La “profezia” di Pasolini sul totalitarismo consumista e sul ruolo della televisione

Pasolini 1.1In un articolo pubblicato sul Corriere Della Sera il 9 dicembre del 1973, il celebre giornalista e scrittore Pier Paolo Pasolini denunciò quello che definì come il nuovo totalitarismo dato dall’avvento della società dei consumi, da lui definito molto peggiore rispetto al precedente totalitarismo fascista, in quanto dietro la garanzia di un’apparente libertà assoluta si annidava una volontà totalizzante e subdola di omologazione che non aveva precedenti nella storia.
Scrisse Pasolini: “Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, è tale e incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati. L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la “tolleranza” della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana”.
Secondo il poeta questa totalizzante omologazione imposta dal Potere fu possibile solo grazie al massiccio ricorso ai mezzi di comunicazione in massa, in particolare della televisione. Su di essa disse: “Per mezzo della televisione, il Centro ha assimilato a sé l’intero paese che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza. Ha imposto cioè – come dicevo – i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la quale non si accontenta più di un “uomo che consuma”, ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un edonismo neo-laico, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente estraneo alle scienze umane”.
E ancora: “Il fascismo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre”. Questa feroce critica di Pasolini al sistema consumista e al totalitarismo massmediatico se al tempo poteva apparire un pò forzata, oggi è più che mai attuale, visto l’attuale dominio assoluto della società dell’immagine con la conseguente mercificazione totalizzante di tutti o quasi gli aspetti della vita. La televisione infatti, dal fine pedagogico che gli veniva attribuito agli esordi, è finita con il diventare una vera e propria “arma di distrazione di massa”, con la priorità assoluta data solamente al semplice intrattenimento e con l’utilizzo di un’informazione volutamente manipolata e plasmata, al fine di condizionare sempre di più le scelte dei fruitori, oggi più che mai semplici “consumatori”.
Essenzialmente la televisione è diventata uno dei tanti mezzi usati dal sistema consumista per perpetuarsi e consolidare la propria influenza, oggi praticamente totale. Le riflessioni di Pasolini sono oggi più che mai attuali e possono servire come spunto di riflessione per la creazione di una società che vada oltre l’obsoleto modello consumista, e sul campo della comunicazione, per un’informazione che rifiuti la mercificazione attuale e sia per quanto possibile libera, indipendente e consapevole.

Fonte

Gioco a due

gioco a dueOggi voglio parlarvi di Gioco a due, un film del 1999 diretto da John McTiernan che rimane sempre attuale e interessante soprattutto per gli amanti dei thriller e per quelli che, come me, si interessano di film a sfondo artistico. Rifacimento di “Il caso Thomas Crown” (The Thomas Crown Affair) del 1968, “Gioco a due” è uscito nelle sale cinematografiche statunitensi il 6 agosto del 1999 ed è stato prodotto dal Pierce Brosnan e Beau St. Clair.
Thomas Crown è un miliardario di Wall Street, specializzato in fusioni societarie. Nella sua vita apparentemente “sempre uguale”, annoiato dalla routine del suo lavoro, ama le sfide, il rischio e il pericolo.
Il film inizia all’interno del Metropolitan Museum di New York, museo d’arte di fama mondiale, all’interno del quale viene consegnata un scultura di grandi dimensioni a forma di cavallo. Gli addetti del museo non si aspettavano la consegna di questa opera: al suo posto sarebbe dovuto arrivare un sarcofago. Abbandonata quindi nei sotterranei del museo il cavallo si dimostra essere un vero e proprio cavallo di troia dall’interno del quale escono degli uomini che avrebbero di lì a poco messo in atto una vera e propria rapina all’interno del museo.
La rapina in realtà era stata organizzata proprio dal signor Crown. Tra tutte le opere di inestimabile valore custodite all’interno del museo Thomas decide di rubare il “San Giorgio Maggiore al crepuscolo” di Claude Monet. L’opera viene trafugata davanti agli occhi di tutti proprio dal signor Crown. Gli uomini ritenuti responsabili del furto vengono catturati durante la fuga e confessano alla polizia che il loro era stato un furto su commissione, ma che non conoscevano personalmente la persona che li aveva ingaggiati. Si occupa delle indagini il detective Michael McCann, affiancato da Catherine Banning, seducente investigatrice ingaggiata dall’assicurazione per ritrovare a qualunque costo l’opera d’arte, in mondo da evitare l’oneroso esborso di cento milioni di dollari.
Sicura di sé e molto determinata Catherine non ci mette molto a capire che dietro al misterioso furto c’è in realtà il Sig. Crown. Non altrettanto facile sarà per lei trovare le prove per incastrare il ladro. Tra i due inizia un vero e proprio gioco che li porta inevitabilmente a letto. Il legame tra i due cresce, ma entrambi sembrano non voler rinunciare ai propri principi e Catherine sembra non voler mettere da parte il suo lavoro. Riuscirà Catherine a riportare l’opera al museo e a conservare il suo rapporto appena nato con il signor Crown?
Non voglio svelarvi il finale. Penso che questo film, anche se di parecchi anni fa, valga assolutamente soprattutto per chi non ha mai avuto modo di vederlo. Una delle scene che, a mio parere, merita molto è l’ultima scena ambientata all’interno del museo davvero geniale e divertente.

Elisa Giulia Chiesa

Ecco tutte le cose che possono traviare i nostri sogni: dalla Tv al formaggio

Cose che influenzano i sogni 1.1La tv, quello che mangi, i videogiochi, i geni. E persino il magnetismo terrestre. Tutto ciò può modificare la sostanza dei sogni.
Che suoni, odori e le cose che accadono attorno a noi possono entrare nei sogni, lo sospettavamo. Una cena a base di cibo piccante, per esempio, li può disturbare, così come l’assunzione di alcuni farmaci. Ma ci sono almeno altre 6 cose che incredibilmente possono modificare la sostanza, la qualità e persino il contenuto dei nostri sogni.

1. La posizione
Secondo uno studio diretto da Calvin Kai-Ching Yu dell’Università Shue Yan di Hong Kong, chi dorme a pancia sotto fa più sogni erotici. Tende infatti ad avere il fiato più corto durante la notte. E ciò verrebbe interpretato dal cervello come un invito a fare sogni dal contenuto sessuale. Curiosamente, la maggior parte delle 670 persone intervistate dai ricercatori di Hong Kong, hanno anche ammesso che i loro sogni erotici spesso coinvolgevano un… personaggio famoso.

2. I geni
I gemelli identici spesso hanno interessi e abitudini in comune. Ma anche i loro sogni si assomigliano. In uno studio che ha coinvolto quasi 2.700 gemelli identici e 4.200 gemelli non identici, alcuni scienziati finlandesi hanno scoperto che i gemelli identici avevano il doppio delle probabilità di condividere incubi frequenti rispetto agli altri. Il team di ricerca, presso l’Università di Helsinki, ha scoperto che, se uno dei due fratelli riferiva frequenti incubi – cioè, tre o più incubi per settimana – c’era una possibilità del 45% che anche lo facesse anche l’altro gemello, mentre con i gemelli non identici, le probabilità si abbassavano al 20%.
Non è tutto: Markku Partinen, un altro membro del team, ha osservato che le persone con depressione e la schizofrenia riferivano più incubi rispetto alle persone sane, e questo lo ha portato a ipotizzare che gli incubi potrebbero essere dovuti a un’attività anormale nel sistema limbico – la parte del cervello che si occupa di emozioni.

3. La tv
Aver guardato tanta tv in bianco e nero, potrebbe farci fare sogni in bianco e nero. Uno studio del 2008 di Eva Murzyn dell’Università di Dundee (su 60 persone) si è soffermato sul fatto che che il tipo di televisione vista da bambini ha un profondo effetto sul colore dei sogni. Gli intervistati di età maggiore a 55 anni hanno dichiarato di fare più spesso sogni incolori, spingendo la ricercatrice a credere che i bambini che sono stati esposti alla tv in bianco e nero siano più propensi a sognare in scala di grigi per tutta la vita.
Studi sui sogni fatti dal 1915 fino ai 1950 suggerivano in realtà che la stragrande maggioranza dei sogni fosse in bianco e nero. Ma dagli anni 60, l’avvento progressivo della tv a colori, ha cambiato le cose e due diversi studi, nel 1962 e nel 1970, hanno rivelato che più dell’80% dei sogni sono a colori.

4. Il magnetismo terrestre
Darren Lipnicki, psicologo del Centro di Medicina Spaziale di Berlino, ha registrato i suoi sogni per otto anni, confrontandoli in seguito con i registri dell’attività geomagnetica del luogo dove viveva, e ha trovato una curiosa correlazione: dopo due o più giorni di scarsa attività magnetica, i suoi sogni erano molto più vividi e bizzarri. Il suo studio si collegherebbe ad un altro precedente del Finnmark University College, secondo cui cambiamenti nell’attività geomagnetica influenzano la secrezione di melatonina, un ormone che regola i ritmi circadiani dell’organismo.

5. I videogiochi
Più giochiamo ai video games, più avremo controllo e consapevolezza nei nostri sogni – fino a riprodurre tratti del “carattere” nel sonno. E’ quanto ha scoperto Jayne Gackenbach, psicologa della Grant MacEwan University in Canada. Secondo lei i videogiocatori farebbero molta pratica di movimento in ambienti virtuali e tale abilità finirebbe per influenzare anche i sogni.

6. Il formaggio
Strano, ma vero: una ricerca del British Cheese Board (un ente di settore), approvata dall’Università del Surrey, su 200 volontari, ha scoperto che diversi tipi di formaggi potrebbero influenzare i sogni in modo diverso. Tutti i formaggi contengono un aminoacido chiamato triptofano, la cui funzione è quella di normalizzare il sonno e ridurre i livelli di stress. E le dosi contenute nei diversi tipi di formaggio farebbe la differenza. Secondo gli inglesi, chi ha l’abitudine di mangiare formaggio cheddar sogna più personaggi famosi, chi mangia blu stilton farebbe invece sogni più bizzarri. Mentre chi mangia Red Lancashire farebbe sogni nostalgici, legati alla famiglia e all’infanzia, al contrario di preferisce il Blu Lancashire e farebbe sogni che riguardano il proprio lavoro.

Fonte

L’astronauta Buzz Aldrin rivela di aver visto un UFO sulla Luna

Dopo 45 anni Buzz Aldrin, il famoso astronauta statunitense, ha volutDichiarazione Buzz Aldrin 1.1o ricordare alcuni dettagli della missione Apollo 11, durante la quale è divenuto il secondo uomo a mettere piede sulla Luna.
Vale la pena leggere il racconto di Aldrin su quella missione diventata storica:
Sull’Apollo 11 in rotta verso la Luna ho osservato una luce fuori dal finestrino che sembrava muoversi insieme a noi. Le spiegazioni potrebbero essere molteplici ma tutto lasciava pensare che si trattava di un Ufo. Avrebbe potuto essere un veicolo spaziale proveniente da un altro mondo o di un altro mondo, un razzo, i 4 pannelli del razzo che si muovevano dopo l’estrazione del lander dal razzo, ma la mia convinzione mi portava a pensare ad un Ufo. Sono assolutamente convinto che stavamo guardando il Sole riflesso in uno dei pannelli del razzo
Aldrin, in occasione del 45° anniversario dello sbarco sulla Luna del 1969, ha rilasciato altre dichiarazioni molto interessanti: “ Secondo me a breve avremo il primo atterraggio da parte di un terrestre sul pianeta Marte; un team con i migliori componenti al mondo atterrerà presto su Marte e si stanzierà per un periodo di tempo; una vera e propria colonia potrebbe abitare il pianeta.”

Video 1

Video 2

Fonte

L’attuale caos mediorientale e la questione israelo palestinese

Caos Israele e Palestina 1Mentre l’Iraq e la Siria si trovano nel caos e l’Afghanistan sempre più in crisi, anche il conflitto israeliano/palestinese è tornato ad animare la scacchiera mediorientale.
Stando alle ultime notizie è di 88 morti e 575 feriti, in maggioranza donne e bambini, il bilancio dei raid israeliani su Gaza parte dell’operazione Protective Edge, lanciata dal governo dello stato ebraico ufficialmente come reazione a un recente lancio di razzi di Hamas.
A far traboccare il vaso però, sembra che siano stati il rapimento e l’uccisione di tre ragazzi israeliani, Eyal Yifrah, Gil-Ad Shayer e Naftali Yaakov Frenkel, da parte di fondamentalisti islamici, secondo il governo israeliano appartenenti ad Hamas, anche se la stessa organizzazione ha smentito.
Dopo questo tragico fatto, il governo israeliano ha avviato l’operazione “Brother’s Keeper” nella West Bank, che ha portato alla morte di dieci palestinesi e all’arresto di centinaia di essi.
Poco dopo il funerale dei tre giovani israeliani uccisi, un ragazzo palestinese, Mohammed Abu Khdeir, è stato ucciso e bruciato vivo da parte di estremisti ebrei, e la scoperta del tragico fatto ha portato a proteste e disordini a Gerusalemme Est e alle scuse ufficiali del premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Da lì la reazione di Hamas con il lancio di alcuni razzi diretti verso Israele, e d’altra parte l’operazione Protective Edge, di cui ho scritto all’inizio.
Su questi recenti tristi avvenimenti si possono fare alcune riflessioni, partendo dal fatto che, nella sostanza, in questa guerra entrambi i popoli (palestinese e israeliano) ci perdono.
Chi ne beneficia sono ovviamente i grandi produttori di armi (sopratutto statunitensi) e gruppi di potere come le cosiddetta lobby sionista (che comprende tra gli altri l’AIPAC ma anche i cosiddetti neocons), che ha avuto una grande responsabilità nell’influenzare e dirigere la politica estera statunitense verso gli interessi di Israele, mirando a eliminare ogni possibile ostacolo per lo stato ebraico (basti pensare all’Iraq).
Caos Israele e Palestina 2Senza le forti pressioni esercitate dalle grandi potenze o dai grandi gruppi di potere, chiaramente la situazione sarebbe più gestibile e una possibile soluzione diplomatica e pacifica più semplice.
Difatti, basterebbe anche solo che gli USA la smettessero di finanziare enormemente e armare lo stato ebraico, e d’altra parte i paesi arabi di foraggiare l’islamismo palestinese, per ridimensionare la questione.
Una soluzione momentanea sarebbe quella dei due stati, con Israele che restituirebbe i territori occupati nel 1967 e si adopererebbe per rapportarsi in maniera equa con il vicinato palestinese.
Questa soluzione farebbe contenti un pò tutti: finalmente i palestinesi avrebbero diritto alla propria terra e a un proprio governo, e gli ebrei non perderebbero quella che credono essere la loro “terra promessa”.
Si potrebbe arrivare così, a una momentanea rottura con il caos che da troppo tempo accompagna la questione israelo/palestinese, caos di cui sopratutto i palestinesi sono vittime, ma anche gli stessi israeliani.
Difatti, gli israeliani sono vittime di anni e anni di propaganda che dipinge i palestinesi come nemici, a prescindere, e secondo la quale il moderno stato israeliano non sarebbe altro che una presunta promessa biblica.
In realtà, la questione religiosa è stata e viene utilizzata a fini politici ed economici da parte dei gruppi di potere che hanno tutto l’interesse nel destabilizzare la regione.
Difatti la promessa biblica, ha un chiaro significato spirituale e non ha nulla a che vedere con ciò che oggi conosciamo come stato d’Israele.
Non a caso, molti religiosi ebrei sono contrari alle politiche e addirittura alla stessa esistenza di tale stato.
Tra l’altro ci sarebbe anche da dire che la maggior parte degli ebrei emigrati in Israele, perlopiù aschenaziti, è di origine europea, e ha ben poco a che vedere con gli ebrei storici… anzi, forse è più probabile che discendenti degli ebrei storici siano più molti palestinesi, piuttosto che tanti attuali israeliani.
Praticamente, la strumentalizzazione e la manipolazione del concetto religioso della “terra promessa”, è stata usata per giustificare quella che si potrebbe chiamare come un’operazione colonialista.
L’intellettuale statunitense di origine ebraica Noam Chomsky ha paragonato la creazione dello stato israeliano a quella di quello statunitense, fondati sulle rispettive cacciate delle popolazioni autoctone, indiani da una parte e palestinesi dall’altra.
Chomsky ha detto che “per molti statunitensi è semplicemente istintivo che gli ebrei stiano rivivendo in Israele la loro storia. Si riconoscono e inoltre riconoscono i crociati che riuscirono a rovesciare i pagani. C’è, qui, un’analogia con la conquista statunitense del territorio nazionale; anche i sionisti utilizzano quest’analogia, ma positivamente. Stiamo portando la civiltà ai barbari, il che, dopotutto, è l’intero nucleo dell’ideologia imperialista occidentale.”
Come ha evidenziato il grande linguista, il nucleo dell’ideologia sionista moderna attinge da quello classico dell’imperialismo occidentale, che a sua volta si rifà direttamente a certe interpretazioni dell’Antico Testamento relative al mito del “popolo eletto”, che in quanto avente il privilegio di essere tale, ha l’obbligo di conquistare e pretendere presunte “terre promesse” a scapito dei “barbari” e/o “goyim” , non importa in che modo… mito che è alla base di molto colonialismo, schiavismo e imperialismo cosiddetto occidentale.
Per giustificare la politica neocolonialista, presso gli ebrei è stata diffusa ancor di più la convinzione di essere costantemente accerchiati dal “cattivo mondo profano”, e che per questo era necessario un “ritorno” totale alla “terra promessa”, idea che ha conquistato moltissima gente in buona fede, e che continua a farlo.
Le tremende persecuzioni che molti ebrei europei hanno subito durante il Novecento hanno rafforzato questo sentimento e accelerato il processo di costruzione dello stato d’Israele, che comunque era praticamente già programmato ufficialmente almeno dagli inizi del 900 (dichiarazione Balfour ecc).
Come lo scrittore statunitense di origine ebraica Norman Finkelstein ha rilevato, anche le più dure politiche israeliane vengono giustificate nel nome delle persecuzioni subite in passato e che quindi vengono strumentalizzate a fini esclusivamente ideologici e politici, come se il fatto di aver sofferto in passato darebbe una giustificazione morale nel far soffrire altri nel presente, per giunta proprio chi non c’entra niente.
Caos Israele e Palestina 3Finkelstein, figlio di sopravvissuti di Auschwitz, ha denunciato la mercificazione e la strumentalizzazione per meri fini ideologici e politici della Shoah, atteggiamenti che secondo lo stesso costituiscono un vero e proprio “insulto alla memoria” per chi ha sofferto, come la sua famiglia e tantissime altre persone, che vedono la propria tragedia abusata, manipolata e addirittura usata per diffondere odio (ad esempio, nella giustificazione dell’imperialismo statunitense e delle politiche più dure israeliane) senza parlare dell’eccessivo “eccezionalismo” che viene usato, e che tende volenti o nolenti, a coprire il ricordo di altre pagine orrende dell’umanità, come lo sterminio degli armeni, degli ucraini o degli indiani d’America ad esempio.
Inoltre, se si dà uno sguardo alla storia, si scopre che i veri beneficiari della creazione di questo stato israeliano e del conseguente “dividi et impera” non furono altro che l’imperialismo inglese, e in seguito quello statunitense, e i grandi gruppi industriali e finanziari connessi, specialmente gli assai influenti e potenti banchieri di origine ebraica Rothschild e pochi altri gruppi (da notare che i referenti del movimento sionista erano gli stessi Rothschild e pochissimi altri grossi pezzi dell’alta finanza e della grande industria, che di certo avevano più a cuore i propri interessi che quelli degli ebrei).
Il resto è cosa tutt’ora moderna: israeliani e palestinesi che si odiano a vicenda, mentre intanto c’è chi come sempre ci specula sopra.

Fonte

10 alimenti che aiutano le difese del nostro organismo

Alimenti e salute 1.110 alimenti che aiutano le difese del nostro organismo – Invece della solita pillola, un’ostrica, al posto delle gocce di medicinale, cinque tazze di tè. Scopri cosa prescrive il dietologo per combattere l’influenza.
Perché per combattere influenza e raffreddore, invece che alla farmacia, non ricorrere a cibi naturali già ricchi di antiossidanti e vitamine e dunque capaci di rinforzare il nostro organismo nel migliore dei modi? Eccone dieci consigliati da Dave Grotto, nutrizionista americano, autore del libro 101 Foods That Could Save Your Life (“101 cibi che potrebbero salvarti la vita”, ndr).

  1. I funghi vengono presi in considerazione molto raramente per le loro proprietà benefiche ma forse pochi sanno che sono ricchi di selenio – che aiuta i globuli bianchi a produrre le citochine (molecole proteiche) – e di beta-glucano, un immunostimolante che attiva i globuli bianchi, come i macrofagi, i granulociti e i monociti, responsabili della difesa contro le infezioni. Inoltre il beta-glucano potenzia il processo rigenerativo dei tessuti danneggiati.

  2. L’aglio fresco forse terrà lontano le persone amate ma studi britannici hanno evidenziato che l’allicina, in esso contenuta, mostra spiccati effetti antibiotici, antimicrobici e antifungini: i soggetti che lo assumono con regolarità, hanno sofferto del 46% in meno dei raffreddori stagionali e hanno recuperato più velocemente dalle infreddature. Gli esperti alimentari consigliano di cucinare ogni giorno con due spicchi d’aglio fresco.

  3. Salmone fresco: sarà necessario tenere d’occhio la propria pescheria di fiducia visto che i soggetti con livelli bassi di Vitamina D, hanno il 40% di possibilità in più di contrarre affezioni alle vie respiratorie superiori. Il rimedio suggerito? Mangiate più salmone fresco, sino ad una porzione al giorno nei periodi in cui vi sentite più cagionevoli, perché questo pesce è molto ricco di vitamina D.

  4. Bere cinque tazze di tè al giorno ha un super effetto sul nostro organismo. I ricercatori della Harvard University hanno evidenziato che bevendo cinque tazze di tè nero al giorno, il nostro sistema immunitario quadruplicherà le sue forze grazie alla teanina, un aminoacido con proprietà psicoattive. Consigliata anche l’assunzione di tè verde perché molto attivo contro i radicali liberi, grazie alle catechine in esso contenute.

  5. Yogurt: secondo l’Università di Vienna, non c’è modo migliore per restare in salute che prendersi cura del proprio intestino e della sua flora batterica. Per questo motivo, ogni giorno, è bene consumare dello yogurt con fermenti lattici vivi e attivi, ricchi di germi prebiotici e probiotici.

  6. L’autorevole British Journal of Nutrition conferma che il cioccolato fondente non dovrebbe mancare da una dieta sana poiché capace di aumentare anche le nostre risposte immunitarie. Alte dosi di cacao, infatti, potenziano le T-helper cells, un sottogruppo di linfociti, capaci di migliorare l’adattamento delle nostre difese al mutare delle infezioni.

  7. Ostriche: non tutti sanno che lo zinco è davvero necessario al nostro sistema immunitario, rivelandosi fondamentale per armare i nostri globuli bianchi contro influenza e raffreddore. Mangiare una singola ostrica di medie dimensioni al giorno, ci assicura l’intero fabbisogno di zinco ma se volete abbondare e consumarne sei, quintuplicherete le vostre risorse di questo prezioso materiale. Anche se il vostro portafogli potrebbe non gradire…

  8. Le mandorle si rivelano preziosissimi alleati per la nostra salute perché ricche di vitamina E – con ottime proprietà antiossidanti – e capaci di ridurre la sensibilità ai malesseri stagionali e alle infezioni alle vie respiratorie. Una dose di mandorle al giorno non dovrebbe mai mancare ma anche altri cereali mostrano proprietà simili, come i semi di girasole e i germi di grano.

  9. Credete di aver bisogno di vitamina C? Allora non esitate a mangiare una tazza di fragole al giorno: vi fornirà il 160% della razione giornaliera di vitamina C consigliata. Recenti studi confermano che le fragole sono capaci di ridurre l’intensità e la durata del raffreddore, con effetti maggiori rispetto alle più quotate arance. Vale la pena provare, no?

  10. Le patate dolci si rivelano fondamentali soprattutto in questo periodo poiché ricche di beta-carotene, precursore delle vitamina A. Questa sostanza si rivela fondamentale poiché stimola la crescita e lo sviluppo del sistema immunitario e aiuta a neutralizzare le sostanze nocive. E se non vi dovessero piacere le patate? Non temete perché carote, zucche e tuorli d’uovo sono altrettanto ricchi di beta-carotene.

Fonte

Nevada (USA): UFO viene inseguito da un caccia F-117 – il video

Nevada caccia insegue ufo 1.1Incredibile avvistamento Ufo in Nevada negli Stati Uniti. Un testimone, durante il volo di un Jet, ha ripreso casualmente un inseguimento Ufo da parte di un caccia Lockheed F – 117.
Le riprese sono incentrate sul Jet alle prese con il volo quando ad un certo punto un forte frastuono sposta l’attenzione su quello che da li a poco sta per accadere. L’operatore riprende, nelle vicinanze del Jet, un Ufo che viene inseguito da un Lockheed F – 117. Il testimone del filmato cerca di spostare la telecamera in direzione dell’Ufo e dell’F 117 ma la loro velocità rende impossibile le riprese.
Nevada caccia insegue ufo 1.2Le sorprese non sono finite perché nel video nella parte zoomata si può vedere chiaramente l’oggetto volante sdoppiarsi; si tratta dunque di Ufo Shapeshifting ( Ufo mutaforma ).
C’è da immaginarsi la faccia del pilota del Lockheed F – 117 e quella del testimone video dell’avvistamento. In attesa di ulteriori news su questo caso non resta che riguardare in continuazione il video; c’è da non credere ai propri occhi!

Il Video

di Nadia Petrarca

Fonte

Le misteriose linee della foresta Amazzonica

 

Linee Foresta AmazzoniaUn nuovo studio dimostra che una serie di fossati a forma quadrata, retta e circolare sparsi in tutta l’Amazzonia boliviana e brasiliana c’erano prima che la foresta pluviale esistesse.
Queste strutture artificiali rimangono un mistero: forse erano utilizzati per la difesa, il drenaggio, o per ragioni cerimoniali o religiose. Ma la nuova ricerca affronta un’altra domanda scottante: se e quanto la gente preistorica abbia alterato il paesaggio in Amazzonia prima dell’arrivo degli europei.
L’uomo ha modificato il sistema climatico globale attraverso l’uso del territorio non solo per gli ultimi 200-300 anni, ma per migliaia di anni“, ha detto l’autore dello studio John Francis Carson, ricercatore presso l’Università di Reading nel Regno Unito.
Per molti anni, gli archeologi hanno pensato che i popoli indigeni che vivevano in Amazzonia prima dell’arrivo di Colombo nel 1492 occuparono tutta la zona modificando appena il paesaggio. Dal 1980, tuttavia, la deforestazione ha rivelato massicci movimenti di terra in forma di fossati profondi fino a 5 metri e spesso altrettanto larghi, lunghi anche 1 chilometro.
Queste scoperte hanno provocato una polemica tra coloro che credono che gli indigeni dell’Amazzonia fossero rispettosi del paesaggio, alterando molto poco della foresta pluviale, e coloro che credono che questi popoli precolombiani abbiano condotto importanti operazioni di taglio e incendio, che furono poi inghiottite dalla foresta dopo l’invasione europea che ha causato il collasso di queste popolazioni.
Carson e suoi colleghi hanno voluto approfondire la questione se i primi Amazzonici abbiano avuto un forte impatto sulla foresta. Si sono concentrati sull’Amazzonia del nord-est della Bolivia, dove sono stati prelevati campioni di sedimenti provenienti da due laghi vicini ai principali siti di queste opere in terra. Questi sedimenti contengono antichi grani di polline e carbone da incendi molto antichi, e possono suggerire quale fosse il clima e l’ecosistema che esisteva quando il sedimento si depositò intorno a 6000 anni fa.
L’esame dei due nuclei – uno dalla grande Laguna Oricore, e uno dalla piccola Laguna Granja – hanno rivelato una sorpresa: i sedimenti più antichi non provengono affatto da un ecosistema della foresta pluviale. In effetti, l’Amazzonia boliviana prima di 2000-3000 anni fa sembrava più una savana dell’Africa piuttosto che la giungla di oggi. Sono state trovate anche prove di piantagioni di mais, che puntano all’agricoltura.
Quindi era presente un clima secco, e lo sviluppo della foresta è stato provocato da una cambiamento climatico verso condizioni più umide, forse causato da cambiamenti naturali dell’orbita della Terra intorno al Sole, ha portato alla crescita di più alberi a partire da circa 2000 anni fa.
Michael Heckenberger, un esperto di Amazzonia presso l’Università della Florida, afferma che lo studio aggiunge prove al fatto che le popolazioni che vivenano in Amazzonia gestivano e manipolavano la natura.
Questi sistemi indigeni erano altamente sofisticati… Ci sono oltre 80 cereali addomesticati o a semi-addomesticati in Amazzonia”, ha detto. “In Europa nel lo stesso momento se ne lavoravano circa sei.

Link 1

Link 2

Fonte

Ecco le marche di creme solari che non hanno passato i test di protezione

Creme solariIl sole ci fa bene ma se preso in maniera sconsiderata può diventare pericoloso, provocare scottature e accrescere il rischio di sviluppare un tumore alla pelle. Ecco perché esistono le creme solari che però, se da un lato ci proteggono dagli effetti dannosi dei raggi UV, dall’altra spesso contengono sostanze chimiche altrettanto dannose.
Un compromesso che comunque si fa pur di proteggersi. A volte però ciò che è scritto sulla confezione non rispecchia del tutto la realtà. Unostudio britannico ha da poco svelato che alcuni costosi solari considerati “migliori” in realtà non lo sono!
L’associazione dei consumatori “Which?” con l’avvicinarsi dell’estate ha voluto testare 15 prodotti solari con fattore di protezione 30 tra cui i più utilizzati (e costosi) nel Regno Unito: Piz Buin, Malibu e Hawaiian Tropic. Il risultato è stato a sopresa: nessuno di questi 3 prodotti considerati “migliori” è riuscito a fornire il livello di protezione della pelle secondo quanto promesso dalla confezione.
I ricercatori hanno testato le creme su dieci volontari a cui veniva spalmata la stessa quantità di ciascun prodotto su una piccola zona della schiena poi sottoposta ad una lampada solare che replicava l’intensità dei raggi del sole.
Venivano poi controllati eventuali arrossamenti confrontandoli con un altro test fatto con la stessa lampada ma senza aver applicato prima la crema.
In sostanza quello che ha notato lo studio comparativo è che le lozioni più costose non garantivano affatto una migliore protezione. Più nello specifico a tutti e 3 i prodotti sopracitati è stato riconosciuto un fattore protettivo inferiore a 25 e inoltre il prodotto Malibu è sceso anche sotto il livello di protezione UVA richiesto (la raccomandazione UE relativa alle creme solari è che offrano un fattore di protezione UVA di un terzo rispetto al loro SPF).
All’inizio parlavo di “compromesso” che spesso si fa quando si sceglie di utilizzare un solare non “green” e a volte anche costoso pur di proteggersi. Ma a questo punto ne vale davvero la pena? La ricerca tra l’altro non prende affatto in considerazione la presenza di alcune sostanze chimiche potenzialmente pericolose e inquinanti con cui vengono realizzati questi e altri solari. Forse è meglio allora provare qualche prodotto eco-bio con un buon INCI, ricordandosi di prendere il sole sempre e solo nelle ore giuste!

Fonte

Microgranuli nei cosmetici: Illinois li mette al bando in quanto inquinanti

Bando microgranuli cosmetici llinois 1.1Potremmo chiamarla “la lotta contro i microgranuli” quella che lo stato di Illinois sta combattendo per primo con l’inquinamento dovuto appunto da queste “palline” utilizzate in prodotti di cosmetica. Questi microgranuli sono composti da materie plastiche derivate dal petrolio e sono altamente inquinanti per i fiumi o i laghi. Per questo lo stato americano li sta mettendo al bando.
E’ proprio per via del pericolo di inquinamentoche negli Stati Uniti lo scorso febbraio è nata una proposta per la messa al bando dei microgranuli (microbeads). La loro presenza nei cosmetici è facilmente riconoscibile per via della consistenza del prodotto e grazie alle descrizioni presenti in etichetta.
Anche se in Italia i microgranuli vengono ancora utilizzati per la produzione di dentifrici e cosmetici, possiamo evitare facilmente l’acquisto dei prodotti che li contengono. La dicitura “con microgranuli” presente sulle confezioni dovrebbe bastare come indicazione, ma nell’INCI possiamo andare alla ricerca di sostanze come polyethylene e polypropylene.
Alcune aziende statunitensi avrebbero già reso nota la volontà di eliminare i microgranuli dai propri prodotti entro il 2015, ma l’Illinois sembra aver preso una decisione definitiva. I microgranuli dagli scarichi domestici giungono fino a mari e oceani e arrivano a contaminare la catena alimentare. Pensiamo, ad esempio, a pesci e animali acquatici.
I microgranuli costituiti da materie plastiche non sono biodegradabili, ecco perché risultano così minacciosi dal punto di vista dell’inquinamento delle risorse idriche. Negli Stati Uniti l’inquinamento da microgranuli interessa soprattutto i Grandi Laghi. Oltre all’Illinois, anche lo Stato di New York e la California starebbero prendendo provvedimenti.
Il governatore dell’Illinois Pat Quinn ha firmato la scorsa domenica la nuova legislazione per mettere al bando la vendita e la produzione di prodotti che contengano microgranuli sintetici realizzati con materie plastiche. Secondo il governatore, questo provvedimento permetterà di assicurare acque più pulite nel Lake Michigan e nei laghi e fiumi circostanti, che rappresentano alcune delle risorse idriche più importanti per l’Illinois.
La messa al bando dei microgranuli dai processi di produzione dovrà avvenire entro il 2017 mentre le vendite dei prodotti che li contengono cesseranno in Illinois entro il 2018. A quando un simile provvedimento anche in Italia e in Europa?

Fonte

Ufficiale: due nuovi attori per il cast di Star Wars VII

Star wars VIIUfficiale: due nuovi attori per il cast di Star Wars VII – Novità in arrivo nel cast di Star Wars Episodio VII. Ufficiale la presenza di due nuovi attori nel cast: Pip Anderson e Crystal Clarke.
Si tratta di esordienti assoluti, scelti in un casting che ha coinvolto circa quarantamila persone; Crystal Clarke ha un film in uscita nel 2015, studia recitazione a Glasgow e interpreterà Rachel una ragazza di 18 anni bella e intelligente, che secondo alcuni voci potrebbe essere orfana; Pip Anderson, esperto di Parkour, dovrebbe interpretare Thomas un ragazzo che sembra avere le stesse qualità di Rachel e dovrebbe essere orfano di padre.
In ogni caso è ancora troppo presto per conoscere esattamente il ruolo che andranno ad interpretare, dato che queste informazioni sono prese dalle righe di presentazione del casting.
Due esordienti assoluti saranno all’altezza di Star Wars? Non ci resta che aspettare e vedere!

Fonte

Olio usato? Nuoce gravemente all’ambiente

Olio 1.1Hai mai pensato ai danni che provoca l’olio della frittura che butti via?
Un litro di olio vegetale esausto, inquinante, rende non potabile circa un milione di litri d’acqua.
Gli oli e i grassi di frittura non sono né biodegradabili né organici, buttati nel lavandino danneggiano le tubature domestiche e finiscono nelle falde acquifere dove formano una pellicola dello spessore di 3-5 cm che impedisce ai raggi solari di penetrare causando gravi danni agli ecosistemi acquatici: basti pensare che solo 1 kg di olio versato su di uno specchio d’acqua forma uno strato di pellicola grande come un campo da calcio, rendendo necessaria una bonifica di alcune centinaia di metri quadri!
L’olio esausto, sia esso di frittura o del motore, deve quindi essere correttamente smaltito. Sono, purtroppo, ancora moltissimi coloro che, dopo aver fritto e cucinato, gettano nel lavandino o nello scarico del water l’olio utilizzato, tuttavia non si pensa abbastanza quanto la facile superficialità di questo gesto arrechi danno ai mari, oggi nel costante pericolo di un ecosistema dagli equilibri precari. Inoltre, c’è chi lo getta in giardino pensando di poterlo usare come concime, non sapendo che l’olio fritto impoverisce il terreno e impedisce la formazione di quei microrganismi necessari alla vita delle piante.

Come smaltire l’olio di frittura:

  1. Procuratevi un contenitore abbastanza capiente (potete ad esempio riciclare i vecchi contenitori dei detersivi/ammorbidenti) dove accumulare l’olio fritto.
  2. Dopo aver fritto un alimento, lasciate raffreddare l’olio e versatelo nel contenitore.
  3. Informatevi se il vostro comune di residenza ha un sistema di raccolta differenziata dell’olio e depositate il contenitore colmo fuori casa nelle giornate in cui avviene la raccolta. Se la raccolta differenziata dell’olio porta a porta non è prevista, dovete semplicemente portarlo alle apposite isole ecologiche o raccoglitori.

Per conoscere il punto di raccolta dell’olio più vicino casa vostra, il “Consorzio obbligatorio degli oli usati” ha attivato il numero verde 800 863 048. L’utente vi indicherà il punto di raccolta più vicino dove si potrà consegnare gratuitamente l’olio usato. Oppure basterà impostare una ricerca su internet per scoprire quale punto di raccolta è più comodo per voi. Segnaliamo che molti distributori di benzina provvedono alla raccolta degli oli esausti sia di natura vegetale (olio di frittura) che da combustibili fossili (olio del motore).

Ricordate che una corretta procedura di raccolta e smaltimento, seguita da una possibile rigenerazione può dare nuova vita e nuovi utilizzi per una risorsa importante ed eviterà gravi ed irreparabili fenomeni di inquinamento.

Fonte

Una ragazza riceve una foto sul proprio cellulare dalla nonna defunta

Selfie nonna defuntaLa parola “Selfie” è entrata nell’uso comune di tutti i giorni e rappresenta la moda del momento. Selfie, per quei pochi che non lo sapessero, è un termine che deriva dall’inglese e si tratta di una forma di autoscatto fotografico realizzato attraverso il cellulare o la fotocamera digitale.
Generalmente i Selfie vengono realizzati per poter essere condivisi sui vari social network. Sono diventati celebri gli autoscatti di personaggi famosi e politici come ad esempio Obama.

Un “Selfie” dall’Aldilà
Gina Mihai, una ragazza rumena di 34 anni, ne ha ricevuto uno sorprendente, sconvolgente e da brividi; sua nonna,morta da 3 anni, le avrebbe inviato una foto alquanto “minacciosa”.
La storia è incredibile e sta facendo il giro del Web e la notizia non è una bufala. Gina infatti sta mostrando la foto ricevuta che ritrae la nonna morta che sembra avere un serpente intorno al collo.
La ragazza è rimasta letteralmente sconvolta di fronte alla foto e per capirci di più si è rivolta ad un indovino. La nonna, attraverso la foto, sembrerebbe aver inviato un messaggio alla nipote, il serpente al collo simboleggia la punizione da selfie nonna defuntaricevere per i peccati commessi in vita e la foto è una sorta di messaggio di preghiera per salvare la propria anima.
Gina non si da pace in quanto si ritiene responsabile delle sofferenze della nonna; la ragazza infatti non si sarebbe mai recata al cimitero a portare il cibo che generalmente si offre ai morti durante il Servizio di Elemosina. Questa festa è molto sentita in Romania e la ragazza, nei 3 anni dopo la morte della nonna, non avrebbe mai portato “offerte” alla sua cara defunta.
La ragazza dopo aver ascoltato le parole dell’indovino si è ricordata di aver ricevuto la foto proprio mentre stava preparando le ciambelle ed il suo errore sarebbe stato quello di non aver portato da mangiare al cimitero. Da quel giorno Gina, praticamente tutti i giorni, porta da mangiare alla sua cara nonna al cimitero.
Una storia incredibile anche per come si è manifestato lo spirito di questa defunta. Che anche i fantasmi si stiano modernizzando attraverso i Selfie?

di Erik Von Behr

Fonte

Giacomo Lariccia: “Il primo capello bianco” è Il primo singolo tratto da “Sempre avanti”

Giacomo Lariccia 1.1Fra ironia e realtà, un singolo dai toni estivi e dal ritmo incalzante, ci parla dei segni del tempo e della vita che scorre…
Se non è già successo prima o poi succederà. La scoperta del primo capello bianco è un momento che non si scorda.
Giacomo Lariccia, cantautore romano che vive a Bruxelles da diversi anni, ci riporta proprio li, davanti allo specchio, al momento preciso in cui, per la prima volta, lo abbiamo visto.
Sempre Avanti è l’energia che ci permette di guardare il futuro a testa alta, è il desiderio di non arrendersi, di continuare a cantare alla vita.
Sempre Avanti è la ricerca di quell’equilibrio che fa vivere meglio. Quella miscela misteriosa di energia e nostalgia, impegno e leggerezza.

Dicono di lui
Con il suo nuovo album Sempre avanti si conferma autore di mano felice” (P.Canei, Internazionale).
Un disco che sa stare elegantemente in bilico tra impegno e divertimento, un ottimo lavoro per il cantautore italiano emigrato in Belgio” (G. Zito, Storia della musica italiana).
Un equilibrio quasi perfetto tra la canzone più marcatamente impegnata, e quella più venata d’intelligente ironia” (F. Antonelli, L’isola della musica italiana).
Un lavoro che mette in risalto l’acquisita maturità di Giacomo Lariccia” (G. Pezzana, Musicamag).
Un rotocalco di stili e suoni che mescola sacro e profano, storia e passione, con ironia e serietà amalgamata con consumata passione da chef delle sette note” (M. Zatterin, La Stampa).

Giacomo Lariccia – Bio
Giacomo Lariccia è un cantautore che lascia l’Italia e trova l’America in Europa.
Dopo aver percorso in autostop le autostrade d’Europa, chitarra in spalla, Giacomo Lariccia si innamora di Bruxelles. Pianta le tende, si diploma in chitarra jazz e pubblica il suo primo disco da jazzista (Spellbound/Label Travers).
Un giorno, dopo anni passati a suonare in festival in giro per il mondo, scopre la potenza della parola, inizia a scrivere canzoni e pubblica il suo primo disco da cantastorie, Colpo di sole, che in Italia si aggiudica premi prestigiosi e le finali del Premio Tenco (nella categoria migliore opera prima) e del Premio De Andrè.
Dopo Colpo di sole ll 20 febbraio è uscito, in Italia e in Belgio, Sempre Avanti: 13 canzoni inedite, 13 ritratti dell’Europa dei nostri giorni.

Per saperne di più: 

Fonte

Francia: 4 UFO avvistati in Dordogna – il video

Francia ufo in DordognaIl 5 luglio 2014 sopra un bosco in Dordogna in Francia un ragazzo ha filmato 4 oggetti volanti grazie alla sua videocamera.
Il ragazzo che è stato testimone di questo splendido avvistamento, fortunatamente grazie alla presenza della sua macchina fotografica Canon è riuscito a riprendere il fenomeno.
Quattro Ufo nelle vicinanze di un bosco, durante il tramonto, sono stati immortalati dal giovane.
Il testimone, intento ad osservare e riprendere la bellezza di quel paesaggio, ha notato la presenza di questi oggetti volanti.
Il ragazzo ha riferito che secondo lui gli oggetti erano alle prese con una manovra di atterraggio dietro le montagne.
In effetti nel video si notano i 4 oggetti scaglionati scomparire dietro gli alberi.
Le riprese sono state effettuate da una certa distanza ma quello che sta succedendo e che si puo notare è qualcosa di curioso e misterioso.
Il ragazzo al momento è l’unico testimone dell’evento, tra l’altro in un villaggio “fantasma” di soli 50 abitanti.

Il Video

Francia ufo in DordognaFrancia ufo in Dordogna

 

 

 

 

 

 

 

 

A cura di Giulia Gonzàlez
Fonte

Il misterioso fenomeno della “neve nera” minaccia i ghiacciai del mondo

neve neraAlcuni Geologi americani hanno dimostrato che il fenomeno della “neve nera” o albedo, che riduce la capacità del ghiaccio di riflettere la luce solare, ha accelerato lo scioglimento dei ghiacciai del 20% in un solo mese.
Gli scienziati avvertono che la “neve nera” si estende dall’Himalaya all’Artico per l’aumento della quantità di polveri provenienti dal suolo nudo, fuliggine da incendi e particelle ultrafini di motori industriali neri e diesel di carbonio che si depositano a volte a migliaia di chilometri di distanza dal luogo di rilascio. Crediamo che, alcune delle polveri e fuliggini che coprono i ghiacci, ci siano anche sostanze chimico-tossiche che provengono dalla irrorazioni di aerei tanker (chemtrails).
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, il fenomeno di albedo (la percentuale di qualsiasi superficie riflette la radiazione rispetto alla radiazione incidente su di esso) provoca una significativa attenuazione della luminosità della neve e del ghiaccio nel mondo, che assorbe più calore solare accelerando lo scioglimento.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, il fenomeno di albedo (la percentuale di qualsiasi superficie riflette la radiazione rispetto alla radiazione incidente su di esso) provoca una significativa attenuazione della luminosità della neve e del ghiaccio nel mondo, che assorbe più calore solare accelerando lo scioglimento
Un team di meteorologi del governo francese dal canto suo ha riferito che la calotta polare artica, che avrebbe perso di media 12,900 milioni di tonnellate di ghiaccio tra il 1992 e il 2010 a causa del riscaldamento globale, potrebbe perdere ulteriori 27.000 tonnellate all’anno solo per la polvere, che potrebbe sollevare il livello del mare per diversi centimetri entro il 2100.
Le misurazioni satellitari secondo gli autori mostrano che negli ultimi 10 anni la superficie della calotta glaciale della Groenlandia si è oscurata considerevolmente durante la stagione di fusione, in alcune zone dura tra i sei e gli undici giorni da più di 40 anni. Gli scienziati suggeriscono che il ritiro dei ghiacciai, nel frattempo, scopre principali aree di terreno nudo, aumentando l’erosione, trasformando il processo di fusione in un circolo vizioso.

A cura di Erika B.

Fonte

Attenzione alle protezioni solari: molte contengono sostanze dannose

Protezioni solari Prendere il sole non fa proprio bene. Per questo è sempre meglio farlo con le dovute precauzioni, valutando bene la crema protettiva da mettere, in base alla pelle. Ma quello che molti ignorano è che circa i due terzi delle protezioni solari attualmente in commercio contengono sostanze chimiche nocive.
Nella Guida ai solari 2014, recentemente redatta dalla Environmental Working Group (EWG), i dati mostrano che oltre il 66% dei prodotti solari convenzionali comunemente in commercio negli Stati Uniti contengono sostanze chimiche nocive che possono causare allergie e, se utilizzate per molto tempo, creare anche problematiche alla pelle, squilibri ormonali, e perfino portare alla comparsa di un tumore.
Uno degli ingredienti più dannosi individuati dall’EWG nei solari è l’oxybenzone, composto che nelle protezioni serve ad assorbire i raggi ultravioletti. Questo additivo è stato associato alla comparsa di reazioni allergiche anche perché viene assorbito abbastanza facilmente dal nostro organismo: “l’ oxybenzone penetra nella pelle, entra nel flusso sanguigno e si comporta come gli estrogeni nel corpo – spiegano gli esperti EWG -”Possono scatenarsi reazioni allergiche. Si tratta di dati preliminari, ma gli studi hanno trovato un legame tra concentrazioni più elevate di oxybenzone e danni alla salute.”
Secondo gli esperti EWG anche il palmitato di retinile, derivato della vitamina A, è un componente dannoso spesso presente nelle protezioni solari che avrebbe dimostrato di accelerare la formazione di tumori cutanei e lesioni. Anche se il governo americano considera questa sostanza un “ingrediente attivo”, l’EWG sottolinea che esistono studi che dimostrano come questo additivo reagisca con il sole per produrre radicali liberi che danneggiano il DNA.
Altro problema che sottolineano gli esperti è che i filtri solari bloccando i raggi solari UVB bloccano anche la produzione di vitamina D nel nostro corpo con la conseguenza di aumentare il rischio di malattie proprio come il tumore che si cerca di combattere mettendosi le protezioni. Di contro però anche i raggi UVA sono responsabili di causare danni alla pelle. E quindi qual è la soluzione?
L’analisi effettuata da EWG riguarda la situazione americana ma difficile che da noi, anche se le marche di solari cambiano, non si riscontrino le stesse problematiche. Vi consigliamo di acquistare solari biologici ed ecologici, sicuramente meno dannosi di quelli tradizionali, ma attenzione però a leggere sempre l’Inci dei prodotti. Anche tra i prodotti così detti “naturali” si nascondono molte insidie! Non esponetevi troppo al sole, evitate categoricamente le ore più calde, e servitevi di cappelli, parei, magliette o altro per proteggervi quando ne avete più bisogno.

Fonte

Benzina: Italia al terzo posto come paese più costoso dopo Olanda e Norvegia

Italia benzina costosa 1.1Fare il pieno di benzina e pagare con una monetina da 50 centesimi. Sogni mostruosamente proibiti in puro stile fantozziano.
Eppure è quanto accade da anni in Venezuela, uno dei maggiori produttori di petrolio del pianeta, riconfermatosi anche per il 2014 come la nazione al mondo dove il carburante è più economico: a Caracas circola una barzelletta che racconta quanto sia più costoso gonfiare uno pneumatico piuttosto che comprare un litro di carburante, o di quanto sia cara l’acqua rispetto alla benzina.
Grandi giacimenti e una politica populista di contenimento tariffe che costa al Venezuela circa 9 miliardi di euro all’anno per coprire l’ammanco tra i costi di estrazione e i ricavi ottenuti con la vendita agli automobilisti, Che però sono comprensibilmente molto felici.
Al pari di quelli siriani, libici, degli Emirati e di tutti i principali stati produttori del prezioso greggio.
In Europa la situazione è ben diversa e tranne Hong Kong, Israele e Turchia, la top 20 dei paesi dove la benzina è più costosa è composta solo da stati del Vecchio Continente. Non si stupirà poi il tartassato automobilista italico nel sapere che il Belpaese è il terzo più caro al mondo, cin una media di 1.84 euro (dati Global Petrol Price), sopravanzato solo da Norvegia e Olanda, dove la benzina costa rispettivamente 1.90 e 1.85 euro/litro.
Con qualche leggera differenza (ovviamente i prezzi sono soggetti a fluttuazioni a seconda del costo del greggio), la classifica viene confermata anche da Bloomberg, con il sopracitato terzetto seguito da Danimarca, Grecia, Belgio, Portogallo, Germania, Turchia e Finlandia.
E non è necessario essere degli economisti per intuire che gli stipendi medi della Norvegia (altro grande esportatore di petrolio e patria del welfare) e della Danimarca siano nettamente più alti di quelli italiani con 42 mila euro lordi annui pro capite contro i 30 mila euro scarsi recentemente calcolati come reddito medio di una famiglia italiana.

Fonte

Recensione Outlast

Outlast1.1
Titolo: Outlast
Data di uscita: 5 Febbraio 2014, 18 giugno 2014
Genere: Horror
Piattaforme: PS4, Xbox One
Team di sviluppo: Red Barrels
Modalità di gioco: Singleplayer
Distribuito: Red Barrels

 

Il Trailer

I giochi Indie ormai sono sempre più diffusi, i survival horror sono tra i titoli indie più sviluppati al momento, ma nessuno di essi è mai stato in grado di creare un comparto narrativo degno di nota, questo almeno fino all’uscita di Outlast, titolo Horror puro creato dai ragazzi di Red Barrels con un budget relativamente ristretto si è rivelato essere un ottimo titolo in grado di tenere incollato il giocatore allo schermo grazie all’ottimo comparto narrativo.
Outlast è finalmente arrivato su console, in esclusiva (anche se temporanea su Ps4) che oltre a mantenere il costo della versione PC, quindi relativamente basso, è stato rilasciato gratuitamente a tutti gli abbonati PsPlus.

OutlastGrazie al cielo i manicomi in italia sono stati aboliti!

La versione PS4 sotto il punto di vista della trama non si discosta di una virgola dalla versione PC.
In Outlast vestiremo i panni di un reporter che dopo essere andato a indagare in una struttura di ricovero psichiatrico o per meglio dire manicomio, verrà improvvisamente catapultato in qualche cosa di inimmaginabile e infinitamente più grande di lui, un progetto malato e segreto andato male che sconvolgerà la vita del nostro protagonista, obbligandolo a vivere delle situazioni al limite dell’immaginabile e ritrovandosi a diventare la chiave per risolvere questa sciagura.
La trama è godibile dall’inizio alla fine, ma sopratutto non è prevedibile, fin dal primo istante di gioco ci ritroveremo spaesati nel contesto narrativo, il tutto diverrà leggermente più chiaro verso la fine per poi lasciarci con molti, forse troppi dubbi in un finale forse aperto ad un seguito.
Il titolo purtroppo pecca sotto il punto di vista della longevità, solo 4 ore se proseguiamo spediti, 6 ore massimo se ricerchiamo tutti i collezionabili e ci soffermiamo su ogni piccolo particolare dell’ambiente che può rivelare qualche tassello aggiuntivo per la trama.

OutlastDa mouse e tastiera a pad

Anche il gameplay è rimasto sostanzialmente invariato, anche se ad essere sinceri se giochiamo al buio grazie alla luce del pad si creerà più atmosfera, se per esempio accendiamo la nostra telecamera il led diventerà bianco, mentre se passiamo alla modalità infrarossi diventerà verde e infine rosso acceso è il colore che assumerà in caso di morte.
I comandi seppur leggermente più scomodi e macchinosi, si adattano bene al nostro controller e la vibrazione dà quel tocco in più che mancava su PC.
Per chi non ha avuto modo di provare il titolo su PC, la nostra videocamera e tutto quello che abbiamo a disposizione in Outlast, quest’ultima non solo ci permette di filmare ogni cosa che capita all’interno del manicomio, ma è preziosa anche grazie alla modalità di visione notturna messa a nostra disposizione da essa che sarà cruciale ai fini della nostra sopravvivenza.
Come potete quindi immaginare in Outlast, essendo un Horror puro, non ci potremo difendere in alcun modo e gli unici modi per sfuggire ad un pericolo sono la fuga, nascondersi in qualche anfratto, oppure utilizzare le nostre doti acrobatiche per arrampicarci su qualche piattaforma o cassa.
OutlastLa componente platform è ben fatta e ci saranno diverse fasi di questo tipo.
Il titolo è anche molto scriptato e in alcuni casi avrei preferito i tanto amati o odiati QTE, per dare una maggiore interattività al titolo.
Poco male comunque dato che le numerose Cut-Scene sono ben fatte e sempre agghiaccianti.
Outlast potrebbe farvi saltare in diverse occasioni dalla sedia e se siete deboli di stomaco o moralmente suscettibili, vi consiglio di starci alla larga dato che i ragazzi di Red Barrels non ci hanno risparmiato nulla.
L’IA dei nemici è appena sufficiente, a volte sembra fin troppo reattiva altre volte non ci vedranno a 2 cm dal naso.

Next-Gen o Current Gen

Il titolo è per l’appunto in esclusiva next-gen, graficamente è identico ai dettagli massimi della versione PC con un Anti-Aliasing forse poco “pompato”, tutto sommato lo si può definire un titolo next-gen anche grazie agli effetti particellari e all’occlusione ambientale ottimi, così come gli effetti atmosferici a tratti sbalorditivi, il tutto però soffre di incomprensibili cali di Frame-Rate anche vistosi nelle situazioni con molti effetti a schermo, ma anche in casi random dell’avventura, che denotano scarsa ottimizzazione, ma ricordiamoci che stiamo pur sempre parlando di un titolo Indie e che questi cali di frame non influiscono negativamente sulla giocabilità.
Le animazioni generali sono buone, forse migliorabili quelle della corsa del protagonista o per esempio quelle dei nemici, ma comunque sorprendono per la varietà.
Parlando dei nemici i modelli sono ripetitivi, nella maggior parte dei casi cambieranno solo il colore dei vestiti, un po’ più di varietà su questo lato non avrebbe di certo guastato.
Le animazioni facciali si limitano al movimento del labiale.
Parlando del sonoro il doppiaggio inglese è buono, mai fuori sincronia, ma sopratutto i rumori ambientali sono veramente ottimi.
Le musiche seppur in minima parte dell’avventura, servono in determinate circostanze a creare la giusta ansia nel giocatore.

Il Trailer

Gaming & Oc

La FIFA manterrà la promessa di salvare l’animale mascotte dei Mondiali?

Fifa e mascotte mondialiUna Ong brasiliana accusa la Fifa di non aver rispettato i patti su Fuleco, l’armadillo simbolo di Brasile 2014. Dove sono finiti i soldi destinati alla lotta contro l’estinzione della specie?
Polemica chiama polemica e allora ecco che, nel Mondiale più criticato di sempre, anche la mascotte può diventare terreno di scontro. Fuleco (calcio ed ecologia in portoghese), l’armadillosimbolo ufficiale di Brasile 2014, spopola come gadget sugli scaffali dei negozi del Paese, ma ha vita dura nella sua dimensione reale. Lo Iucn (International Union for Consevation of Nature) lo ha, infatti, inserito tra gli animali a rischio estinzione. Toccato nell’anima, nel 2012, Jérôme Valcke, segretario generale della Fifa (Fédératione Internationale de Fotball Association), lo scelse comemascotte, sperando che la grande vetrina della Coppa del Mondo potesse fermarne l’esaurimento della specie.
Poi, ritardi nella costruzione degli stadi e proteste di piazza devono aver avuto la meglio e delle sorti del tatu-bola, come viene soprannominato in Brasile per la sua propensione a trasformarsi in una palla quando in pericolo, nessuno si è più preoccupato.
Così l’Ong brasiliana Associação Caatinga, attiva nella salvaguardia della Caatinga, una macchia desertica dove vive l’armadillo, è passata all’attacco accusando la Fifa di mancanza di etica.
Ricordo quando Valcke mi disse che il calcio avrebbe potuto aiutare”, commenta Rodrigo Castro, biologo e coordinatore dell’Ong, “ma in realtà non è cambiato nullaNelle periferie nessuno conosce la mascotte della Coppa, che poteva trasformarsi in un veicolo per la salvaguardia ambientale, ma non è andata così”. “L’obiettivo iniziale”, prosegue Castro, “era togliere l’animale dalla lista delle specie in via d’estinzione, un’operazione tra i 20 e i 50 milioni di reais (tra i 6 e i 16 milioni di euro circa). Mentre, a oggi, abbiamo ricevuto solo 100 mila reais (circa 30mila euro) dalla Continental (ndr uno degli sponsor della manifestazione). Una nullità se paragonato ai 90 milioni di dollari che pagano alcuni sponsor per mettere il loro brand negli stadi”.
Lo scorso mese, alcuni scienziati brasiliani, sulla rivista di settore Biotropica, avevano addirittura proposto che, a ogni gol segnato durante il Mondiale, mille ettari della macchia dove vive il tatu-bola venissero dichiarati protetti. Un’idea suggestiva e risolutiva, dato che la media gol degli scorsi tornei a fine competizione, è stata di circa centosettanta reti. Oppure, come sta chiedendo a gran voce l’Ong brasiliana, basterebbe che una piccola percentuale delle entrate legate alla vendita delle mascotte, 59,90 reais (18 euro) per il modello in plastica e 79,90 (25 euro) per quello di peluche, andasse per la tutela della specie, che è venduta sul mercato dei cacciatori intorno a cinquanta reais (15 euro).
Una situazione paradossale che fa sì che, il peluche con marchio Fifa, sia più caro dell’animale originale da cui ha preso ispirazione. Il grido d’aiuto è stato raccolto da più parti, anche da Henry Nicholls, giornalista scientifico del quotidiano londinese The Guardian che, attraverso la sua rubrica AnimalMagic, ha fatto una petizione scritta a Federico Addiechi, Fifa Head of Corporate Responsibility.
Dall’Ong fanno sapere che nutrono ancora speranze sull’impegno iniziale di Valcke e compagni e chissà, che un semplice armadillo, possa fare da volano per una Fifa economicamente ed ecologicamente più sostenibile.

Fonte