Kosovo: c’è ancora bisogno della EULEX?

download (4)Con la missione EULEX l’Unione Europea intese aiutare le autorità del Kosovo a costruire uno stato di diritto. Negli anni si è posta particolare attenzione alle questioni legate all’ indipendenza della magistratura, alla multietnicità della polizia e del sistema delle dogane, al contrasto alla criminalità.
La EULEX ha piena autorizzazione ad indagare, perseguire ed arrestare coloro che si ritengono colpevoli dei sopracitati crimini.
Il Kosovo ha dichiarato la sua indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008. E’ stato riconosciuto come Stato sovrano da 106 paesi di tutto il mondo, e non dalla Serbia, Russia, e Cina. Cinque Stati membri dell’UE, inoltre, non riconoscono tuttora la sua indipendenza: Spagna,Romania,Cipro,Slovacchia e Grecia.
La EULEX, attualmente, è più attiva che mai: nei mesi scorsi, diversi criminali di guerra sono stati arrestati e imprigionati.
Ma, allo stesso tempo,non mancano numerose critiche al suo operato.
La missione ha raggiunto la piena funzionalità operativa nell’ aprile del 2009 e ha un budget annuale di 111 milioni di euro (circa 153 milioni dollari), il che la rende la missione più importante e più costosa di tutta l’Unione Europea.
Un lungo arco di tempo e, come dire, poco sembra essere accaduto. La missione è stata spesso criticata per la sua presunta mancanza di efficacia e di spreco di denaro.
Dal febbraio 2013, Bernd Borchardt, cittadino tedesco, è stato al timone della missione che conta più di duemila dipendenti fra stranieri e kosovari.
Dimostrando un mix di prudenza e risolutezza Borchardt, all’inizio del suo mandato, ha affermato che intendeva intraprendere seri passi nella lotta contro la corruzione e i crimini di guerra.
download (3)Pochi mesi dopo, nel maggio 2013, cinque comandanti di alto rango del Kosovo Liberation Army (KLA) e gli stretti collaboratori del primo ministro Hashim Thaci sono stati arrestati, con l’accusa di aver commesso crimini di guerra contro serbi e albanesi nel periodo 1998 /1999.
Ci sono stati, nel frattempo, numerosi altri arresti e procedimenti giudiziari.
Due, in particolare, hanno creato grande scalpore. All’inizio di quest’anno, Uke Rugova, il figlio dell’ex presidente kosovaro Ibrahim Rugova, è stato arrestato con l’accusa di corruzione e frode, a scapito di, tra gli altri, l’ambasciata italiana. Poco dopo, il 27 gennaio, Oliver Ivanovic, uno dei più importanti leader serbo-kosovari, è stato messo dietro le sbarre. Ivanovic è accusato di crimini di guerra nei confronti degli albanesi, durante e dopo la guerra nel 1999. Il suo arresto è avvenuto poco prima delle elezioni nella città di Mitrovica Nord, dove la maggioranza della popolazione è di etnia serba, e dove Ivanovic aveva un’alta probabilità di essere eletto come sindaco.
Recentemente Borchardt ha affermato: “E’ stato un puro caso che, nelle ultime settimane, abbiamo raggiunto un picco di questi livelli. Il materiale su cui lavorare è tanto, come le persone da arrestare.” Molti altri pezzi grossi, da entrambe le parti, albanesi e serbi, sono stati arrestati, tra i quali l’ex ministro Fatmir Limaj, e l’ex capo serbo della polizia nel Kosovo settentrionale, Dragolyub Delibasic.
I critici accusano ora la EULEX di montare una fastidiosa campagna perché il governo di Pristina intende modificare e terminare la missione il 14 giugno.
Dall’inizio della missione dell’Unione Europea, più di 500 sospetti sono comparsi davanti a giudici internazionali. Più di 350 sono stati condannati in diversi casi, con diverse accuse: crimini di guerra, corruzione e criminalità organizzata. Ma molti casi giudiziari non sono ancora iniziati, e una serie di importanti indagini sono ancora in corso, per quanto riguarda, ad esempio, l’ accusa di un possibile commercio di organi durante il periodo della guerra.
Sempre secondo Borchardt: “In nessun caso la EULEX verrà ritirata dal Kosovo,nella sua interezza. La missione potrebbe subire alcune lievi modifiche per quanto riguarda le sue dimensioni e alcuni dipartimenti. Ma è ancora una missione necessaria per quanto riguarda i procedimenti giudiziari in materia di crimini di guerra,criminalità organizzata,corruzione e protezione dei testimoni. Ecco perché la EULEX dovrà rimanere in Kosovo ancora per qualche anno.”
download (4)Il governo del Kosovo, tuttavia, è convinto che quindici anni dopo la fine della guerra e più di sei anni dopo aver dichiarato la propria indipendenza, sia ora pronto ad assumersi la piena responsabilità per la magistratura e la polizia. Molti non sono d’accordo.
E’ impensabile che il solo governo kosovaro sarebbe stato in grado di portare a termine un numero così elevato di arresti. Non sono sicuro, per citare un recentissimo esempio,che il Governo sarebbe stato in grado di arrestare il leader Ivanovic.
Parallele indagini a quelle sopracitate sono in corso a seguito di un rapporto di Dick Marty, membro del Parlamento europeo, per quanto riguarda il possibile commercio di organi durante la guerra. Anche la protezione dei testimoni è un affare molto problematico: un’altra ragione per cui alcuni stanno contemplando l’idea dell’istituzione di un tribunale ad hoc per i crimini di guerra. Il governo di Pristina vuole tenere tutte le udienze del tribunale all’interno del Paese. Ma questa opzione rischia di non essere accettata,a seguito di accuse da parte di membri di alto rango del governo, i quali potrebbero essere loro stessi coinvolti in questi crimini.
La missione EULEX potrà terminare solo nel momento in cui vi sarà un accordo tra Bruxelles e Pristina. Ma i negoziati a Bruxelles sono ancora in corso. Molti analisti sono convinti che la missione non verrà eliminata.

Anthea Favoriti

Kansas (USA) – Mistero nei cieli di Wichita

Kansasusamisterocieli1.1Wichita, Kansas – Jeff Templin è un fotografo dilettante. Nel mese di febbraio 2014, mentre scattava alcune foto della fauna selvatica, qualcosa attirò la sua attenzione. Ha detto di aver visto un misterioso aereo che sembrava lasciare una scia nel cielo molto insolita.
Proprio sulla città, ho visto passare questo strano velivolo – ha detto Templin – Qualcuno di sicuro lo ha visto come l’ho visto io. Di solito vediamo aerei militari o jet anche civili che lasciano scie di condensa (chemtrails) e che fanno questo tipo di percorsi fuori del percorso dato ufficialmente”.
Templin dice che l’aereo ha effettuato vari giri e varie virate anche a 180 gradi girando nel cielo ed effettuando una sorta di “S”, in modo ancora più insolito. Era assolutamente silenzioso, nessun suono si poteva ascoltare”.
Così Jeff ha scattato qualche foto e a casa le ha elaborate per vedere meglio di cosa si trattava. “Quando ho messo sul mio computer le immagini e le ho ingrandite ed elaborate, sono rimasto sorpreso nel vedere questo velivolo di forma triangolare che non è come qualsiasi cosa che si vede in genere”.
Sono un grande fan ed esperto di aerei, ma questo velivolo mi ha fatto pensare che non era uno dei nostri aerei, o almeno artificiale di sicuro, ma ho pensato che fosse un velivolo alieno” ha detto Jeff. Alla base USAF di McConnell ci hanno detto che erano in grado di identificare il velivolo. Hanno effettuato una analisi e dicono che potrebbe essere un bombardiere B-2, ma non potevano confermarlo. E se fosse, non era uno di loro.
Allora di cosa si tratta? Di un aereo sperimentale segreto? Un nuovo bombaridere strategico? Un nuovo prototipo di TR3B? Oppure un Giant Black Triangles come si vede nel fotomontaggio?
Ci sono diverse teorie su Internet di quello che l’oggetto potrebbe essere, ma per ora l’aereo nel cielo rimane un mistero.

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The Children Black Eyed – Il mistero dei bambini dagli occhi neri

bambinidagliocchineri1.1Chi sono questi strani bambini pallidi e dagli occhi neri che vorrebbero entrare in casa vostra bussando alla porta e fissando attraverso le finestre? Perché chiedono di entrare all’interno delle abitazioni?
Dalle descrizioni fatte da molti testimoni, i “bambini dagli occhi neri“, sono creature misteriose che presumibilmente assomigliano a bambini di età compresa tra circa 6 e 16 anni. Creature che appaiono solo di notte, quando si presentano alle porte dei residenti ignari e chiedono, con voce bassa, di usare il bagno, fare una telefonata, ottenere un passaggio a casa, o prendere qualcosa da mangiare. Le teorie dei “bambini dagli occhi neri”, affermano variamente di esseri vampiri, extraterrestri, esseri interdimensionali, o qualche forma di demone.
bambinidagliocchineri1.2Nella maggior parte dei rapporti, un piccolo gruppo di bambini con gli occhi tutti-neri si avvicina ad un adulto che è solo in una macchina o una casa. I bambini, di solito due ragazzi di età compresa tra i 10 ei 13 anni, cercano di chiedere un passaggio a casa o di entrare nell’abitazione per andare in bagno o per telefonare. L’adulto si sente un senso di paura travolgente, prima di rendersi conto che c’è qualcosa di radicalmente sbagliato, ovvero, il motivo per cui questi bambini possiedono gli occhi neri.
Il libro The Children Black Eyed di David Weatherly è un racconto affascinante di queste esperienze raccolte da testimoni. Inoltre si cerca di comprendere cosa sono e cosa vogliono questi esseri.
bambinidagliocchineri1.3L’autore del libro David Weatherly, ha dichiarato in svariate conferenze stampa, che il motivo per cui lo ha ispirato a scrivere The Children Black Eyed, era solo per avere o cercare di avere una risposta a questo fenomeno.
Avendo interesse per il paranormale (dichiara David) avevo sentito e letto di queste storie. Mi sono interessato nel perseguire l’approfondimento dopo aver incontrato un uomo che aveva avuto un incontro diretto con uno di questi bambini misteriosi. Il suo racconto era così affascinante che mi ha indotto a cercare altri testimoni che avevano incontrato questi ragazzi strani. Effettuando ricerche sui testimoni, ho scoperto che c’erano molti racconti e che il numero degli incontri era cresciuto nel corso degli ultimi anni.”
bambinidagliocchineri1.4Ciò che ha reso il fenomeno interessante, sta nel fatto che ha qualche cosa in comune con molti altri aspetti del paranormale tra cui gli UFO, fantasmi, presenze di entità multi-dimensionali, alieni “grigi” e entità demoniache.
Non a caso, esiste un video riguardo i bambini dagli occhi neri, pubblicato su MSN e ha coinciso con l’uscita di The Children Black Eyed, una serie horror basata su una leggenda urbana.
Il regista Vancouver Nick Hagen ha dichiarato che la serie continua ad essere un successo su YouTube, con oltre 10 milioni di visualizzazioni video e 20.000 abbonati.

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Recensione Tom Clancy’s Splinter Cell: Blacklist

Tomclancysplintercellblacklist1.1Titolo: Tom Clancy’s Splinter Cell: Blacklist
Data di uscita: 22 agosto 2013
Genere: Stealth, Sparatutto in terza persona
Piattaforme: Xbox 360, PS3, PC, Wii U
Team di sviluppo: Ubisoft Toronto
Modalità: Single Player, multiplayer
Distribuito: Ubisoft Toronto

Il Trailer

Finalmente è tornato Sam Fisher, con la sua determinazione, il suo amore per la figlia e con le sue sopraffine abilità da spia. Un ritorno che profuma di passato, all’insegna dello Stealth e del graditissimo ritorno di Spies Vs Mercs, e che punta ad azzittire tutti i detrattori della saga dopo Conviction. Secondo gli sviluppatori “il più grande Splinter Cell di sempre”, se volete scoprire se è vero, nascondetevi in un angolino buio e cominciate a leggere la recensione.

Trama

Tutto inizia nella base militare americana di Guam, Sam e Victor stanno per ritornare in madrepatria, quando un’esplosione fa precipitare il loro Little Bird. Dietro questo attacco c’è un’associazione terroristica comandata da Majid Sadiq, che pretende che tutte le truppe statunitensi si ritirino dalle zone di guerra, pena l’attuazione di una cosiddetta Blacklist, ovvero una lista di obiettivi che verranno colpiti, causando di conseguenza instabilità mondiale e migliaia di vittime. Il presidente degli Stati Uniti d’America contatta con urgenza Sam Fisher, affidandogli il comando di una organizzazione segretissima che prenderà il nome di Fourth Echelon, con il fine ultimo di fermare gli ingegneri (chiamati così gli uomini sotto il comando di Sadiq). Per fare questo, il governo gli fornisce risorse illimitate, equipaggiamento all’avanguardia, un gigantesco aereo spia super accessoriato (che fungerà da centro di comando) e infine di un team tra i migliori sulla piazza. Sam ha in mano il destino degli Stati Uniti, ma verrà spalleggiato da Anna Grimsdottir, meglio conosciuta come “Grim”, che avrà il compito di dare supporto tecnico, Charlie Cole, un mago del computer e hacker professionista e Isaac Briggs, ex agente della CIA.
La trama è un classico della fantapolitica, che tradisce le origini “Clancyane” della serie e che questa volta esclude le vicende familiari di Sam Fisher catapultandolo in uno scenario mondiale in continuo declino. La trama si fa piacere, non tanto per l’originalità, quasi nulla, ma piuttosto per il ritmo sostenuto e trovate holliwoodiane che mantengono sempre vivo l’interesse. I personaggi peccano di una scarsità di profondità, Fisher è l’unico personaggio con un po’ di carisma, gli altri sono solo delle “maschere” che si protendono in aiuto del protagonista senza incidere più di tanto e Sadiq è un villain piuttosto anonimo, comunque è chiaro che in un gioco come Blacklist non è questo che ci si aspetta.
La pochezza di profondità riferita ai personaggi la si può ritrovare anche nel plot, piuttosto lineare, che piace sì, ma non appassiona. Poco fanno in questo senso le missioni secondarie, con un legame quasi inesistente al filo narrativo principale e che a volte stridono, tanta è la forzatura. Discorso a parte per le missioni di Briggs, più curate e che formano una sottotrama non totalmente indipendente da quella principale, una nota curiosa: queste missioni finiscono in maniera piuttosto strana ed aperta, che sia stato programmato qualche DLC riferito ad esse? Come in Conviction, il nostro Sam potrà essere magnanimo nei confronti dei nemici oppure un giustiziere senza scrupoli, sarà infatti possibile decidere se uccidere o meno alcuni personaggi del gioco, ciò porterà comunque ad un finale a senso unico, che probabilmente non sarà capito da tutti. Proprio nelle fasi finali del gioco la storia si farà più avvincente e profonda, facendoci ragionare, cosa che avrebbe dovuto proporre dall’inizio.

Tomclancysplintercellblacklist1.2Gameplay

Splinter Cell: Blacklist è foriero di un rinnovamento a livello di gameplay, pur riprendendo quelli che erano i dogmi dei fasti passati, addolciti sì, ma sempre presenti e in primo piano. Questo, che forse vi sembrerà un paradosso, vi verrà perfettamente giustificato più avanti, sempre in questo paragrafo; cominciamo però ad analizzare il gameplay da un punto di vista più ampio. Quello che di primo impatto ci colpisce è l’assenza di un menù principale, il Paladin, ovvero il nostro superaereo hitech, fungerà da hub: sui monitor del centro di comando appariranno le statistiche di gioco, mentre visitando la mappa IMS ci apparirà una panoramica del mondo dalla quale sarà possibile accedere alle missioni principali, quelle secondarie, al Multiplayer e al metagioco Gore Dark, una sorta di caccia al tesoro topografica. Vagando per l’aereo, invece, potremo intrattenerci con i membri dell’equipaggio e ogni tanto chiamare nostra figlia per sentire come sta. Tutto ciò contribuisce ad una maggiore immersione, senza futili barriere di menù troppo macchinosi, rendendo il tutto più fluido e credibile. Non è finita qui, il Paladin potrà anche essere upgradato nelle diverse zone nevralgiche (cabina di pilotaggio, hangar, infermeria, ecc.), questo ci darà dei vantaggi non indifferenti nelle missioni a terra, rendendo questo sistema di fatto indispensabile.
Prima di ogni missione ci sarà una sorta di briefing, nel quale ci sarà possibile scegliere il nostro equipaggiamento tra una miriade di accessori ipertecnologici, capaci di rendere Sam Fisher una spia abile e letale. Tutto ciò sarà possibile acquistarlo grazie ai crediti guadagnati in gioco col completamento di missioni e, nel caso del vestiario e visori, personalizzabile di colore.
Ovviamente l’equipaggiamento che andrete a scegliere avrà una grande influenza sul come affronterete le missioni: come dicevo prima, Blacklist vuole innovare permettendo al giocatore di scegliere a suo piacimento il suo stile di gioco. Questi stili sono tre: Fantasma, per i puristi dello stealth, si dovrà usufruire di tecniche di abbattimento non letali e solo quando ce ne sarà davvero bisogno, per il resto è consigliabile sgusciare via inosservati; Combattimento, si farà piazza pulita di ogni nemico e con ogni tipo di gadget, possibilmente letale, senza pensare troppo al non essere visti; Pantera, passo felpato e letalità degni del nero felino da cui prende il nome lo stile, una via di mezzo tra lo stile Combattimento e Fantasma.
Alla fine di ogni missione vi verrà assegnato un punteggio, che rispecchierà il vostro stile di gioco, se avrete padroneggiato uno stile in particolare ed ottenuto un punteggio minimo vi verrà assegnata una medaglia. Lo stile Combattimento è il più penalizzato tra i tre, poichè il farsi notare spesso comporterà all’arrivo di rinforzi nemici o addirittura al fallimento della missione, tra i tre inoltre è quello che vi assegnerà meno punti.
Questo reinserisce sui binari del genere stealth una saga che dopo Conviction stava deviando, una sorta di ritorno al passato solo che alle porte della Next Gen. Si dovrà fare attenzione come sempre al rumore dei passi e alle fonti di luce, disattivabili sparandogli o lanciando granate EMP. Ritorna il “marca e colpisci”, si avrà la possibilità di marcare fino a tre nemici e poi eliminarli rapidamente con la semplice pressione di un tasto; altro ritorno riguarda l’ultima posizione nota che si avrà la possibilità di sperimentare soprattutto eseguendo uno stile combattimento volto all’action: i nemici memorizzano la tua ultima posizione e agiscono in funzione del nemico che si trova lì, nonostante Sam se la sia data a gambe.
Nelle missioni saranno presenti dei “collezionabili”: portatili Blacklist da hackerare, drive USB da recuperare e bersagli VIP da catturare, tutti più o meno nascosti e tutti volti ad incrementare la rigiocabilità insieme alla (quasi) totale libertà di gameplay. Proprio la rigiocabilità è un punto focale del titolo Ubisoft, dato che la campagna principale non è un miracolo della longevità. Quest’ultima è incrementata dalle missioni 4E, missioni secondarie giocabili in cooperativa o in solitario, con eccezione quelle di Briggs, esclusivamente coop. Non sono tra le missioni più originali o divertenti, ma vogliono elevare all’ennesima potenza quella che è la collaborazione tra compagni di squadra, creando un’intesa virtuale tra i giocatori, se le giocherete da soli invece vi risulteranno insipide e frustranti. Le missioni vanno dal “resisti a un tot di ondate nemiche” al “completa gli obiettivi senza essere scoperto”, quelle di Briggs invece sono quelle più curate che, per qualità, si avvicinano molto a quelle della campagna principale.
Tomclancysplintercellblacklist1.3Bisogna fare anche un discorso sull’intelligenza artificiale, buona se la osserviamo all’opera durante le fasi più sparacchine, aggirerà il giocatore prendendolo ai fianchi e lancerà granate verso Sam, risultando anche abbastanza ostica da sconfiggere. Se invece consideriamo le fasi stealth (la maggior parte, quindi), qui si vedono i limiti, con reazioni eccessivamente lente quando il giocatore viene scoperto oppure eccessiva miopia, che non gli permette di vedere Fisher passargli davanti a pochi metri. Anche sulle routine ci sarebbe da dire qualcosa, a volte, scoprendo un cadavere, i nemici danno vita a siparietti comici oppure si dimenticano che un loro amico è disteso lì a terra, ovvio che vedere questo ci fa storcere il naso, ma in generale il tutto rimane godibile grazie alla relativa sporadicità di questi eventi. Sempre riguardo alle routine dei nemici è stata introdotta una feature piuttosto interessante: dopo un tot (di solito 3) di volte che si ripete lo stesso punto di una missione i comportamenti delle guardie cambiano, non sarà quindi possibile prevederli in funzione di un successo più facile e si dovranno ideare altre strategie per aggirarli o eliminarli silenziosamente (oppure no).
Nel complesso Splinter Cell: Blacklist gode di un ottimo gameplay, fresco, appagante ed, invero, difficile per la media a cui siamo abituati oggi, grande lavoro fa l’ampia libertà di scelta del gameplay che si ha nell’affrontare il gioco, a volte spudoratamente guidata, ma non completamente negata.

Tecnica

A proposito del comparto tecnico di Splinter Cell: Blacklist ci sono diversi discorsi da fare. Per quanto riguarda l’impatto visivo in generale, ci attestiamo su un livello buono, ma non sorprendente. Le texture, soprattutto quelle che ricoprono le armi e la tuta di Sam, sono credibili e pulite, un po’ meno quelle dei comprimari o dei nemici. Nota dolente è la modellazione poligonale dei volti, essi infatti mostrano i loro limiti soprattutto nelle cutscene, dove vengono inquadrati in primo piano e mossi da animazioni non propriamente convincenti. Sono proprio queste ultime, infatti, a non risultare troppo belle a vedersi per l’intera durata del gioco: Sam Fisher si arrampica, uccide furtivamente, spara, ma lo fa con una certa legnosità di fondo e la sua animazione di morte è letteralmente orribile.
Altro punto sfavorevole riguarda le imperfezioni che minano l’impianto tecnico in generale: compenetrazioni, missing object, flickering e via di questo passo. Per quanto riguarda le prestazioni, il gioco si attesta su un livello sufficiente, scadendo verso il basso in non pochissime situazioni. Innanzitutto è da denotare il forte stacco tecnico tra una cutscene ed il gioco vero e proprio, oltre al fatto che tecnicamente è più scarna, è anche renderizzata a 30 frame, a indicare un violento trasbordo dall’edizione console. Ma non è finita, poichè il gioco si attesterà sempre sotto i 60 frames per secondo, giocato tutto al massimo con una configurazione di fascia medio-alta.
Quella che invece sorprende appieno è la gestione delle luci e delle ombre. Come sappiamo, la saga Splinter Cell si è sempre basata sulle differenze tra luce/ombra, basando il gameplay e l’approccio a differenza se il giocatore si trova nella prima o nella seconda, quindi è molto importante renderla al meglio. L’Unreal Engine 3, oramai noto ai più come un ottimo motore per la rappresentazione degli effetti luminosi, svolge egregiamente il suo compito, risultando sempre credibile e, a volte, anche sorprendente, nonostante i suoi onorati anni di servizio.
Se consideriamo l’impatto visivo di Blacklist, come già detto prima, possiamo risultare soddisfatti: con texture buone, ma non miracolose ed effetti luminosi ottimi, se consideriamo anche il settore prestazionale allora il discorso cambia: il framerate può definirsi appena sufficiente, considerando che si tratta di un gioco PC. Peccato per un comparto tecnico che avrebbe necessitato di un pò più di attenzione e che avrebbe coronato alla perfezione quello che è un ottimo gioco.

Tomclancysplintercellblacklist1.4Sonoro

Chi era interessato a Blacklist e si è informato prima della sua uscita, sa che in questo capitolo ritorna uno dei pilastri del doppiaggio italiano: Luca Ward, nei panni di Sam Fisher. E’ proprio la sua voce il punto più alto dell’intero doppiaggio del gioco, talmente buona ed adatta ad ogni tipo di situazione, da far passare in secondo piano le prestazioni dei doppiatori assegnati ai personaggi secondari, che io ho trovato (tranne in alcuni casi) doppiati soddisfacentemente. Peccato che il gioco non sia doppiato integralmente in italiano, poichè a volte sentiremo parlare le guardie in inglese, invece che nella lingua di Garibaldi.
Le musiche sono godibili, senza presentare caratteristiche trascendentali od eccessivamente catartiche, scandendo il ritmo dell’azione e accompagnando le sequenze più interessanti. Sempre su un buon livello sono i suoni delle armi, le campionature ambientali e le esplosioni, nella media videoludica.

Multiplayer

Oltre a un comparto coperativo di tutto rispetto, Splinter Cell: Blacklist offre al giocatore anche un’ottima modalità multiplayer. Ritorna acclamatissimo Spies vs Mercs, il multiplayer asimmetrico già presente in Chaos Teory e Pandora Tomorrow.
Questo appena citato è un comparto multigiocatore, che esalta il tatticismo e la collaborazione tra i giocatori, sarà infatti possibile impersonare due classi con caratteristiche e visione di gioco opposte: Spie, agili, veloci e sfuggenti, con una visuale più ampia del campo di battaglia e in terza persona, capacità di arrampicarsi, ma con scarsa resistenza e potenza di fuoco; Mercenari, tosti, nerboruti e dalla potenza di fuoco impressionante, godranno di un ottima resistenza, ma d’altro canto saranno lenti e con una scarsa visione del campo di battaglia.
Sarà possibile personalizzare un massimo di tre slot personalizzazione per classe, comprando equipaggiamento grazie ai crediti di gioco e dei speciali gettoni che si sbloccheranno ogniqualvolta si salirà di livello. Se le spie dispongono di un equipaggiamento prettamente rivolto a strategie di fuga e diversivi tattici, i mercenari puntano tutto sulla potenza e mortalità dell’equipaggiamento, anche se così differenti, queste classi risultano bilanciatissime e questo è un grande pregio.
Le modalità di gioco non sono molte: Spies Vs Mercs Classic, 2 vs 2, con classi non personalizzabili e con una forte impronta tattica, le spie devono hackerare dei terminali e mantenere la connessione attiva, mentre i mercenari gli danno la caccia; Spies Vs Mercs, 4 vs 4, come la modalità precedente, solo con 4 giocatori in più; Estrazione, i mercenari devono ottenere dei dati e portarli ad un punto di rilascio, mentre le spie gli danno la caccia, ottima variazione allo schema classico; Controllo Dati, bisogna hackerare dei terminali e difenderli fino al completamento, chi ne hackera di più, vince, una sorta di cattura la bandiera in salsa spionistica; Deathmach, il classico deathmach a squadre, vince chi uccide più avversari, forse la modalità meno interessante.
Ho trovato il comparto multigiocatore veramente delizioso e ben realizzato, mi sono divertito come non facevo da anni a sgozzare i mercenari nascosto nel buio oppure a far cadere ignare spie in un campo minato che avevo appena piazzato. L’asimmetricità rende il tutto ancora più interessante e tattico, un multiplayer dove raramente un singolo giocatore può cambiare la partita, ponendo in primo piano il bilanciamento e la collaborazione.

Tomclancysplintercellblacklist1.5Commento Finale

Tom Clancy’s Splinter Cell: Blacklist è un gran gioco, con un gameplay sopraffino e fluido, che sa essere molto appagante soprattutto nella sua derivazione stealth, con una campagna principale non lunghissima, ma che riesce ad intrattenere e divertire fino alla fine, a patto di passare sopra a qualche problema con l’intelligenza artificiale e qualche difetto tecnico. Un gioco che da il meglio di sé nella cooperativa a due giocatori e nel multiplayer, tattici e divertenti quanto basta per rendere il tutto veramente accattivante. Un gioco in cui finalmente ritorna preponderante la compagine furtiva, nonostante mantenga alcune caratteristiche derivate da Conviction, che però non stonano affatto. Un ottima notizia quindi per chi vuole tornare al Sam sfuggente, veloce ed invisibile di un tempo, che nonostante si avvii verso la veneranda età, ha ancora la verve e l’agilità di un ragazzino.

Gaming & Oc

Il delirio di onnipotenza

delirioonnipotenza1.1Il delirio di onnipotenza – Il conflitto psicologico con la realtà esterna porta alla fuga psicogena, alla depressione, al delirio di onnipotenza, all’alienazione. Il delirio di onnipotenza in particolare viene espresso nella forma del supereroe che con i suoi superpoteri va al di là dei limiti umani, dei limiti della materia, superpoteri che sono anche espressione di una forma ben evidente di megalomania.
I supereroi esprimono anche un’ansia di libertà verso una società oppressiva, schematica, restrittiva.
Il supereroe esprime desideri inconsci, aspirazioni recondite del nostro animo, aspirazioni sovrumane, pulsioni irrefrenabili, voglie inconsulte.
Con la società contemporanea oppressiva all’invero simile ci sentiamo in conflitto e il conflitto porta a rivolgerci verso il nostro io che produce come già detto depressione o forme di delirio di onnipotenza. Quest’ultimo ben rappresentato in forma fittizia dai superpoteri di un supereroe che travalica l’umano per giungere al postumano.
I supereroi hanno anche preso il posto degli dei o del dio di una volta in una società postmoderna e postideologica.
Il supereroe è anche la risposta all’angoscia esistenziale in una società priva di certezze in cui non ci sono più le “grandi narrazioni” totalizzanti per le masse, le verità assolute, i pilastri su cui prima poggiava l’intera umanità.
La “società dell’immagine” propone oltre ai supereroi mitologie, icone pop, divi da copertina, sottoculture etc. Essa propone anche un “mare” di “verità molteplici” che si sostituiscono le une alle altre di continuo. Come già detto non ci sono verità assolute ma un mare immenso di verità.
Il supereroe esprime anche il postumano, dimensione prettamente contemporanea in una società ipertecnologica in cui tv, tablet, pc, smartphone etc. rappresentano le protesi “sovrumane” dgli individui, protesi che sono paragonabili in un certo modo ai “superpoteri” del supereroe.
Perciò la società contemporanea vive di un delirio di onnipotenza che si esprime nel postumano, delirio di onnipotenza che viene trasferito dalla società ad ogni singolo individuo, delirio di onnipotenza che ben esprime l’aspirazione dell’uomo contemporaneo di travalicare i propri limiti, i limiti imposti dalla materia.

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Russia: meteorite cade nella città di Murmansk

MeteoritecadecittaMurmansk1.1A darne notizia sono state alcune agenzie di stampa e alcuni quotidiani internazionali, tra cui la NBC News e la RT (Russia Today) che hanno dedicato un servizio relativo alla caduta di una grossa meteorite, forse paragonata a quella esplosa a Chelyabinsk il 15 Febbraio 2013.
Un video registrato da una autovettura che percorreva una strada della città russa di Murmansk, città nell’estrema parte nord-occidentale della Russia, porto di mare sulla baia della Kola, a 32 km dal Mare di Barentsnord-occidentale, mostra l’esplosione di una palla di fuoco molto simile alla meteora che ha illuminato il cielo sopra Chelyabinsk in Siberia lo scorso anno. L’impatto con la conseguente esplosione, che non fatto nessun danno, è stata registrata Sabato notte (19 Aprile 2014) alle ore 02.13.
La meteora di Chelyabinsk fece molti danni alle strutture, come abitazoni, fabbriche etc.. con più di 1.200 persone ferite. Al contrario, la Gazeta.ru ha riferito che nessun danno ed esplosione al suolo è stato sentito dopo la caduta della meteora di Sabato.
Visivamente, è una stella luminosa, ma non particolarmente brillante”, ha detto alla NBC News l’analista astrofisico James Oberg.
Un rapporto on-line dal canale LifeNews della Russia ha detto che funzionari del Dipartimento di Emergenza, non hanno ricevuto chiamate di allarme sul bolide caduto Sabato notte. Hanno inoltre citato il rapporto di un astronomo a Murmansk, il Dr. Viktor Troshenkov, dichiarando che la palla di fuoco doveva essere parte dello sciame di meteore delle Lyridi, che raggiunge il suo picco massimo durante questi giorni delle festività. “Queste meteore bruciano nell’atmosfera, e non sono assolutamente pericolose”, ha detto Troshenko.
In uno dei video che vi mostriamo, registrato la notte di Sabato da una autovettura, i passeggeri dell’automobile sono rimasti basiti, meravigliati dalla comparsa della luce intensa che ha solcato i cieli di Murmansk. Molte automobili in Russia sono provviste di telecamere nel cruscotto, soprattutto per documentare incidenti stradali e altre infrazioni lungo la strada. Ciò rende più probabile che determinati fenomeni transitori, come i flash delle meteore, vengono catturati su video.
Qui di seguito il video del meteorite

Il Video

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Polonia: aumento degli aiuti per i bambini disabili

imagesIn risposta alle proteste che hanno occupato il parlamento della Polonia per 17 giorni, il Senato del paese ha votato per aumentare le prestazioni assistenziali per i genitori che lasciano i loro posti di lavoro per prendersi cura dei propri figli disabili. L’importo salirà a 270 dollari al mese, poi 431 dollari entro il 2016, un aumento del 60%. La prossima settimana, il parlamento polacco voterà riguardo la ratifica della proposta di legge del Senato.
In 20 anni di democrazia polacca, non c’è stato un sistema di welfare efficace in grado di sostenere una famiglia con a carico un bambino con una disabilità” ha detto Iwona Hartwich, il leader delle proteste.
Noi rappresentiamo un gruppo di 104.000 genitori, i quali hanno bussato alla porta del primo ministro Donald Tusk più di una volta. Abbiamo creduto nelle sue promesse fatte nel 2011, per il riconoscimento dei diritti dei nostri figli. Sono passati tanti anni e non è successo nulla.”
Piotr Broda-Wysocki, docente di scienze politiche all’Università Cardinale Stefan Wyszynski di Varsavia, ha detto che, sebbene la legge raccomandi la regolazione dell’indennità dell’accompagnatore ogni tre anni, in linea con il costo della vita, la Polonia non aveva sollevato le quote in 10 anni. Broda-Wysocki ha affermato che il sistema di welfare sociale della Polonia “potrebbe rendere possibile solo la sopravvivenza, delle famiglie, ma forse nemmeno sempre.
La copertura statale data alle famiglie si aggira intorno ai 400 dollari al mese.download (1)
A differenza della Polonia, i paesi scandinavi, tra cui la Danimarca, la Norvegia e la Svezia assumono direttamente badanti per i bambini disabili. In Germania, le indennità “carertakers” possono raggiungere circa 2.760 dollari al mese, coprendo i costi di infermieri qualificati che si prendono cura dei bambini disabili in casa.
Raimund Schmid, CEO dell’organizzazione tedesca Kindernetzwerk (“Network dei bambini”), ha affermato che “prendersi cura di un figlio disabile, tutto il giorno, è un onere estremo per i genitori e il sistema di welfare tedesco garantisce ai loro figli una vita dignitosa.”
La Polonia ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che vieta l’esclusione dei bambini disabili dal sistema di istruzione, sulla base di particolari esigenze di accessibilità.
Sono state istituite le scuole integrate. Non vi è alcuna carenza di classi di integrazione“, ha detto il ministro polacco del Lavoro e delle Politiche Sociali, Wladyslaw Kosinyak.
Ma i genitori affermano di affrontare una realtà diversa. Molti di loro, soprattutto quelli che vivono nelle città più piccole, sono frustrati a causa dell’ accesso limitato agli istituti di istruzione per i loro figli, decidendo di trasferirsi in città più grandi, dove le possibilità di trovare una scuola che integri i bambini sono molto più elevate.
Janina Arsenjeva, program manager presso la Federazione Internazionale per la Spina Bifida e l’Idrocefalo, ha affermato che un processo di revisione potrebbe contribuire ad assicurare che la Convenzione delle Nazioni Unite venga rispettata: “I paesi devono adottare una strategia a lungo termine per migliorare l’integrazione scolastica, e devono rispettare le disposizioni della presente convenzione.”
downloadI genitori di bambini disabili hanno chiesto assegni familiari più alti e anno ottenuto un aumento del 60%.
Broda-Wysocki ha affermato che le percezioni devono cambiare, in modo che l’intero sistema di welfare sociale sia considerato un investimento per il futuro della società polacca.
I fondi per i benefici sociali, in particolare per le giovani generazioni, devono smettere di essere considerate una spesa sprecata. Se possiamo migliorare la condizione di salute di qualcuno, lo dobbiamo fare. Inoltre, se si può educare questi bambini e aiutarli a diventare indipendenti, avremo in futuro dei buoni cittadini e contribuenti.
I genitori polacchi hanno sottolineato che l’emendamento del governo per aumentare le indennità “carertakers” sono solo un primo passo, e richiedono maggiori misure per migliorare il tenore di vita dei loro figli.
Hartwich ha affermato che la protesta era stata sospesa, ma i genitori sono determinati a far valere le loro richieste e sono disposti a spostarsi a Bruxelles, pur di conquistare l’attenzione del Parlamento europeo.

Anthea Favoriti

Hacker intercettano comunicazione radio tra militari russi e Alieni su Marte

Hackerintercettacomunicazioneradio1.1Recentemente sul canale Youtube di Perrua Perrin, un utente messicano, dice di essere riuscito a scaricare alcuni file audio da alcuni forum privati che si trovavano nascosti nel profondo Web, dove non era possibile accedere ad un qualsiasi utente, in nessun modo.
Perrua Perrin, ha segnalato questa conversazione a svariati siti web con preghiera di diffondere la verità.
Perrin dice che con l’aiuto di un amico è quindi riuscito a raggiungere e ad inserirsi in un forum privato dove la maggior parte di coloro che erano collegati, erano hacker russi. Da questo utente hacker, attraverso questo forum si è riusciti a scaricare un file Audio in MP3, dove l’hacker, presumibilmente russo, riuscì ad intercettare colloqui tra militari russi e alieni, per non parlare di un inquietante interogatorio un essere extraterrestre.
Hacker intercettano comunicazione radio 1.2Perrin ha lasciato di seguito e a disposizione di tutti, i tre file audio che si trovano in tre video messi su You Tube. I tre video che sono sottotitolati in spagnolo. Nel Video 1 – si può sentire un militare russo parlare con un suo interlocutore di una base militare russa su Marte, dove dovrebbero essere presenti molte colonie umane, che parlano diverse lingue. Secondo loro è possibile viaggiare verso Marte utilizzando i portali che sono a sud del pianeta Terra, per effettuare un trasposrto veloce, ma utilizzando appunto la tecnologia aliena degli Stargate.
Rammentiamo a tutti – dice Perrin sul suo profilo Facebook – che in questi giorni sono venute alla luce un paio di foto della NASA, dove a quanto pare si possono vedere alcune luci sulla superficie di Marte. Alcuni parlano di uno sbuffo o getto d’aria che proviene dal sottosuolo marziano, mentre alcuni parlano di un UFO.
Hacker intercettano comunicazione radio 1.3Esiste una nuova testimonianza di un capitano militare chiamato Kaye, che sostiene di aver trascorso 17 anni in servizio su Marte in una base militare segreta, la cui missione era di proteggere i civili di cinque colonie spaziali. Kaye rivela che la principale colonia umana chiamata Marte Primo Ariete, si trova all’interno di un cratere.
Secondo il capitano Kaye, l’aria è respirabile sulla superficie di Marte e la temperatura a volte, può essere molto calda. Sostiene che ci sono due specie native su Marte, uno dei quali è una specie di rettile (rettiliani?), che è molto aggressiva, mentre altra specie nativa sono la razza degli Insectoid che è altra razza, altrettanto aggressiva, ma hanno la missione di proteggere il loro territorio intorno alle basi.
Il capitano Kaye spiega anche il tipo di nave con un viaggio in metropolitana, la storia delle due civiltà, e delle basi umane operanti nel lato oscuro della luna, racconta le sue battaglie con i marziani aborigeni (rettili e insettoidi). Ecco il video non è sottotitolato.

Video 1:
Video 1

Video 2: In questo video è possibile ascoltare l’audio di un militare russo in un azione da combattimento o di un allarme per successiva azione militare su Marte:
Video 2

Video 3: In questo audio è possibile ascoltare un militare russo interrogare un essere extraterrestre. L’audio è stato fatto ascoltare a un ex militare russo, che ha filtrato questa clip audio dell’interrogartorio con questo essere alieno, mettendo in discussione la voce dell’alieno e dicendo che si tratta di una conversazione presa tra militari che si trovano in una montagna chiamata Dyatlov, dove c’è apparentemente una base militare russa protetta e nascosta:
Video 3

Fonte

Il Leone di Munster

OLYMPUS DIGITAL CAMERACi sono stati uomini che in ogni tempo hanno alzato la testa contro il Drago. Il loro coraggio, il loro onore è per noi insegnamento perenne. Perché la battaglia è infinita, e il coraggio deve costantemente essere rinnovato, generazione dopo generazione.
Oggi parlerò di uno di questi uomini. Clemens August conte di Galen, vescovo di Munster, che verrà conosciuto, per il suo straordinario coraggio come “Il Leone di Munster”.
Clemens August conte di Galen nacque nel 1878. Undicesimo di tredici figli, cresce in una famiglia aristocratica della Westfalia, profondamente cattolica, i cui avi sono stati per secoli tesorieri del vescovo principe di Munster. Divenne sacerdote nel 1904. Dopo la prima guerra mondiale e la successiva crisi finanziaria che aveva rovinato milioni di famiglie, Von Galen si adoperò al servizio dei suoi parrocchiani in difficoltà e fondò per loro un’associazione di mutua assistenza. Spesso per aiutare le persone in difficoltà, prelevò dalle sue entrate personali. Un giorno ebbe a dire “Sarebbe veramente inutile se mi restassero ancora dei beni dopo la mia morte”.
Pio XI lo nominò vescovo il 5 settembre 1933. Fu il primo vescovo eletto dopo il concordato tra il Reich e la Santa Sede siglato il 20 luglio 1933. Nella cerimonia del suo insegnamento, il 5 settembre, vi erano molte figure di spicco del regime, che certo non immaginavano che Galen si sarebbe dimostrato il loro più fiero oppositore. Il suo motto episcopale fu  motto episcopale – “Nec laudibus nec timore”; il cui senso sostanzialmente era “non ci faremo guidare né dalla lode né dal timore degli uomini“.
Dopo la “notte dei cristalli” (9-10 novembre 1938), durante la quale la sinagoga di Münster viene incendiata dai nazisti, Mons. von Galen offre il suo aiuto agli Ebrei, alla moglie del rabbino della città, che è stato imprigionato.
La sua più importante battaglia, la sua battaglia della vita, quella per cui soprattutto è ricordato, fu quella  contro i progetti di eliminazione delle cosiddette “vite indegne di essere vissute”.
Bisogna comprendere il contesto in cui von Galen operava. Un contesto dove con ogni mezzo si voleva affermare una ideologia di sterminio, sangue, supremazia sui deboli, gli imperfetti, gli inferiori.
Nel dicembre 1935 nasce il progetto  Lebensborn, “sorgente di vita”. In esso viene stabilito che i membri delle SS abbiano assistenza gratuita affinché generino “bambini dai caratteri razziali eccellenti”. Il 28 ottobre 1938, Himmler emana quelle che chiama “nuove direttive sulla riproduzione”; nelle quali è previsto che ogni SS generi almeno un figlio, per compensare il rischio della perdita in guerra del suo sangue prezioso. Ed è anche previsto che ogni ragazza tedesca di puro sangue ariano deve farsi mettere in cinta da un soldato prima che questi sia inviato al fronte.
Nel settembre 1939, con la guerra che infiamma l’Europa. Himmler dichiara “Intendo prendere il sangue tedesco ovunque si trovi nel mondo, rubarlo, carpirlo, ovunque sia possibile”. Le cliniche lebensborn diventano batterie di allevamento per bambini giudicati biologicamente adatti, rapiti nei territori occupati.
Nel 1930 Alfred Rosemberg pubblica “Il mito del ventesimo secolo. Una valutazione delle battaglie spirituali del nostro tempo”. Un testo cardine dell’idelogia nazionalsocialista, che dalla prima edizione al 1945 avrà una tiratura globale di più di un milione di copie. Rosemberg sostiene che Gesù Cristo ha proclamato l’esistenza della pura razza ariana e che “il sangue nordico rappresenta il mistero che ha sostituito e superato gli antichi sacramenti”. L’uomo ariano diventa la vera incarnazione del sacro nel mondo. E il Fuhrer come emblema della purezza del sangue germanico, è una figura sostanzialmente divina che opera nel mondo.
Il clima di fanatismo biologico dell’epoca poteva essere “respirato” ovunque. Hitler disse: “Ai nostri occhi il giovane tedesco del futuro deve essere snello e slanciato, agile come un levriero, tenace come il cuoio,  duro come l’acciaio Krupp”.
Himmler dichiarò “voglio creare attraverso l’accoppiamento di individui superiori una elité biologica, un nucleo razziale da cui la Germania possa attingere per rinvigorire una eredità ariana ora pericolosamente diluita.”
Nel 1934 in un raduno di massa a cui sono presenti anche medici, Rudolf Hess dirà “Il nazionalsocialismo è biologia applicata”. L’entusiasmo dei medici va alle stelle; in massa chiedono di aderire al partito nazionalsocialista.
Si andava  edificando una ideologia di sangue, morte, supremazia biologica sulle vite “inferiori”.
Molti erano ebbri del nuovo verbo.
Molti prendevano atto e accettavano.
Qualcuno esprimeva le sue riserve sommessamente, in privato.
Alcuni, combatterono a viso aperto “il nuovo ordine”.
Tra di loro vi furono molti religiosi, cattolici e protestanti. Una figura svetta tra essi, il vesco di Munster.
Il 24 febbraio 1934 Hitler nominerà proprio Rosemberg suo sostituto per la direzione del partito nazionalsocialista.
L’ostilità di Von Galen si manifesta fin dai primi tempi del suo episcopato. In una lettera pastorale in occasione della Pasqua scritta il 26 marzo 1934, Vo Galen scriverà:
“Una nuova nefasta dottrina totalitaria che pone la razza al di sopra della moralità, pone il sangue al di sopra della legge […] ripudia la rivelazione, mira a distruggere le fondamenta del cristianesimo (…)”.
Nell’estate del 1935 è previsto che al congresso distrettuale del partito nazionalista a Munster, partecipi anche Alfred Rosemberg. Von Galen non ci sta, e scrive al prefetto della provincia della Westfalia per chiedere che si impedisca la presenza in città di Rosemberg, portatore di un catechismo di sangue e fanatico nemico del cristianesimo. La lettera nei suoi momenti conclusivi assume il tono della “messa in guardia”: “la popolazione cattolica di Munster potrebbe a ragione ribellarsi. Non solo, anche duri scontri e gravi disagi potrebbero verificarsi in città”. L’appello di Von Galen viene respinto e viene trasmesso a Berlino per darne conoscenza alle autorità centrali.  Il 6 luglio Alfredo Rosemberg arriva a Munster e parlando al congresso, si scaglia contro Von Galen.
“La richiesta del vescovo, grida, è una inaccettabile provocazione nei confronti del partito e dello stato. (…) “questa lettera dimostra che cosa venga inteso per la cosiddetta libertà di religione”.
Rosemberg cercò di aizzare il popolo di Munster contro il vescovo. Ma non ottenne alcun effetto. Anzi, l’8 luglio 1935 ventimila fedeli sfilano a Munster in solidarietà al loro vescovo. E’quasi una sfida al regime. La Gaulaiter, la direzione generale del partito nazista invia un rapporto a Berlino. La gente applaudì vigorosamente il vescovo. Ci furono scontri con la polizia, molte persone furono arrestate e la folla fu dispersa con gli idranti.
Pochi giorni dopo, il 16 luglio 1935, Hermann Goering, numero due del regime, emana un decreto contro il cattolicesimo politico. Ordina che si proceda nel modo più drastico possibile verso tutti quei cattolici che osano interferire nelle vicende dello stato. Seppure non nominato, il primo soggetto a cui ci si riferisce è proprio il vescovo di Munster. La Gestapo apre un fascicolo su di lui accusando di “fare politica dal pulpito”. Da quel momento in posi sarà sempre sotto controllo e spiato.
Il segretario  di stato vaticano Pacelli, che diventerà Pio XII, venuto a sapere dell’azione coraggiosa di quest’uomo gli esprime tutta la sua approvazione ed invia una nota di protesta al ministro degli esteri del Reich dove si accusa Goering di violazione del concordato. Indicativa la nota in cui la Gestapo scrive: “bisogna constatare che la propaganda politica della Chiesa diventa sempre più un serio pericolo per lo stato nazionalsocialista. Soprattutto perché il vescovo Clemence August di Munster, con il suo esempio e il suo comportamento, incita il clero a lui sottoposto a non ridurre la lotta della Chiesa”.
Nel 1937 Pio XI pubblicherà una enciclica che rappresenterà una ferma condanna del regime nazista, la “Mit Brennender Sorge”, “ Con viva ansia”. L’enciclica esprime condanna verso quello che viene visto con un feroce neopaganesimo antiumano. La condanna è esplicita: ”Chiunque voglia attribuire alla razza, o al popolo, o allo stato, o a coloro che detengono il potere un valore diverso da quello attribuito dalla tavola dei valori stessi e li divinizzi in un culto idolatrico, si pone fuori dalla vera fede”. La Mit Brennender Sorge viene tradotta in tedesco e pubblicata in Germania, dove letteralmente invade tutte le diocesi. Solo a Munster, il vescovo von Galen ne fa stampare 120000 copie. La diffusione di questa enciclica  venne dichiarata dalle autorità naziste «un atto di alto tradimento contro lo Stato». Arresti e sequestri si susseguirono ovunque. Contro Von Galen ci fu una recrudescenza di intimidazioni. Ma tutto questo non lo rendeva più debole. Cresceva invece il suo prestigio, diventando un punto di riferimento per tutti, anche per gli ebrei. Alla vigilia della guerra, von Galen per aver «attaccato fortemente le basi e gli effetti del nazionalsocialismo», veniva registrato dalla Cancelleria del Reich come uno dei più pericolosi avversari del regime.
L’enciclica vaticana, la sua diffusione in Germania, le parole di vescovi come Von Galen scatenarono la reazione di Hitler, rabbioso verso queste resistenze al potere e alla ideologia del Reich. Il Fuhrer dispose la ripresa dei processi contro gli ordini religiosi, ordinò di abolire la stampa popolare cattolica e ordinò la chiusura di tutte le scuole religiose di ogni ordine e grado. Ma il Fuhrer voleva colpire l’immaginario anche con un forte atto simbolico e ordina l’eliminazione del crocifisso dalle aule scolastiche e la sua sostituzione col ritratto del Fuhrer. Gli alunni avrebbero dovuto, in apertura della giornata scolastica, recitare questa sorta di parodia di preghiera verso Hitler, nuovo uomo-dio della Germania:
“Adolf Hitler, tu sei il nostro grande Fuhrer, il tuo nome fa tremare i nemici, venga il tuo regno, soltanto la tua volontà sia legge sulla terra, facci udire ogni giorno la tua voce e comandaci per mezzo dei tuoi capi ai quali vogliamo obbedire con l’impegno della vita. Lo promettiamo. Heil Hitler”.
Le croci vengono tolte dalle aule di tutte la Germania, senza particolari reazioni di resistenza. Ma una reazione ci fu, proprio in Westfalia, a Klofenborg, dove la folla si ribella contro la disposizione di togliere il crocifisso. Questa opposizione costringe, il 25 novembre 1936, il Gauleiter del Munsterland a revocere il decreto sulla rimozione del crocifisso. Un evento come questo ha rilievo soprattutto non per l’oggetto concreto in gioco, la rimozione del crocifisso dalle scuole, ma per quello che rappresentava su un piano più ampiamente simbolico. Ovvero, che alcuni reagivano. Che una volontà di resistenza era possibile.
Torniamo al clima di idolatria biologica di quegli anni.
Nel 1933 era stata emanata la “legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie”. Il 18 ottobre 1935 fu il turno della “legge sulla salute coniugale” che impediva i matrimoni e la procreazione tra persone disabili. Con essa si autorizzava l’aborto nel caso in cui uno dei genitori fosse stato affetto da malattie ereditarie. La del 1933 servì a portare avanti una massiccia opera di sterilizzazione dei soggetti affetti da “tare”, affinché questi ricettacoli di deformità e degenerazione razziale, non infettassero la pura razza ariana. Secondo alcuni calcoli, in pochi anni circa 350000 tedeschi vennero sterilizzati.
Nel corso di quegli anni non si procedette ancora con l‘eliminazione di esseri umani, ma si lavorò sul piano del condizionamento mentale di massa, al fine da rendere più “tollerabile” nel popolo tedesco che il venir meno di esseri umani “tarati” fosse una idea accettabile. Non si diceva esplicitamente “vogliamo eliminare questi esseri inferiori, appogiateci”, ma si creava una atmosfera di disfavore verso l’esistenza di tutti questi esseri deformi e mentalmente malati, li si faceva sentire come un peso insostenibile verso la società e un ostacolo verso il futuro, e si cercava di trasmettere l’idea che un venire meno di queste persone sarebbe stato un bene per tutti, anche per le stesse persone che sarebbero venute meno, liberate da una vita colma di infelicità. Il cinema ebbe un ruolo importante nella veicolazione di questi messaggi. Ad esempio, nel film, “Vittime del passato” del 1937, in un passaggio si dice:
“Tutto ciò che è troppo debole per sopravvivere va inevitabilmente distrutto dalla natura. Negli ultimi decenni l’umanità ha peccato orribilmente contro la legge della selezione naturale. Non solo abbiamo risparmiato vite indegne della vita, ma abbiamo anche permesso loro di moltiplicarsi. Ecco i discendenti di questa generazione tarata. Grazie ai farmaci nei manicomi sopravvivono intere famiglie. I costi necessari per curare i figli malati di questo solo gruppo sono stati finora 154000 marchi. Quante case per gente sana si sarebbero potute costruire con questa somma?”.
Hitler ordinò la proiezione di questo film in tutte le 5300 sale cinematografiche del Reich.
Ma la propaganda agiva suo ogni livello. Ecco un problema contenuto in un programma di matematica del 1940:
“Un pazzo costa allo Stato 4 marchi al giorno, uno storpio 5,50, un criminale 3,50. In molti casi un impiegato statale guadagna solo 3,50 marchi per ogni componente della sua famiglia, e un operaio specializzato meno di 2. Secondo un calcolo approssimativo risulta che in Germania gli epilettici, i pazzi, etc. ricoverati sono circa 300.000. Calcolare: quanto costano complessivamente questi individui ad un costo medio di 4 marchi? Quanti prestiti di 1.000 marchi alle coppie di giovani sposi si ricaverebbero all’anno con quella somma?”
Procedere con la sterilizzazione non era sufficiente per gli ideologhi del Reich; doveva essere solo il primo passo. Il passo successivo sarebbe stata l’eliminazione di queste vite “indegne di essere vissute”. La legge sull’eutanasia venne promulgata il 1° settembre 1939. La coincidenza temporale tra questa legge e l’inizio della guerra era dovuta quasi certamente alla consapevolezza del fatto che l’atmosfera di guerra avrebbe attirato meno l’attenzione su questo progetto e facilitato la sua attuazione.  di non attirare troppo l’attenzione della popolazione tedesca. Nell’ottobre 1939 il Fuhrer emana un decreto, dove viene dato mandato, affinché, si scrive con un allucinante eufemismo  “venga affidata la responsabilità di ampliare l’autorità dei medici perché concedano una morte pietosa ai pazienti considerati incurabili.”
Per attuare la procedura di eliminazione in modo tale da suscitare meno sospetti possibili, si era escogitato tutto un complesso procedimento. La “sala di regia”, potremmo dire era situata a Berlino al numero 4 di Tiergartenstrasse, l’indirizzo del quartiere Tiergarten di Berlino dove era situato il quartier generale dalla Gemeinnützige Stiftung für Heil- und Anstaltspflege, l’ente pubblico per la salute e l’assistenza sociale. Da qui il nome del progetto, Aktion T-fear. T era l’iniziale della via, fear è il numero quattro, il numero civico della via in lingua tedesca.
A partire dall’autunno 1934 dalla T-Fear furono inviati questionari indirizzati agli istituti psichiatrici del Reich. Ufficialmente si trattava di realizzare un censimento delle attività lavorative dei malati. La procedura mirava a mantenere il segreto più assoluto. Psichiatri, neurologi, medici generici, infermieri, dovevano riempire questionari e stilare elenchi di pazienti, freddamente definiti “idonei al progetto”. Questi pazienti erano suddivisi in quattro categorie: pazienti sofferenti di malattie specifiche quali schizofrenia, epilessia, malattie senili, e altre condizioni neurologiche di natura terminale. Pazienti ricoverati in forma continua per almeno cinque anni. Pazienti in custodia come pazzi criminali.
Pazienti che non sono cittadini tedeschi, o non sono di sangue tedesco o affini. Una volta inviati i questionari compilati, la sede centrale di Berlino decideva le persone da eliminare e preparava delle “liste di trasferimento” da inviare ai singoli istituti disponendo che si preparassero i malati per la partenza. Il giorno stabilito si presentavano degli uomini della c.d. “Società di Pubblica Utilità per il trasporto degli ammalati”. I pazienti erano fatti salire su grossi pullman dai finestrini coperti con vernice scura o tendine avvolgibili, in modo da nascondere queste persone agli occhi della popolazione. tramite grossi pullman dai finestrino oscurati erano trasportati in uno dei vari centri di eliminazione. Questi pullman li trasportavano  Grafeneck, Bernburg, Sonnenstein, Harthei, Branderburg, Hadamar; in appositi istituti.
Giunti in questi istituti, entro massimo pochi giorni, i malati venivano portati nei sotterranei, fatti spogliare e poi fatti entrare in dei locali che sembravano docce, ma da dove invece di acqua usciva il famigerato monossido di carbonio. Una volta che veniva riaperte le porte delle docce, i corpi, a volte coperti di vomito ed escrementi, venivano scaraventati nei forni crematori. In puro spirito di efficienza tedesca, dai cadaveri, prima di gettarli nei forni crematori, venivano tolti i denti d’oro che sarebbero stati mandati in appositi uffici. E visto che il terzo Reich aveva molto a cuore le ricerche “scientifiche”; una parte dei cervelli venivano sezionati o inviati al “Kaiser Wilhelm Institut” dove un’équipe medica se ne serviva per i suoi studi sulla neuropatologia.
I parenti avrebbero ricevuto una lettera standard dove veniva comunicato loro l’“improvviso decesso”, per motivi di volta in volta fittiziamente indicati; come collassi cardiaci, polmoniti, ecc.; il tutto accompagnato da una commossa lettera di condoglianze.
E, con impeccabile “accortezza”, si chiedeva loro in che cimitero avessero preferito fosse inviata l’urna con le ceneri; che non conteneva mai veramente le ceneri della persona in questione. Si prendevano delle ceneri a caso tra quelle accumulate e le se metteva in quell’urna e poi la si spediva.
Non ci sono cifre certe. Ma dati ufficiali parlano di quasi 40000 morti tra il 1940 e il 1941.
Molti erano ignari di ciò che accadeva. Molti finsero di non vedere. Alcuni capirono ciò che era in atto ed ebbero il coraggio di agire.
Un’azione che richiese del fegato fu quella di un prete  che somministrò la comunione ai pazienti mentre stavano salendo sull’autobus dinanzi a una grande folla di cittadinanza che guardava tra lo sbigottito e lo sconvolto. Il gesto di quel prete (di cui parla una relazione delle SS del 1941) era un “accompagnamento” alla morte; e quindi, nei fatti, era anche un fare comprendere, a chi era presente, che era in atto, una “pratica di morte”.
Il primo a denunciare quanto stava accadendo fu il cardinale di Berlino, Adolf Bertram, con un duro scritto inviato alla cancelleria del Reich nell’agosto 1940, nel quale chiedeva che vi fosse il “riconoscimento del valore insostituibile della persona umana”. Con Von Galen, però, l’opposizione a questo progetto si trasformò in una lotta totale. Le sue denunce divennero molto incisive anche perché era in grado citare esempi pratici, che facevano “vedere” quanto avveniva ancora più reale.
Nell’estate del 1941 ci furono le tre più celebri prediche di Von Galen. Il 13 luglio, il 20 luglio, e il 3 agosto.
Il 13 luglio, in un momento in cui la Gestapo stava portando avanti arresti arbitrari di massa contro religiosi, condannò le azioni della Gestapo come un pericolo per tutti i cittadini.
“Nessuno di noi è al sicuro, nemmeno se in coscienza fosse il cittadino più onesto, sicuro di non venire un giorno prelevato dalla propria abitazione, spogliato della propria libertà, rinchiuso nei campi di concentramento della polizia segreta di Stato. Sono cosciente che questo oggi può accadere anche a me… Il comportamento della Gestapo danneggia gravemente larghissimi strati della popolazione tedesca… “. Un testimone raccontò che, alla fine di questa predica “Gli uomini e le donne si alzarono in piedi, si sentirono voci di consenso e anche di terrore e di indignazione, cosa che generalmente è impensabile qui da noi, in chiesa. Ho visto persone scoppiare in lacrime”.
Il 20 luglio la chiesa era stracolma, per via dell’eco che aveva avuto la prima predica. Von Galen attaccò il folle progetto di potere che avrebbe portato il Paese alla rovina, e che generava odio senza fine:
“Ora noi vediamo e sperimentiamo chiaramente che cosa c’è dietro la nuova dottrina che da anni ci viene imposta: Odio! Odio profondo, come un abisso, nei confronti del cristianesimo, nei confronti del genere umano…”. In quella stessa occasione Von Galen disse “noi siamo incudine e non martello. Se l’incudine  è sufficientemente salda, tenace e solida, allora durerà più del martello e potrà servire ancora a lungo per ciò che ancora verrà forgiato. Adesso ciò che viene forgiato sono coloro che vengono imprigionati ingiustamente, gli espulsi senza colpa, gli esiliati. Nel momento in cui il martello della persecuzione che di certo li colpirà duramente e ingiustamente li ferirà nel profondo dio li assisterà, affinché in quel momento non perdano la forma e la fermezza di condotta cristiana.”
Ma fu nella terza predica, il 3 agosto 1941,  dalla chiesa di San Lamberto a Munster, che, contro la pratica di sterminio delle vite “imperfette”, Von Galen portò la denuncia al suo limite estremo.
Von Galen usa riferimenti concreti che rendono le sue parole ancora più reali:
“Il 28 luglio ho sporto denuncia al pubblico ministero della pretura di Munster e al signor questore di Munster con una lettera raccomandata del seguente tenore “secondo informazioni a me giunte, in questa settimana, un gran numero di malati della casa di cura provinciale di Marienthal presso Munster dovrà essere trasferito come cosiddetti connazionali improduttivi nel manicomio di Echberg per essere poi premeditatamente uccisi. E dalla casa di cura di Warstein ho saputo che sono già stati portati via ottocento malati”.
A un certo punto, le parole oltrepassano i riferimenti concreti e i singoli esempi, per diventare un atto di accusa definitivo, una delle più vigorose condanne mai lanciate, in quel tempo, contro il nazismo.
Due passaggi sono decisivi. Questo:
“Vengono adesso uccisi, barbaramente uccisi degli innocenti indifesi; anche persone di altra razza, di diversa provenienza vengono soppresse(..). Siamo di fronte a una follia omicida senza eguali(..)con gente come questa, con questi assassini che calpestano orgogliosi le nostre vite, non possiamo più avere comunanza di popolo!”
E poi quest’altro passaggio, dove, con parole memorabili, Von Galen, fa capire a chi lo ascolta che ciò che sta accadendo riguarda anche lui. Che tutti possono, prima o poi, essere considerati “improduttivi”, e quindi potenzialmente essere considerati eliminabili:
“Hai tu o io il diritto alla vita finché noi siamo produttivi, finché siamo ritenuti produttivi da altri? Se si ammette il principio, ora applicato, che l’uomo improduttivo possa essere ucciso, allora guai a tutti noi quando saremo vecchi e decrepiti. Se si possono uccidere esseri improduttivi, allora guai agli invalidi che nel processo produttivo hanno impegnato le loro forze; le loro ossa sane le hanno sacrificate e perdute. Guai ai nostri soldati che tornano in patria gravemente mutilati, invalidi.. Abbiamo forse il diritto di vivere solo finché siamo produttivi, solo finché altri ci riconoscono come produttivi? Nessuno è più sicuro della propria vita”.
Bisogna davvero fare un grande sforzo per immaginare il clima di quell’epoca, e riuscire, almeno in parte, a comprendere il coraggio straordinario che Von Galen tirò fuori in quelle occasioni. Il coraggio straordinario che c’era voluto per fare un attacco pubblico che denunciava davanti alla cittadinanza come il loro governo stesse sistematicamente attuando un progetto di annientamento umano. Goebbels lo definì “l’attacco frontale più forte lanciato contro il nazismo in tutti gli anni della sue esistenza.”
Queste parole  ebbero un’eco enorme e fecero il giro nel mondo. Vennero stampate e lette ovunque. A diffonderle non erano solo cristiani. Nell’invero del 41-42 parecchi ebrei vennero arrestati dalla Gestapo perché diffondevano le prediche di Von Galen. Il capo delle organizzazioni giovanili delle SS ragliò: “Io lo chiamo il porco C. A., cioè Clemens August. Questo alto traditore e traditore del Paese, questo porco è libero e si prende la libertà di parlare contro il Führer. Deve essere impiccato”.
Al vertice del potere, riunito presso il quartier generale la discussione fu infuocata. Gli animi erano tesi. I gerarchi schiumavano dalla rabbia verso questo vescovo westfalico che osava pronunciare esprimersi con parole così violente. Martin Bormann propose di procedere subito all’impiccagione di Von Galen. Ma Goebbels ribatté che, se in quel momento si fosse proceduto contro Von Galen, tutta la Westfalia si sarebbe sollevata e sarebbe stata perduta per l’impegno bellico. Hitler concordava con Goebbels; sapeva che procedere in quel momento contro Von Galen sarebbe stato un boomerang e testualmente disse: “i conti con lui saranno fatti fino all’ultimo centesimo. Quel Galen avrà la sua condanna a tempo debito, dopo la vittoria finale. Ora ciò che conta è fare il vuoto intorno a questo vescovo, rappresentante di una meschina e spregevole religione di sottomissione, umiltà, misericordia, ascetismo e schiavitù”.
Ma Von Galen non si fermò, e continuò, dal pulpito di Munster, con la sua costante denuncia. Le sue parole raggiungono ogni angolo della Germania. Il regime che non poteva toccare lui, iniziò una persecuzione verso tutti coloro che lo appoggiavano e lo sostenevano. Ma queste persecuzioni non crearono il vuoto intorno a Von Galen, e non resero meno forte la capacità di penetrazione delle sue parole. Alcune copie delle sue prediche raggiunsero gli alleati, che decisero di usarle come un’arma. Aerei alleati lanciarono copie di queste prediche sulle popolazioni e sullo stesso esercito tedesco. La loro lettura destabilizzò molti anche tra i soldati. Un ex soldato dell’epoca anni dopo disse: “le prediche mi hanno colpito, perché noi tutti avevamo dei compagni feriti alla testa da un’arma da fuoco. Era inaccettabile che potessero essere definite vite senza valore e che potessero essere uccisi una volta tornati a casa. Non poteva essere vero. Eravamo indignati. Abbiamo presentato delle richieste ufficiali perché si ponesse fine a quella che chiamavano eutanasia.”
Siamo nel settembre 1941, la situazione per la Germania è sempre più complicata. Gli Stati Uniti sono prossimi a entrare in guerra. I giornali esteri fanno eco alle prediche di Von Galen.  Anche Pio XII esprime solidarietà a Von Galen. I cittadini cattolici della Westafalia si stringono sempre di più attorno a lui. In una informativa della Gestapo è scritto “la determinazione del vescovo di Munster può provocare nella popolazione gravi rischi di insubordinazione e di rivolta.” Hitler ha aperto un secondo fronte ad Est, attaccando l’Unione Sovietica. La situazione bellica richiede una totale compattezza da parte del popolo tedesco, e il Fuhrer non può permettersi che una parte della nazione diventi recalcitrante e gli sfugga di mano. Ed è costretto ad ordinare la sospensione dell’operazione T-fear, l’operazione che prevedeva l’eliminazione della vite “indegne di essere vissute”.
Alcuni anni dopo. Primo luglio 1945, la guerra è finita, Hitler si è ucciso. Von Galen davanti al suo popolo usa parole dure contro il nuovo governo militare alleato e la teoria della colpa collettiva del popolo tedesco:
“Sotto il nazismo dissi pubblicamente, e lo dissi anche riguardo a Hitler nel 1939, quando nessuna potenza intervenne allora per ostacolare le sue mire espansionistiche, ‘la giustizia è il fondamento dello Stato’. Se la giustizia non viene ristabilita allora il nostro popolo morirà per putrefazione interna. Oggi devo dire ‘se tra i popoli non viene rispettato il diritto, allora non verrà mai la pace e la concordia’. “
Alcuni mesi dopo, nell’autunno del 1945, Von Galen si trovava nella città di Fuld, che era stata rasa al suolo dai bombardamenti, per la conferenza episcopale che si teneva nel convento del Sacro Cuore, che era il collegio che dove studiava la nipote di Von Galen, Pia Hovel, che anni dopo ricordando quel periodo dirà:
“Poiché ero sua nipote ebbi la fortuna di restare da sola con lo zio durante la pausa di mezzogiorno. Abbiamo fatto una passeggiata fino al piccolo cimitero delle suore e lì ci siamo fermati a pregare. Lo zio ha detto “preghiamo Dio per tutti quei poveri uomini che sono stati perseguitati e rinchiusi nei campi di concentramento per avere diffuso le mie prediche e anche per i loro parenti che hanno perso così i loro cari. Preghiamo insieme perché molti di questi uomini sono morti al posto mio. “
Il 23 dicembre dello stesso anno la radio vaticana annunciò la nomina di 31 nuovi cardinali. Tra gli altri il vescovo Clemence August Von Galen. Il 21 febbraio 1946 si tenne il primo concistoro ordinario pubblico di Pio XII. Quando entrarono i nuovi porporati, l’applauso che accolse il loro ingresso nella basilica di San Pietro era tranquillo, un applauso “consueto”. Ma quando entrò in scena l’alta figura del cardinale di Munster, l’applauso diventò un’ovazione. Il leone di Munster, titoleranno i giornali il giorno dopo, è l’eroe del concistoro.
Clemence August Von Galen muore il 22 marzo 1946.
Sei giorni prima il 16 marzo 1946, tra le macerie della sua cattedrale distrutta, il cardinale Von Galen si era rivolto un’ultima volta al suo popolo:
“Il buon Dio mi ha dato un incarico per il quale era mio dovere chiamare nero il nero e bianco il bianco. Voi stavate con me e i potenti di allora sapevano che il popolo e il vescovo della diocesi di Munster erano un’unità indissolubile e che se avessero usato violenza contro il vescovo, sarebbe stata l’intera diocesi a sentirsi colpita. E’ questo ciò che mi ha protetto. Che mi ha dato forza interiore e ha rafforzato la mia speranza”.

Alfredo Cosco

Lo strapotere delle banche e il sistema monetario dominante

strapoterebanche1.1L’economia globale è sempre più fortemente legata e dipendente dal mondo della finanza, in cui hanno un ruolo primario le banche, specialmente quelle d’investimento e di  affari, le società come le  agenzie di rating e più in generale tutti quegli operatori che compongono i cosiddetti ” mercati finanziari“.
In questo articolo mi occuperò in linea generale dello strapotere delle banche.

Privilegi bancari:
Mentre l’economia reale arranca, quella cosiddetta “virtuale” e/o finanziaria continua a riprodursi incessantemente, nonostante le molte falle sistemiche, le continue  bolle speculative o i continui scandali, come quello dei derivati.
La stessa crisi economica attuale è nata proprio in ambito finanziario negli USA, sette anni fa con la crisi dei mutui subprime, che è stata seguita dal fallimento di diverse banche, la maggior parte delle quali salvate dal governo con i soldi dei contribuenti, con l’eccezione della Lehman Brothers, che secondo alcuni analisti è stata fatta fallire.
Sopratutto negli USA e in molti paesi dell’Europa i governi si sono adoperati come non mai per salvare le banche, in quanto considerate “troppo grandi per fallire” (“too big to fail“) , mentre intanto operavano enormi tagli sulla spesa sociale.
Le banche al giorno d’oggi, godono di fortissimi privilegi come nessun’altro operatore economico e non.
Infatti, mentre è abbastanza difficile che un’azienda in bancarotta, specie se media o piccola, possa venir salvata dal governo, per le banche la situazione è diversa e ciò succede in barba agli stessi principi che dovrebbero regolare il mercato, secondo i quali lo stato non dovrebbe intervenire in casi di bancarotte nè tantomeno finanziare con soldi pubblici un’ente privato di grande dimensioni come sono le banche o le grandi imprese nazionali e sovranazionali.

L’Aristocrazia finanziaria:
Molti opinionisti per indicare il potere bancario sull’economia parlano di una vera e propria “oligarchia finanziaria”.
Già Karl Marx nel 1848 aveva definito i grandi banchieri come i “re della borsa” e ” aristocrazia finanziaria“, e inoltre aveva scritto che essi consolidavano il loro potere tramite l’arma del  debito pubblico.
Scrisse Marx: “Qual è la causa del fatto che il patrimonio dello stato cade nelle mani dell’alta finanza? È l’indebitamento continuamente crescente dello stato. E quale è la causa dell’indebitamento dello stato? È la permanente eccedenza delle sue spese sulle sue entrate, sproporzione che è nello stesso tempo la causa e l’ef­fetto del sistema dei prestiti di stato. L’indebitamento dello stato è, al contra­rio, l’interesse diretto dell’aristocrazia finanziaria quando governa e legifera per mezzo delle Camere; il disavanzo dello stato è infatti il vero e proprio og­getto della sua speculazione e la fonte principale del suo arricchimento. Ogni anno un nuovo disavanzo. Dopo quattro o cinque anni un nuovo prestito offre all’aristocrazia finanziaria una nuova occasione di truffare lo stato che, man­tenuto artificialmente sull’orlo della bancarotta, è costretto a contrattare coi banchieri alle condizioni più sfavorevoli“.
Senza dubbio si può parlare di un vero e proprio strapotere da parte di questi “signori del denaro”.
Essi sono diventati una nuova aristocrazia, fondata sul possesso e la creazione della moneta, e come è noto nell’odierna società il denaro è sinonimo di potere, influenza e dominio.
Le dinastie dell’aristocrazia finanziaria più note storicamente sono quelle dei Lazard, dei  Morgan , dei  Warburg, dei Baring e dei  Rothschild, questi ultimi sicuramente i più conosciuti e a quanto pare i più potenti.

Gli intrecci tra politica e alta finanza:
Oggi come non mai, la politica dipende fortemente dal grande potere economico e finanziario privato, in primis dalle banche e dalle grandi imprese sovranazionali.
Difatti gli interessi maggiormente tutelati sono sempre di più quelli dei grandi banchieri e/o industriali piuttosto dei cittadini, troppo spesso abbandonati da coloro che li dovrebbero rappresentare.
La questione dei salvataggi alle banche di cui ho già parlato, è in questo senso emblematica.
Ultimamente già Francesco Cossiga, nel libro ” Fotti il Potere“, aveva  scritto :
“I politici sono ormai marionette nelle mani dei banchieri e sul fiume di denaro “corrotto” navigano le carriere e le fortune personali di molti di loro”.
Queste parole rimandano a una celebre frase di Ezra Pound che diceva:
i politici sono i camerieri dei banchieri“.
Inoltre  Thomas Jefferson  nel lontano 1776 disse: “Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti. Se il popolo americano permetterà mai alle banche private di controllare l’emissione del denaro, dapprima attraverso l’inflazione e poi con la deflazione, le banche e le compagnie che nasceranno intorno alle banche priveranno il popolo dei suoi beni finché i loro figli si ritroveranno senza neanche una casa sul continente che i loro padri hanno conquistato“.

Il sistema monetario dominante:
Essenzialmente il sistema monetario attuale è fondato sulla schiavitù del debito, necessaria per perpetuare la dipendenza degli individui dalle strutture di potere, in questo caso finanziario.
Per molti opinionisti questo sistema in realtà non è altro che una sorta di gigantesca truffa, la quale “incatena” gli individui costringendoli a diventare “schiavi del denaro” e alla mercé di chi detiene il potere.
L’economista Maurice Allais, già Premio Nobel per l’economia nel 1988, disse: “L’attuale creazione di denaro dal nulla operata dal sistema bancario è identica alla creazione di moneta da parte di falsari. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto“.
Ci sono tante ipotesi e interpretazioni su come funziona il sistema monetario da parte dei critici di esso, e sembra che l’unica certezza sia che questo sistema è totalmente marcio e vada cambiato al più presto.

Kennedy e Lincoln contro il sistema monetario dominante:
Johnn Fitzgerald Kennedy sfidò apertamente lo status quo imposto dal sistema monetario dominante, firmando l’  ordine esecutivo 11110, con il quale impediva alla  Federal Reserve (la banca centrale statunitense che è legata con le più influenti banche private statunitensi e non) di prestare soldi con interessi al governo federale, facendo in modo che la moneta venisse stampata direttamente dal Tesoro senza delegare alla Fed.
Un procedimento simile fu adottato da Abrahm Lincoln, che inoltre fece stampare della banconote prive di interessi bancari e considerate non generatrici di debito pubblico, le  greenbacks.
Entrambi questi due presidenti vennero assassinati, e alcune teorie ipotizzano che tra i motivi alla base del loro omicidio, ci fosse anche la loro opposizione al sistema monetario dominante e allo strapotere bancario.

Conclusione:
Il sistema monetario e finanziario attuale è fondato su enormi privilegi concessi ai suoi architetti, che svolgono la funzione di una moderna casta di sacerdoti del culto del dio Denaro, a quanto pare la religione più diffusa in Occidente e nel mondo.
Questo sistema è del tutto obsoleto e totalmente disfunzionale ai fini di una società che si basi sul benessere, il rispetto e la pace, come si può e si dovrebbe costruire.
Difatti il sistema monetario e finanziario moderno porta alla dipendenza, induce malessere ed è a partire dalla sua base completamente “tossico”.
Un sistema basato sulla truffa legalizzata non porterà mai a niente di buono, ed urge al più presto un serio cambiamento e un nuovo paradigma anche a livello economico.
In parallelo alla dominante economia e finanza ufficiale, son sorte delle interessanti alternative che mirano a rivoluzionare il concetto stesso di economia: si va dalla  finanza etica e sostenibile alle banche del tempo, sino all’uso delle monete complementari.
Le alternative ci sono, ora è venuto il momento di utilizzarle e di abbandonare gradualmente il vecchio sistema economico/finanziario per la creazione di un’altra economia, libera, etica, consapevole e responsabile che metta al centro prima di tutto l’essere umano e non il facile profitto, il potere e la logica di dominio come avviene nell’economia e finanza attuale.

Fonte

USA: si rinnova l’interesse per l’ Africa

imagesUSA – A metà marzo 2014 il presidente Obama ha dato ordini per rinforzare l’espansione della presenza militare statunitense in Uganda. I 100 soldati di un’unità speciale sarebbero stati raggiunti da altri 150. Per la prima volta, verrà inviato anche un massiccio contingente di aerei militari. Le truppe sarebbero state utilizzate per aiutare il governo dell’Uganda a rintracciare il ribelle Joseph Kony, capo dell’Esercito di Resistenza del Signore (LRA), accusato di crimini di guerra, stupro, violazione dei diritti umani. I soldati indosseranno la divisa e l’armamentario necessario, ma potranno combattere solo in caso di autodifesa.
La rivista online “Mother Jones” vede un aumento generale delle operazioni militari americane in Africa. “Ci sono 546 esempi di attività militari registrate solo nel 2013″, queste le parole del generale David Rodriguez, comandante del Comando d’Africa degli Stati Uniti (AFRICOM), che ha sede nella città tedesca di Stoccarda.
Rudy deLeon, del Centro americano di Washington per il Progresso, conferma che l’attività degli Stati Uniti in Africa è stata intensificata. “Stiamo assistendo a uno sforzo maggiormente aggressivo per rafforzare le capacità di collaborazione.” Lo scopo di questo è quello di “aiutare le forze armate locali a costruire la loro capacità di autodifesa, il rispetto per le istituzioni democratiche e il rispetto dello stato di diritto.”
Secondo il Los Angeles Times, più di 5.000 soldati americani sono attualmente dispiegati in 38 stati africani, tra cui Somalia, Libia e la Repubblica Democratica del Congo. Non c’è dubbio che l’Africa stia attirando maggiore interesse per la politica degli Stati Uniti. Per lungo tempo il continente è stato visto solo come una fonte di conflitti armati, disastri e carestie.
La classe politica ricorda il genocidio del 1994 in Ruanda, ma l’ex presidente Bill Clinton ha descritto la sua incapacità di agire come il suo più grande errore. “Sia l’amministrazione che gli esperti hanno compreso, solo ora, il valore strategico del continente africano.” Queste le parole di Jennifer Cooke, del Centro di Studi Strategici e Internazionali (CSIS), un gruppo di analisti esperti con sede a Washington.
Tra i fattori che hanno portato al ripensamento ci sono, soprattutto, i problemi di sicurezza.500_11_CinaVsUsa_Africa Cooke afferma che l’Africa “è uno degli ambienti più promettenti per i gruppi estremisti e per le reti criminali transnazionali che sono sempre spinti da altre aree del mondo: l’Africa, per loro, diventa un ottimo rifugio.” Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Mali, Sudan, Libia e Nigeria: l’elenco dei paesi africani in crisi è lunga. In alcuni, come il Mali, i francesi sono attivi militarmente.
Vi è anche la NATO, che conduce le operazioni militari in Libia. L’ Unità dell’Unione Africana (UA) sta aiutando a mantenere almeno un minimo di legge e ordine nel paese. Un esempio, fra tutti, è la Somalia. L’uso di piccole unità americane, che operano dietro le quinte, è intenzionale, proprio per evitare qualsiasi manifestazione di un ennesimo sentimento anti-americano.
E’ anche una conseguenza di piccolo budget che ha a disposizione l’ AFRICOM, che Jennifer Cooke descrive come “noccioline”, rispetto all’importo destinato alle operazioni statunitensi in Afghanistan o nel Pacifico. Cooke mette in guardia, affermando che non si devono sopravvalutare i cambiamenti, della politica degli Stati Uniti, nei confronti dell’Africa. “E’ un cambiamento, ma non è propriamente una svolta. L’ Africa attualmente non sale al livello della maggior parte delle altre regioni del mondo, in termini di un nostro diretto interesse.” download (1)Si può, ovviamente, discutere il successo della strategia americana. “E’ ancora in una fase molto precoce. L’interesse della Cina nel petrolio nel Sud Sudan è stata una sorpresa per molti.
L’espansione dinamica, della presenza della Cina in Africa, rappresenta una sfida per gli Stati Uniti, principalmente nel settore economico. Come in altre parti del mondo, i cinesi hanno massicciamente ampliato la loro attività economica in Africa. Come gli americani e gli europei, hanno un grande interesse per le risorse naturali del continente. Negli ultimi cinque anni il volume degli scambi commerciali tra Cina e Africa è raddoppiato da 100 a 200 miliardi di dollari.
La costruzione di infrastrutture è una grande cosa che le aziende cinesi stanno portando avanti in Africa. I cinesi stanno in realtà ricostruendo l’Africa, con strade, ponti, ferrovie, aeroporti. Il modello cinese vuole portare, in Africa, i propri lavoratori dalla Cina.” Queste le parole di Rudy deLeon. Quando si tratta di garantire un ritorno sugli investimenti in Africa, la Cina ha la reputazione di non prestare troppa attenzione ai diritti umani, e anche di sostenere apertamente “regimi dittatoriali”, dice deLeon. Nel lungo periodo la strategia degli Stati Uniti però crollerà: “L’idea dietro AFRICOM, non si concentra tanto sull’ investimento di per sè americano o europeo, ma più sulla costruzione di un governo sano, in ogni singola nazione, per controllare, a conti fatti, le loro risorse e il loro destino.”

Anthea Favoriti

Classifica Digital Download 19/04/2014

downloadAnche per questo Sabato ore festivo ci ritroviamo qui a scalare la classifica dei digital download, be che dire partiamo subito….

10) In decima posizione questa settimana troviamo una nuova entrata, Cris Cab con la sua Liar Liar. questo pezzo realizzato con Pharrell Williams è stato un anticipazione del nuovo album WHERE I BELONG.

09) Stabili in nona posizione troviamo i Coldplay con la loro Magic, ormai è la terza settimana che sono fermi qui.

08) In ottava posizione con un grande balzo (la settimana scorsa erano in 16esima posizione) troviamo gli Imagine Dragons con la loro Demons

07) In lieve discesa rispetto la scorsa settimana, in settimana posizione troviamo Milky Chance e la sua Stolen Dance, sempre molto apprezzata dal pubblico radiofonico.

06) Con una grandissima discesa negativa in sesta posizione con ben 3 posizioni in meno questa settimana troviamo i Klingande con la loro Jubel.

05) Finalmente siamo arrivati a metà classifica, dove troviamo la collaborazione tra Katy Perry e Juicy.J con la loro Dark Horse. Questo disco è ancora nel pieno del suo successo, pensate che ha fatto un balzo positivo di tre posizioni rispetto alla settimana scorsa.

04) Ad un passo dal nostro podio in quarta posizione questa settimana troviamo Cesare Cremonini e la sua Logico. Questo disco sta avendo moltissimo successo anche grazie allo spot di cui è colona sonora.

03) Eccoci arrivati al terzo e più basso gradino del podio dove troviamo Faul & Wad Ad vs. Pnauimages che dalla quinta posizione passano direttamente al podio il titolo del loro disco è Changes.

02) La seconda posizione rimane invariata infatti per la terza settimana consecutiva troviamo CLEAN BANDIT FEAT. JESS GLYNNE e la loro RATHER BE.

01) E per la quarta settimana consecutiva in prima posizione troviamo PHARRELL WILLIAMS con la sua Happy, ormai questo disco è aggrappato alla prima posizione da tempo e non intende calare!

Anche per questo Sabato vi ho raccontato i brani più apprezzati nel nostro paese ci ritroviamo settimana prossima sempre qui su Pandorando!!

Giovanni Dellepiane

Recensione Ryse son of Rome

Rysesonofrome1.1

Titolo: Rise son of Rome
Data di uscita: 22 novembre 2013
Genere: Action
Piattaforme: Xbox ONE
Team di sviluppo: Critek
Modalità: Single player multiplayer
Distribuito: Microsoft Games Studios

 

 

Il Trailer

Marius

Ryse è stato probabilmente il gioco più atteso per l’avvio di questa nuova generazione videoludica che finalmente è arrivata nelle nostre case.
Il titolo ci si apre subito con uno scontro tra romani e barbari, dove il nostro compito è quello di portare in salvo Nerone, famoso imperatore di Roma, dopo questa breve introduzione sotto forma di tutorial, inizierà un lungo flashback sotto forma di racconto da parte del protagonista Marius, che racconterà la propria storia all’imperatore, narrando delle proprie gesta che l’hanno portato ad arrivare fino a quel punto.
Rysesonofrome1.2La trama in Ryse è banale e ritrita, con un uomo distrutto dall’uccisione dei propri cari che cerca vendetta verso un sistema politico corrotto e perverso, una tirannia composta da imperatori che comandano l’impero romano ormai in rovina come degli dei, offrendo a tutti coloro che non sono dalla loro parte solo morte e dolore.
Durante l’avventura di Ryse Marius si avventrerà in diverse amenità e perversioni rappresentate in modo crudo ed in certi casi sbattute in faccia al giocatore tentando di impressionarlo.
Il gioco infatti è molto violento, con fiumi di sangue che coloreranno di rosso il nostro Tv.

Spada, scudo, lancia, balestra e di nuovo spada, scudo….

Come potete notare dal titolo ora vi parlerò del gameplay di Ryse Son Of Rome.
Partiamo subito dal pretesto che fin dalla prima presentazione all’E3 a tutti noi redattori Ryse aveva stupito dal punto di vista grafico, ma ci aveva lasciato poche speranze sul fronte del combat system.
Tutte queste paure si sono avverate, infatti Ryse è estremamente ripetitivo per tutto il corso dell’avventura non farete altro che combattere contro nemici diversi utilizzando attacchi leggeri, pesanti, schivate e parate sulla falsa riga di Batman, ma con una ripetitività disarmante.
Rysesonofrome1.3Credetemi dopo 10 minuti di gioco avrete già visto tutto il gameplay di Ryse, avrete a disposizione una spada, uno scudo ed una lancia, ed in alcuni casi delle balestre.
Il gameplay si diversifica solo in rari frangenti in cui dovremo impartire comandi vocali tramite il controller di movimento che li riconoscera a meraviglia oppure avanzare insieme a dei battaglioni di soldati.
A fine livello ci sono dei boss da battere, alcuni verso la fine ben fatti, ma altro punto dolente è che pur impostato a difficoltà massima morirete veramente poche volte.
La longevità è insufficiente infatti completerete Ryse in poco meno di 7 ore.
Sono presenti anche punti di abilità da spendere per potenziarci o per sbloccare nuove finishing move, quest’ultime sono il cuore dell’avventura, sono delle esecuzioni che verranno attivate grazie a degli indicatori che appariranno sulla testa degli avversari e che si dividono in due categorie, ambientali e finali.
Ambientali come dice il nome utilizzeremo l’ambiente per uccidere i nostri malcapitati, mentre finali si attivano quando l’avversario avrà esaurito l’energia.
Vengono portate a termine grazie a dei QTE e una volta concluse con successo ci fornirazzo uno dei quattro bonus impostati tramite freccie direzionali che sono salute, esperienza, danni migliorati temporaneamente durante le combo e la furia quest’ultima ci renderà invulnerabili e gli avversari per un certo lasso di tempo dovranno starsene inermi aspettando che noi gli uccidiamo.
L’IA è rasente allo zero, non faranno altro che eseguire mosse scriptate e circondarci.
Insomma il gameplay di Ryse in un eventuale seguito è da rivedere.
E’ presente anche una modalità multigiocatore che non è altro che una soppravvivenza a turni all’interno del colosseo in cooperativa con altri gladiatori online.

Rysesonofrome1.4Next-Gen!

Graficamente Ryse è il miglior gioco presente attualmente su console e non solo con delle animazioni facciali strepitose, una dose esagerata di effetti particellari, una vegetazione curata nei minimi particolari e delle ottime animazioni durante i combattimenti oltre che un frame-rate stabile.
Unici nei sono diverse compenetrazioni particellari, ma veramente è per trovare l’ago nel pagliaio in un comparto tecnico maestoso che farà slogare più di una mascella.
Il comparto sonoro è più che discreto con musiche di sottofondo epiche ed un doppiaggio sufficiente con qualche voce non all’altezza del doppiaggio originale.
Ottimo anche il campionamento dei suoni ambientali e delle armi che penetrano la carne dei soldati.

Conclusioni

Quindi consiglieresti di giocare Ryse?
La risposta è sì, pur avendo evidenti problemi sotto il punta di vista del gameplay io sono rimasto soddisfatto oltre che dal punto di vista grafico dalla storia che pur essendo banalotta e stereotipata vi intrigherà anche se purtroppo solo per poche ore.
Il comparto grafico mi ha lasciato sbalordito nel vero senso della parola peccato solo per un combat system deficitario sutto tutti gli aspetti complice uno sviluppo travagliato.
Insomma tanto potenziale sprecato.

Gaming & Oc

TTIP, globalizzazione e neoliberismo

TTIP1.1I media generalisti non parlano per niente del TTIP, il trattato transatlantico tra Europa e USA che riduce le norme e le regole del commercio a favore delle multinazionali e delle corporations.
Secondo Monia Benini con il “TTIP, l’Europa ha sottratto la sovranità ai paesi membri e sta negoziando un accordo letale per le nostre imprese, per l’occupazione, per la salute e l’ambiente. E il tutto per ingrassare il ventre delle multinazionali”.
Il TTIP si propone di aumentare i flussi commerciali tra Europa e Stati Uniti riducendo le regole e norme che per ora “frenano” le multinazionali.
Precisando si mira alla riduzione dei dazi e delle norme che limitano il commercio dei beni.
Il TTIP spingerà ancora più in avanti il processo di globalizzazione che come molti sanno è una delle cause dell’odierna crisi, la più grave dal dopoguerra.
Il TTIP aprendo “praterie” ancora più vaste al processo di globalizzazione: farà “tabula rasa” delle produzioni locali e regionali. Un “mostro” che sta andando avanti e che porterà a compimento il processo di globalizzazione.
Questo accordo tra Europa e Stati Uniti serve ad ottenere il massimo livello di liberalizzazioni e di flussi commerciali con l’intento di aprire il mondo ad una nuova stagione di neoliberismo sfrenato, dopo quello degli ultimi decenni che ci ha portato insieme alla finanziarizzazione dell’economia al disastro di una crisi orripilante sotto certi aspetti.
I negoziati si occupano anche di appalti pubblici, regole per l’agricoltura, norme legali per disciplinare i rapporti tra lo stato e le aziende.
Sono in gioco le regole e le limitazioni sull’ambiente, sulla sicurezza riguardo alla vendita degli alimenti e tanto altro ancora.
Naturalmente i media italiani tacciono sull’argomento e su pochi siti di controinformazione se ne parla: si sa in’Italia adesso siamo presi dalla “sbornia” della campagna elettorale e notizie come il TTIP non rientrano nel mainstream mediatico.
Questo come altri è un chiaro caso di “silenzio” mediatico, una tecnica di manipolazione mediatica che rientra nella complessiva strategia di distrazione di massa, massa impegnata nel tam tam quotidiano di notizie offerto dai media, dalla ultima esclusione dalla casa del Grande Fratello, dalle notizie di gossip o da quant’altro.

Fonte

I tanti assenti della conferenza stampa di Renzi

assenticonferenzastamparenzi1.1Ci sono tanti assenti nella conferenza di stampa di Renzi. Sono stati dati i famosi 80 euro a coloro che pagano l’IRPEF al di sotto degli 80 euro, 80 euro che verranno ridimensionati da altre tasse come quella sulla casa. E i pensionati? E gli incapienti? E le partite IVA?
Un altro assente nella conferenza stampa di Renzi è la lotta all’evasione fiscale: il coraggio mostrato per altre cose è assente nella lotta all’evasione fiscale, uno dei mali endemici del nostro paese.
Mentre il paese è impegnato dalla sbornia della campagna elettorale non si parla minimamente del TTIP, il trattato transatlantico tra Europa e USA che mira ad abbattere regole e norme per dare pieno potere alle multinazionali.
Non si è parlato nella conferenza di Renzi del rapporto con l’Europa, del Fiscal Compact, del patto di stabilità, cose che nei prossimi anni condizioneranno il futuro del nostro paese e di altri paesi del sud Europa.
Non si è parlato di mettere in discussione l’euro attuale e le misure di austerità e rigore che tanto danno stanno portando a tanti cittadini europei.
Non si è parlato del 416 ter con le sue riduzioni delle pene e del fatto che non colpisca duramente il voto di scambio politico mafioso e del fatto che non tocchi minimamente il rapporto tra politico ed elettore, rapporto che è alla base di mali come il nepotismo, il clientelismo, i favoritismi, il familismo, le segnalazioni, le raccomandazioni etc.
L’ennesima conferenza stampa pirotecnica d Renzi è scenografata ottimamente in funzione di una campagna elettorale degli annunci, dei slogan, della concretezza, del fare, della velocità supersonica.
Intanto il taglio dell’IRAP per le aziende è irrisorio e la crescita economica futura non sarà sicuramente “spettacolare”.
Non si colpiscono i veri mali del nostro paese, non si ha abbastanza coraggio a quanto pare!
E così mentre Renzi va avanti come un rullo compressore mediatico il nostro paese è sempre “impantanato” nei soliti problemi e quella che viene presentata come una rivoluzione in realtà è solo “uno specchietto per le allodole”.

Fonte

Giappone: il ritiro del nucleare è impensabile

download (2)Il governo conservatore del Giappone ha tratto conclusioni diverse, dal disastro di Fukushima, rispetto a quelle del governo tedesco, che ha scelto di eliminare gradualmente l’energia nucleare.
Il nuovo piano energetico, ha approvato venerdì scorso, dal Partito Liberal Democratico di Shinzo Abe (LDP), definisce l’energia nucleare, come la risorsa più importante di energia di tutto il paese.
Ciò si contrappone rispetto alla decisione del precedente Partito Democratico del governo giapponese di Yoshihuiko Noda, di eliminare gradualmente il programma di energia nucleare entro il 2040. “Il nuovo piano energetico rende possibile una struttura energetica realistica ed equilibrata” ha detto il Ministro dell’Industria Toshimitsu Motegi, a Tokyo.
Ma le centrali nucleari dovranno soddisfare requisiti di sicurezza più rigorosi. Il governo vuole consentire il funzionamento degli impianti, classificati come sicuri, dalla riformata Vigilanza Nucleare. I primi due reattori potrebbero ottenere l’approvazione prima dell’estate.
La maggioranza dei giapponesi però si oppone al nucleare, secondo i sondaggi. Ma questo non ha avuto alcun effetto sulle elezioni, dopo il disastro di Fukushima. Il nuovo piano energetico del governo soddisfa il desiderio dell’economia di utilizzare l’energia nucleare come fonte di energia affidabile.
La nuova politica permette anche la costruzione di nuovi reattori nucleari. Il governo determinerà la quantità necessaria di energia nucleare. Ma gli analisti dubitano che sia possibile ottenere di più attraverso la costruzione di nuovi reattori. Dovrebbero infatti costruirli in quei luoghi dove già esistono centrali nucleari. download (3)
Il mercato dell’energia sarà da liberalizzare entro la fine del decennio.
Dalla scorsa estate, i fornitori di energia elettrica hanno chiesto all’Autorità di Vigilanza Nucleare il permesso di riavviare solo 17 su 48 reattori. Sugli altri 14 reattori ci sono forti polemiche politiche.
Vi è un diffuso rifiuto pubblico: nessuno desidera riavviare Fukushima 2 e nemmeno il complesso nucleare di Hamaoka, con tre reattori, situato in zona sismica, densamente popolata.
I restanti 17 reattori non verranno mai più fatti ripartire, a causa dell’età delle apparecchiature.
Il governo si rifiuta di dire quale mix di fonti energetiche desidererà sfruttare. Questo verrà deciso nei prossimi due o tre anni. Gli analisti dubitano che l’energia nucleare arrivi al 10% del consumo nazionale. Il nucleare, di conseguenza, non può essere definito come la “maggiore” fonte di energia del paese.
Il Giappone dovrà continuare a importare combustibili fossili costosi, che rappresentano l’80% della produzione di energia. Ma il governo desidera rielaborare il progetto riguardante l’utilizzo dell’uranio e del plutonio, come combustibili.
Il reattore sperimentale di Monju sarà abbandonato, ma sarà sviluppato un impianto, in un reattore di ricerca, per ridurre i rifiuti nucleari.
L’ impianto di rielaborazione di Rokkasho inizierà a operare in autunno, dopo molti ritardi. In origine era il fulcro di un ciclo chiuso per il plutonio e l’uranio che avrebbe reso il Giappone autosufficiente entro il 2100. Ma la rielaborazione del plutonio e dell’uranio non ha senso senza un reattore veloce.
Questa politica non è ragionevole perché non va oltre la rielaborazione” ha detto Taro Kono, portavoce del Movimento Antinucleare del Partito Democratico.
Il Giappone, nel frattempo, ha ancora a che fare con più di 300 tonnellate di acqua radioattiva.
Il primo ministro Abe mostra poca interesse nel settore delle energie rinnovabili. Il partner di coalizione di Abe, il partito buddista New Komeito, ha chiesto al governo quali sono gli obiettivi del paese per quanto riguarda le fonti energetiche “verdi”. images (1)New Komeito ha promesso, nella sua campagna elettorale, che la quota di energia elettrica delle energie rinnovabili sarà del 30% nel 2030, senza energia idroelettrica e il 35% con.
Allo stato attuale, il piano energetico afferma solo che la quota di elettricità verde andrà oltre gli obiettivi precedentemente annunciati. Il piano precedente sarebbe, in fase di crescita, del 20% entro il 2030. Sarebbe un raddoppio modesto nel corso di un decennio e mezzo.
Attualmente l’1.6% di energia proviene dai sistemi eolico, solare e biomasse, con l’8,4% di energia idroelettrica.

Anthea Favoriti

Per una Pasqua consapevole e senza agnello

pasquaconsapevolesenzaagnelloAnche quest’anno migliaia di agnelli  sono stati macellati senza pietà in attesa della Pasqua.
L’associazione “Animal Equality” ha realizzato recentemente un  documentario in cui vengono mostrate le tremende condizioni di tortura e sofferenza a cui sono sottoposti questi animali.
Secondo la credenza, il sacrificio dell’ agnello (simbolo di Gesù) servirebbe per redimere gli esseri umani dai loro peccati. Ma questa credenza non ha nessun serio fondamento, perlomeno non nel cristianesimo.
Difatti il sacrificio dell’agnello è parte della festa ebraica Pesach, e da lì è stato ripreso dalla Chiesa Cattolica.
I sacrifici animali erano pratica comune nel periodo sopratutto per i seguaci delle religioni pagane e delle tradizioni popolari, e quindi la Chiesa Cattolica per garantire maggior consenso ha ripreso certe tradizioni facendole proprie.
Ma non v’è traccia di giustificazione di tutto questo nel cristianesimo.
Anzi, molti esponenti del primo cristianesimo erano strenuamente vegetariani, in un periodo in cui esserlo era veramente impopolare.
Già Sant’Agostino, nella sua opera “Sulla Morale della Chiesa Cattolica” fece notare che “innumerevoli sono i cristiani che si astengono sia dalla carne sia dal vino” .
San Girolamo disse:
Fino al diluvio non si conosceva il piacere dei pasti a base di carne ma dopo questo evento ci è stata riempita la bocca di fibre e di secrezioni maleodoranti della carne degli animali […]. Gesù Cristo, che venne quando fu compiuto il tempo, ha collegato la fine con l’inizio. Pertanto ora non ci è più consentito di mangiare la carne degli animali”.
Un brano delle “Omelie Clementine” attribuito a San Pietro  afferma “Mangiare carne è innaturale quanto la pagana adorazione dei demoni. Io vivo di pane e olive, ai quali aggiungo solo di rado qualche verdura”.
Alcuni tra i primi ordini religiosi come i  Certosini e i Frati Minimi  predicavano la totale astinenza da tutti i cibi di grasso, compreso il pesce.
Inoltre secondo gli insegnamenti cristiani qualunque sacrificio animale è proibito, compreso quello dell’agnello.
Il sacrificio dell’agnello ha origine dall’Antico Testamento e simboleggia la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana.
Gesù Cristo venne ucciso proprio il giorno precedente la Pasqua ebraica, dove per tradizione viene immolato l’agnello, e da lì la ripresa di questa pratica che però effettivamente nel cristianesimo non ha nessuna base.
Secondo il Nuovo Testamento l’agnello simboleggia Gesù Cristo, che per chi crede si è già sacrificato una volta per l’umanità, e che non avrebbe bisogno di ulteriori sacrifici tanto meno in suo nome, ma solo che il suo messaggio sia ascoltato.
Per chi crede e non, una vera Pasqua cristiana e consapevole dovrebbe essere celebrata senza spargimento alcuno di sangue.

Fonte

Recensione GTA V

Gtav1.1

Titolo: GTA V
Data di uscita: 17 Settembre 2013
Genere: Azione-Free Roaming
Piattaforme:  PC, PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One
Team di sviluppo: Rockstar North
Modalità: singleplayer
Distribuito: Rockstar Games

Il Trailer

Grand Theft Auto

Grand Theft Auto (abbreviato GTA) è forse uno dei titoli che ha riscosso più successo a partire dalla passata generazione di console raggiungendo il boom con GTA Vice City e GTA San Andreas.
In questa current-gen (oramai old) non ha proprio brillato sfornando GTA IV e GTA EPISODES FROM LIBERTY CITY entrambi titoli buoni, ma decisamente sotto le nostre aspettative.
Rockstar aveva in cantiere da più di 3 anni un nuovo capitolo della saga e dopo slittamenti delle uscite e promesse di miglior capitolo della saga l’abbiamo finalmente potuto giocare.
GTA V è stato lanciato sul mercato per le piattaforme current-gen che ormai come potenza credevamo avessero offerto il massimo, ma ci siamo sbagliati.

Una ventata d’ aria fresca

Partiamo dicendo che il gameplay non ha subito significativi cambiamenti rispetto al passato sul lato di esplorazione e stile delle missioni, ma la novità più interessante è l’aggiunta di tre personaggi giocabili.
Infatti tutta la nostra avventura sarà basata sulla storia di Trevor e Michael che senza spoilerarvi troppo, dopo un passato fatto di rapine e menzogne si “riuniscono” inaspettatamente a Vinewood la città dei Vip, sogni e desideri.
Gtav1.2Un terzo personaggio Franklyn facente parte di una Gangband da pochi soldi incontra i due suddetti individui.
Da qui inizia l’intricata storia di GTA V, costellata dallo scambio continuo tra i tre personaggi tramite la semplice pressione delle frecce direzionali, ognuno di essi ha una propria vita privata e potremmo cambiando personaggio vedere cosa stà facendo in questo momento.
Ognuno di essi ha un abilità speciale propria che non vi elencherò per non svelarvele.
Parlando di Vinewood è immensa, per viaggiare da una parte all’altra della città ci si impiegano quasi 15 minuti a velocità standard, Vinewood è viva, ci sono molte persone che camminano per le strade un pò meno in auto, diversi animali selvatici e persino il cielo è costantemente riempito da aerei e elicotteri insomma la sensazione che ci regala questo titolo è ottima.
I due grilletti sono come al solito dedicati alla mira e al fuoco delle armi, mente L1(LB) ci aprirà un nuovo menù circolare in cui selezionare la nostra arma.
Il modello di guida non è dei migliori ed è persino peggiorato rispetto al quarto capitolo, diventando toppo “scattoso” e semplificato all’osso anche se la sensazione di velocità è ottima così come i modelli delle auto.
Le missioni come al solito sono attivabili raggiungendo un determinato luogo indicato sulla mappa con una lettere colorata di un colore in base al personaggio con cui è possibile attivare questa missione.

Gtav1.3Tanta carne al fuoco

A Vinewood non ci si stanca mai, dato che oltre alla non lunghissima campagna principale, ci saranno decine di missioni secondarie per ogni personaggio, eventi casuali, massacri di persone no-sense, lanci coi paracaduti, gare clandestine, sport e passatempi, erotismo, vita notturna ecc….
Insomma GTA V vi terrà occupati per una 50ina di ore senza problemi e se vorrete completarlo come il sottoscritto al 100 % supererete le 75 ore di gioco.
La mappa come già ho detto prima è enorme, così enorme da risultare disarmante, per esplorare ogni angolo diventerete vecchi ed è dettagliata come poche ne abbiamo viste in ogni minimo particolare.
Si passa dalla città alla campagna, dalla neve ai canyon fino ad arrivare ai fondali marini.
Ci sono anche decine su decine di veicoli da guidare compresi sommergibili e biciclette.
Non mancano aerei, dirigibili, quad e paracaduti.
I personaggi sono personalizzabili con tagli di capelli personalizzati, abiti e completi di diverse tipologie e tatuaggi.
E’ ancora presente la rete internet interna al gioco tramite cui ora è possibile acquistare macchine e armi, giocare in borsa, organizzare incontri amorosi ecc…
E’ presente anche il cellulare anche se a quest’ultimo è dedicato un ruolo secondario.
Quello che un pò lascia dei dubbi è la mancanza di interni persino di luoghi come ospedali e il famoso burger shot.
Gtav1.4Ora la salute si autorigenerà per metà semplificando leggermente il titolo.
Sono state inserite anche diverse abiità per ogni persoaggio giocabile che si plasmano a seconda del nostro stile di gioco.
I soldi ora sono nettamente aumentati rispetto ai vecchi capitoli diventando quasi di poca importanza raggiungendo cifre a 6 zeri dopo poco ore di gioco.
E’ possibile personalizzare le auto disponibili in modo approfondindo quasi ai livelli di un Midnight Club e con molte somiglianze con quest’ultimo.

All’alba della next-gen

Il comparto grafico di GTA V è eccezionale con effetti di luce e particellari ottimi, pochi caricamenti, un frame-rate incollato ai 30 frame per secondo e modelli poligonali eccezionali.
Sono bellissime anche le espressioni facciali quasi fotorealistiche e da mettere la pelle d’oca così come le animazioni migliorate moltissimo così come le collisioni.
Non manca qualche compenetrazione poligonale e un ragdoll in alcuni casi esagerato, ma questo per trovare il pelo nell’uovo.
Dove GTA V mostra i suoi limiti sono i fastidiosi Pop-in, ritardi di caricamento delle texture e qualche texture non proprio al posto giusto, ma ripetendomi in generale il comparto grafico è maestoso grazie anche a delle palette cromatiche molto calde ed effetti come riflessi sulle superfici, ombre dinamiche e condizioni ambientali.
I danni sulle vetture sono buoni e non mi posso spingere oltre.
Il comparto audio è sempre al top, con un doppiaggio in slang americano difficile da comprendere senza sottotitoli ma esaltante e delle canzoni azzeccate e sempre inerenti al contesto.
Gtav1.5Non mancano le stazioni radio come “Radio Los Santos” e diversi easter egg.
Non ci sono particolari bug da segnalare.

Conclusioni

GTA V è senza ombra di dubbio l’esempio di come questa generazione abbia offerto veramente tutto spingendosi come si è potuto vedere oltre il limite hardware delle attuali consolle.
E’ probabilmente uno dei migliori capitoli della saga consigliato a tutti i fan della serie e non, fatto di personaggi carismatici ed una storia articolata ed emozionante seppur un pò troppo breve.
E’ dotato di un comparto grafico strepitoso che viene solo in parte macchiato da una mancanza generale di interni ed un modello di guida non al top.

Gaming & Oc

Lo spread tra politica e cittadini italiani

Lospreadpoliticacittadini1.1É sempre più evidente lo spread tra la politica italiana e i cittadini. Lo è ormai da tempo. Una politica che è lontana anni luce dal mondo reale, una politica lontana dall’economia reale. Tre governi decisi nelle stanze dei palazzi del potere, un presidente della repubblica eletto per la seconda volta, evento mai verificatosi nella storia della repubblica italiana. Una futura legge elettorale che come il porcellum non lascia scegliere agli elettori i suoi candidati. Lo spread tra la politica tutta e i cittadini italiani si misura nelle proteste di piazza in cui viene fuori la rabbia, l’indignazione, il malcontento di tanti italiani: disoccupati, esodati, cassintegrati, scoraggiati etc.
Spread tra politica e cittadini causato anche dal deficit di democrazia a cui da tempo il nostro paese è sottoposto, deficit di democrazia che ci avvicina alla condizione di postdemocrazia già presente in tanti altri paesi dell’Occidente.
Spread tra politica e cittadini che risulta molto chiaro e nitido nei talk-show politici che spettacolarizzano i drammi umani e sociali.
Spread tra la politica e i cittadini causato dalle riforme impopolari dettate e volute dall’Europa, riforme di austerity e rigore condannate da tanti premi Nobel.
Il costo della crisi economica più grave dal dopoguerra invece di essere pagato dalle banche e dai poteri forti che l’hanno causata viene pagato da cittadini incolpevoli.
Una politica che “prende gli ordini” dall’economia e favorisce il processo di globalizzazione e il neoliberismo che sono entrambi cause della crisi economica.
E poi ancora fenomeni di trasformismo che non mancano mai rispettando consuetudini della prima e della seconda repubblica.
E non dimentichiamo le “spese pazze” delle regioni saltate “agli onori della cronaca”, scandali mai perdonati da tanti cittadini italiani.
Mentre lo spread tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi si è abbassato è aumentato vertiginosamente lo spread tra la politica tutta e i cittadini che percepiscono i politici come abitanti di un altro pianeta.
L’abbassamento dello spread a 160 punti è stato pagato dalla macelleria sociale in atto da tempo, è stato pagato dai sacrifici degli italiani che non riescono ad arrivare alla fine del mese.

Fonte

Come sconfiggere il voto di scambio politico-elettore

sconfiggerevotoscambio1.1Voto di scambio – Sicuramente attraverso un buon funzionamento dei centri per l’impiego che attualmente sono solo uno spreco.
Poi con la riduzione dei posti della politica, posti che rappresentano merce di scambio elettorale e fonte di clientelismi e scambi di favori.
Riduzione dei posti della politica mirata anche alla semplificazione e ad un’organizzione migliore con lo scopo di raggiungere una maggiore efficienza.
Inoltre l’istituzione di un reddito di cittadinanza per combattere il lavoro nero e sottopagato.
Queste le misure basilari che vanno affiancate ad altre misure ancora più importanti.
Come ad esempio un piano di investimenti nella scuola, nella ricerca, nell’innovazione. E ancora un piano di investimenti per la messa in sicurezza del territorio e per la valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico del nostro paese. Misure queste mirate a creare occupazione giovanile e ridurre gli effetti di una disoccupazione tra i giovani diventata allarmante. Infatti bisogna fare differenza fra spesa pubblica “buona”, perchè destinata a creare occupazione, lavoro e crescita economica e spesa “cattiva”, perchè spreco e improduttiva.
Di pari passo promuovere una tassazione maggiore dei redditi alti mirata ad una redistribuzione della ricchezza per esempio con una patrimoniale per i redditi al di sopra di un milione di euro.
L’aumento del debito pubblico non è un male se mirato a convogliare risorse per l’occupazione e la crescita!
Bisogna ridiscutere Mes e Fiscal Compact come anche il patto di stabilità.
Bisogna auspicare la fine delle misure di austerità e rigore imposte dall’Europa e pretendere un’emissione di eurobond per la condivisione dei debiti sovrani.
Tutto ciò rappresenta un progetto a lungo termine mirato alla creazione di piena occupazione e allo stesso tempo mirato a debellare fenomeni come il clientelismo, il nepotismo, il familismo e i favoritismi vari. Un progetto a lungo termine che mira anche a restituire un paese più moderno, più efficiente, più innovativo, in grado di competere e di gareggiare nel mondo difficile e arduo della globalizzazione.

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