Apr 13
Il declino di Forza Italia
È evidente il crollo nei sondaggi di Forza Italia e che lo scontro politico attuale sia tra Renzi e Grillo. Il crollo del maggior partito del centrodestra dovuto a tante cause endogene è oltremodo chiaro e nitido: l’abbandono ormai certo di Bonaiuti, il passaggio di molti politici al Nuovo Centrodestra, la formazione di Forza Campania in Campania, l’arresto di Dell’Utri e di Cosentino, l’affidamento di Berlusconi ai servizi sociali etc.
Apr 13
Dynamic Yunnan: una cultura da preservare
Tutte le sere, nel teatro grande di Kunming (Cina sud-occidentale) prende vita “Dynamic Yunnan”, un musical di una bellezza struggente, lo spettacolo più originale ed emozionante a cui abbia mai assistito.
A chiunque fosse di passaggio a Kunming, consiglio di assistere a questa straordinaria performance, perché in sole due ore si possono contemplare lo splendore di culture lontane e antichissime, le usanze e le credenze di venticinque minoranze etniche e di altre innumerevoli etnie minori, lo spirito, l’entusiasmo, la passione e la gioia di vivere di tribù che vivono nelle zone più remote della Cina, in villaggi sperduti e abbarbicati sui monti e difficilmente raggiungibili dai turisti. Lo spettacolo parla di popoli in via di estinzione e quasi sconosciuti all’Occidente, che vivono in un angolo di mondo carico di fascino e di sacralità; ogni sera a teatro vengono messe in scena le loro danze, le nenie e le melodie tipiche, le musiche prodotte da strumenti primitivi e dai precisi significati simbolici, i rituali sciamanici, le feste pagane e religiose. La cultura classica e il folclore si combinano magicamente e danno vita a una forma d’arte pura e sublime, che si unisce alla splendida e moderna coreografia. L’atmosfera è fantastica e surreale, notevoli gli effetti speciali. I costumi, i copricapo e i monili sono tutti originali e autentici; sul palcoscenico appaiono e scompaiono oggetti e utensili della vita quotidiana dei villaggi di campagna: crani di bufalo usati per decorare i tetti delle case, totem, preghiere tibetane, pietre e ruote buddiste di bronzo, sessantotto tamburi realizzati in materiali diversi, che producono suoni e ritmi originali, e più di centoventi maschere tipiche.
Si esibiscono circa un centinaio di ballerini e cantanti indigeni, tutti artisti che hanno lasciato i villaggi di provenienza per entrare a far parte della troupe ed esibirsi in tutta la Cina. Luci sul palco illuminano scene e pezzi di una cultura arcaica che sta lentamente scomparendo, schiacciata e soffocata dal progresso e dalla tecnologia. Dynamic Yunnan è dunque un inno alla conservazione e alla tutela del patrimonio culturale. Il tutto è accompagnato da note musicali intense, vibranti e coinvolgenti. Con stile e unicità sono riproposte le danze tradizionali cinesi che apparvero circa 5000 anni fa e che ancora oggi sono parte essenziale della vita quotidiana della gente , infatti accompagnano tutte le attività manuali e domestiche, i mestieri, i rituali, le feste e gli eventi. Dynamic Yunnan racconta l’universo, il sole, il fuoco, il calore e la creazione. Parla della natura, che ci abbraccia e avvolge come una madre tenera e generosa, del rapporto di stretta e mistica simbiosi che l’uomo ha con essa e con tutte le creature che popolano la Terra.
Una donna misteriosa danza al chiaro di luna. Come dietro ad un paravento in carta di riso si intravede la sua silhouette filiforme e leggiadra. E’ una contadina, una moglie, una madre; è la donna serpente, la donna pavone, la donna pesce. Il suo corpo è flessuoso, elastico, si trasforma di continuo. Le sue braccia fremono come ali d’uccello. Le sue dita fini e sottili sembrano foglie aghiformi di felci tropicali mosse dal vento.
Ragazzi e ragazze a coppie, nei costumi tipici tradizionali ricchi di passamanerie colorate e ricami preziosi, si incontrano e fanno l’amore. Il corteggiamento dei maschi sembra la danza che compiono gli uccelli nella foresta pluviale. Giocano e amoreggiano assumendo le posizioni degli insetti e di tutta la fauna del bosco durante la stagione dell’ accoppiamento. I loro corpi si fondono insieme armoniosamente generando nuove vite.
La provincia dello Yunnan è il luogo dove la natura è maestosa, dove si possono toccare le nuvole e il cielo di lacca blu e ascoltare stupiti l’eco delle montagne e il canto sublime di qualche pastore errante. E’ il luogo dove i fedeli pellegrini di etnia tibetana percorrono chilometri a piedi e poi in ginocchio in direzione del palazzo del Potala, prostrandosi a terra e pregando per la salvezza della propria anima e per i futuri cicli di reincarnazione. E’ il luogo dove vivono antiche etnie matriarcali, dove le donne, con i piedi nudi e deformati dai calli, lavorano nei campi fino a notte fonda, con i figli piccoli legati sulla schiena e con le spalle curve che richiamano il profilo delle montagne all’orizzonte.
Yang Liping, regista, coreografa e prima ballerina, è andata alle radici di questa cultura, avventurandosi nelle campagne più sperdute, studiando le arti folcloristiche, immergendosi nella vita degli abitanti del villaggio. Ha raccolto oltre cento ballerini e cantanti indigeni. Questi artisti danzano in ogni momento della giornata: ballano per comunicare e per fare amicizia; danzano quando arano la terra, attingono acqua al pozzo, tessono al telaio e ricamano, quando raccolgono i frutti dei campi, o pregano gli dei e gli spiriti della foresta. Comunicano entusiasmo e passione dai cuori, e i loro corpi si fondono con il paesaggio che li circonda , la natura selvaggia, le foglie fruscianti del bambù. Con passi cadenzati e movenze tribali trasmettono poesia, amore, erotismo e spiritualità.
“Quando l’universo era una massa informe, non vi erano né il sole né la luna in Cielo. L’universo era occupato dalle tenebre. Un colpo di tamburo, e la luce apparve a Oriente. Un altro colpo, la luce apparve a Occidente. Io sono il fuoco, io sono il vento. Il tuono rimbombò e nuovi fiori sbocciarono. Sveglia, sveglia! Risveglio in me lo spirito del tamburo!”
Un uomo coperto di tatuaggi suona il tamburo; non è solo uno strumento musicale, ma anche il simbolo del corpo materno, l’origine del creato. Le minoranze lo venerano come un dio. Ci sono tamburi di legno, bronzo e pelle che, suonati contemporaneamente, producono ritmi intensi e frenetici. I Jinuo lo usano per adorare il sole, per comunicare con il Cielo e le divinità; gli Hani per celebrare il raccolto, per ringraziare gli spiriti e, in tempi funesti, per esorcizzare il villaggio; gli Wa lo battono scuotendo freneticamente i capelli, per cacciare via povertà e dispiaceri; i Jingpo lo costruiscono a forma di zampa d’elefante, perché in esso è contenuto lo spirito di questo animale mite e sacro.
Dal tamburo nasce l’uomo e con lui prendono a funzionare i cinque sensi. Il bambino appena nato inizia a scoprire il mondo sentendo la madre picchiettare il tamburo.
Ogni artista sprizza energia da tutti i pori: è l’energia dell’universo, che racchiude in sé lo spirito del divino e la potenza della natura. Ci si sente coinvolti fisicamente e spiritualmente. E’ Dynamic Yunnan: il musical per eccellenza e molto, molto di più!
Fiori Picco
Apr 13
Recensione Uncharted: L’abisso D’Oro
Titolo: Uncharted L’abisso D’Oro
Data di uscita: 22 febbraio 2013
Genere: Action-Adventure
Piattaforme: PS3, PS Vita
Team di sviluppo: SCE Bend Studios
Modalità: single player
Distribuito: Sony Computer Entertaiment
Il Trailer
Cacciatore di tesori:
Uncharted è stata la saga che più ha fatto impazzire i fan di Sony in questa generazione, sfornando 3 ottimi capitoli che, pur non essendo stati originali come meccaniche e come trama, avevano un carisma dei personaggi unico, una grafica eccezionale e delle situazioni sempre al limite, creando un livello di epicità molto alto.
Finalmente è arrivato un capitolo portatile di questa saga, annunciato all’ E3 come esclusiva per la piccola portatile di casa nipponica PSVITA, ha subito creato un forte Hype in torno a se.
Ma tutto questo Hype è stato giustamente ripagato dagli sviluppatori del titolo?
Poco portatile:
Uncharted: GA è un titolo che non fa della portatilità un punto di vantaggio, molto più simile ad un prodotto per Home console difficilmente riusciremo a strappargli una partitina mordi e fuggi, questo è dovuto alla longevità delle missioni ed all’importanza fondamentale di una trama ben fatta anche se non ai livelli della trilogia per console fisse.
Le meccaniche principali della saga sono rimaste invariate, l’assenza dei due trigger dorsali non si fa sentire grazie ai vari sensori e schermi touch di cui è dotato la nostra PSVITA, l’unica pecca forse è lo schermo di “soli” 5 pollici che in alcuni casi potrebbe intralciarci, questo è sempre da ricondurre alla portatilità di cui vi ho già parlato.
Dal punto di vista della trama come vi stavo dicendo è abbastanza banale, ma ben fatta ritroveremo tutti i personaggi principali della saga, con l’aggiunta di una compagna di viaggio che ci aiuterà per un bel pezzo dell’avventura che ha una durata media intorno alle 8 ore.
Azione Frenetica:
Come i capitoli per PS3 anche su PSVITA Uncharted mantiene le medesime meccaniche, con l’aggiunta di alcuni stratagemmi per ovviare al problema della mancanza di 4 pulsanti (R3,L3,R2,L2), infatti potremmo ricaricare e selezionare armi e granate direttamente sul touchpad frontale, uccidere silenziosamente le guardie facendo pressione su di esse quando comparirà l’indicatore a schermo e arrampicarci sulle liane e sulle sporgenze utilizzando il touchpad posteriore.
Diciamo che questa avventura è praticamente identica a quella presente su PS3, anche se come gameplay in generale si avvicina molto di più al primo uncharted, vista la presenza di molte mene cut-scene e situazioni criptate, il tutto è farcito da una banale intelligenza artificiale che si limita ad andare in copertura e sbucare con la testa proprio per farsi uccidere da noi.
La difficoltà generale è molto bassa anche ai livelli più alti (scusatemi il gioco di parole).
Insomma possiamo ritenerci nel bene o nel male mediamente soddisfatti dal gameplay di questo capitolo anche se si poteva fare qualche cosa in più
Bellezza Visiva:
Uncharted: GA ha un ottimo comparto grafico, ai livelli del primo capitolo per PS3 con delle chicche come effetti volumetrici, illuminazione dinamica e animazioni ai livelli di Uncharted 3.
Si può notare un aliasing abbastanza marcato, qualche sporadico calo di frame-rate ed una fisica ragdoll a volte non proprio perfetta.
La PSVITA si dimostra essere un mostriciattolo di potenza, in grado di far girare tutto questo, anche il comparto sonoro è buono, il doppiaggio come siamo stati abituati è di altissimo livello, l’unica pecca è qualche campionamento acustico di armi e ambiente non proprio strabiliante, ma nulla di che.
Conclusione:
Uncahrted: GA è un buon capitolo presente su PSVITA che un fan di Nate non si può far scappare, anche se mi aspettavo un qualche cosa in più.
Il capitolo vanta una grafica ottima, ma il suo difetto principale come ho scritto nella recensione è la poca portatilità e l’IA veramente basilare.
Basta questo capitolo per consigliarvi l’acquisto di PSVITA? Assolutamente NO!
Gaming & Oc
Apr 13
Le forze armate al servizio dei cittadini o delle lobbies di potere?
La domanda ha implicitamente del retorico. La risposta la conosciamo già. E per chi dovesse non conoscerla o nutrisse dei dubbi faccio presto a schiarirgli le idee.
Viene da se pensare che le Forze Armate, così come le Forze di Polizia tutte, dovrebbero concorrere, in territorio nazionale, alla sicurezza pubblica per assicurare tranquillità al cittadino specie in zone ad alto rischio criminalità. Ma se osserviamo meglio quello che accade in giro ci rendiamo conto che così non è. Quanti luoghi che necessitano di maggior controllo perché insicuri, perché isolati, vengono abbandonati a se stessi senza alcuna sorveglianza da parte delle Forze di Polizia? Quante zona degradate in periferie di città in cui all’imbrunire tocca rientrare a casa perché la criminalità dilaga?
Ebbene, nonostante l’enorme impiego di uomini e mezzi sul territorio (e dispendio di denaro pubblico) con l’Operazione “Strade Sicure” la priorità dei nostri politici non è certo assicurare la tranquillità sociale ai cittadini. Tutt’altro. I militari vengono impiegati per la vigilanza alle ambasciate?
Ma no! Di peggio! Fino a poco tempo fa la priorità era vigilare la sede del quotidiano “Libero”, di “Telepadania” e di altre società/istituti privati. Dopo i tagli del governo Monti che hanno costretto a tenere fuori diverse sedi prima sotto vigilanza dell’Esercito, è ugualmente perdurata la vigilanza (scandalosa) alle sedi ebraiche. Potremmo prendere come esempio la città di Milano in cui vengono sorvegliati dai nostri militari tre scuole ebraiche, un paio di oratori ebraici, la sinagoga, l’ufficio del commercio israeliano, una casa di riposo ebraica per anziani. Il tutto a discapito del contribuente che paga le tasse per, soltanto nella città di Milano, più di trenta militari (con relative spese per logistica e mezzi annesse) in servizio di vigilanza a sedi israeliane.
Sappiamo bene che il Governo italiano non ha sovranità sul nemmeno sul proprio territorio, sappiamo bene dell’’accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele come indicato nella Legge 17 maggio 2005 n° 94 approvata dal Parlamento di Berlusconi con i voti della pseudo-opposizione di sinistra e con Fini Ministro degli Esteri, sappiamo bene che la legge prevede un accordo di 181 milioni di dollari da spendere in tecnologie di interdizione, sorveglianza e guerra elettronica, sappiamo bene che Finmeccanica è il partner commerciale che ne trae profitto più di tutti, ma mi chiedo: è deontologicamente corretto che i militari anziché essere impiegati per la sicurezza del cittadino vengano impiegati per la sicurezza di uffici/aziende private o per sicurezza a sedi israeliane quali una casa di riposo per anziani, un ufficio commerciale, degli oratori?
La priorità del Governo italiano è la difesa del cittadino italiano o gli interessi delle lobbies di potere?
Osservatori Globale
Apr 13
Usa e Giappone uniti contro la Cina
Durante il suo recente viaggio a Tokyo, il segretario della Difesa statunitense Chuck Hagel ha rassicurato il Giappone che non c’è “una debolezza da parte degli Stati membri per quanto riguarda il nostro impegno alla sicurezza del Giappone“, sottolineando il riequilibrio strategico degli Stati Uniti. “L’impegno degli Stati Uniti nella regione è assolutamente incrollabile. La garanzia di una sicurezza degli Stati Uniti, in Giappone, è fondamentale per l’intera architettura di alleanze della regione asiatica. Se gli Stati Uniti non continuassero ad essere presenti il Giappone potrebbe cadere nelle mire espansionistiche della Cina. E questo non deve accadere.”
La spina dorsale delle relazioni USA-Giappone è un trattato bilaterale di sicurezza firmato nel 1951.
In seguito all’annessione della Crimea da parte della Russia, il Giappone ha percepito negli Stati Uniti una titubanza ed è preoccupato che Washington possa trascurare la disputa sulle isole tra Giappone e Cina.
Durante la sua visita, Hagel ha annunciato il dispiegamento di due ulteriori navi di difesa antimissili Aegis in Giappone, in risposta ai lanci missilistici della Corea del Nord, ma anche per dimostrare il sostegno degli Stati Uniti.
Hagel ha definito la Cina un “grande potenza” che ora è di fronte a nuove e maggiori responsabilità.
Ha collegato le azioni della Russia in Crimea con l’esempio della Cina e dei suoi tentativi di annessione di alcune isole nella parte orientale dei mari cinesi.
“Non puoi andare in giro per il mondo e ridefinire i confini e violare l’integrità territoriale e la sovranità delle nazioni con la forza, la coercizione o l’intimidazione, sia che si tratti di piccole isole del Pacifico, o grandi nazioni come in Europa.”
Cina, Taiwan e Giappone sono impegnati in una disputa amara per quanto riguarda la sovranità delle isole Senkaku nel Mar Cinese orientale, conosciute come isole Diaoyu in Cina, sostenendo che le isole sono ricche di risorse.
Le isole sono state sotto il controllo giapponese dal 1972, ma la Cina non riconosce la sovranità giapponese.
L’intera area intorno alle varie isole contese è una tra le più trafficate rotte marittime del mondo e sono potenzialmente ricche fonti di petrolio e di gas.
“Un tentativo di prendere le isole Senkaku con la forza porterebbe portare, con ogni probabilità, ad un conflitto con il Giappone e gli Stati Uniti, che rischierebbe di degenerare in una guerra.”
Hagel spiega che l’attuale dottrina militare della Cina è focalizzata sul mantenimento di “un ambiente stabile regionale e internazionale che è favorevole ad una continua crescita economica.”
L’amministrazione Obama, a differenza del suo predecessore, si è ampiamente focalizzata sul multilateralismo nelle nazioni del Sudest asiatico.
Il conflitto in Crimea ha mostrato alla Cina che tutto l’Occidente è stato “incapace di dare una risposta forte e definitiva.”
Dal punto di vista orientale, quindi, dovesse mai scoppiare un conflitto fra Giappone e Cina, nessuno sarebbe in grado di intervenire adeguatamente, tantomeno gli USA.
Gli Stati Uniti invieranno altri due missili cacciatorpediniere in Giappone entro il 2017.
Washington è desiderosa di rafforzare le difese contro le minacce missilistiche della Corea del Nord dopo i test recenti di Pyongyang.
Anthea Favoriti
Apr 13
Bonaiuti lascia Forza Italia. Berlusconi sempre più solo e FI sempre più giù nei sondaggi
Paolo Bonaiuti, lo storico portavoce di Silvio Berlusconi, nonché suo fedelissimo, ha dichiarato di essere pronto a lasciare Forza Italia in favore del Nuovo Centro Destra di Alfano.
I motivi dell’addio:
L’ultimo colloquio con Berlusconi sembra risalire a Natale, da allora l’allontanamento è stato sempre più concreto, a causa del disaccordo su alcune scelte del cavaliere e nemmeno la vecchia amicizia ha potuto rinsaldare i rapporti. La conferma dell’ingresso di Paolo Bonaiuti, eletto già dal 1996 con Forza Italia ed attualmente senatore, nelle fila del NCD di Angelino Alfano, arriva da più parti. I reali motivi dell’addio ancora non si conoscono. C’è chi dice che Bonaiuti si sia sentito preso poco in considerazione negli ultimi mesi, chi invece fa riferimento al caso Ruby, chi parla di disaccordi in merito alla separazione con Alfano. Resta il fatto che le telefonate di Berlusconi, in questi giorni, a nulla siano servite. Secondo altre fonti invece, sarebbe stato Berlusconi ad allontanarlo per non aver sostenuto, davanti ai magistrati, la tesi berlusconiana della Ruby nipote di Mubarak.
L’avvicinamento ad Alfano mentre per Forza Italia il futuro è nero:
Grande soddisfazione per Alfano che, dopo averlo tanto corteggiato, vede arrivare tra le file del NCD in rinforzo da non poco conto. Per Forza Italia invece potrebbe essere la punta dell’iceberg di un disagio causato sia dal malcontento generale all’interno del partito, sia dai sondaggi che lo danno ai minimi storici. Per le Europee la situazione non è per niente rosea per Berlusconi se consideriamo che negli ultimi giorni Forza Italia ha anche rotto con Forza Campania e con molti esponenti locali che, stando a fonti ufficiose, sembrano siano passate anch’esse con il NCD di Alfano. Dopo Bonaiuti ed altri esponenti campani che hanno rinforzato le fila di Alfano, il NCD si rinforza a discapito di Forza Italia che perde pezzi e non ha prospettive rosee.
Osservatorio Globale
Apr 12
Classifica Digital Download 12/04/2014
Un altro Sabato un altra classifica. Amici di Pandorando bentornati alla classifica digital download per questa settimana.
10) La posizione più bassa per questa settimana è conquistata da George Ezra e la sua Budapest. Questo disco ha avuto uno sbalzo positivo di ben 4 posizioni.
09) In nona posizione questa settimana si piazza il gruppo inglese Coldplay con la loro Magic. Il gruppo in questo momento è in tour In Australia e prossimamente arriverà anche in italia.
08) L’ottava posizione troviamo Katy Perry con la sua “Dark Horse”, in leggerissima discesa rispetto alla scorsa settimana.
07) Settimana posizione tutta francese con Stromae e la sua Tout les Memes, questo disco sta avendo veramente molto successo inffati fa un continuo su e giù nella classifica.
06) Posizionamento costante per Milky Chance e la sua ” STOLEN DANCE”.
05) Questa settimana la metà della nostra classifica la conquista (in leggera discesa) Faul & Wad Ad e il loro singolo deep house “Changes”.
04) Il nuovo singolo di Cesare Cremonini dal titolo “Logico # 1” sta facendo impazzire i fan e sta scalando anche molto velocemente le classifiche. Questa settimana la troviamo in quarta posizione. Sicuramente anche grazie allo spot di cui è colonna sonora.
03) Siamo cosi arrivati al nostro podio, in terza posizione troviamo giovanissimi Klingande con la loro “Jubel”.
02) Clean Bandit feat Jess Glynne per la terza settimana consecutiva si confermano in seconda posizione
01) E per l’ennesima volta anche questa settimana Pharrel Wiliams con la sua “Happy”. A quanto dicono le classifiche questo disco pur essendo uscito da un p’o dii tempo è ancora molto apprezzato.
Questa settimana la classifica è molto statica non vediamo new entri ne grandi balzi di posizione. Speriamo che la prossima settimana ci offra qualche cambiamento in più.
Giovanni Dellepiane
Apr 12
Le rivelazioni di Science sui terremoti in Emilia del 2012
Nell’11 aprile 2014 la rivista Science rivela in un articolo, che le estrazioni petrolifere in Emilia Romagna possono aver causato i terremoti fatali del 2012. “Una giuria internazionale di geologi ha concluso che un paio di terremoti mortali che ha colpito la regione italiana Emilia-Romagna nel 2012 potrebbe essere stato innescato dall’estrazione del petrolio in un giacimento petrolifero locale.”
Quindi questo rapporto pubblicato da Science svela che molto probabilmente c’è l’attività umana dietro i terribili terremoti in Emilia del 2012. Già in passato questa ipotesi era saltata agli onori della cronaca e ora torna suffragata da uno studio molto attendibile.
Questo, come altri casi in Italia, è la dimostrazione dello sfruttamento eccessivo degli ambienti e degli ecosistemi, uno sfruttamento che poi si paga col tempo.
Il dissesto idrogeologico, la mancata messa in sicurezza di molti territori, l’abusivismo edilizio eccessivo e tanto altro rendono conto di una situazione italiana ormai al limite e queste ultime rivelazioni di Science non fanno altro che “aumentare la carne sul fuoco”.
Le alluvioni in Sardegna e in Veneto come in altre zone, gli allagamenti passati di Roma e Genova e ora il caso suddetto: urge una maggiore manutenzione e messa in sicurezza del territorio da coniugare con un differente sfruttamento dell’ambiente molto più orientato al rispetto di quest’ultimo.
La politica tutta e i vari governi si sono resi “colpevoli” di tanti “disastri” passati come quello della “Terra dei fuochi”o ancora quello della discarica di Bussi in Abruzzo.
E’ ora di cambiare, è ora di salvaguardare l’ambiente, la natura, gli ecosistemi, i paesaggi: questi ultimi come i monumenti sono un patrimonio da salvaguardare come fossero oro!
Apr 12
Castel del Monte
Castel del Monte è un castello dall’esistenza e dalla costruzione misteriosa, edificato in cima ad una collina nelle vicinanze di Andria, in Puglia. Costruito a forma ottagonale, composto da otto torri ottagonali simili, della stessa altezza e collegate da otto cortine che a loro volta formano un ottagono, questo castello pone molti interrogativi, primi fra i quali lo scopo per il quale è stato realizzato e la funzione che avrebbe dovuto avere.
Molte sono le ipotesi relative a Castel del Monte e alla sua costruzione: da quelle connesse a Federico II, che lo avrebbe fatto edificare (e per alcuni lo avrebbe addirittura progettato) come residenza di caccia, come dimostrazione della propria potenza o addirittura come luogo di delizie e di sollazzi (locus solaciorum), a quelle “eretiche” che lo descrivono come luogo d’incontri esoterici dell’Imperatore con i sapienti della sua corte o come “scrigno” che racchiuderebbe il Graal, la leggendaria coppa che avrebbe contenuto il sangue di Cristo e che sarebbe ancora nascosta in qualche oscuro recesso di questo castello
La cultura ufficiale lo vuole costruito da Federico II con lo scopo di sorvegliare il territorio circostante, nonostante il vuoto storico e documentale che non consente di stabilire se sia stato proprio l’Imperatore a far costruire l’edificio. Unico documento che lega Federico II a Castel del Monte è infatti una lettera del 1240 con la quale l’Imperatore ordina al suo Giustiziere di Capitanata di far sistemare il lastrico solare di questo castello, dove peraltro pare, storicamente, che egli non abbia mai messo piede.
La gran parte delle fantasiose e affascinanti ipotesi sulle origini di questo monumento, che attirano l’attenzione e la curiosità su questo luogo, inducendo molte persone da tutto il mondo a visitarlo, possono essere smontate osservando la struttura dell’edificio: basta infatti fare una visita al castello per capire subito che non è stato progettato e costruito per un uso residenziale.
Già dal portone principale possiamo notare che non è possibile farvi entrare viveri, rifornimenti o carichi ingombranti, a causa della scalinata d’ingresso che impedisce l’accesso a cavalli e carri.
D’altra parte il castello non è fornito di locali adatti a fungere da magazzini per i viveri, depositi di armi o di attrezzi.
Inoltre mancano le cucine e i caminetti presenti, per le loro contenute dimensioni, non solo non sono idonei alla cucina ma neanche al riscaldamento degli ambienti, anche perché solo cinque stanze ne sono dotate.
L’interno è composto in tutto da sedici locali, otto dei quali al piano terra e otto al primo piano, simmetrici ai primi; sono sale tutte uguali e di forma trapezoidale, due delle quali costituiscono l’androne e il vestibolo dell’edificio.
A prima vista sembrano due larghi corridoi ottagonali posti uno sopra l’altro e divisi in otto parti uguali da pareti portanti e piccole porte di comunicazione. E’ inevitabile pensare che in quelle sale, almeno al piano superiore, non ci siano mai stati mobili, sia a causa dei piccoli varchi di collegamento fra le stanze, sia per le panche in pietra disposte ridosso delle pareti delle sale, che impediscono l’accostamento di mobili alle pareti, e sia per le scale a chiocciola che collegano il piano terra col primo piano, molto strette, tanto che non è possibile trasportare per questa via carichi ingombranti.
Un altro interrogativo riguarda i servizi igienici di cui il castello sarebbe stato dotato, in un’epoca in cui niente del genere esisteva, neanche nelle dimore patrizie, e in cui per i propri bisogni corporali si usava il “cantaro” che poi veniva svuotato per strada dalla finestra senza complimenti.
Ci sono, è vero, alcuni cubicoli che agli occhi di un cittadino del XXI secolo potrebbero avere avuto quella funzione, ma che si tratti di “bagni” è solo una congettura su qualcosa che non è possibile spiegare in alcun modo.
Oggi il fabbricato appare anche sprovvisto di stalle, officine e locali accessori, ma si sa che al tempo di Federico II intorno al muro di cinta ottagonale che circondava il castello, oggi scomparso, erano state realizzate costruzioni in legno adibite a questi usi.
Tali costruzioni, che non erano integrate nel corpo di fabbrica originario, sarebbero state aggiunte in un secondo momento per rendere in qualche modo utilizzabile la costruzione.
Dalla mancanza di stalle e cucine, e quindi dalla impossibilità di soggiornarvi, si deduce che, nelle intenzioni di chi lo ha concepito, il castello doveva adempiere a funzioni limitate nel tempo, presumibilmente di durata non superiore a ventiquattro ore, ed era decisamente insufficiente alla residenza di un Imperatore, che si spostava con una numerosa corte ed una inevitabile schiera di funzionari, di famigli e di armati.
Per questi e tanti altri motivi rimangono pertanto molti dubbi non solo sul fatto che Castel del Monte sia stato costruito da Federico II, ma anche circa gli scopi per i quali sarebbe sorto.
La sua apparente inutilità sollecita domande e perplessità: perché Federico II avrebbe dovuto costruire un castello inabitabile? Per magnificare la propria grandezza, come sostengono alcuni, e affidare alla storia un’immagine del proprio potere? Un’ipotesi poco credibile, specialmente se si pensa ai numerosi problemi che incalzavano Federico fra gli anni 30 e 40 del tredicesimo secolo, in cui, secondo la storiografia ufficiale, il castello sarebbe stato costruito.
Una Crociata più negoziata che combattuta che aveva suscitato accese polemiche, i contrasti col Papa, che gli avevano causato due scomuniche, l’acceso contrasto con i Templari, le guerre contro i Comuni dell’Italia settentrionale, che continuavano ad assorbire denaro ed energie, erano tutti motivi che occupavano la mente di Federico e che certo non lo inducevano verso dimostrazioni di grandezza, peraltro notevolmente costose, vista la magnificenza del castello, colmo di sculture e marmi pregiati. Nel 1239 i debiti dell’Imperatore ammontavano a circa 25.000 once d’oro (oltre 7 quintali) sui quali Federico pagava interessi elevati.
Ma le necessità erano in continuo aumento e i registri imperiali di quel periodo riportano in maniera evidente i segni di questa difficile situazione finanziaria, che certo non rappresentava il miglior presupposto per la costruzione di un castello inutile, solo a fini celebrativi.
Ma forse l’Imperatore non ha mai commissionato la costruzione di quel castello, e gli interrogativi si moltiplicano…
Angelo Ferri
Apr 12
Recensione Sniper Elite 3
Titolo: Sniper Elite 3
Data di uscita: 27 giugno 2014
Genere: Sparatutto
Piattaforme: PC, PS3, PS4, XBOX360, XBOX ONE
Team di sviluppo: Rebellion Developments
Modalità: Singleplayer
Distribuito: 505 Game Street
Il Trailer
Benvenuti al nuovo gioco di cecchini.
Sebbene il carisma dei cecchini sia senza dubbio di richiamo per il popolo videoludico, sono davvero pochi i giochi di questo genere capaci di offrire un’esperienza soddisfacente, abbastanza realistica da essere considerata credibile e al contempo divertente da giocare. Sniper Elite V2 era riuscito in questo arduo compito e sia il nostro responso sia la buona risposta della community non si erano fatte attendere. Sulla scia del successo, Rebellion produsse anche diversi DLC a tema zombie che spinsero le meccaniche di gioco su nuovi livelli, in una sorta di modalità orda molto meno seriosa del gioco originale ma altrettanto appassionante.
Dopo circa un anno dal loro rilascio tornare a vestire i panni del nostro cecchino preferito non è certo semplice, le aspettative erano comunque alte e la paura che le nuove modifiche fatte al gameplay potessero in qualche modo snaturare il progetto iniziale un pò ci impensierivano.
Ci è bastato poco comunque per constatare che il feeling di gioco visto in passato è rimasto pressoché immutato. Certamente l’Africa, la nuova ambientazione, non è carismatica come la Germania nazista della seconda guerra mondiale ma abbiamo trovato una costruzione dei livelli talmente curata da farci soprassedere sulla mancanza di edifici e architetture ricercate.
Le gole pericolosissime di Halfaya Pass, l’unico livello a nostra disposizione, ci hanno rapito sin dai primi polverosi passi mentre ci addentravamo nel campo nemico sotto il sole cocente.
La polvere e l’aria arida ci seccavano la gola mentre con il nostro binocolo inquadravamo i primi nemici in vista. Il tag è rimasto il medesimo dello scorso anno, con l’aggiunta di poter vedere ora in anticipo l’equipaggiamento dei nemici ed il loro grado. Questo dovrebbe dare un nuovo livello di strategia al tutto, laddove uccidere i graduati più alti di rango potrebbe buttare nello scompiglio le altre truppe e darci il tempo necessario per mettere a segno un altro paio di colpi prima di fuggire nuovamente.
La prima, vera, nuova meccanica emerge prepotente non appena spareremo dal nostro fido fucile il primo proiettile: i nemici verranno immediatamente allertati della nostra presenza e un indicatore a schermo segnalerà la pericolosità della situazione. Le ronde a questo punto inizieranno a dirigersi proprio nel punto da cui è arrivato il colpo obbligandoci a fuggire e cercare un nuovo spot sicuro da dove fare fuoco.
La pianificazione quindi diventa essenziale e sparare da un luogo senza vie di fuga potrebbe significare la nostra morte. Gli ostili ci accerchieranno e lanceranno granate per stanarci, una festa pirotecnica alla quale senza ombra di dubbio non vorremo presenziare. Per inserire una meccanica del genere e farla funzionare Rebellion ha dovuto allargare a dismisura gli ambienti di gioco, fattore che da solo serve ad allungare la longevità della produzione. Stiamo parlando di circa 12 ore di gioco a modalità Marksman (la seconda delle quattro disponibili) ma noi per arrivare a un buon punto del livello provato a difficoltà Sniper Elite (la terza) abbiamo impiegato praticamente tutta la nostra ora.
Sniper Elite 3 è infatti un gioco complesso sotto molti punti di vista e per i giocatori alla ricerca di una vera sfida la modalità realistica, dove si morirà con un sol colpo e dove non avremo indicatori a segnalarci obiettivi o traiettorie dei proiettili a schermo, farà decisamente al caso loro. Vento, velocità del proiettile e gravità saranno tutti elementi da tenere in considerazione e mettere a segno un colpo richiederà una skill davvero eccellente.
Un proiettile un morto
Quando il nostro proiettile però impatterà violentemente sul corpo del nemico ecco che torna la Killcam, la telecamera che mostrerà a raggi X organi e ossa esplodere al contatto con la potenza del colpo. La visuale è stata ulteriormente migliorata, le parti colpibili aumentate e ora la camera si attiverà non solo per gli headshot principali ma anche per i colpi di striscio sugli arti e come in passato anche per i colpi indirizzati alle parti “delicate” dei soldati.
La componente tecnica è stata a sua volta migliorata ma la presenza su Xbox One e Playstation 4 del titolo comunque non ha fatto fare un balzo in avanti enorme alla produzione, legata ovviamente per motivi commerciali ancora alle versioni 360 e PS3.
Arriva in questo capitolo anche la possibilità di modificare esteticamente i propri fucili, con effetti attivi sulle loro statistiche: sarà possibile ad esempio operare sul calcio per ridurre il rinculo o installare mirini e silenziatori per migliorare le nostre prestazioni in battaglia. Quattro i fucili visti nella nostra prova e più precisamente il Lee-Enfield MK III, il Gweher 43 il carcano e l’M1 Garand ma aspettatevi altrettanti mitragliatori ed esplosivi, per una esperienza di cecchinaggio davvero unica nell’ambito dei videogame.
Apr 12
Il ricatto sociale
Il ricatto sociale – Nepotismo, clientelismo, malaffare, corruzione, questi e altri mali caratterizzano la società italiana da tanti anni, mali che attraversano la società come la politica in un vortice indistricabile.
Raccomandati, segnalati, preferiti, cugini, parenti, conoscenti etc. “vanno avanti” mentre altri, in minoranza, rimangono indietro.
Certo cambiare da un giorno all’altro è oltremodo difficile ma è reso impossibile se coloro che detengono il potere (qui si parla di classi dirigenti della società, di politici e di altro) sono interessati a mantenere questo status quo. Come fanno? Attuando un vero e proprio ricatto sociale sugli individui che “indifesi” devono per forza di cosa rivolgersi a loro.
Ogni individuo necessita per “crearsi una vita” essenzialmente di un posto di lavoro e di un ruolo sociale: queste due cose poi sotto molti punti di vista coincidono.
Allora i suddetti detentori del potere (il quale potere è esprimibile essenzialmente o in un capitale di relazioni sociali o in un capitale economico) danno in cambio la loro “protezione” che si traduce in vari scambi di favori ma soprattutto in ambito politico-elettorale nel sistema scambio voto-favore-posto di lavoro-etc. che assicura la sopravvivenza di “eterne” classi politiche che cambiano nomi e simboli ma sono sempre le stesse.
Tutto ciò naturalmente a scapito della meritocrazia, della competenza, dell’eccellenza e di tanto altro.
Quindi tante persone per avere un posto di lavoro, per avanzare nella propria azienda, per avere un posto di lavoro migliore e per tante altre cose si rivolge al politico di turno o al “potente” di turno che molto spesso coincidono.
E grazie al posto di lavoro o al ruolo sociale che finalmente si è capaci di “costruirsi una vita”: “farsi una famiglia”, “comprare una casa”, uscire con gli amici e fare tanto altro che tutte le persone normalmente fanno nella loro esistenza.
L’alternativa a ciò è essere precari, emarginati, non avere una vita etc.
Da queste banali (ma non tanto) riflessioni si può capire l’importanza del “ricatto sociale” suddetto di cui non si parla quasi mai da parte dell’opinione pubblica e dei media.
Apr 12
Il fallimento di Kerry in Medio Oriente
I colloqui di pace tra israeliani e palestinesi hanno subito un altro intoppo, spingendo Washington a rivalutare se continuare i colloqui.
Il Segretario di Stato americano John Kerry si è incontrato martedì con il presidente Barack Obama per pianificare successivi incontri e una nuova strategia. La scorsa settimana, Kerry aveva dichiarato che era giunto il momento di un “reality check“, ossia capire esattamente quanto ancora gli Stati Uniti siano realmente necessari al processo di pace, nel caso in cui le parti stesse non fossero disposte ad andare avanti.
Questo fallimento provvisorio “ha danneggiato la reputazione di Kerry perché dimostra che ha frainteso la situazione“, ha dichiarato Jim Phillips, un ricercatore per gli affari del Medio Oriente. 
“Kerry ha sopravvalutato le prospettive di una trattativa di successo e ha anche dedicato una quantità immensa di tempo a questo problema, trascurando altri temi, più urgenti.”
Dopo otto mesi di spola diplomatica, più di una dozzina di viaggi nella regione e innumerevoli cicli di negoziati, Kerry ha deciso di tirarsi indietro di fronte alla situazione.
Kerry è stato appena criticato dall’opposizione per il suo comportamento in Medio Oriente; la critica è stata anche espressa dai politici dell’amministrazione Obama.
Nel frattempo, Obama ha sostenuto pubblicamente il suo segretario di Stato, dicendo: “Provo solo ammirazione nei confronti di Kerry per come ha saputo gestire la situazione in Medio Oriente.”
Mentre questo tipo di sostegno lo potrebbe aiutare in casa, non ripristinerà il suo prestigio e la sua autorità all’estero.
Israeliani e palestinesi hanno aumentato la frequenza dei loro incontri nel tentativo di salvare i colloqui di pace e di prorogare il termine, che scadrà tra tre settimane.
Anthea Favoriti
Apr 12
Elezioni europee: nei sondaggi spopolano i partiti anti-euro. La nostra analisi
Elezione europee – Euro si euro no. Da nord a sud Europa, da destra a sinistra (ammesso e non concesso che ancora esista una differenza), dai giovani ai più anziani, secondo tutti i sondaggi i partiti anti-euro hanno raggiunto una popolarità mai vista prima. Tutto da attribuire al malcontento generale che serpeggia, tra i cittadini europei, verso la UE. Le cause? La sua politica d’austerità che ha contribuito ad aggravare le condizioni dei ceti medio-bassi, la crisi “istituita” ad arte dalle banche ed aggravata dall’adozione dell’euro, il ruolo della BCE quale istituto tipografico privato che stampa moneta per prestarla ad alti interessi agli Stati, le varie direttive emanate in ambito economico-finanziario che hanno affossato le imprese e le attività commerciali, l’aumento spropositato di tasse per risanare i deficit europei.
Questi ed altri i fattori che hanno scatenato un’ondata di malcontento verso l’Europa che vedrà, alle prossime elezioni, una crescita sostanziosa dei partiti anti-euro.
Tra i dati più interessanti, il 10 marzo è stato reso noto un sondaggio britannico secondo cui l’Ukip, il noto partita indipendentista di Nigel Farage fortemente antieuropeo, ha il 20% dei consensi e bel il 30% degli inglesi ne condivide molti punti.
In Francia il Front National di Marine Le Pen ha superato l’Ump ed i socialisti (si fa per dire) di Hollande, e nelle amministrative di pochi giorni fa la vittoria è risultata schiacciante. La situazione è simile in Olanda mentre in Ungheria c’è un governo di estrema destra già noto per il suo antieuropeismo. In Germania il partito Alternative fuer Deutschland, che aveva raggiunto il 5% alle politiche, sembra in netta ascesa in particolare per la sua proposta dell’uscita della Germania dall’euro.
Intanto in Italia aumentano i cittadini ed i politici (Borghi e Salvini in primis) che invocano il ritorno alla lira. Diverse le proposte dei vari movimenti che fanno appello alla moneta nazionale, diverse anche le modalità e le strade scelte, ma tutti con un obiettivo unico: emettere moneta di proprietà del popolo e non delle banche private, a cui bisogna pagare gli interessi. E nel frattempo Renzi afferma: “Chi dice meno Europa sbaglia”.
Ma il clou arriva dalla Grecia. L’agenzia di sondaggi greca che fu l’unica a prevedere il risultato di Alba Dorata alle scorse elezioni del 2012, Zougla.gr, pochi giorni fa ha pubblicato un sondaggio secondo cui Alba Dorata, ad oggi, abbia il 27,1% dei voti, seguita da Syriza con il 23,8% e Nuova Democrazia con l’11,1%.
Cresce l’austerity, cresce il malcontento, cresce la disoccupazione, crescono le balle dei politici. Una grossa percentuale di cittadini spera, insomma, che qualcosa possa cambiare con le prossime elezioni europee. Un intuitivo Mark Twain, però, scrisse: “Se votare servisse a qualcosa, non ce lo lascerebbero fare”.
Osservatorio Globale
Apr 11
Un microchip sottocutaneo per tutti? Non più fantascienza ora è realtà
Come riportato dall’Ansa il 31 marzo scorso, il capo della divisione di cardiologia della University of South California, Leslie Saxon, ha affermato che entro al massimo dieci anni tutti i bambini potrebbero avere il loro microchip celebrale già poche ore dopo la nascita, chip in grado di monitorare tutti i parametri vitali.
Come riporta Tgcom 24 del 7 aprile, all’ospedale Santa Chiara di Pisa è stato impiantato per la prima volta il microstimolatore wireless, un chip sottocutaneo che dovrebbe controllare il dolore cronico delle persone che non rispondono alla somministrazione di farmaci.
Negli Stati Uniti e in Russia le principali compagnie di credito stanno spingendo le banche e i commercianti per la totale conversione alla tecnologia dei microchip, che dovrà iniziare da ottobre 2015.
Insomma, nel futuro tutti saranno dotati di un chip sottopelle sin dalla nascita e quella che sino a pochissimo tempo fa era considerata fantascienza e visione distopica del futura, ora è realtà.
Da molti anni dei ricercatori avevano avvertito che entro un breve periodo tutto ciò sarebbe successo e sarebbe stato propagandato come necessario e positivo in un primo tempo.
Ma tutto ciò era considerato impossibile: nei mass media e non, chi parlava di un possibile scenario del genere veniva ridicolizzato e etichettato come un “complottista”, perché si diceva che tale tecnologia era impossibile da avere e che comunque una cosa del genere non sarebbe mai stata possibile in quanto lesiva dei diritti basilari dell’essere umano.
Difatti, aldilà di tutto il bene o male che potrebbe fare, un microchip celebrale toglierà per sempre la libertà.
E se Leslie Saxon ha visto bene, tra massimo dieci anni già da poche ore dalla nascita si riceverà il battesimo, il battesimo per il Nuovo Ordine Mondiale.
Il chip celebrale proposto sarà impiantato nella fronte o nella mano destra, a seconda degli utilizzi da fare.
Questa cosa, come molti ricercatori hanno fatto presente, ricorda molto il celebre passo contenuto nell’Apocalisse di San Giovanni nei paragrafi 16/17/18.
“Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei “.
Apr 11
Intervista a…. Naif Herin
Oggi con mio grande piacere mi trovo ad intervistare Naif Herin, intanto naif grazie mille per il tempo che ci hai dedicato. Partiamo subito con le domande!
1) Chi è Christine Herin? Parlaci brevemente di te.
Una sognatrice, una visionaria, devota alla bellezza nel senso più esteso e profondo del termine, che per destino o per vocazione si ritrova ad essere una guerriera; a tratti una testa matta, a tratti una testa quadrata.
2) Dal 2002 al 2014 come è cambiata Naif?
Tantissimo, sono in continua metamorfosi e oggi più che mai, le mie canzoni sono cambiate, i miei occhi sono cambiati, i miei capelli sono cambiati, ma quando penso di aver compreso qualcosa a pieno ecco che ho l’assoluta certezza che non ho capito niente. La contraddizione e l’assoluto sono concetti che mi affascinano molto. Credo che sia una cosa buona fare pace con i cambiamenti, io ho scelto di assecondarli e di condividerli.
3) A cosa stai Lavorando Attualmente?
Sto registrando il mio prossimo disco, le mie nuove canzoni.
4) Leggendo sul tuo sito vedo che il 2007 è stato un anno molto importante vuoi raccontarci il perché?
Il 2007 è stato un anno fondamentale per la mia autostima, è stato l’anno che mi ha dato modo di credere nella mia musica. Grazie a Myspace, un social con il quale avevo appena preso confidenza, mi sono ritrovata negli USA a lavorare con grandissimi musicisti di fama internazionale, artisti che prima studiavo sui DVD che hanno lavorato con i talenti più grandi e sorprendenti della musica internazionale come Prince e avevano deciso di regalarmi la propria esperienza musicale, solo perché li avevo incantati su internet. Di colpo ho capito che il web mi avrebbe aiutata molto perché avrebbe azzerato i km di distanza e annientato le frontiere, la musica che proponevo poteva andare più lontano di quanto mi fossi spinta io che vivevo ancora nel paesino di montagna dei miei genitori di 30 anime e che fino ad allora non avevo preso neanche un aereo.
Da quel giorno le cose sono cambiate, non ho mai smesso di viaggiare, la mia musica mi ha permesso di raggiungere tantissimi paesi.
5) Sappiamo che non pubblichi solo in Italia ma anche in Francia, e nel 2010 hai pubblicato un album sul mercato Francese dal titolo“FAITES DU BRUIT”, vuoi Illustrarcelo?
Un lavoro incredibile, un disco che mi ha fatto attraversare la Francia intera con piu di 50 concerti, apparizione tivù, partecipazioni radio.
Il tutto nacque da un brano che poi diede titolo al disco “faites du bruit” inizialmente un gioco, “une comptine” per la quale scrissi una successione armonica articolata che piacque tantissimo a David Godevais che poi divenne mio produttore, da li susseguirono le collaborazioni con Mark Ribot Tom Waits e Capossela Greg Boyer Parliament/Funkadelic Bob Coke (sound engineer Ben Harper).
Un anno e mezzo di tour che mi ha segnato profondamente come musicista e come persona.
6) Quali differenze ci sono tra il mercato discografico Italiano e quello Francese?
Moltissime e le differenze cambiano sempre più in fretta. Conduco una trasmissione per la RAI valle d’Aosta dove settimanalmente propongo le uscite discografiche francesi in ascolto, pertanto sono sintonizzata costantemente sulle classifiche italiane e francesi, e in questi anni di osservazione ho notato come i due mercati siano differenti, in primis sulle proposte, in Francia c’è varietà artistica, in Italia se va di moda un genere le classifiche si riempiono di artisti simili; in Italia il fenomeno delle proposte indie che raggiungono le vette delle classifiche, in Francia questo non è ancora accaduto…molte altre differenze ancora, sui numeri di vendite sulle aperture mentali delle case discografiche, poi il caso del belga Stromae alle vette in entrambi i paesi. Poi ci sono i live e da un lato una Francia che garantisce ancora locations adatte ai concerti e dall’altro un Italia che fatica a tenere in piedi i festival. Seppur Italia e Francia siano vicine, ci sono di mezzo grandi differenze culturali, di spazi, di professionalità, ma il mondo cambia in fretta, sono due paesi bellissimi e pieni di artisti interessanti, staremo a vedere!
7) Se potessi decidere di partecipare ad un evento a quale vorresti partecipare?
Sogno di condividere grandi palchi con grandi musicisti, voglio emozioni vere, sudore sincero, pertanto se potessi decidere, vorrei partecipare ad un tour internazionale e mettermi alla prova con il globo intero.
8) Se Christine potesse dare 3 aggettivi a Naif quale userebbe?
Non sapendo rispondere ho chiesto aiuto ai miei seguaci su facebook, il risultato è una media di una serie di loro risposte: poliedrica, appassionata e caparbia.
9) Raccontaci la canzone “Annarosa” che cosa volevi comunicare?
Annarosa lavava i panni della gente e dei panni della gente lei sapeva tutto, un omaggio alla figura della lavandaia, un ricordo sbiadito d’infanzia ma dagli odori e colori lucidi, un brano che mi tenne concentrata per mesi sulle parti del testo perché volevo fosse perfetto. Un brano che pensavo che non fosse di facile ascolto e che pertanto ero sicura sarebbe rimasto nascosto nel disco. Invece mi ha regalato emozioni, qualche riconoscimento importante dato dal popolo del web, complimenti da parte di colleghi e continua oggi a raccontare qualcosa all’ascoltatore e anche a me. Avrei tanto voluto sentirlo cantare dalla Mannoia, ecco questo è un piccolo segreto.
10) Qual’è il momento più importante nella tua carriera fin ora?
Non saprei, se penso al mio percorso vengo avvolta da tantissime immagini, emozioni fortissime, preziosi incontri e ricordi vivissimi ma forse ancora manca il momento eclatante che tutti possano ricordare. Ci lavorerò su per il futuro, ho ancora tante cose da dire.
Fai un saluto ai tuoi fan….
Abbraccio tutti coloro che mi seguono, che fanno kilometri per raggiungermi ai concerti, che mi scelgono e mi supportano, grazie di cuore a tutti.
Giovanni Dellepiane
fotografie di Annalaura Masciavè
Apr 11
Bonus coniuge a carico: il Job Act di Renzi lo elimina. I telegiornali ve lo hanno detto?
Coniuge a carico – Renzi, Job Act, Riforma del Lavoro: cerchiamo di capire cosa c’è di vero e cosa no in quello che i media main-stream ci propinano. Soprattutto se le nuove riforme faranno davvero gli interessi dei cittadini o è solo un gioco delle 3 carte. Tutti i media hanno pubblicizzato a gran voce l’annuncio dell’aumento, da maggio, di 80 euro mensili per i dipendenti, tranne però specificare che ad oggi, non c’è ancora copertura finanziaria. Nessuno però ha specificato che, nella pagina n. 16 del Job Act, quello presentato ad Angela Merkel, è prevista l’eliminazione del bonus di detrazione per il coniuge a carico che ammonta a ben 800 euro all’anno per i redditi fino a 15mila euro, e tra i 690 e i 720 euro per i redditi tra i 15mila e 40mila euro annui (fonte Il Fatto Quotidiano.it), si tratta in totale di ben 5 milioni di contribuenti (fonte Agenzia delle Entrate).
Anche Avvenire, il quotidiano del Vaticano, insorge contro la decisione di Renzi spiegando che una scelta simile non farebbe altro che sfavorire la “tutela della famiglia” e non faciliterebbe in nessun modo le pari opportunità nel mondo del lavoro. Secondo il governo l’obiettivo è quello di incentivare le mogli a farsi assumere dalle imprese che, con la Tax Credit, avrebbero anche dei vantaggi fiscali. Enzo De Fusco, coordinatore scientifico della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, ha dichiarato in un’intervista: “Abolire questo bonus che abbraccia una platea amplissima per incentivare pochi non è la soluzione per evitare che le donne siano costrette a scegliere fra avere dei figli oppure lavorare. Inoltre, non si deve sottovalutare che in questi mesi di crisi nera è aumentato anche il numero degli uomini che sono rientrati nella categoria ‘coniuge a carico’, perché hanno perso il lavoro. La detrazione del coniuge a carico si può definire come uno dei perni del sistema assistenziale italiano, visto che non è solo un ammortizzatore sociale ma serve anche ad alleggerire la pressione fiscale con uno sconto sull’Irpef da pagare attraverso le trattenute in busta paga o in sede di dichiarazione dei redditi”. Ricapitolando: mentre ancora non si sa dove trovare i fondi per i famosi 80 euro mensili in più, l’unica certezza per i lavoratori è che a breve non potranno più usufruire del bonus per il coniuge a carico.
Osservatorio Globale
Apr 11
Spagna: bloccato il referendum sull’indipendenza della Catalogna
Il Congresso della Spagna ha respinto la proposta di referendum sull’indipendenza della Catalogna.
La votazione, in fase di stallo tra Madrid e la regione nord-orientale, minaccia di diventare una grave crisi politica.
Il governo catalano ha già in programma un referendum per il 9 novembre.
Il risultato schiacciante è stato ampiamente anticipato, con 299 voti contrari e solo 47 a favore e un’astensione.
Il governo conservatore del Partito Popolare spagnolo (PP) ha votato contro la proposta, insieme con l’opposizione principale del partito socialista e di alcuni partiti minori. La Sinistra Unita, i gruppi pro-indipendentisti e i nazionalisti galiziani e baschi hanno appoggiato la mozione.
Il governo spagnolo ha affermato che il referendum per l’indipendenza catalana è impossibile perché violerebbe la Costituzione.
Ma nel dibattito congressuale il primo ministro Mariano Rajoy si è basato anche su altri, e meno legali, argomenti.
“Io difendo la Catalogna perché non posso immaginare la Spagna senza la Catalogna e la Catalogna fuori della Spagna.
E’ una questione di emozione, di sentimento, di storia condivisa.”
Rajoy ha sorpreso i suoi ascoltatori parlando in lingua catalana, ed ha insistito sul fatto che la cultura della regione non è stata mai repressa da Madrid, come sostengono invece i nazionalisti.
Ma i nazionalisti hanno promesso di portare avanti l’idea di un referendum sull’indipendenza, nonostante il voto contrario.
“La volontà della Catalogna non può essere fermata da un voto del Congresso.”
Con una popolazione di oltre 7 milioni, la Catalogna ha la più grande economia regionale della Spagna.
Mentre i nazionalisti vedono l’indipendenza solo come un obiettivo storico di lunga data, la recente crisi economica ha reso tesi i rapporti tra la regione e il resto del paese.
I catalani non hanno escluso una dichiarazione unilaterale di indipendenza, nel caso in cui non ci siano altre alternative. I giudici spagnoli e il Congresso ritengono che il referendum catalano sia illegale, il leader della regione deve decidere se procedere con il referendum a novembre come previsto, senza la benedizione dello Stato, o di riconsiderare la mozione.
Fernando Vallespin, sociologo presso l’Università Autonoma di Madrid, ha affermato che l’unico modo per disinnescare la tensione politica potrebbe essere quello di perseguire il piano di un nuovo insediamento federale. Un processo di piena indipendenza sarebbe profondamente traumatico e difficile per entrambe le parti.
Anthea Favoriti