli States è una birra in polvere, lanciata lo scorso anno, da preparare con acqua effervescente.
Per il momento saranno disponibili 4 cocktail: Mojito, Cosmopolitan, Lemon Drop e Margarita. Pronti da preparare aggiungendo acqua semplice.
Come per le altre bevande alcoliche la vendita sarà riservata alle persone con più di 21 anni.
I produttori, inoltre, mettono in guardia contro rischi peculiari, come la possibilità di sniffare la polvere alcolica, che sarebbe, avvertono, “una modalità di consumo pericolosa e poco intelligente”.
Lug 16
USA e Cina sono l’ago della bilancia del futuro del clima mondiale
Tagliare le emissioni di CO2 è un obbiettivo globale, ma molto dipende dalle effettive misure che adotteranno le due super potenze mondiali, USA e Cina.
Non solo economia: il nuovo governo di Matteo Renzi sarà presto chiamato anche a salvare il clima. Secondo un rapporto presentato di recente dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile nel 2013 l’Italia è stata virtuosa, in termini di emissioni, ma la questione non riguarda soltanto il nostro paese.
Il punto di partenza, in effetti, resta il piano europeo per le politiche energetiche e ambientali, presentato da neppure un mese ma già criticato sia da parte di associazioni ambientaliste che da alcuni osservatori economici.
Come abbiamo recentemente spiegato, l’obbiettivo indicato anche dall’Ipcc è ambizioso ma difficile: ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 1990. Per farlo l’Europa punta sulle rinnovabili, che dovranno arrivare a produrre il 27% dell’energia totale.
Ma qual è oggi la situazione per quanto riguarda l’emissione di gas serra, e in particolare di CO2? L’agenzia olandese per l’ambiente (PBL) ha raccolto i dati in un dettagliato report.
Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto: dipende dal punto di vista. Le emissioni di CO2 sono continuate ad aumentare, ma a un ritmo inferiore rispetto al passato. Complice anche la crisi economica, nel 2012 la crescita è stata dell’1,1% contro una media del 3% negli ultimi dieci anni.
Se emettere tanta CO2 è un biglietto d’ingresso per il club dei Paesi sviluppati, allora la Cina è ormai un membro a tutti gli effetti. Con quasi 10 miliardi di tonnellate è la nazione che ha emesso di più nel 2012. Seguono gli Stati Uniti con 5,2 miliardi.
Le cose sono cambiate molto: ancora negli anni ’80 la Cina non arrivava neppure alla metà di quel valore. Poi è arrivato il tumultuoso sviluppo economico, che da una parte ha consentito a centinaia di milioni di persone di uscire dalla povertà, dall’altro ha aumentato l’emissione di questo gas serra.
Eppure le emissioni totali sono solo un modo di guardare al fenomeno, che in un certo senso non rende l’intera fotografia. Se invece prendiamo le emissioni pro capite, cioè divise per la popolazione, scopriamo che in media ogni cittadino cinese ha emesso 7,1 tonnellate di CO2 nel 2012, contro le 16,4 degli Stati Uniti, 18,8 dell’Australia e una media europea di 7,4.
Quale delle due considerare? Chi emette di più oggi ma ha appena cominciato, con buona parte della popolazione che vive ancora in standard di vista modesti? O chi l’ha fatto per decenni ma ora imbocca la strada opposta?
Impossibile dirlo a priori. È questo uno degli elementi che rende tanto delicato e difficile trovare un accordo per fronteggiare i cambiamenti climatici.
Lug 15
Ecco perché è bene cominciare il pasto con la verdura
L’alimentazione è la chiave della salute, non bisogna mai dimenticarsi che il cibo che assumiamo è la nostra benzina e che noi “siamo quello che mangiamo“, letteralmente ci possiamo “trasformare” grazie al nutrimento che scegliamo ogni giorno di offrire al nostro organismo.
Ormai è risaputo che sono necessarie 5 porzioni al giorno di frutta e verdura ma pochi sanno come e quando inserirle nella propria dieta per godere al meglio dei preziosi benefici di questi alimenti.
Oggi parliamo delle verdure…
Spesso sulle riviste di salute e benessere si legge che bisognerebbe iniziare ogni pranzo o cena con una bella insalata mista o con altri ortaggi crudi o cotti. Ma perché ? Scopriamo 5 motivi per cui mangiare le verdure prima del pasto…
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Saziano prima: un piatto di verdura ad inizio pasto contribuisce a saziare prima. Dopo aver mangiato una bella insalata, ad esempio, lo stomaco si sente già un po’ pieno e quindi lo stimolo della fame si ridurrà prima, ciò significa che la quantità di alimenti che si è deciso di mangiare dopo potrà essere ridotta e questo consente di evitare di consumare cibo più del dovuto.
- Si assorbono meglio i principi nutritivi: a stomaco vuoto l’organismo è in grado di assorbire meglio i nutrimenti, scegliere di consumare prima le verdure significa che ciò che il nostro corpo troverà subito disponibile sarà il meglio per lui: acqua, vitamine e sali minerali, elementi che spesso sono carenti nella nostra alimentazione, soprattutto se frettolosa o sregolata.
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Migliorano la digestione e riducono il gonfiore: Le verdure, in particolare quelle crude, sono ricche di fibre e povere di grassi. Inoltre crude contengono molti enzimi in grado di stimolare al meglio la digestione (che sarà così facilitata) e contemporaneamente contribuiscono a mitigare quel senso di gonfiore post-pasto.
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Rallentano i picchi glicemici: assumendo fibre prima dei pasti, si ottiene un buon risultato rispetto all’assorbimento sia dei carboidrati che dei grassi contenuti nei cibi che si mangeranno successivamente. In questo modo si va anche ad agire sul controllo della glicemia, evitando i picchi.
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Se ne mangiano di più: se mangiate per prima cosa un bel piatto di pasta o di cereali, il posto per le verdure di contorno sarà senz’altro ridotto e spesso anche di molto. Mangiarle prima della portata principale significa mangiarne di più e mangiarle ad ogni pasto, cosa assolutamente consigliata per avere il giusto apporto di vitamine e sali minerali.
Consigli
Ma quali verdure scegliere? Si può iniziare con una bella insalata mista dove per mista si intende che ci siano diversi ortaggi, in modo tale da beneficiare di più principi nutritivi. Per avere un’insalata completa il consiglio è quello di mischiare tra loro radici (come carote,ravanelli, rapa rossa, topinambur), fusti (sedano), foglie (insalate di ogni tipo e di tutti i colori, spinaci compresi), fiori (carciofi, capperi, fiori di zucca), frutti (pomodori, fagiolini, cetrioli). Non dimenticate di inserire una manciatina di semi oleosi: girasole, zucca, sesamo, lino, canapa, ecc.
Lug 15
Ecco la storia de “Gli Zeta”, il cartello che controlla la droga in Messico
Gli Zeta, il più potente cartello del narcotraffico messicano, hanno costruito il proprio potere grazie a una rete di telecomunicazioni clandestina e ultraramificata. Ecco la loro storia.
Soldati super addestrati, proprio come un vero esercito. Enormi depositi di armi, ville da “mille e una notte”, corruzione, vendette marchiate col sangue, boss senza pietà. E migliaia di tonnellate di droga. Ma, assieme a tutti i cliché in pieno stile Tony Montana, dietro l’enorme potenza degli Zeta, il più grande cartello di narcotrafficanti messicani, c’è anche tanto altro.
Qualcosa – e qualcuno – molto meno prevedibile. Jose Luis Del Toro Estrada, per esempio, un oscuro trentasettenne proprietario di un negozietto di radioline e walkie-talkie alla periferia di McAllen, Texas.
Del Toro Estrada è stato arrestato dalla Dea (Drug Enforcement Administration) nel settembre del 2008, nel corso dell’operazione speciale Project Reckoning, che ha fruttato alle forze dell’ordine statunitensi un bottino impressionante: 90 milioni di dollari in contanti, 61 tonnellate di droga e armi in quantità industriale.
Tutto di proprietà degli Zeta. All’inizio, Del Toro Estrada sembrava uno dei tanti pesci piccoli caduti nella rete degli oltre 900 arrestati, tanto da non meritare molto più di una menzione nel quotidiano locale. Ma presto la polizia si è resa conto che le cose stavano molto diversamente.
Come racconta una lunga inchiesta di Popular Science, infatti, Del Toro Estrada ricopriva un ruolo più che cruciale negli Zeta. Il negoziante, soprannominato Tecnico nell’ambiente, era il principale esperto di comunicazioni del cartello. Un nerd a capo dell’It di una delle organizzazioni criminali più potenti al mondo, che stava usando le sue competenze per agevolarne l’ascesa Del Toro Estrada non solo aveva configurato una rete segreta di telecamere per spiare i funzionari messicani e sorvegliare i depositi di droga, ma aveva addirittura costruito dal nulla un elaborato sistema di comunicazione segreto che copriva gran parte del Messico e consentiva al cartello di contrabbandare droga a tonnellate negli Stati Uniti e miliardi di dollari indietro in Messico.
Come racconta Carl Pike, vice capo della Divisione Operazioni Speciali della Dea, Del Toro Estrada aveva fornito alla Società (uno dei tanti nomi con cui sono chiamati gli Zeta) “una specie di onniscienza, la capacità di tracciare tutto quello che è legato alla distribuzione della droga. Movimenti di carichi, per esempio, ma anche posizioni di poliziotti, militari messicani e addirittura di funzionari di dogana statunitensi”.
Uno scenario del tutto inaspettato per la maggior parte delle forze dell’ordine: Del Toro Estrada era riuscito a portare a termine in segreto un programma di ingegnerizzazione di un’intera nazione. Qualcosa senza precedenti nella storia della criminalità. “Prima degli Zeta, c’erano solo gruppi poco addestrati e male organizzati”, commenta Robert Bunker, professore alla Us Army War College.“Il gruppo criminale si è dotato, grazie al sistema clandestino di comunicazioni, di una capacità operazionale che ha rivoluzionato completamente lo scenario”.
La rete creata da Del Toro Estrada si serviva di equipaggiamenti radio, più economici, facili da configurare e sicuri rispetto ai telefoni cellulari. Walkie-talkie, antenne e ripetitori di segnali si possono comprare facilmente in qualsiasi negozio specializzato. E, se si sospetta un’intercettazione, è abbastanza facile cambiare frequenza o usare un software per oscurare le trasmissioni.Armati di radioline palmari, i falchi Zeta aiutavano i comandanti a evitare gli arresti allertandoli quando la polizia istituisce posti di blocco. I boss erano in grado di monitorare i movimenti dei camion che entrano negli Stati Uniti. I killer usavano il sistema per tracciare attaccare e sequestrare membri di gang rivali. Gli Zeta potevano contare, tra l’altro, su infrastrutture estremamente flessibili: se un’antenna o un ripetitore andava fuori uso, il traffico era istantaneamente deviato su altri dispositivi.
“Con una rete del genere, si massimizza l’efficacia delle risorse a disposizione”, racconta ancora Bunker. “Si ha un effetto moltiplicatore per ogni veicolo o soldato a piedi. Da un punto di vista del command-and-control (in gergo militare, le attività per minare le operazioni nemiche, nda) è uno strumento formidabile”. Grazie alla rete, infatti, la Società è cresciuta rapidamente, dominando i gruppi rivali. Anche se, racconta ancora Popular Science, “nel mondo criminale non esistono relazioni durature”.
Nel 2010, dopo qualche anno di frizioni interne, gli Zeta si separarono dal Cartello del Golfo, l’altra grande organizzazione di narcotrafficanti, e iniziarono a occuparsi anche di rapimenti, traffico di esseri umani, pirateria digitale e addirittura contrabbando di petrolio. Si infiltrarono così tanto nelle istituzioni da eclissare il potere del governo centrale. Secondo gli analisti, il fattore essenziale del loro successo – e del contemporaneo declino del Cartello del Golfo – è dovuto proprio al fatto che, dopo la scissione, hanno mantenuto il controllo della rete radio.
Al momento, nessuno sa esattamente che fine ha fatto Del Toro Estrada. Dopo l’arresto del 2008, ha passato quattro anni al Revees County Detetion Complex di West Texas. La Dea e il Dipartimento di Giustizia hanno le bocche cucite sul suo caso.
È stato scarcerato nel 2012 e, da allora, è diventato un fantasma.Probabilmente ha beneficiato di una riduzione della pena in cambio di informazioni sugli Zeta ed è attualmente affiliato al programma di protezione testimoni.
Lug 15
Segni del cambiamento sulla Terra
Segni del cambiamento sulla Terra – Ogni mese proponiamo un video che non è altro una raccolta di immagini sulle calamità, le catastrofi che stanno colpendo il pianeta Terra, cui i media internazionali e nazionali non accennano a parlarne. Sciami di meteore stanno colpendo il nostro pianeta e nessuno ne parla. Tempeste polari, tempeste di sabbia, bufere di acqua, smottamenti e dissesti geologici, elevate temperature e vortici polari mai registrate prima.
Aumento delle frane, nonché dei SinkHole e non ultimo l’aumento dei tornado, stanno flagellando metà del nostro pianeta. Cosa sta succedendo, è chiaro a tutti. Sappiamo bene che la storia dell’umanità è profondamente segnata da immani tragedie che sono sotto i nostri occhi e i media, le TV le radio i telegiornali, non fanno altro che ignorare questo tipo di notizie per evitare allarmismi su ciò che realmente sta accadendo, tenendo all’oscuro la gente.
Il Video
Lug 15
Dan Geruss: come into my life è il nuovo singolo
Dan Geruss: come into my life è il nuovo singolo -Un brano fresco, energico e positivo che ha come tema principale l’amore per se stessi. Un invito a lottare per quello in cui si crede nonostante le difficoltà della vita, ma sempre con positività. Nato nel 2011, quello di Dan Geruss è un progetto pop/dance, ma che ama le contaminazioni (r’n’b, elettronica, edm). Sempre molto attento alle mode del momento non tralascia però i suoni del passato con cui è cresciuto. Energia e positività sono il suo motto, che vengono perfettamente rappresentate dal suo nuovo singolo Come Into My Life. Autori del brano Dan Geruss e Luigi Bonfardin.
Dan Geruss – Bio Dan Geruss (Mirko Pampanoni), nasce a Roma il 25 maggio del 1980, sotto il segno dei Gemelli. Fin da piccolo dimostra una forte attitudine verso il campo artistico e all’età di 11 anni, inizia a studiare danza presso la famosa scuola Crazy Gang School, con la quale si è esibito in prestigiosi teatri romani. Grandissimo ascoltatore musica e fan di artisti quali Kylie Minogue, George Michael e Madonna, nel 1996 inizia a studiare canto con il maestro Mimì Sebastiano e viene accolto, l’anno successivo, alla Lupus, etichetta discografica romana, con la quale ha partecipato a manifestazioni come Una Voce per l’estate. Negli anni successivi continua a studiare sia danza che canto e nel frattempo si esibisce in alcuni locali ed eventi. Nel 2002 problemi famigliari portano l’artista a doversi allontanare dai suoi interessi artistici, ma nonostante questo, continua a coltivare i suoi sogni e a studiare con importanti insegnanti. Nel 2011 inizia a scrivere canzoni e nello stesso anno avviene l’incontro con il musicista/cantante Vitaliano Concolino. Da questo incontro nascerà In My Dreams, primo singolo di Dan Geruss, un brano pop/dance che si rifà alla disco anni 70 con un vibe moderno. Del singolo viene girato un videoclip che rappresenta un sogno e dove sono molto forti le citazioni a Twin Peaks di David Lynch, rivisto in chiave scherzosa, ma allo stesso tempo sexy. Attualmente è impegnato alla stesura dei brani che comporranno il suo album di debutto che spera di far uscire tra la fine del 2014 ed inizio 2015.
Per saperne di più
Lug 15
Captagon: droga prodotta dalla Nato per rendere i soldati insensibili al dolore ed alle emozioni
Si chiama Captagon. È una sorta di anfetamina prodotta dalla Nato in tutto il Medio Oriente. Assumendola, i miliziani non si accorgono del dolore proprio e altrui.
Si chiama Captagon, è un cloridrato di fenetilina, in altre parole un’anfetamine che suscita euforia e rende insensibili al dolore.
Secondo la rivista online “Voltaire”, la droga in questione sarebbe prodotta dalla Nato e somministrata in dosi massicce ai ribelli siriani anti governativi. “Contrariamente a ciò che si pensa, i combattenti jihadisti non sono motivati da ideali religiosi, ma dalla ricerca del piacere immediato”, ha dichiarato una fonte interna all’Alleanza Atlantica.
“I miliziani sono reclutati tra i criminali a piede libero e i detenuti”. Sempre secondo “Voltaire”, il Captagon è statp creato per la prima volta nel 2011 in un laboratorio che si trova in Bulgaria, mentre oggi viene prodotto in dosi massicce da laboratori sparsi in tutto il Medio Oriente, compresa la Siria.
Il Captagon è un miscuglio tra sostanze chimiche e altri tipi di droghe, come l’hashish, e costituisce la razione base dei jihadisti.
L’effetto principale è far sì che i paramilitari non percepiscano le proprie sofferenze, come le sofferenze inflitte ad altri. In altre parole, permette loro di commettere atrocità senza risentirne emotivamente.
Lug 14
Russia: il KGB avrebbe nascosto documenti relativi al primo contatto con una delegazione Extraterrestre
Il primo contatto con un gruppo di alieni grigi sarebbe avvenuto in Russia e avrebbe avuto luogo nel 1942.
A quel tempo, sono avvenute una serie di visite diplomatiche per discutere le questioni di interesse comune pianificate, secondo presunti documenti russi è stato stilato un trattato.
In base al Trattato 23/04, questi incontri avrebbero avuto luogo in segreto.
Un numero limitato di agenti speciali avrebbero accompagnato i visitatori e si sarebbero incontrati solo con gli ufficiali di alto rango.
Secondo il documento 072/E, in occasione della riunione del 1961 si è verificato un incidente che ha coinvolto 3 soggetti a causa della violazione del trattato da parte degli ufficiali nella base militare, quando era stato scoperto che gli stessi militari, avevano un dispositivo nascosto per registrare l’incontro, ma senza il consenso sia del team alieno che del team di agenti speciali del KGB.
In base al Trattato 23/04, le riunioni sarebbero state riservate e quindi non consentite registrazioni audio e fotografiche dell’incontro. Dopo l’incidente, il trattato è stato rivisto e ripreso, secondo i rapporti.
Primo contatto
Tutto questo viene riportato dal quotidiano indipendente inserbia.info e dalla Pravda, dove appunto viene dedicato un articolo sulla notizia di un presunto “primo contatto” tra “alieni grigi” e il governo Russo, che presumibilmente ha avuto luogo nel 1942. A quel tempo, una serie di visite diplomatiche sarebbero avvenute per discutere su questioni di reciproco interesse e presunti “trattati” con un team di alieni. Il tutto sarebbe scritto in una serie di documenti nascosti dal KGB.
Nel 1969 nello stato di Sverdlovsky, un UFO si sarebbe schiantato e recuperato dai militari russi. C’è un presunto video che mostra la ripresa, con primi piani dell’UFO impattato al suolo. Presumibilmente, c’era un alieno morto trovato nel disco volante. I resti dell’alieno e i detriti dell’UFO sono stati portati in un sito russo sicuro, dove è stato analizzato e effettuata l’autopsia sull’alieno.
Secondo il quotidiano russo “Pravda”, il KGB ha presumibilmente avuto una unità speciale progettata per raccogliere e monitorare tutte le informazioni riguardanti fenomeni mistici e inspiegabili segnalati dentro e fuori l’Unione Sovietica.
Sempre secondo Pravda, il Generale Ponomarnko, comandante in capo del distretto militare degli Urali, aveva dichiarato che l’unità speciale affiliata al KGB aveva anche il compito di garantire che gli stessi agenti del KGB dovevano essere coinvolti nei lavori di pertinenza dell’UFO Crash, in tutte le fasi. Le relazioni degli agenti sono stati prontamente trasmessi al colonnello Grigoriev, capo del dipartimento scientifico KGB.
Secondo Billy J. Booth che su About.com ha detto che ci sono segnalazioni infondate che un UFO sia precipitato o/è stato abbattuto vicino alla città di Prohlandnyi, in URSS il 10 agosto 1989. Un radar militare sovietico aveva agganciato un oggetto volante non identificato, con il conseguente tentativo invano di contattare il velivolo misterioso. Quindi l’UFO è stato classificato come “ostile” e la Difesa sovietica era stata allertata facendo volare dei MIG-25 per tentare di identificare l’UFO e abbatterlo.
C’erano danni evidenti all’esterno del disco volante. La squadra di recupero avrebbe dovuto indossare un abbigliamento protettivo esterno per poi trasferisri nel sito dove era avvenuto l’impatto al suolo dell’UFO. C’era una piccola quantità di radiazioni e alcuni membri del team hanno cercato di effettuare analisi.
Un elicottero sarebbe andato sul luogo dell’incidente dove l’UFO è stato trasportato alla Mozdok Air force Base. I russi entrarono nell’UFO e hanno scoperto tre corpi, due alieni morti, uno a malapena vivo.
Un team di medici e altro personale medico hanno fatto ogni sforzo per mantenere l’alieno vivo, ma non è riuscito a farlo. Tutti e tre gli esseri erano alti circa 1 metro e 20 cm, con una pelle grigia. Sotto la loro pelle, che era di un colore blu-verde, sembrava avessero un tessuto simile ad un rettile. Non avevano i capelli, ma avevano grandi occhi neri coperti da una sottile pellicola di protezione e le dita e le braccia erano lunghe e sottilii. I corpi alieni sono stati conservati in contenitori di vetro e l’UFO sarebbe stato portato al cosmodromo di Kapustin Yar.
Questa informazione è stata riportata da tre ricercatori russi, Anton Anfalov, Lenura Azizova e Alexander Mosolov che si dicono convinti dell’esistenza di documenti Top Secret del KGB, dove appunto testimoniano l’incidente. Tuttavia i tre ricercatori non avevano alcuna documentazione a sostegno della loro storia.
Lug 14
USA: sterilizzazione per ridurre la popolazione?
Pandemie fittizie, leggi sulla vaccinazione coatta. Non è che la preparazione alla sterilizzazione totale della popolazione “superflua” della Terra. Nel 1989 è stato desecretato il Memorandum-200, compilato nel 1974 da Henry Kissinger, consigliere per la sicurezza nazionale degli USA. Il suo tema era la crescita della popolazione nel mondo e le sue conseguenze per la sicurezza degli USA e i loro interessi all’estero.
Proponendo le misure per una notevole riduzione della popolazione Kissinger ha scritto:
“Il mondo dipende sempre di più e di più dalle forniture minerarie dai paesi in via di sviluppo, e se un rapido accrescimento della popolazione disturba le loro prospettive dello sviluppo economico e del progresso sociale, l’instabilità che ne consegue può minare le condizioni per la produzione allargata e per il sostegno di un flusso ininterrotto di tali risorse.”
Per accelerare al massimo l’avanzamento verso la stabilità della popolazione si proponeva di prestare attenzione ai tredici paesi in via di sviluppo delle aree più ricche di risorse del pianeta: India, Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Messico, Indonesia, Brasile, Filippine, Thailandia, Egitto, Turchia, Etiopia e Colombia.
Il Memorandum-200 proponeva una drastica riduzione della popolazione di questi paesi ciò che permetterebbe agli USA di sfruttare le loro risorse minerarie.
Il piano segreto di Kissinger è stato immediatamente messo in pratica. La sterilizzazione è diventata il mezzo più popolare di contraccezione nell’America Latina durante il periodo degli anni 1980 – 1990.
All’inizio degli anni ’90 il Ministero della Sanità brasiliano ha avviato l’inchiesta al riguardo delle informazioni sulla sterilizzazione di massa delle donne brasiliane.
E’ stato accertato che circa il 44% di tutte le donne brasiliane in età compresa tra 14 e 55 anni sono state regolarmente sottoposte a sterilizzazione.
La sterilizzazione è stata praticata da diverse organizzazioni e agenzie, delle quali soltanto poche erano brasiliane. International Planned Parenthood Federation, l’americano Pathfinder Fund, The Association for Voluntary Surgical Contraception — tutte operavano sotto l’egide dell’americana United States Agency for International Development (USAID) del Dipartimento di Stato degli USA.
Entro il 1989 il governo brasiliano, inizialmente convinto sostenitore di questo programma, motivato dalla lotta alla povertà, ha dichiarato alla USAID che i programmi della sterilizzazione sono diventati “eccessivi e inutili”.
Secondo alcune informazioni, nel loro ambito sono state sterilizzate quasi il 90% di tutte le donne brasiliane con le radici africane.
Secondo i dati forniti dalla commissione governativa per i diritti dell’uomo del Perù, dal 1995 al 2000 la sterilizzazione di massa è stata condotta nelle aree più povere del Perù, e il motivo pure è stato il superamento della miseria.
In qualche anno sono stati sterilizzati oltre 300 mila donne e circa 24 mila uomini.
I vantaggi della sterilizzazione sono stati pubblicizzati con volantini, poster e annunci radio, nei quali alle peruane sono stati promessi “felicità e benessere”. La politica delle sterilizzazione di massa ha portato a una crisi demografica in alcune aree del Peru e, di conseguenza, alla recessione economica.
Secondo i dati in possesso dei difensori dei diritti dell’uomo, negli anni ’90 del secolo scorso centinaia di donne e uomini dei più poveri strati della popolazione sono stati sterilizzati contro la loro volontà.
Inizialmente la campagna per la sterilizzazione di massa nel Peru è stata generosamente finanziata dagli americani (USAID), ma dopo la pubblicazione nel 1998 sui principali quotidiani americani dei materiali sulle sterilizzazioni coatte nel Perù il suo finanziamento dai fondi statali degli USA è stato interrotto.
Dal 2011 in Ruanda è partita una campagna di sterilizzazione su vasta scala che coinvolgeva 700 mila uomini.
Il programma copre il periodo di 3 anni ed è completamente finanziata da USAID.
La campagna certamente è volontaria e, tuttavia, “ogni qualvolta la campagna di sterilizzazione si svolge su una vasta scala ciò inevitabilmente porta alla coercizione”, ha fatto notare il presidente dell’Istituto americano degli studi della popolazione Steven Mosher.
Quest’ultimo ritiene che “le conseguenze per la vita della famiglia e per lo sviluppo dell’economia del Ruanda saranno assai sensibili” e che questo è “il miglior mezzo” per prevenire AIDS. Nello stesso tempo Mosher ha però dimenticato che le leggi degli USA vietano il finanziamento degli aborti o delle sterilizzazione coatti.
Sono soltanto dei singoli esempi di ciò che sta accadendo alla popolazione in diversi paesi del mondo.
Non è un segreto per nessuno che in tutti i secoli nella guerra per le risorse qualunque mezzo poteva essere riconosciuto ammissibile, sopratutto se il rapido accrescimento della popolazione, come ritiene il signor Kissinger, disturba le prospettive dello sviluppo economico dei paesi sviluppati.
Tuttavia bisogna ricordare che la sterilizzazione coatta è riconosciuta come crimine contro l’umanità se applicata su vasta scala e sistematicamente. Ed è soggetta alla giurisdizione del Tribunale Penale Internazionale.
Lug 14
Spagna: alla ricerca della zeppa perfetta
Fatte con un unico filo di rafia o in paglia: sono l’orgoglio di Paloma Barceló, maison spagnola specializzata in scarpe artigianali. Ecco il viaggio alla scoperta dell’eccellenza Made in Spain.
Per trovare la perfezione manifatturiera in fatto di espadrillas e zeppe in corda siamo volati a Elche, piccolo centro del sud della Spagna vicino ad Alicante. Qui, circondati dalle palme che sono l’orgoglio della regione, sorgono le uniche sei aziende al mondo che producono artigianalmente scarpe di questo genere cucendole a mano e realizzando il tacco con un unico filo di rafia.
Una di queste è la Cosi Cosi Footwear, che dal 1960, anno in cui è stata fondata da Manolo Barceló, ogni anno sforna milioni di zeppe per una quantità impressionante di marchi – l’azienda è licenziataria per nomi blasonatissimi come Jimmy Choo, Stella McCartney, Mulberry e molti altri – e che da due ha lanciato sul mercato le proprie linee: Paloma Barceló e Palomitas by Paloma Barceló.
ManuelBarceló, figlio di Manolo, è l’anima creativa di questa azienda familiare che ha fatto dell’abilità manifatturiera e della ricerca maniacale della perfezione i suoi punti di forza. Creativo, lavoratore, ama l’azienda alla follia e crea i suoi modelli partendo dalla profonda conoscenza dei processi produttivi, cosa che permette la realizzazione di scarpe tanto visionarie quanto perfette nella fattura.
«Voglio fare l’espadrilla più bella del mondo, voglio eguagliare la décollétée di Ferragamo. L’espadrilla più lussuosa sarà la mia» Manuel è un uomo sui quarantacinque che vive e lavora secondo ritmi antichi, guidato da ambizione e principi solidi. Non c’è un computer nel suo ufficio, ma tantissimi disegni appuntati alle pareti, scritti e sottolineati.
«In definitiva lavoro tutti i giorni, non posso sapere quando mi verrà l’ispirazione, potrei essere a cena con mia moglie o in viaggio, so solo che quando succede io mi devo mettere lì e disegnare. So di avere avuto successo se la mia idea arriva al cuore del consumatore. Io creo per le donne, che pesano sul mercato con il 40% dei consumi, e creo in particolar modo per i mercati centro europei, che stanno tornando a volere abiti e accessori prodotti in Europa».
Il know how prettamente spagnolo della Cosi Cosi Footwear è un incredibile mix di tecnica e manualità: tutte le espadrillas sono cucite a mano da donne e ragazze che riescono a produrre fino a una ventina di paia al giorno mentre le zeppe sono realizzate a partire da un unico filo di rafia naturale, incollato a mano sul tacco di sughero.
«L’esclusività del prodotto sta proprio nel processo manifatturiero, che per ovvie ragioni ha i suoi tempi e una produttività limitata. Tutto il mondo fa zeppe e espadrillas, ma le nostre sono speciali. E poi sono originali, io non guardo mai il lavoro degli altri per ispirarmi, o meglio, lo guardo per sapere cosa non devo fare: se una certa scarpa c’è già non c’è bisogno di una simile».
Lug 14
Neurologo avverte: “alluminio presente nelle scie chimiche sta causando l’aumento esplosivo di malattie “Neuro-Degenerative”
Neurologo avverte: “alluminio presente nelle scie chimiche sta causando l’aumento esplosivo di malattie “Neuro-Degenerative” – Internet è piena di storie riguardanti le “scie chimiche” e la geoingegneria per combattere il “riscaldamento globale” e fino a poco tempo fa, prendevo queste storie con le pinze.
Una delle principali ragioni del mio scetticismo era che raramente avevo visto quello che stavano descrivendo nei cieli. Ma nel corso degli ultimi anni ho notato un gran numero di queste scie e devo ammettere che non sono come le scie di condensazione. Sono ampie e stabilizzate in uno schema ben definito che lentamente si trasformano in nuvole artificiali.
La mia preoccupazione principale è che stanno spruzzando tonnellate di composti di alluminio di dimensioni nanometriche. È stato dimostrato nella letteratura scientifica e medica che le particelle nanometriche sono infinitamente più reattive e producono un intensa infiammazione in un certo numero di tessuti.
Di particolare interesse è l’effetto che queste nanoparticelle hanno sul cervello e sul midollo spinale e l’elenco crescente di malattie neurodegenerative tra cui la demenza di Alzheimer, il morbo di Parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica (ALS), le quali sono fortemente correlate all’esposizione con l’alluminio ambientale.
Le nanoparticelle di alluminio non sono solo infinitamente più infiammatorie, ma penetrano facilmente nel cervello attraverso una serie di percorsi come il sangue e i nervi olfattivi (i nervi dell’odore nel naso). Recenti studi hanno dimostrato che queste particelle passano lungo le vie neurali olfattive che si ricollegano direttamente alla zona del cervello che è, non solo la zona più colpita dall’Alzheimer, ma anche il primo organo ad ammalarsi.
Il percorso di esposizione intra-nasale rende la polverizzazione di enormi quantità di nanoaluminio nei cieli particolarmente pericolosi, in quanto sarà inalato da persone di tutte le età, compresi i neonati e i bambini piccoli, per molte ore se non continuamente.
Sappiamo che le persone anziane hanno la maggiore reazione a questa esposizione all’alluminio. A causa della micro-dimensioni delle particelle di alluminio, anche i sistemi di filtraggio delle case dove abitiamo non ce la fanno a rimuovere l’alluminio, prolungando così l’esposizione anche in ambienti chiusi. Oltre che ad inalarle, queste nanoparticelle di alluminio saturano il terreno, l’acqua e la vegetazione con livelli altissimi, anche 100 volte sopra il limite consentito dalla legge.
Normalmente l’alluminio viene scarsamente assorbito dal tratto gastrointestinale ma il nano-alluminio viene assorbito in quantità elevate. L’alluminio assorbito si distribuisce ad un gran numero di organi e tessuti, compreso il cervello e il midollo spinale e provoca delle tremendi reazioni infiammatorie nei polmoni.
Prego che i piloti che stanno spruzzando questa sostanza pericolosa comprendano appieno che stanno distruggendo la vita e la salute delle loro famiglie. Inclusi i nostri ‘bravi’ funzionari politici. Una volta che il terreno, le piante, e le fonti idriche saranno fortemente contaminate non ci sarà alcun modo per invertire il danno fatto.
Le contromisure devono essere prese ora per evitare la nascita di un disastro sanitario di enormi proporzioni. Se il progetto di aereosol non viene fermato immediatamente vedremo un aumento esplosivo delle malattie neurodegenerative che attualmente si verificano negli adulti e negli anziani in tassi senza precedenti, così come i disturbi nello sviluppo neurologico dei nostri bambini.
Il Video
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Lug 14
Cemento mangia smog: eco-innovazione made in Italy
Inventato e brevettato NEL 1996 da Luigi Cassar, direttore centrale del settore ricerca e sviluppo di Italcementi. Un chilometro quadro di questo particolare cemento riesce ad assorbire ogni anno ben 30 mila tonnellate di ossido di azoto. Una superficie di un chilometro quadrato, considerando che ogni auto emette tra i 0,4 e i 0,5 grammi di ossido di azoto, potrebbe eliminare i problemi dovuti ai gas di scarico prodotti da almeno 7000 auto medie.
Un’idea geniale che ha già trovato diverse applicazioni pratiche dal Vodafone Center di Milano alla sede di Air France all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, sino a Chicago nella “strada più verde d’America” oltre ad essere stato utilizzato anche a per il centro di ricerche della stessa Italcementi nei pressi di Bergamo.
Come funziona?
E’ un cemento fotocatalitico, attraverso l’azione della luce naturale o artificiale, viene attivato un forte processo ossidativo. Tale processo porta alla trasformazione di sostanze organiche e inorganiche nocive (ossido e biossido di azoto, biossido di zolfo, materiale particolato sospeso organico, composti aromatici volatili, monossido di carbonio e ozono) in sostanze non inquinanti, quali nitrati, solfati e carbonati i quali vengono dilavati con l’acqua piovana e non sono dannosi per la salute e per l’ambiente.
E’ bene sottolineare che per un ambiente urbano a misura d’uomo non dobbiamo basarci solamente sulle innovazioni nel campo scientifico, ma dobbiamo soprattutto impegnarci, cercando di ridurre le emissioni e cercando di incrementare le zone verdi!
Lug 13
Göbekli Tepe: chi lo costruì, quando e perché
Göbekli Tepe è un nome familiare a chiunque sia interessato al tema degli antichi misteri. Presentato come il più antico tempio di pietra del mondo, si compone di una serie di strutture megalitiche ad anello formate da pilastri a forma di T splendidamente scolpiti. Si trova su un costone di montagna nel sud-est della Turchia, a soli 8 miglia (13 km) dalla città di Urfa, vicino al tradizionale sito del Giardino dell’Eden. Qui, negli ultimi 10 mila anni, i suoi segreti sono rimasti nascosti sotto una collinetta artificiale di terra a forma di ventre, circa 300 per 200 metri di dimensioni. Agricoltura e zootecnia erano a malapena agli albori sa quando Göbekli Tepe è stata costruita, e a vagabondare attraverso il paesaggio fertile del sud-ovest asiatico erano, ci viene detto, primitivi cacciatori-raccoglitori, la cui sola esistenza ruotava intorno alla sopravvivenza giorno per giorno.
Allora, cos’è Göbekli Tepe? Chi lo ha creato, e perché? Ma soprattutto, perché i suoi costruttori seppellirono la loro creazione alla fine della sua vita utile?
Queste sono le domande che mi pongo nel nuovo libro Göbekli Tepe: Genesi degli Dei, in cui fornisco prove convincenti che i miti degli Osservatori del libro di Enoch e i miti e le leggende mesopotamiche degli Anunnaki sono i ricordi dei costruttori di Gobekli e del loro impatto sulla crescita della civiltà. Credo anche che Göbekli Tepe sia stato costruito da una popolazione di cacciatori-raccoglitori ancora impauriti a seguito di un cataclisma devastante che quasi distrusse il mondo – una cometa, che la scienza oggi riconosce essere precipitata circa 12900 anni fa, con scosse di assestamento terrificanti che durarono diverse centinaia di anni.
Ibridi umani
Eppure sembra improbabile che la popolazione indigena abbia elaborato un progetto per contrastare la paura innata di un altro cataclisma (cosa che la visionaria e scrittrice Barbara Hand Clow chiama giustamente catastrophobia). Questo sembra essere stato orchestrato da membri di una cultura in entrata, composta da gruppi di sciamani, guerrieri, cacciatori e specialisti di utensili in pietra di immenso potere e carisma. Il loro territorio, attraverso il quale scambiavano diverse forme di selce, nonché ematite e ocra rossa, si estendeva dai Monti Carpazi ad ovest alle steppe e pianure russe ad est. Ancora più incredibile, la loro anatomia denota che il loro aspetto fosse impressionante – alti, con le teste estremamente lunghe, zigomi alti, facce lunghi, grandi mascelle e forti arcate sopraccigliari, in cui alcuni hanno visto una prova di ibridi Neanderthal-Sapiens. Allora, chi erano queste persone?
L’ascesa degli Swiderian
La risposta è Swiderian, le cui operazioni minerarie in Polonia sulle montagne Swietokrzyskie (Santa Croce) sono tra le prime testimonianze di attività mineraria organizzata in tutto il mondo. Questa società avanzata, che ha prosperato sia in Europa centrale che orientale nel periodo della manifestazione della cometa nel 10900 a.C., fu responsabile della fondazione di diverse importanti culture post-Swideriane del Mesolitico a nord fino in Norvegia, Finlandia e Svezia , come all’estremo sud sulle montagne del Caucaso, e ad est fino al fiume Volga della Russia centrale. La cultura altamente avanzata degli Swiderian, che comprendeva una sofisticata tecnologia di strumenti di pietra, derivava dai loro lontani antenati, i popoli Gravettiani orientali che hanno prosperato tra il 30000 e il 19000 a.C. in quella che oggi è la Repubblica ceca e più a est sulla pianura russa.Credo che nel 10500 a.C. circa i gruppi Swideriani si siano spostati a sud dalla Pianura Europea Orientale all’Anatolia orientale. Qui hanno guadagnato il controllo del commercio regionale del vetro nero vulcanico, noto come ossidiana, in luoghi come il Monte Bingöl sugli altopiani armeni e Nemrut Dağ un vulcano spento vicino alle rive del Lago di Van, il più grande bacino interno della Turchia. Questo li ha portati a contatto con le comunità che in seguito sarebbero state responsabili della costruzione di Göbekli Tepe intorno al 9500-9000 a.C.
Scopo rituale
Tutto ciò suggerisce che gli Swideriani possedevano una cosmologia sofisticata acquisita in parte dal loro cugini, i Solutreani dell’Europa centrale e occidentale, essi stessi collegati con i popoli Gravettiani orientali. Credevano che un albero cosmico sostenesse il mondo del cielo, entrato attraverso la Grande Spaccatura – la biforcazione nella Via Lattea causata dalla presenza di polvere stellare e detriti – corrispondente alla posizione nel cielo del nord occupata dalle stelle del Cigno, il cigno celeste (la Croce del Nord). Gli Swideriani credevano anche che gli uccelli fossero simboli del volo astrale, e che questo fosse il modo in cui lo sciamano avrebbe potuto raggiungere il mondo del cielo. In Europa l’uccello più comunemente associato con queste credenze e pratiche era il cigno, mentre in Asia sud-occidentale era l’avvoltoio, un simbolo di morte e trasformazione nel neolitico. Entrambi gli uccelli sono identificati con la costellazione del Cigno.
Utilizzando questa maschera lo sciamano poteva entrare nel mondo cielo e contrastare le azioni della creatura soprannaturale vista come responsabile di cataclismi come l’impatto della cometa nel 10900 a.C., che gli scienziati di oggi chiamano evento Younger Dryas Boundary (YDB). Questo imbroglione cosmico è stato visto prendere la forma di una volpe o di un lupo del cielo, incarnata forse nelle volpi che saltano scolpite in rilievo sulle facce interne dei pilastri fondamentali di Gobekli Tepe, e ricordato anche come il Fenris-wolf responsabile del Ragnorak, un grande cataclisma ricordato nella mitologia norrena. In tutta Europa e in Asia sud-occidentale, esistono racconti di volpi e lupi soprannaturali che hanno tentato di mettere in pericolo il pilastro cielo che sosteneva la volta stellata, un atto che, se realizzato avrebbe portato alla distruzione del mondo.
Qualcuno si rese conto che solo placando i timori del popolo riguardo all’immensa potenza dell’imbroglione cosmico si sarebbe potuta veramente ripristinare la stabilità del mondo. E ogni volta che questa creatura soprannaturale fosse ritornata al cielo sotto forma di cometa – vista come una manifestazione visibile della volpe o del lupo del cielo – sarebbe stato compito dello sciamano entrare nel mondo del cielo e opporsi alla sua influenza nefasta, una motivazione primaria che io vedo dietro la costruzione di Göbekli Tepe.
Le camere grembo
Eppure c’erano ben altre ragioni per la costruzione di Göbekli Tepe. I suoi recinti di pietra servivano, molto probabilmente, come camere grembo, luoghi in cui lo sciamano entrava in uno stato primordiale, come quello vissuto prima della nascita, dopo il passaggio tra i pilastri gemelli centrali dei cerchi. Questi enormi monoliti, a volte di 5,5 metri di altezza e del peso di 15 tonnellate ognuno, agivano come portali ultraterreni di mondi invisibili – in ogni senso dei veri e propri Stargate. E il loro obiettivo: la discesa sull’orizzonte locale di Deneb, la stella più luminosa del Cigno, che segnava l’inizio della Grande Spaccatura della Via Lattea, un ruolo interpretato da Deneb già nel 16500-14000 a.C. In quel momento Deneb faceva da stella polare, la stella più vicina al polo celeste durante una particolare epoca. Anche dopo che Deneb ha cessato di essere la stella polare intorno al 14000 a.C., a causa degli effetti della precessione (lenta oscillazione dell’asse terrestre attraverso un ciclo di circa 26 mila anni), il suo posto è stato preso da un’altra stella del Cigno, Delta Cygni, che ha tenuto la posizione fino al 13000 a.C.
In seguito il ruolo di Stella Polare è andato a Vega nella costellazione della Lyra, la lira celeste. Quando intorno al 11000 a.C. Vega si era spostata fuori dalla portata del polo celeste, non fu sostituita da nessuna stella luminosa per diverse migliaia di anni. Questo significa che quando Göbekli Tepe è stato costruito, tra il 9500 e il 9000 a.C., non c’era Stella Polare. E’ per questo motivo che Deneb, e la Grande Spaccatura della Via Lattea, hanno conservato la loro importanza come il principale punto di ingresso nel mondo del cielo, il che rende la principale destinazione dello sciamano. I menhir eretti nelle sezioni nord-nord-ovest delle mura in due recinti chiave a Göbekli Tepe portavano grandi buchi che incorniciavano la posizione di Deneb ogni notte, mettendo in evidenza il significato della stella per i costruttori di Gobekli, e mostrando la direzione precisa in cui lo sciamano doveva accedere al mondo del cielo.
Conoscenza cosmica
Ovunque si guardi a Göbekli Tepe c’è la conferma che i suoi costruttori hanno condiviso un senso di connessione con il cosmo. Dagli strani glifi e ideogrammi sulle varie pietre, che includono i simboli che ricordano le lettere C e H, alla divisione in 12 pietre in diversi cerchi, ci sono pesanti prove che questi templi di 11000 anni fa rispecchiano l’influenza dei cieli. I glifi a forma di H sembrano riguardare il viaggio dello sciamano da questo mondo all’Altromondo, mentre i glifi a forma di C sono quasi certamente sottili mezzelune a significare il passaggio da un ciclo lunare a quello successivo. Anche il design dei cerchi sembra avere un significato cosmico. Invariabilmente le strutture sono di forma ovoidale, con un rapporto di lunghezza e larghezza di 5:4, numeri che potrebbero alludere a una profonda conoscenza da parte dei costruttori di Gobekli dei cicli cosmici del tempo che di solito si pensa non fossero stati noti fino all’età di Platone.
Se i gruppi Swideriani erano l’élite sciamanica responsabile di Göbekli Tepe, ci sono poi tutte le possibilità che la conoscenza cosmica codificata nella sua costruzione veniva, almeno in parte, da quegli individui altamente evoluti e dall’aspetto impressionante di ibridi Neanderthal-Sapiens. Queste persone erano molto probabilmente il prodotto delle interazioni tra Neanderthal e gli esseri umani anatomicamente moderni all’alba dell’era del Paleolitico superiore, tra il 40000 e il 30000 a.C. Si tratta di una congettura molto interessante che ci dice che potremmo aver sottovalutato la potenza dinamica dell’ibridazione negli anni formativi della storia umana.
Abbandono definitivo
In un periodo di circa 1500 anni venti o più grandi cerchi sono stati costruiti all’interno del tumulo che gradualmente sta emergendo a Göbekli Tepe. I vecchi cerchi sono stati periodicamente dismessi, sconsacrati e ricoperti, letteralmente “uccisi”, alla fine della loro vita utile. Nuove strutture sono state costruite per sostituirli, ma col passare del tempo sono diventati molto più piccoli, fino a divenire edifici cellulari non più grande di una vasca idromassaggio formato famiglia con pilastri non più alti di un metro e mezzo. In qualche modo il mondo era cambiato, e l’impulso per la creazione di giganteschi templi di pietra con enormi monoliti gemelli al loro centro non c’era più.
Intorno al 8000 a.C., i rimanenti ultimi cerchi sono stati ricoperti con terra, pietrisco e rifiuti, e il sito abbandonato alle intemperie. Tutto ciò che rimaneva era un enorme tumulo a forma di pancia che è diventato l’espressione ideale del fatto che i cerchi di pietra erano originariamente stati visti, non solo come portali stellari ad un altro mondo, ma anche come camere grembo, dove le anime degli sciamani, o addirittura gli spiriti dei morti, potevano letteralmente viaggiare verso la fonte della creazione, che si trova da qualche parte nelle vicinanze della costellazione del Cigno. Era un concetto vagamente ricordato nel nome Göbekli Tepe, che in turco significa “collina ombelico”.
Il Popolo con testa di serpente
Anche dopo che Göbekli Tepe fu abbandonato, il suo ricordo, e quello della classe dirigente dietro la sua costruzione, indugiavano fra i popoli Halaf e Ubaid che fiorirono durante la seconda metà del Neolitico, tra il 6000 e il 4100 a.C. Come i loro predecessori, guadagnarono il controllo del commercio dell’ossidiana in luoghi come Bingöl Mountain e Nemrut Dag vicino al lago di Van. Le loro élite, che sembrerebbero essere appartenute a specifici gruppi familiari, che deformavano artificialmente le loro teste già allungate, non solo per indicare il loro status nella società, ma anche forse per imitare l’aspetto percepito dei grandi antenati, con teste e volti estremamente lunghi. Molto probabilmente questi grandi antenati sono forse rappresentati dalle statuine con testa di rettile e serpente trovati in vari cimiteri Ubaid.
L’ascesa degli Anunnaki
L’elite degli Halaf e Ubaid erano probabilmente i precursori del dio-re che governarono le prime città-stato giù sulla pianura mesopotamica, che poi divenne la civiltà di Sumer, Akkad, l’Assiria e Babilonia. I loro scribi hanno conservato attraverso la scrittura cuneiforme la mitica storia delle dinastie regnanti, in cui i fondatori della rivoluzione neolitica sono conosciuti come gli Anunnaki, gli dèi del cielo e della terra. La loro città natale si diceva fosse stata il Duku, un tumulo primordiale che si trova sulla sommità di un monte chiamato Kharsag, o Hursag, e ora identificato sia con Göbekli Tepe che con Bingöl Mountain. Qui si dice che gli Anunnaki abbiano dato al genere umano la prima pecora e il grano, quasi certamente un ricordo dell’introduzione della zootecnia e dell’agricoltura al tempo della rivoluzione neolitica, che si è verificato nella stessa regione di Göbekli Tepe intorno al 9000-8000 a.C. Gli Anunnaki sono talvolta paragonati a serpenti, che riflette l’aspetto di serpenti della classe dirigente di Göbekli Tepe, così come quelli delle ultime culture Halaf e Ubaid.
La venuta degli Osservatori
Poi veniamo all’impatto che Göbekli Tepe ha avuto sulle prime popolazioni semitiche del Nord Mesopotamia. Le loro tradizioni orali sarebbero giunte nella terra di Canaan con i primi israeliti e registrate in opere religiose, come il libro di Enoch e il libro dei Giganti. In questi cosiddetti testi Enochiani i principali promotori della costruzione di Göbekli Tepe, e della successiva rivoluzione neolitica, sono descritti come angeli umani chiamati Osservatori, descritti come estremamente alti, con cappotti di piume e volti come vipere (vale a dire, con tratti del viso estremamente lunghi), e sono a volte descritti come serpenti (anzi, un’Osservatore è chiamato come il serpente che sedusse Eva nel Giardino dell’Eden). Si dice che duecento di loro siano discesi tra gli uomini e preso mogli mortali, generando figli giganti chiamati Nephilim.
Secondo il libro di Enoch, gli angeli umani hanno rivelato alle loro mogli le arti segrete del cielo, molte delle quali corrispondono a una serie di innovazioni per l’umanità che hanno avuto luogo nel sud-ovest dell’Asia sulla scia della rivoluzione neolitica. Gli Osservatori sono una memoria della comparsa nel sud-est dell’Anatolia dei gruppi Swideriani, il cui aspetto sorprendente corrisponde alla vivida descrizione degli Osservatori proposti nella letteratura Enochiano? Se è così, questo suggerisce che la strana apparizione di entrambi, gli Osservatori e gli Anunnaki, con le loro facce di serpente, potrebbe in parte imputare loro di essere ibridi Neanderthal-Sapiens? Erano i veri fondatori della civiltà?
I fiumi del Paradiso
Un ricordo anche di quest’epoca cruciale nello sviluppo umano è conservato forse nelle storie di Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden. Secondo il libro della Genesi questo era situato alla fonte dei quattro fiumi del Paradiso. Tre possono essere facilmente identificati come l’Eufrate, il Tigri e l’Araxes (Gihon biblico), avendo tutti origine in Anatolia orientale. Due dei fiumi, l’Eufrate e l’Araxes, hanno origine in prossimità di Bingöl Mountain, una delle fonti primarie di ossidiana, ubicata a soli 200 miglia (325 km) da Göbekli Tepe.
La tradizione locale afferma che Bingöl era anche la fonte del quarto fiume del Paradiso, il Pison, mentre gli scrittori antichi registrano che la vera fonte del Tigri era nella stessa regione. La tradizione armena parla anche di Bingöl Mountain come del luogo degli dei, la vetta del mondo da cui emergono quattro grandi fiumi che portano le acque della vita in ogni parte del mondo. Tutto punta verso Bingöl Mountain, non solo per essere il “luogo di nascita” degli Anunnaki, ma anche il luogo della montagna del Paradiso, e il luogo della discesa dei Guardiani nel libro di Enoch.
I segreti di Adamo
Gli scritti gnostici, come ad esempio quelli trovati in una grotta a Nag Hammadi in Egitto nel 1945, parlano ripetutamente dei cosiddetti segreti di Adamo trasmessi a suo figlio Seth prima della sua morte. Seth dice di averli registrati sia in forma di libro, o su tavolette o pilastri chiamati stele. Questi sono stati nascosti in o su una montagna sacra, esistente in prossimità del Paradiso terrestre, in modo che potessero sopravvivere a un cataclisma di fuoco e inondazioni (a memoria quasi certamente del Younger Dryas Boundary). Chiamato variamente Charaxio, Seir, o Sir, questa montagna è ricordata nelle prime tradizioni cristiane come il luogo abitato dai discendenti di Adamo dopo l’espulsione della prima coppia dal Paradiso.
Ma quali sono i segreti di Adamo, e dove potrebbero trovarsi oggi? Riguardano il modo in cui Göbekli Tepe è stato costruito per ridurre la catastrophobia diffusa tra le popolazioni indigene della regione sulla scia della manifestazione del Younger Dryas Boundary? Questa informazione fu data ai cacciatori-raccoglitori locali della regione da parte dei gruppi Swideriani in arrivo, il cui cranio allungato e l’antica ascendenza era collegata con le proprie origini di ibridi Neanderthal-Sapiens? Le loro gesta sono state mitizzate nelle storie degli angeli umani chiamati Osservatori che si trovano nel libro di Enoch, e degli dèi Anunnaki della tradizione mesopotamica?
Noi stessi come Angeli
Dov’era esattamente Charaxio, o monte Seir? Dove sono i libri di Seth contenenti i segreti di Adamo che attendono di essere scoperti? Forse sulle Eastern Taurus Mountains in un monastero armeno dimenticato che si affaccia sul luogo tradizionale del Giardino dell’Eden. Prima della sua distruzione, al tempo del genocidio armeno del 1915, i monaci qui conservavano tradizioni arcaiche relative al Giardino dell’Eden e una sacra reliquia di incredibile significato religioso. La conferma della presenza di questa santa reliquia al monastero (a cui nel settimo secolo fu data immunità dagli attacchi in un decreto speciale firmato dal profeta Maometto stesso) rivela quello che potrebbe essere il segreto di Adamo, il modo in cui noi, come mortali possiamo rientrare in Paradiso e diventare, come una volta eravamo, angeli.
Per approfondire gli argomenti trattati in questo articolo consigliamo la lettura del libro di Andrew Collins:
Gobekli Tepe: Genesis of the Gods: The Temple of the Watchers and the Discovery of Eden
di Andrew Collins
Traduzione: Fonte
Lug 13
L’elenco dei cibi più contaminati sulle nostre tavole
Con un‘Italia, secondo l’Istat, sempre più in crisi (6 milioni di persone sono senza lavoro, povertà in aumento, calo di ingressi degli stranieri e aumento fuga dei giovani all’estero), si evidenzia un aumento dei rischi alimentari sulla tavola.
Residui chimici sopra le soglie di sicurezza, antiparassitari banditi, prodotti contaminati da sostanze tossiche e vietate sono il contorno di cibi low cost, che in crescenti quantità vengono importati dall’estero. E’ quanto emerge dal dossier presentato da Coldiretti “La crisi nel piatto degli italiani nel 2014“, elaborato sulla base delle analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
La crisi è servita
Si tratta di valori preoccupanti per un Paese come l’ltalia che può contare su una produzione Made in Italy con livelli di sicurezza da record e con un numero di prodotti agroalimentari con residui chimici che sono risultati peraltro inferiori di nove volte a quelli della media europea e addirittura di 32 volte a quelli extracomunitari (dati sulla base delle elaborazioni Coldiretti sulle analisi condotte dall’Efsa).
Ecco la classifica dei cibi più contaminati
Peperoncino – Vietnam
Irregolarità: 65% dei casi
Nella maggioranza del peperoncino dal Vietnam esaminato è stato trovata la presenza in eccesso di difenoconazolo, ma anche di hexaconazolo e carbendazim che sono vietati in Italia sul peperoncino.
Melagrana – Turchia
Irregolarità: 40,5% dei casi
Dall’inizio della crisi – ricorda la Coldiretti – sono più che triplicate in Italia le frodi a tavola con un incremento record del 248 per cento del valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterate, contraffate o falsificate sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei NAS dal 2007 al 2013.
Frutto della passione – Colombia
Irregolarità: 25,0% dei casi
Il pericolo di avere nel piatto alimenti dannosi per la salute colpisce ingiustamente soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi.
Lenticchie – Turchia
Irregolarità 24,3% dei casi
Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha sottolineato “In questo contesto è importante la decisione annunciata dal Ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin, di accogliere la nostra richiesta di togliere il segreto e di rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri per poi magari parlare di Made in Italy nelle pubblicità”.
Arance – Uruguay
Irregolarità: 19,0% dei casi
“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e lo stop al segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero è un primo passo che va completato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti”, precisa Moncalvo.
Ananas – Ghana
Irregolarità: 15,6% dei casi
Tè – Cina
Irregolarità: 15,1% dei casi
Le importazioni di tè dalla Cina nei primi due mesi del 2014 sono aumentate addirittura del 1.100 per cento, sottolinea Coldiretti.
Riso – India
Irregolarità: 12,9% dei casi
Con un quantitativo record di 38,5 milioni di chili nel 2013 è il prodotto a rischio più importato in Italia. L’allarme da Coldiretti.
Fagioli – Kenya
Irregolarità: 10,8% dei casi
Cachi – Israele
Irregolarità: 10,7% dei casi
Lug 13