Oggi per pandorando ho l’onore di intervistare Mimmo Mirabelli.
Ciao Mimmo intanto ti ringrazio per averci concesso questa intervista, so che hai molti impegni e quindi ti ringrazio veramente tanto!
Ora passiamo alle domande.
1) Chi è Mimmo Mirabelli? presentati brevemente al pubblico di pandorando…. Sono un musicista-compositore di origini calabresi ma vivo in Provincia di Torino. Faccio parte di una generazione di musicisti e già all’età di 9 anni ho iniziato a studiare Tromba con la banda del paese. All’età di 12 anni ho ricevuto una Fisarmonica Cromatica Russa da mio fratello Raffaele (Sassofonista e autore di diverse opere didattiche per sax pubblicate dalle importante case editrici RICORDI, CARISCH, EFFE MUSIC dì Fabbri Editore) e così ho iniziato ad approfondire lo studio della Fisarmonica, esibendomi in svariate situazioni musicali, praticando svariati generi musicali in tutta Europa, ed a breve darò l’esame di diploma in conservatorio.
2) Lo scorso hanno hai avuto molto successo con il brano “ La Danza Della Panza”, da dove è nato questo brano? Sinceramente ho sempre ritenuto i balli di gruppo, canzoni per “beduini”, attualmente invece, penso che se noi riteniamo “banale” una canzone, questa non lo è affatto, perché ogni genere ha la sua caratteristica e la sua difficoltà a cui bisogna dare lo stile appropriato. Un giorno per scherzo ho voluto ironizzare sui chilogrammi di troppo scrivendo un ritornello martellante “MUOVI LA PANZA, MUOVI LA PANZA” , idea nata mentre facevo giocare con il giochino la mia bassottina Clotilde, ed il suono emesso dallo stesso, è stato inserito anche nella base audio che va a ritmo di “movimento di panza”. Dopo aver fatto una bozza del testo, l’ho fatta visionare ad un carissimo amico scrittore di poesie Andrea Marsili e sistemate le rime, ho scritto la musica e successivamente la canzone è stata inserita nel disco “Bianco, Rosso e Verde” di Matteo Tarantino (noto artista della musica da ballo), edito dalle edizioni musicali Bagutti. Siccome non ho mai dato importanza a questo genere di canzoni (ed allo stesso tempo l’idea di fare un video mi impacciava), grazie all’incitazione del mio amico Salvatore Gatto è nato un semplice video abbinato a questa melodia originale portandomi così nelle più importanti emittenti televisive e radiofoniche nazionali CANALE 5, RAI, RADIO 105, RADIO DEEJAY TV, raggiungendo sul web quasi 5 milioni di visualizzazioni. Sempre LA DANZA DELLA PANZA nel 2013 entra a far parte de “LA PULCINO PIO COMPILATION UFFICIALE”.
3) Se dovessi definirti con 3 aggettivi, quali useresti? Versatile, Umile ed anche disordinato
4) Sappiamo che da poco hai lanciato un nuovo tormentone per l’estate, vuoi illustrarci di cosa si tratta? Sin da quando ero bambino sono stato attratto dalle esultanze dei calciatori, e già da qualche anno avevo in mente di realizzare un ballo di gruppo utilizzando come coreografia principale “le esultanze”. Per evitare di fare nomi dei calciatori, ho voluto creare il testo utilizzando il soprannome di ogni calciatore (testo scritto in collaborazione con il grande autore Sergio Peretti). A fine 2013 ho composto così, la canzone “REPPEPE’ – IL BALLO DEL GOAL”, il primo ballo di gruppo creato con le esultanze dei calciatori che hanno fatto la storia del calcio italiano, dedicandola al debutto della nazionale italiana ai mondiali di calcio in Brasile 2014, facendo così unire tutti i tifosi italiani e cercando di dimenticare i dissapori che accadono durante il campionato di serie A. Il videoclip realizzando sempre dal regista Salvatore Gatto, è presente su Youtube ed è stato realizzato nel prestigioso stadio S. Piola della F.C. Pro Vercelli. La federazione calcistica ci ha persino concesso alcune comparse della squadra giovanile.
5) A cosa punti per questo tuo nuovo lavoro? Sinceramente non faccio progetti. Ho caricato il video sul web, lascio che faccia un suo percorso, che piaccia o no…questa è una canzone originale, non clonata da altre idee (come tutte le mie canzoni).
6) In quale prestigioso evento sogni di poterti esibire? Mi piacerebbe fare una tournée con qualche artista di fama.
7) Se in un futuro potessi collaborare con un artista a tua scelta, con chi decideresti di farlo?? Quando ho risposto alla domanda precedente, sinceramente non avevo letto questa. Purtroppo non posso decidere di suonare con “tizio, caio o sempronio”, però essendo un musicista, non mi piace fare la “prima donna”, quindi con questa risposta non vorrei che qualcuno fraintendesse, per collaborare intendo “suonare alle spalle” di qualche noto artista.
8) Quanto è difficile in questi tempi potersi affermare come artista? Di questi tempi ci sono persone che non hanno mai avuto un microfono o uno strumento musicale in mano e dall’oggi al domani sono “musicisti, cantanti” o addirittura “artisti”, e non funziona solo nel piccolo cosi’, ma anche in occasioni come la Televisione che promuove prodotti per la “massa” (basta seguire alcuni noti “Talent Show”), con questo non voglio dire che una persona non sia portata o brava nel fare questo lavoro, perché c’è anche gente che svolge l’attività del musicista per Hobby e lo fa anche bene, addirittura persone che suonano “ad orecchio” riescono ad ottenere risultati stratosferici, più di chi magari “legge la musica” . Però dico anche che se si vende un prodotto in TV, gli spettatori iniziano ad amare quel tipo di prodotto (valido o non valido che sia) e quindi ormai le case discografiche vendono “artisti” commerciali, che possano far vendere dischi, ed anche se fino a poco tempo fa ero contrariato a questa idea, attualmente sono a favore della commercialità, perché è il pubblico che alla fine ti fa lavorare. Forse perché ora anche io mi sto adeguando al mercato, svolgo circa 160 serate annuali, di svariato genere e se volessi suonare in pubblico ciò che piace a me, farei la fame (proprio come capita a tanti Artisti, purtroppo). Penso comunque che oggi il vero “artista” si trovi per “strada”, non perché uno sia “Diplomato” sia un “Artista”, il diploma serve solo per essere affisso al muro (per non essere volgare non dico altro), la gavetta e il bagaglio musicale si fanno “sul palco” e non suonando solo tra 4 mura, lo studio serve a darti solo la preparazione tecnica. Come dice il detto ” LA PRATICA, ROMPE LA GRAMMATICA”.
9) Quale secondo te il pezzo che ti è riuscito meglio tra i numerosi che hai pubblicato? Se dovessi deciderne uno be deciderei la danza della panza!
Fai un saluto ai tuoi fan…. CIAOOOOO RAGAZZI, VI ASPETTO SU FACEBOOK E SU YOUTUBE. W LA PRUGNAAAAA!!!
E per finire vi lasciamo con l’ultimo tormentone lanciato da Mimmo da guardarequi
Tempi duri per il giornalismo in Egitto – Questi ultimi tempi non sono tempi facili per i giornalisti in Egitto.
Nell’Accademia ON-TV, dove la prossima generazione di giornalisti televisivi egiziani verrà addestrata, c’è una teca di vetro con un cartellino che recita “Museo degli scontri.” Contiene tre scaffali di telecamere e microfoni che i giornalisti dell’Accademia hanno riportato indietro dopo le tante proteste che hanno imperversato al Cairo a seguito della rivoluzione del 2011.
La Press Emblem Campaign (PEC), ha messo al settimo posto l’Egitto nella lista dei luoghi più pericolosi per i giornalisti. L’organizzazione afferma che cinque giornalisti sono stati uccisi e almeno ottanta detenuti negli ultimi due anni.
Recentemente, l’attenzione internazionale è stata attratta dalla vicenda di venti giornalisti, per lo più affiliati alla rete Al Jazeera, che sono stati arrestati a dicembre con l’accusa di numerosi reati, tra cui aver “rovinato” la reputazione dell’Egitto, affermando di essere uno dei primi paesi ad aver aiutato e che continua ad aiutare i terroristi. A seguito di queste affermazioni sono stati trattenuti in condizioni disumane, senza un giusto processo, per più di due mesi.
Il caso ha provocato, la settimana scorsa, una grande mobilitazione di gruppi internazionali per i diritti umani, ma le proteste in Egitto non sono servite a nulla, e non solo a causa della forte repressione sui giornalisti nel paese. Gli egiziani hanno una visione diversa di Al Jazeera rispetto ai loro colleghi stranieri. “L’uomo medio egiziano afferma con sicurezza che Al Jazeera é affiliata ai Fratelli Musulmani. Non c’è dubbio.”
Anche i giornalisti apertamente critici nei confronti dell’attuale governo egiziano e la presidenza imminente di Abdel-Fattah el-Sissi, criticano il comportamento di Al Jazeera in seguito alla cacciata di Morsi. Il canale del Qatar, in particolare la sua rete araba e la sua propaggine egiziana, è stato bandito e respinto da molti in Egitto (e in molti Stati del Golfo), ritenuti tirapiedi dei Fratelli Musulmani, l’ organizzazione responsabile di numerosi attacchi terroristici. Mahmoud Salem, commentatore satirico del Daily News Egypt, è un amico di Mohamed Fahmy, uno dei giornalisti di Al Jazeera sotto processo.
“Prima di essere arrestato ho parlato con lui molte volte, dicendogli di smettere. Ho parlato con molti dei miei amici giornalisti, e ho chiesto loro se considerano Al Jazeera “giornalismo” e tutti hanno risposto in maniera diversa, ma sempre titubante. Poi ho chiesto se volevano lavorare per Al Jazeera e mi hanno detto di no, perché se proponi una storia, questa non avrà mai la stessa credibilità che se venisse pubblicata su qualsiasi altra testata giornalistica.”
La reputazione di Al Jazeera è scesa drammaticamente dopo che il canale ha mostrato le immagini di manifestazioni anti-Morsi, presentandole come fossero manifestazioni a favore di Morsi.
Il Governo ha ritirato subito dopo le licenze e ha chiuso i loro uffici e quando i giornalisti hanno continuato a lavorare senza licenza il loro arresto è stato praticamente inevitabile.
Il ministro egiziano dell’Economia, Mounir Fakhry Abdel Nour, ha recentemente ammesso alla BBC che arrestare i giornalisti è stato “Un grosso sbaglio”. E come sottolinea Salem, il governo deve rendersi conto che questo processo ha danneggiato esclusivamente la propria immagine.
La rubrica più recente di Salem è dedicata alla satira spietata contro el -Sissi. Molte le telefonate di apprezzamento e di conforto dopo la prima pubblicazione.
La paura serpeggia incessantemente tra i giornalisti, soprattutto quella di scrivere su argomenti che l’esercito egiziano potrebbe censurare immediatamente. Muhammad Mansour, un giornalista dell’ Egitto indipendente, sta attualmente indagando sulle uccisioni avvenute a Mohamed Mahmoud Street, quando i cecchini hanno attaccato volontariamente i manifestanti. “Argomenti del genere sono troppo scottanti. Gli autori verranno immediatamente presi e il verdetto contro di loro sarà durissimo. Temo la pubblicazione, ma non la scriverò in inglese: la maggior parte degli egiziani non legge in inglese e penso che il governo sia disinteressato ai media di lingua inglese”.
Nel frattempo, c’è un certo risentimento tra i giornalisti egiziani sul modo in cui i media stranieri rappresentano l’ Egitto.
“La società egiziana viene rappresentata da due blog su Facebook e Twitter. Non più dalle testate ufficiali. Bisogna spostarsi, camminare per la strada, chiedere informazioni alla gente.”
Il punto di vista popolare è che el-Sissi stia portando al paese stabilità. La libertà di stampa è ancora meglio di quanto non fosse sotto Mubarak. Prima della rivoluzione era, per esempio, un problema girare per le strade.
“Sono stato arrestato tre volte ma ora è possibile scattare fotografie ovunque. Stiamo difendendo quello che è successo il 30 giugno (la cacciata di Morsi e dei Fratelli Musulmani), perché ci piace quello che è successo il 30 giugno.”
Anche se la realtà non è chiaramente tutta rose e fiori, il supporto dato ai giornalisti egiziani è di fatto intrappolato in una ragnatela di pregiudizi. “Io non rispetto i media egiziani e in qualche modo. Al Jazeera Arabic (distinto da Al Jazeera International) è come una macchina di propaganda quando si parla di Egitto, si schiera dalla parte dei Fratelli Musulmani e ignora tutto il resto.” Eslam el-Qady, un coordinatore del corso presso l’Accademia ON, pensa che l’Occidente si stia altrettanto polarizzando: “I media occidentali si concentrano su alcuni concetti e i media orientali fanno lo stesso su altri. Allora chi ha ragione? Non c’è oggettività.”
Dalla crisi al cambio di paradigma – Il celebre scrittore e filosofo Ivan Illich, affermava che la crisi non va solamente intesa nel suo significato comune, ma può anche indicare: “l’attimo della scelta, quel momento meraviglioso in cui la gente all’improvviso si rende conto delle gabbie nelle quali si è rinchiusa e della possibilità di vivere in maniera diversa“.
Difatti lo stesso termine “crisi“, nella sua origine greca significa “decisione”.
Inoltre Illich disse:
“Ed è questa la crisi, nel senso appunto di scelta, di fronte alla quale si trova oggi il mondo intero“.
Queste parole, scritte dal filosofo austriaco nel 1978, sono più che mai attuali.
Difatti il mondo intero è oggi come non mai in crisi: crisi economica, politica, sociale, culturale, etica, ambientale e spirituale.
Il modello di sviluppo economico moderno, le vecchie narrazioni ideologiche e post-ideologiche, la pretesa di uniformare e rimodellare esseri umani e ambiente tramite la distruzione delle diversità e delle biodiversità, l’illusione di un mondo basato solamente sulle “certezze” garantite dalla scienza e dalla tecnica, tutto ciò è fallito.
Quello che serve ora, è la creazione di un nuovo paradigma.
Un nuovo paradigma che metta al centro prima di tutto l’individuo e le sue potenzialità, la sua aspirazione a una vita felice, sicura e libera, senza la pretesa di volerlo omologato a un modello sociale, politico o ideologico prestabilito.
Tutto il Novecento è stato dominato dalla pretesa di uniformare gli esseri umani, di distruggerne le diversità e farne dei cloni, degli “automi” indispensabili per lo stato (come nel caso dei totalitarismi fascisti e comunisti) o per il mercato (come è il caso della società di consumo).
Sempre di più, gli individui sono stati costretti a delegare le proprie responsabilità e in fin dei conti libertà, a strutture impersonali di potere, come inizialmente gli stati/nazione, in seguito sempre più spesso le grandi imprese multinazionali, le organizzazioni sovranazionali (ONU, WTO, FMI ecc), le banche e tutti quei gruppi di potere che guidano la globalizzazione moderna, che non è altro che la logica conseguenza del processo totalizzante di spersonalizzazione e omologazione degli individui, e per giunta della stessa umanità.
Questo modello è andato definitivamente in crisi, anche se persistano ancora molte resistenze al cambiamento, che seguono schemi ormai obsoleti, perlopiù incentrati su visioni ideologiche otto/novecentesche (il grande sogno capitalista o socialista, quello globalista ecc).
Organizzazioni impersonali gigantesche come l’ONU, l’Fmi, la Banca Mondiale, la NATO e la stessa Unione Europea hanno ben poca ragione di esistere, in quanto lontani dai veri bisogni degli individui e fondate sul mantenimento di enormi privilegi per i propri funzionari, oltre che su un’enorme corruzione.
Anche il sogno globalista è fallito ormai, così come quello nazionalista suo predecessore.
Entrambi i sostenitori di queste ideologie volevano un mondo basato sulla centralizzazione, mondiale per gli uni, nazionale per gli altri, e l’omologazione dell’individuo a ciò.
Con questa crisi si è arrivati a un definitivo bivio: o continuare a seguire ciecamente questo sistema o aspirare a superarlo, cambiando le carte in tavola.
Ci sono tante teorie che prospettano la rottura con l’attuale e disfunzionale paradigma e sostengono un decisivo cambiamento.
Secondo l’economista e filosofo Serge Latouche ad esempio, bisogna abbandonare gradualmente il modello di sviluppo economico attuale, mettendo in discussione la stessa odierna globalizzazione che si basa su di esso.
L’obbiettivo è quello di costruire una democrazia reale e diretta, fondata per quanto possibile sull’autogestione e l’autodeterminazione di individui e comunità, che per funzionare non ha bisogno di “moloch burocratici” nazionali e tantomeno globali, e che per questo sia più vicina a bisogni e interessi degli individui.
Inoltre imprescindibile per il cambiamento che porterà a un nuovo paradigma, sarà la rottura con l’egemonia della tecnica e dell’economia su ogni aspetto della vita, con la riscoperta e la valorizzazione di valori (umanistici, artistici, spirituali etc) sempre più schiacciati dalle logiche di profitto e potere che governano il nostro mondo.
Nel mondo del libero mercato e della globalizzazione c’è il dominio delle multinazionali, le “padrone” del nostro sistema economico mondiale.
Le multinazionali hanno come unico interesse il profitto e per raggiungerlo attuano un massiccio sfruttamento della manodopera dei paesi più poveri del pianeta.
Esse si localizzano nei paesi più poveri per ottenere manodopera a bassissimo costo e una volta che i salari cominciano a “lievitare” si spostano in un altro luogo.
Le multinazionali oltre allo sfruttamento dei lavoratori provocano anche inquinamento all’ambiente. Inoltre alcune di esse, pur di realizzare guadagni spropositati, hanno messo in commercio sostanze nocive all’uomo oppure hanno usato sostanze chimiche, che poi si sono rivelate pericolose, nell’allevamento degli animali.
Le multinazionali “pensano” di essere al di sopra della legge e spesso non la rispettano per ottenere i propri scopi: esse spesso con grandi campagne pubblicitarie diffondono i loro messaggi e i loro prodotti e le masse sono attirate da tutto ciò.
L’economia globalizzata ormai è “schiava” delle multinazionali che la fanno da padrone e “dettano legge”.
C’è bisogno di una società meno globalizzata e più locale: valorizzare articoli e prodotti del luogo, andare a fare la spesa al mercato rionale o dal macellaio e dal panettiere di fiducia.
C’è bisogno di una società “frugale”, come dice Latouche e meno improntata alla crescita e alla globalizzazione.
Palazzo Reale accoglie dal 12 marzo al 13 luglio 2014 la mostra “Klimt. Alle origini di un mito”, evento che celebra il 150° anniversario della nascita del più grande rappresentante della Secessione Viennese.
Realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna e curata da Alfred Weidinger, studioso klimtiano e vice direttore del Belvedere, la mostra si prefigge di illustrare, attraverso grandi capolavori, le diverse fasi della vita e del percorso di Klimt: vengono esplorati i suoi rapporti familiari e affettivi, le sue prime esperienze presso la Scuola di Arti Applicate di Vienna, gli anni della Secessione arrivando persino alla proposta dell’opera “Adamo ed Eva” rimasta incompiuta a causa della sua morte.
Il percorso inizia con il disegno del contesto familiare klimtiano mediante l’esposizione di ritratti fatti da Gustav a membri della sua famiglia, come ad esempio il ritratto che dedica a sua sorella Hermine (1881). Le opere klimtiane sono accompagnate da altre create dai suoi fratelli Ernst e Georg e da Franz Matsch, un caro amico di famiglia e stretto collaboratore dei fratelli Klimt.
Subito dopo sarà possibile approfondire anni indispensabili per la sua formazione cioè quelli dell’apprendistato presso la Scuola d’Arte Viennese, nell’ambito della quale i fratelli Klimt insieme a Franz Matsch fondarono la “Compagnia delle Arti”.
Si passerà poi agli anni della Secessione, intorno al 1898, che propongono il rifiuto della precedente tradizione storicista a favore dell’avanguardia internazionale. Proprio in questa sezione si potrà ammirare la riproduzione originale del “Fregio di Beethoven”, esposto nel 1902 a Vienna all’interno del Palazzo della Secessione. Interpretazione su tre pareti della Nona Sinfonia del noto compositore Beethoven, il fregio racconta il percorso di un cavaliere, somigliante al musicista, che per congiungersi alla Poesia, ossia l’Arte, è costretto ad attraversare il mondo, pericoloso e malvagio. Il duro viaggio termina con l’arrivo nell’Eden fiorito e con il simbolico abbraccio con la donna tanto desiderata, ossia l’Arte.
Due sale sono invece dedicate ai ritratti e ai paesaggi, generi prediletti da Klimt dalla fondazione della Secessione. I paesaggi costituiscono un terzo della produzione klimtiana: l’artista soleva dipingere en plein air e dopo aver scelto un dettaglio lo dilatava in un primo piano ravvicinato dove la linea dell’orizzonte rimaneva sempre alta e la tessitura cromatica fitta, allontanandosi totalmente dal naturalismo impressionistico.
Fin da giovane amante del ritratto Klimt è in grado di esprimere nelle sue opere una fedeltà fisionomica quasi fotografica. I ritratti esposti sottolineano il percorso di Klimt che passa da una prima fase in cui l’artista amalgama figura e sfondo e rende i colori indistinti attraverso abili cancellature fino ad arrivare alla svolta secessionista, dove predilige i contorni incisivi della figura in uno spazio privo di profondità: in questo particolare momento solo il viso mantiene il suo naturalismo.
La parte conclusiva dell’esposizione è dedicata all’erotismo femminile come dimostra l’opera incompiuta “Adamo ed Eva” esposta come ultima, dove Klimt assegna centralità assoluta alla donna che, con un sorriso enigmatico e un forte erotismo, sovrasta l’uomo che resta ad occhi chiusi nell’ombra alle sue spalle.
Ovviamente, in posizione di assoluto rilievo, troneggia sola in una stanza la donna fatale per eccellenza: la Salomè. La rappresentazione di questa donna dalla femminilità e sensualità incontrastata nasconde ambivalenza e ansietà espresse soprattutto dalle sue mani che, contratte come in un crampo, stringono il vestito che nasconde tra le sue pieghe una testa maschile.
Bisogni materiali e bisogni spirituali – Dopo la seconda guerra mondiale, in piena guerra fredda, la società americana e l’intera società capitalistica mondiale, gli stati e le nazioni filo-americane opposero al modello sovietico-comunista il modello consumistico.
Quest’ultimo basava (e basa ancora) la sua forza sul presupposto di migliorare la società: beni di consumo come lavatrici, frigoriferi e televisori arrivavano a fasce di popolazione sempre più ampie, allontanandole dalla povertà e dall’emarginazione sociale.
I “comfort” arrivavano a tutti, nessuno escluso, in varie misure, ma arrivavano a tutti.
Lavatrici, frigoriferi e televisori rispondevano a necessità e bisogni materiali.
Oggi c’è internet, le televisioni sono ultra-tecnologiche come pure i telefoni cellulari e i tablet; tutte queste cose hanno generato una realtà virtuale e alternativa alla realtà vera e propria, usando parole di Baudrillard, hanno creato un’iperrealtà.
I media hanno creato una vera e propria “videosfera” in cui tutti “viviamo” ogni giorno.
È la “società dell’immagine”, della multimedialità, che riempie ogni istante della nostra vita.
Quindi a differenza di qualche decennio fa, varie fasce sempre più ampie di popolazione, oltre ad usufruire di beni di consumo sempre più numerosi che rispondono ad esigenze materiali, possono usufruire di “beni spirituali”, se così li possiamo definire. Ogni giorno abbiamo a disposizione tante realtà virtuali dove vivere oltre a quella “reale”.
Il “bombardamento mediatico” quotidiano di immagini e suoni crea un immaginario comune collettivo.
Dopo aver appagato i nostri bisogni materiali il sistema-società ha appagato anche i nostri bisogni spirituali: ogni giorno andiamo a lavoro e tramite i nostri computer, i nostri tablet o i nostri telefoni cellulari ci colleghiamo all’immensa rete virtuale, ai social network, ai quotidiani in versione digitale.
Isteria collettiva che porta tutti a vivere nelle “sterminate realtà virtuali”.
Kabul, Afghanistan– e uomini armati hanno attaccato l’ufficio della Commissione elettorale accanto alla casa del candidato presidenziale afghano Ashraf Ghani, impegnato in uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza afghane.
La capitale afghana è in stato di massima allerta in vista delle elezioni presidenziali del 5 Aprile: i ribelli talebani hanno minacciato di far desistere le elezioni attraverso una campagna di attentati e omicidi.
Più di tre ore dopo le esplosioni iniziali sono stati sentiti, dalla polizia locale, altri sporadici spari.
Ghani, ex funzionario della Banca Mondiale, non era in casa al momento dell’attacco.
L’elezione è stata progettata per celebrare la prima svolta democratica del Paese.
All’ex presidente Hamid Karzai è stata impedita la sua corsa ad un altro mandato, dopo 12 anni al potere, ma ha già affermato di voler mantenere intatta la propria influenza all’interno del Paese.
I talebani hanno rivendicato la responsabilità dell’attacco.
Inizialmente la polizia ha affermato che i militanti avevano attaccato solamente la casa di Ghani, ma in seguito l’assalto ha coinvolto l’ufficio elettorale provinciale adiacente.
Il Ministero degli Interni ha affermato che ci sono state due esplosioni, seguite da un lungo momento di fuoco libero. Non ci sono notizie di vittime.
«Solo uno dei responsabili dell’attacco ha tentato di resistere alle forze di polizia al piano superiore (del palazzo della Commissione elettorale), ma gli altri sono stati uccisi“. Queste le parole del portavoce del Ministero degli Interni, Sediq Sediqqi.
Ghani, dopo l’accaduto, ha twittato: “I terroristi non ci possono scoraggiare dal portare avanti la nostra causa con i loro vili attacchi. La mia famiglia è al sicuro. Grazie a tutti voi che avete pregato per me e per loro…”.
La meccanica del cuore – Questo libro mi è stato prestato da una cara amica, dopo averlo comprato insieme al Salone Internazionale del Libro di Torino, nel 2012. Me ne sono innamorata già alla quarta pagina.
Scheda tecnica:
Titolo: La meccanica del cuore (La mécanique du coeur)
Un titolo, La meccanica del cuore(In lingua originale La mécanique du coeur),che racchiude in sé almeno due significati: quello letterale, che descrive la condizione del protagonista Jack a cui è stata applicata una protesi a forma di orologio a cucù all’altezza del cuore, e uno più profondo, che suggerisce la grande metafora che di fatto è tutta la sua vicenda.
Nato nella “notte più fredda del mondo”, a Edimburgo, nel 1874, il piccolo Jack ha il cuore completamente ghiacciato. La bizzarra levatrice Madeleine, dai più considerata una strega, lo salva incastrando tra i suoi polmoni un orologio a cucù. La protesi è tanto efficace quanto fragile: qualsiasi emozione, se troppo intensa, può danneggiarla e portare Jack alla morte. Madeleine è subito chiara: durante la sua vita, Jack dovrà saper dominare la rabbia e mai innamorarsi.
Ma non si può vivere al riparo dalle emozioni, e quando a dieci anni Jack incontra “la piccola cantante” Miss Acacia, qualsiasi proposito di seguire le istruzioni di Madeleine gli risulterà impossibile. “Oh, Madeleine, sarai furibonda!”
Attraverso Miss Acacia, Jack conoscerà l’amore, ma anche il dolore della perdita nel momento in cui scopre che la ragazza è partita per l’Andalusia. Scoprirà poi come “sedurla senza passare per un seduttore” una volta trovata all’Extraordinarium, un vecchio circo trasformato in parco divertimenti a Granada; conoscerà infine la gelosia, il sospetto, la rabbia e la violenza, quando Joe, vecchia fiamma della cantante e acerrimo nemico di Jack, tenterà di portargliela via.
Durante tutto questo lungo percorso di crescita, Jack non è solo. Come ogni eroe, anche lui ha bisogno di una spalla, e la trova nell’illusionista Georges Meliès, fedele amico e “orologiaio-prestidigitatore”, che gli rimette in sesto il cuore ogni volta che il suo ticchettare genera un terremoto. Finirà per salvargli la vita prendendo una drastica decisione. “Cos’hai combinato alla lancetta delle ore?”
“Sono innamorato e non so niente dell’amore, allora mi arrabbio, litigo, e ogni tanto provo anche ad accelerare o rallentare il tempo. E’ parecchio malconcio?”
Scritto con uno stile semplice eppure poetico, che parla la lingua di ogni diverso ed emarginato, ed intrisa delle atmosfere del miglior cinema di Tim Burton, La meccanica del cuore è una favola per adulti e un romanzo di formazione a tutti gli effetti. Ma, arrivati alla fine, quando l’eroe ha combattuto letteralmente con tutto il suo cuore, non c’è il lieto fine che ci si aspetta. Non un grande sorriso sulle labbra del lettore, niente dolci sospiri, né la mente che vola sognante con la fantasia; bensì, tanto su cui riflettere: su quanto l’amore ci possa rendere autodistruttivi e quanto vorremmo che le persone a cui vogliamo bene non provino il dolore che può provocare. Su quanto spesso l’amore può non bastare se si è avvelenati dalla sfiducia in sé stessi e dal sospetto negli altri e su quanto rimanga il sentimento per eccellenza, universale e misterioso nella sua incredibile complessità. Jack, Miss Acacia e tutti gli altri personaggi, per quanto strambi, ci offrono una grande e intima lezione di educazione sentimentale. “Il mio cuore fugge dal suo involucro-prigione. Vola attraverso le arterie, si sistema dentro il cranio per diventare cervello. In ogni muscolo e fino alla punta delle dita, il cuore! E un sole feroce, dappertutto. Una malattia dai riflessi rossi. Non posso più fare a meno di lei.” Mathias Malzieu (Montpellier, 1974), scrittore e musicista, costruisce un mondo intero anche al di fuori della carta, componendo un album discografico dedicato alla sua storia con la rock band di cui è leader, i Dionysos. La meccanica del cuore, pubblicato in Francia nel 2007, e edito in Italia da Feltrinelli, è il suo terzo romanzo e ha riscosso un grande successo di pubblico e critica in tutto il mondo.
Negli ultimi anni si parla sempre più di piramidi e ogni tanto spunta fuori che da qualche parte nel mondo ne sono state scoperte di nuove e ogni volta che vengono scoperte, si parla di riscrivere la storia dell’umanità. Quante volte dovrebbe già essere stata riscritta…
E ogni volta si parla anche del ritrovamento del famoso continente scomparso di Atlantide di cui tanto ci raccontò anche il famoso filoso Greco Platone.
Ormai è un dato di fatto che, in ogni parte del mondo esistono piramidi e col passare del tempo ne spuntano sempre di nuove, le più famose sono le piramidi di Giza in Egitto.
Così, se è stata la volta delle piramidi di Visoko scoperte in Bosnia, di quelle scoperte sotto il mare dei Caraibi e la stessa Italia sembra essere disseminata di piramidi, così è ora la volta di parlare di quelle scoperte in Antartide grazie allo scioglimento dei ghiacci.
Infatti, è proprio a causa di questo fenomeno che, in questo luogo remoto sembra che stiano venendo alla luce nuove piramidi.
Si tratta di tre colline (piramidi) allineate esattamente come quelle della piana di Giza (Egitto), una delle quali si trova a circa km. 16/18 verso l’interno, le altre due si trovano invece molto vicine alla costa.
Ci sono fonti che però sostengono invece che due si trovino nell’entroterra e una lungo la costa. Le risposte potrebbero essere vere entrambe, quante volte ne sono state scoperte una, poi diventate due, poi tre, quattro… piramidi.
Un gruppo di 8 esploratori, nel dicembre 2010 stavano scalando il Massiccio Vinson, la montagna più alta dell’Antartide, quando hanno scattato una foto a quella che sembrerebbe proprio essere una piramide che, ricoperta dai ghiacci era irriconoscibile, ma ora grazie al loro scioglimento, sta poco a poco venendo alla luce.
Sempre in Antartide, nei pressi di una stazione di ricerca scientifica belga in funzione dal 2009, la Princess Elisabeth Station, un fotografo esploratore francese Renè Robert, ha scattato, nei pressi della base alcune fotografie di quella che sembrerebbe essere proprio una piramide a gradoni. Le coordinate di Google Maps sono: 71.95207 – 23.346891 (attivare la funzione foto).
Se provate invece a cercare le tre piramidi misteriose su Google Earth, scoprirete che l’area è non è più accessibile.
Alcuni siti parlano anche di 2 tunnel scoperti al polo sud che porterebbero ad una base segreta americana o addirittura ad una base segreta aliena e di strane anomalie nei campi elettromagnetici presenti nella zona. Ma tutto resta avvolto dal mistero.
Anche delle tre piramidi scoperte nel 2010 se ne sa comunque bene poco, gli studiosi infatti mantengono un gran riservo sulla loro scoperta. Si vocifera di una spedizione che dovrebbe partire o essere già partita per raggiungerle ed effettuare sopralluoghi e studi sul posto ma nulla si sa sulla data di inizio spedizione o sul team di cui la stessa è composta. Ogni volta che ci si trova davanti a qualcosa che ha a che fare con il continente antartico si sbatte la faccia contro un mondo di censura e lo stesso discorso vale per le piramidi che si scoprono.
Negli anni passati, precisamente nel 2002, i media avevano già dato la notizia di una scoperta eccezionale avvenuta proprio tra i ghiacci dell’Antartide: le rovine di un’antica città.
La notizia fu riportata da una troupe televisiva degli Studio Atlantis TV della California ma sarebbe poi stata occultata dal governo americano che, quando si parla di ritrovamenti di piramidi in giro per il mondo compare sempre.
Le rovine di tale città sono state ritrovate nell’area del Lago Vostok, lago che si trova sotto tre chilometri di ghiaccio e che oggi è al centro di ricerche americane.
La troupe che diede la notizia e i filmanti da essa effettuati, sparirono in circostanze misteriose e della rovine della città scoperta non se ne seppe e non se ne sa più nulla da allora.
Tutto ciò che riguarda l’Antartide sembra coperto da inflessibile censura.
Qui alcuni link che possono dare qualche informazioni in più sui misteri di questo continente:
Il presidente Obama ha dispiegato truppe aggiuntive e nuovi aerei militari in Uganda nel tentativo di intensificare gli sforzi per dare la caccia a Joseph Kony, leader indiscusso del Movimento di Resistenza del Signore (LRA), recente e atipico movimento religioso che opera dal 2005 nei territori dell‘Uganda e del Sud Sudan, macchiato di numerose colpe tra cui il rapimento e l’arruolamento di bambini nella lotta di resistenza.
Gli Stati Uniti hanno schierato un numero limitato di CV- 22 Osprey, così come un rifornimento di aeromobili e personale di supporto alle truppe americane già presenti nel Paese per assistere il governo ugandese nella caccia a Kony.
“Gli aerei saranno di base in Uganda,ma verranno utilizzati in una vasta fascia dell’Africa centrale, comprese le aree della Repubblica Centrafricana, Congo e Sud Sudan. I nostri partner africani hanno sempre identificato il trasporto aereo come uno dei loro più grandi fattori limitanti per poter ricercare e perseguire i restanti capi dell’LRA: la ricerca infatti dovrà necessariamente estendersi su una vastissima parte di uno fra i più poveri, remoti e meno disciplinati paesi del mondo.” Queste le parole di Caitlin Hayden, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca.
Hayden ha inoltre affermato che le attività aggiuntive avrebbero aiutato la Task Force, dedicata alla caccia a Kony, a condurre operazioni mirate ad arrestare i membri del gruppo ribelle. “L’LRA è uno fra i colpevoli di atrocità più famosi del mondo. Per quasi tre decenni, l’LRA ha cacciato dalle proprie case, mutilato e terrorizzato persone innocenti in quattro Paesi. Crimini atroci, tra cui il rapimento di decine di migliaia di bambini, costringendoli a diventare schiavi sessuali o bambini soldato o obbligati a commettere atti indicibili. Sebbene l’LRA sia stata notevolmente indebolita, continua a rapire, depredare e attaccare uomini donne e bambini innocenti.” Secondo il Washington Post, che per primo ha riportato la notizia, 150 membri dei servizi americani saranno impiegati nella caccia al capo del Movimento della Resistenza del Signore. La missione conta più di 100 soldati “attivi” inviati da Obama, già dal 2011, nella caccia a Kony: questo evento ha ispirato oltretutto un video virale su YouTube, denominato “Kony 2012”, che descrive in dettaglio le atrocità. Kony è stato accusato di crimini di guerra dal Tribunale Penale Internazionale, oltre all’accusa di omicidio, riduzione in schiavitù sessuale, trattamento crudele dei civili e l’arruolamento forzato dei bambini nei ranghi dei ribelli.
La Casa Bianca ha sottolineato che il nuovo movimento non ha segnalato un cambiamento nella natura del ruolo degli Stati Uniti nel tentativo di dare la caccia a Kony. “Le forze regionali dall’Unione Africana restano in testa, sostenute dalle forze americane.” ha detto Hayden. La Casa Bianca ha inoltre affermato che l’assistenza promessa è stata possibile benché ci sia stata recentemente nel Paese la promulgazione della recente legislazione contro l’omosessualità del presidente ugandese Yoweri Museveni che ha reso “difficili” i rapporti tra i due Paesi.
Il successo del Front National di Marine Le Pen alle amministrative in Francia rappresenta un ulteriore avanzamento del fronte degli euroscettici e allo stesso momento un campanello d’allarme per coloro che sostengono euro ed Europa. Inoltre da notare che nel fine settimana scorso c’è stata una grande manifestazione a Madrid in Spagna contro la troika e il debito. Se pensiamo poi alla campagna elettorale per le europee dichiaratamente anti-europa e anti-euro condotta in Italia da Fratelli d’Italia, M5S e Lega Nord e pensiamo anche alla crescita enorme di Syriza in Grecia allora ci rendiamo conto di quanto stia crescendo il fronte degli euroscettici.
Le prossime elezioni europee si annunciano come un “plebiscito” contro o pro euro e contro o pro Europa: da un lato Marine Le Pen, Grillo, Lega e altri, dall’altro il PSE, il PD, il CDU tedesco e gli altri partiti europei sostenitori dell’Euro e dell’Europa.
Le misure di austerità e rigore che hanno causato disoccupazione e recessione ora stanno portando altre “reazioni” oltre a quelle già viste in passato con manifestazioni e proteste di piazza varie in diversi paesi e affermazioni crescenti di partiti e movimenti euroscettici.
Il prossimo parlamento europeo forse sarà composto da un fronte euroscettico molto consistente e forse anche lì sarà proposto il “governo delle larghe intese” già presente in Italia (ora “dimezzato”) e in Germania.
Le larghe intese europee, se tutto andasse nel modo appena accennato, sarebbero un ulteriore dimostrazione di diverse cose:
1) la politica, gli stati e i governi sono ormai sudditi dell’economia, dei “poteri forti”, delle banche, delle lobbies.
2) il voto dei cittadini europei sarebbe ignorato e bypassato;
3) come conseguenza del punto 2) la democrazia risulterebbe “sospesa”, cosa che già sta accadendo in Germania e in Italia da tempo;
4) la condizione di democrazia sospesa riporta ad una condizione di post democrazia generalizzata e presente in tanti paesi dell’Occidente dove per esempio sempre meno persone vanno a votare e i governi non sono espressione della maggioranza dei cittadini.
Nella televisione odierna osserviamo spesso una fusione tra generi. Per esempio programmi di informazione e talk-show politici spesso sfociano nel varietà: la spettacolarizzazione della notizia e dei drammi umani e sociali sono sempre più presenti in diversi programmi di informazione come anche nei talk-show politici. Inoltre è da notare che i giornalisti talvolta usano metodi e tecniche di intrattenimento tipiche del varietà. E ancora ci sono giornalisti che diventano conduttori televisivi o giornalisti che usano la satira nel loro fare informazione. Avviene anche il processo inverso, ossia ci sono varietà che tra l’altro fanno anche informazione con la satira e con l’umorismo.
Da osservare anche il fatto che commentatori ed analisti politici si trasformano talvolta in showman usando tecniche e forme tipiche del mondo dell’intrattenimento.
Perciò giornalisti, commentatori e analisti politici spettacolarizzano la notizia, usano la satira per fare informazione, ricorrono all’umorismo per proporre i loro contenuti.
Tutto questo è ricollegabile ad una “società dell’immagine” che propone icone pop, supereroi, sottoculture, mitologie, modi di pensare, stili di vita, concetti e idee più disparati.
Nella società dell’immagine l’informazione e la notizia sono spettacolarizzate e coloro che fanno informazione diventano showman come già detto.
Il tutto poi si caratterizza poi con un uso eccessivo del marketing e della narratologia che invadono anche il campo dell’informazione come hanno ormai invaso ogni settore e ambito della società.
Si propongono “verità molteplici” che si sostituiscono continuamente le une con le altre, verità molteplici che si sommano e danno vita ad un immenso immaginario collettivo, ad un discorso aleatorio e continuamente cangiante nelle sue forme e nei suoi contenuti.
Un discorso quello proposto dalla società dell’immagine svuotato ed esasperato, ridotto a patina superficiale, ridotto alla logica dell’apparire.
Perciò il mix tra il programma di informazione e il varietà è riconducibile alla logica dell’apparire caratterizzante la società dell’immagine.
Kuwait City, Kuwait– Il venticinquesimo vertice della Lega Araba, inizierà domani e terminerà mercoledì, ma nuove divisioni interne hanno soffocato le speranze di riuscire ad ottenere progressi significativi riguardo a numerosi temi, come ad esempio il conflitto in Siria, la minaccia costante della violenza politica nella regione e la questione arabo-israeliana. Poco prima della riunione prevista in Kuwait, una controversia irrisolta tra i membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) si è aggiunta alla situazione di divisione, già di per sé molto complessa, sia in Siria che nei territori palestinesi. Secondo le fonti dell’Agenzia di Stampa del Kuwait, il segretario generale della Lega Araba ha affermato che il vertice discuterà principalmente dei seguenti temi: Siria, Palestina e terrorismo.
La probabilità di trovare un accordo fra le questioni in ballo è, ad ogni modo, una utopia.”Sarà molto difficile trovare un consenso tra i ventidue paesi che costituiscono la Lega Araba, molto più rispetto a quanto è accaduto in passato, perché siamo di fronte ad una consistente polarizzazione, fra coloro che vogliono mantenere lo status quo, indifferenti alle ultime vicende della Primavera Araba, e coloro che invece vogliono cambiarlo.” Queste le parole di Omar Ashour, docente dipolitica mediorientale all’Università di Exeter a Londra.
Ashour vede il mondo arabo come diviso in tre grandi coalizioni. Il primo gruppo supporta le modifiche introdotte dalla Primavera Araba, e comprende laTunisia e il Qatar, nonché lo stato non arabo della Turchia. Il secondo gruppo, costituito daEmirati Arabi Uniti, Egitto e Arabia Saudita, si oppone alle forze rivoluzionarie della Primavera Araba, vedendo la proposta di un cambiamento come una minaccia alla stabilità.
Ashour vede anche una terza coalizione pro-sciita, costituita da Siria, Iraq, gli Hezbollah del Libano, e lo stato non arabo dell’Iran. Questo terzo gruppo è interessato a mantenere lo status quo nelle zone in cui i loro sostenitori sono al potere, come nel caso della Siria, ma sostiene ad ogni modo quelle rivoluzioni in cui i loro interessi coincidono con quelli dell’opposizione, come nel caso del Bahrain.
Queste politiche così differenti hanno portato ad una spaccatura evidente e insanabile nelle ultime settimane tra i paesi del Golfo: si contrappongono da un lato il Qatar, l’Arabia Saudita e il Bahrain e dall’altro gli Emirati Arabi Uniti.
La controversia ha portato questi Paesi a ritirare i loro ambasciatori a Doha, uno sviluppo che non fa ben sperare per la capacità della Lega Araba di intraprendere qualsiasi azione significativa.
Alcuni hanno persino suggerito che se non si è in grado di trovare una soluzione velocemente si arriverà presto alla fine del GCC.
L’unica questione che il vertice sicuramente non affronterà è quella sul petrolio e, di conseguenza, sugli Stati del Golfo che ne detengono il possesso.
Il sostegno del Qatar a favore della Fratellanza Musulmana è il punto cruciale del battibecco GCC. L’ Arabia Saudita e l’ Egitto hanno bollato l’organizzazione come una “organizzazione terroristica“. I partiti politici affiliati alla Fratellanza ricoprono cariche molto importanti come, ad esempio, la carica di Primo Ministro del Marocco, alcuni seggi nel parlamento kuwaitiano e costituiscono una grande parte della coalizione del Governo della Tunisia.
Nei territori palestinesi occupati, la Fratellanza affiliata ad Hamas governa, di fatto, Gaza. “Gli stati arabi sono divisi su come considerare i palestinesi, se buoni o cattivi. Paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e l’Egitto sostengono la Fatah e vedono Hamas solo come una minaccia.”- afferma Ashour.
Gli stati arabi sono profondamente divisi sulla questione della Siria e sulla guerra civile in corso. Iraq, Algeria, Hezbollah, e gli Houthi nel nord dello Yemen hanno tutti, in qualche misura, sostenuto il governo di Bashar al- Assad, mentre il Qatar, l’Arabia Saudita, e un certo numero di altri stati hanno fornito sostegno ai gruppi armati di opposizione, che il governo chiama “terroristi”.
Il Primo Ministro iracheno Nouri al- Maliki ha anche accusato l’Arabia Saudita e il Qatar di sostenere i combattenti in Iraq.
“Il problema è la politicizzazione del termine ‘terrorismo’, la parola viene applicata indiscriminatamente dagli stati arabi col fine di indebolire pubblicamente l’immagine degli avversari. Saranno fatti tentativi per arrivare al tema del terrorismo, della Palestina, e della sovranità territoriale, questo è certo, ma non possiamo garantire nulla. “- ha detto Ashour.
Viste le premesse così desolanti, molti mettono in dubbio la capacità della Lega Araba di riuscire ad arrivare a qualcosa.
Il fatto che la Lega Araba sia, ad oggi, totalmente inefficace ad affrontare la situazione è sotto gli occhi di tutti, come lo è il fatto che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sia ancora una volta totalmente incapace di intraprendere un’azione decisiva, intervenendo.
“La Lega Araba non crea problemi. Sono gli Stati membri, e spesso le potenze esterne, che li creano. Questo non è un problema esclusivamente arabo, ma è un problema globale.”- ciò è quanto afferma Sharif Nashashibi, analista ed opinionista del The Guardian, esperto di questioni mediorientali.
Il primo ministro turco Erdogan ha confermato che le forze militari del Paese hanno abbattuto un aereo siriano per aver violato lo spazio aereo turco, un’azione che la Siria ha denunciato come “senza precedenti e ingiustificabile“. L’incidente è avvenuto alle quindici di oggi pomeriggio: l’aereo che si è schiantato nei pressi della città siriana di Kasab, al confine turco, era stato precedentemente preso di mira da un F-16.
Durante un comizio elettorale nel nord-ovest della Turchia, Erdogan ha detto difronte ai sostenitori: “Un aereo siriano ha violato il nostro spazio aereo: i nostri F-16 sono decollati immediatamente e hanno colpito l’aereo. Perché? Perché se qualcuno osa violare il nostro territorio, deve capire fino in fondo quanto sarà poi dura la nostra risposta. Mi congratulo con il capo di stato maggiore generale, le forze armate e i piloti onorevoli. Mi congratulo, in generale, con le nostre forze aeree“.
L’agenzia di stampa di Stato siriana, SANA, ha riferito al ministero degli Esteri che l’azione siriana è stata portata avanti in qualità di protesta contro l’interferenza turca nella provincia di Latakia, che ha visto pesanti combattimenti nei giorni scorsi.
Il Ministero degli Esteri siriano ha affermato che “l’aggressione turca, contro la sovranità siriana nella regione di confine di Kasab negli ultimi due giorni, dimostra in maniera eclatante la sua implicazione nei recenti eventi in Siria“. La provincia Latakia include oltretutto il villaggio d’origine (Qardaha) della famiglia del presidente Bashar al-Assad. Secondo il gruppo di monitoraggio anti siriano l’aereo era stato sorpreso a sorvolare aree a Latakia, con lo scopo di scovare e perseguire quel gruppo di ribelli che tenta di occupare tutte le zone di frontiera. Il dispiegamento di missili, da parte di entrambi i Paesi, sta facendo salire la tensione alle stelle in tutto il mondo. Secondo un comunicato, successivo all’abbattimento del primo aereo, l’esercito turco ha individuato altri due aerei MI G-23 che sorvolavano la zona di confine. Il governo turco ha dovuto rilasciare quattro avvertimenti, onde evitare ulteriori abbattimenti.
I prossimi giorni saranno un periodo sensibile e difficile per entrambi i governi. La Turchia aspetterà sicuramente di vedere la prossima mossa del governo siriano.
La particolarità del Nintendo 3DS, che è stato presentato ufficialmente all’E3 del 2010, è il suo schermo superiore che permette di visualizzare giochi, immagini ecc.. in 3D senza l’uso di occhiali speciali.
Realtà aumentata:
Il Nintendo 3DS è in grado di riconoscere le 6 carte incluse nella confezione della console ed il piano su cui sono poggiate. Inquadrando la carta col cubo “?” appariranno 6 scatole simboleggianti dei minigiochi: Arciere, Foto di Mii, Foto di Stelle, Graffiti 3D, Rotolandia, Pesca. Più avanti si potranno sbloccare altri minigiochi come: Pesca Libera, Rotolandia 2, Arciere 2, Terra, Orologio, Album Dei Pesci.
Arciere: In questo minigioco bisogna premere il pulsante “A” per sparare delle frecce e per colpire i bersagli, in alcune parti del gioco si muove la superficie del piano su cui è appoggiata la carta. Alla fine del gioco apparirà un drago che va sconfitto lanciandogli delle frecce.
Foto di Mii: In questo minigioco bisogna mettere in posa dei Mii del Centro Creazione Mii cambiando l’espressione, la dimensione, la posa e la posizione, per fare delle foto ai propri Mii.
Foto di stelle: È identico a foto di Mii, solo che si utilizzano le Carte RA (realtà aumentata) personaggio.
Rotolandia: È una simulazione del biliardo, ma a differenza di quest’ultimo il gioco non verrà “simulato” su una tavola piatta, ma all’aperto, con discese e salite, si può quindi dire che è un incrocio fra biliardo e golf. Anche in questo gioco, alla fine ci sarà un drago, che va sconfitto lanciandoli delle bombe con la stecca. Dopo aver completato rotolandia si potrà giocare anche a Graffiti e a Pesca.
Graffiti: Questo consiste nel fare un disegno sul touch screen per poi visualizzarlo sullo schermo superiore utilizzando l’effetto 3D.
Pesca: Questo minigioco è una simulazione della pesca in cui si ottengono punti in base al pesce che è stato pescato. Di tanto in tanto, c’è lakitu che rovina la pesca. Si può ottenere un effetto più reale se si appoggia la carta su una superficie blu. Come boss c’è un Drago Marino, che vale 200 punti, ma per poterlo pescare bisogna prima sconfiggerlo.
Realtà aumentata extra:
Questi minigiochi si sbloccano acquistandoli con le monete di gioco (sbloccabili tramite il contapassi: facendo 1000 passi portando con sé la console in modalità riposo, si possono guadagnare fino a 10 monete al giorno).
Arciere 2: Come Arciere standard ma più lungo e difficile (costo: 3 monete).
Rotolandia 2: Come Rotolandia standard ma più lungo e difficile (costo: 3 monete).
Pesca libera: Pesca dove non ci sono limiti di tempo. Vengono riprodotte le varie condizioni climatiche ed è possibile pescare più specie rispetto alla pesca classica, ma non ci sono punteggi per i pesci pescati (Costo: 3 monete).
Album marino: Album che mostra tutte le specie pescate nella Pesca Libera e nella Pesca Classica (costo: 1 moneta).
Strumenti 3D: È possibile modificare le foto aggiungendo i livelli di profondità e rilievi e si possono anche lanciare bombe con i tasti L/R.
Terra: Si possono scattare delle foto a un mappamondo da varie angolazioni. Se lo si fa scoppiare continuando a colpirlo è necessario riacquistarlo. Grazie al mappamondo puoi usarlo per metterlo sulla mano. Usciranno bellissime foto (costo: 1 moneta).
Orologio a molla: Si sblocca un orologio con il quale si possono modificare le ore e quindi la luminosità dell’ambiente.Premendo A e B si fa uscire un canarino o una gallina (costo: 1 moneta).
Applicazioni preinstallate:
Caccia alla faccia: Caccia alla faccia è un gioco in cui bisogna sparare a dei nemici volanti, che in realtà sono facce fotografate prima di giocare, o quelle già messe nella collezione.
Gioca: È l’opzione principale che permette di giocare a caccia alla faccia, i livelli disponibili sono sei.
Gare di freccie: Quest’opzione ha tre livelli, più brevi di quelli normali, che permettono di mostrare il gioco ad amici e parenti.
Collezione: Questa funzione permette di vedere le facce che sono state fotografate. Può apparire UFO che cercherà delle facce in altri software e le metterà nella collezione.
Centro di creazione Mii: Come per il Wii, in questa console ci sono i Mii. I Mii si possono creare nel centro di creazione Mii, la differenza rispetto al Wii è che tra i Mii preferiti ce ne possono essere al massimo dieci, il Mii personale non può essere rimosso dai preferiti, ci sono dieci stanze in cui mettere i Mii, si possono trasferire i Mii da una console Wii al centro creazione Mii, ma non è possibile trasferire i Mii da un console Nintendo 3DS a una console Wii.
Piazza Mii StreetPass: La Piazza Mii StreetPass permette di usare la funzione streetpass per scambiare Mii con altre console, si possono usare i Mii ricevuti per fare vari minigiochi. Ma facendo l’aggiornamento della console, nella Piazza Mii StreetPass compariranno altre opzioni:
SpotPass
Nuovo gioco: Libera Mii 2
Nuovi puzzle su Pazzi per i Pezzi
Nuove opzioni
StreetPass: La connettività del Nintendo 3DS permette l’uso di una nuova funzionalità, la modalità “StreetPass”. Attivando questa particolare connessione se ci si trova nelle vicinanze di un altro Nintendo 3DS con la connessione attiva le due console si scambieranno dei dati. Si può anche scegliere di giocare insieme alle persone incontrate mentre ci si trova nelle loro vicinanze con un gioco per Nintendo 3DS. Nel momento in cui la console ha trovato dati di altre persone il led delle notifiche diventerà verde.
SpotPass: La funzione SpotPass consente alla console Nintendo 3DS di trovare punti di accesso wireless, e di ottenere vari tipi di software.
Nintendo e Shop:
Il Nintendo eShop è un servizio presente su Nintendo 3DS che permette di scaricare diversi tipi di software.
Softaware scaricabile Nintendo 3DS: Giochi e applicazioni disponibili solo nel Nintendo eShop; La serie 3D Classic è composta da giochi rimasterizzati in 3D.
Virtual Console: Analogamente alla Virtual Console del Wii sono scaricabili dei giochi di generazioni precedenti di console. Nella Virtual Console del Nintendo 3DS sono presenti giochi per Game Boy, Game Boy Color e Game Gear.
Nintendo DSiWare: Sono presenti giochi originariamente presenti nel Nintendo DSi Shop.
Retrocompatibilità:
Il Nintendo 3DS è retrocompatibile con i giochi sviluppati per Nintendo DS e Nintendo DSi, ad esclusione di quelli che richiedono l’utilizzo della porta Game Boy Advance.
A causa della differente risoluzione dei display del 3DS, le schermate dei vecchi giochi vengono sottoposte ad una interpolazione per utilizzare quanto più spazio possibile sugli schermi (quello inferiore viene riempito, quello superiore rimane con due fasce nere verticali ai bordi). Questo si traduce in una apparente minor definizione delle immagini, dovuta all’effetto di “ammorbidimento” dei contorni dovuto alle linee e colonne aggiunte. Per ovviare in parte a questo problema è possibile far girare i giochi alla loro risoluzione originale, tenendo premuti contemporaneamente “Start” e “Select” all’avvio del gioco.
Successori:
Il nuovo 3DS XL, che a differenza del precedente ha lo schermo superiore grande 4,88 pollici e quello inferiore di 4,18 pollici, tutto questo proprio come successe col Nintendo DSi e il successivo DSi XL.
Specifiche tecniche:
Peso:
235g
Numero di serie:
CTR-001
Dimensioni:
Asse X: 134 mm
Asse Y: 21 mm
Asse Z: 74 mm
Schermo superiore:
Autostereoscopico 3.53 in 5:3 con Regolatore d’intensità 3D per regolare l’effetto tridimensionale.
Risoluzione 800×240 pixel
Risoluzione con 3D attivo: 400×240 pixel
WQVGA
Schermo inferiore:
Touchscreen 3.02″ in 4:3
Risoluzione: 320×240 pixel
QVGA
Camera:
Interna: 2D (0.3 Mpx) VGA
Esterna (Doppia): 2x (0.3 Mpx) VGA
Controlli:
Hardware Attivo:
Digital PAD
Circle Pad
Pulsanti: A, B, X, Y, L, R, Start, Select, Home
Microfono
Slider: Volume, Regolatore di profondità 3D
Switch: Wireless
Hardware Inattivo:
Accelerometro
Giroscopio
Connettività:
WiFi 802.11b/g
Infrarossi
Wireless
Slot:
Estendibile fino a 10cm
Stilo:
Slot 1 [3DS/DSi/DS]
SD Card
Storage interno:
2 GB NAND flash
Storage esterno:
SD Card
Batteria:
3-8 ore
Memoria RAM:
128 MB FCRAM
Processore CPU:
2x ARM11
Frequenza: 266 MHz
Processore GPU:
DMP PICA200
Frequenza: 200 MHz
VRAM: 4 MB
Capacità: 15,3 milioni di poligoni/sec e 800 milioni di pixel/sec
Supporti: Illuminazione pixel, Texture procedurali, anti-aliasing e Riproduzione contenuti 2D/3D allo stesso tempo
Profondità di Colore: 24 bit (16,7 milioni)
Applicazioni:
Modalità download
Download DS
Fotocamera Nintendo 3DS
Sound Nintendo 3DS
Lista amici
Browser
Notifiche
Appunti di gioco
Video 3D
Diario
Giochi RA (Realtà Aumentata)
Caccia alla faccia
Centro di Creazione Mii
Piazza Mii StreetPass
Nintendo eShop
Nintendo Video
Certificato Ambasciatore Nintendo
Luminosità:
5 Livelli
Modalità risparmio energetico
Colori:
Cosmo Black
Aqua Blue
Rosso Metallico
Rosa Corallo
Bianco Ghiaccio
Blu Cobalto
Midnight Purple
Arancione Metallico
Verde Scuro Metallico
Edizioni limitate:
Edizione limitata dedicata a The Legend of Zelda (Nero con l’emblema di Hyrule e alcuni disegni dorati).
Edizone limitata di 3 Nintendo 3DS Ispirati a Mario, Peach e Toad.
Edizione limitata dedicata a Fire Emblem: Awakening
Edizione speciale dedicata a Metal Gear Solid: Snake Eater 3D
Edizione limitata dedicata a Dragon Quest Monsters: Terry’s Wonderland 3D
Il Nintendo DS (“DS” sta per “Dual Screen”, “Double Screen” o “Developer System”, e solitamente abbreviato come NDS o DS) è una console portatile di casa Nintendo che venne presentata nel 2004.
Il design della console ha una forma a conchiglia e possiede due schermi, uno dei quali (quello inferiore) è touch screen. Inoltre il DS è dotato di un microfono incorporato e supporta la connettività wireless IEEE 802.11 (Wi-Fi), grazie al servizio di gaming online Nintendo Wi-Fi Connection.
Il Nintendo DS passò alla storia come la console per videogiochi più venduta al mondo superando i suoi predecessori, Game Boy e Game Boy Advance, e addirittura le console dei giorni nostri sia portatili che casalinghe.
Una delle caratteristiche più rilevanti di questa console è la netta somiglianza alla prima console portatile Nintendo, il Game & Watch, anch’esso dotato di due schermi, ma nessuno dei due era un Touch Screen, infatti, secondo la Nintendo, lo schermo “tattile” del DS, permette di produrre nuove forme di intrattenimento videoludico.
Il Nintendo DS consente il gioco in LAN fino a 16 giocatori in un raggio di 30 metri, ed il gioco online tramite una connessione wi-fi. Inoltre il DS dispone di due slot per le cartucce; Il primo per le cartucce NDS il secondo per le cartucce GBA.
Connettività
Nintendo Wi-Fi Connection:
Nintendo Wi-Fi Connection è un servizio online gratuito offerto da Nintendo che permettere di sfidare via Internet giocatori da tutto il mondo. Il gioco online necessita della connessione del DS ad internet e dello scambio del Codice Amico tra i giocatori che partecipano alla partita on-line.
Il Codice Amico è un numero univoco generato dal DS per ogni gioco compatibile per la Nintendo WFC e viene salvato all’interno di ogni gioco assieme ai codici di altri utenti che eventualmente sono stati scelti come “amici”. In alcuni casi è possibile giocare anche senza l’ utilizzo dei Codici Amico.
Connettività con Nintendo Wii:
Attraverso il Canale Nintendo è possibile connettere il Nintendo DS con il Wii per scaricare demo di giochi appartenenti alla console portatile Nintendo. Il software scaricato viene salvato sulla memoria RAM della console perciò si cancella automaticamente una volta spento il Nintendo DS. Inoltre, sempre con il Canale Nintendo è possibile inviare consigli e opinioni sui software DS posseduti, tramite la funzione Download DS.
Utilizzando il software Walk with me!, il Nintendo DS può scaricare su tale gioco i Mii creati con il Wii.
Con il nuovo modello del Nintendo DS, il Nintendo DSi, la connettività tra le due console è stata ampliata, in quanto il nuovo modello del Nintendo DS, dotato di fotocamera, può trasferire dati sul Canale Foto del Wii.
Alcuni giochi Wii come ad esempio Animal Crossing: Let’s Go to the City e Pokémon Battle Revolution possono collegarsi con la controparte portatile su Nintendo DS dando l’ opportunità agli utenti di scambiare dati di gioco tra le due versioni.
Successori
Nintendo DS Lite:
Rilasciato nel 2006 il DS Lite è una versione più stretta, leggera e con i tasti più morbidi rispetto al Nintendo DS e possiede gli schermi più luminosi.
Nintendo DSi:
Nel 2008 Nintendo rilascia il modello DSi, più sottile del 12% rispetto al predecessore DS Lite, abbandonando lo slot per le cartucce GameBoy Advance per le schede SD. Nintendo DSi ha due schermi leggermente più grandi, che passano da 3 a 3,25 pollici. È dotato anche di due fotocamere VGA, una interna e una esterna.
Nintendo DSi XL:
Il Nintendo DSi XL, che venne rilasciato nel 2009, è una speciale versione di DSi con schermi da 4,2 pollici, batteria di più durata e dimensioni fisiche più grandi. Dispone di due stilo, che differiscono per forma e dimensioni. Le funzioni sono identiche al DSi; variano però gli schermi e di conseguenza le dimensioni generali.
La Xbox One è una console per videogiochi, prodotta da Microsoft, succeduta alla Xbox 360. La console è attualmente in produzione e fa parte dell’ottava generazione di console, e competerà commercialmente con la PlayStation 4 di Sony e il Wii U di Nintendo
l kit di sviluppo della console era conosciuto inizialmente come Xbox 720 dal fandom poi rinominato dalla casa con il nome in codice diDurango, il termine “One” è una abbreviazione della frase “All in One” ovvero “Tutto in Uno”. La console è stata ufficialmente annunciata il 21 maggio 2013 durante l’evento Xbox Reveal a Redmond ed è uscita in tutto il mondo entro la fine dello stesso anno.
La Xbox One ha una CPU con otto core X86-64,8 Gigabyte di RAM, (di cui 3 GB saranno usati per le applicazioni e per il sistema operativo), un hard drive da 500 GB e legge i dischi Blu-ray. Supporta la risoluzione 4K (3840X2160) e ha un’uscita audio surround 7.1. Yusuf Mehdi. Microsoft ha affermato che non c’è nessuna restrizione che impedisca ai giochi di essere visualizzati a 4K. La console ha inoltre un’uscita HDMI 1.4 sia in entrata che in uscita, ma non ha uscite per il video composito o il component. La console è stata anche presentata all’E3 2013.
Connettività
L’Xbox One permette l’accesso istantaneo e simultaneo a film, TV in diretta, musica e Internet. Tramite un accessorio esterno la console permette di guardare canali TV in diretta, in modo simile a quanto fatto da Google con Google TV. La nuova divisione Xbox Entertaiment Studios inoltre si occupa di sviluppare contenuti esclusivi per la nuova Xbox, tra cui una serie televisiva basata sul franchise di Halo e prodotta da Steven Spielberg.
Controllo vocale
L’Xbox One dispone di un sistema di comandi vocali da usare tramite il Kinect One. Questa funzione permette agli utenti di controllare tutta l’interfaccia Xbox tramite la propria voce: ad esempio si può cambiare canale TV, mettere in pausa un film o controllare le schermate Skype e Internet tramite la voce.
Esclusive
Sono state sviluppate 15 esclusive per Xbox One, di cui 8 sono nuove IP.
Kinect One
Tutte le confezioni di Xbox One hanno in dotazione il Kinect One e la console deve necessariamente essere collegata a Kinect per poter funzionare. Il nuovo Kinect ha una risoluzione a 1080pe lavora processando 2 Gigabyte di dati al secondo. Inoltre è in grado di riconoscere fino a 6 giocatori e riesce a monitorare dati come il battito cardiaco e i movimenti dei muscoli facciali. Riguardo alla privacy, è stato dichiarato che è facilmente riconoscibile quando il Kinect è acceso o spento, e che l’utente ha il pieno controllo su questa periferica.
Controller
Il nuovo controller ha un design molto simile al controller di Xbox 360. I pad direzionali sono stati resi più “tradizionali” rispetto a quelli della precedente console; le batterie durano più a lungo e la precisione dei grilletti analogici è stata migliorata, secondo gli sviluppatori, del 50%. Il controller ha un pacco batterie interno ricaricabile non estraibile. Non é presente il pulsante REC.
Sistema operativo
La console ha tre differenti sistemi operativi: Xbox OS, un OS basato sul kernel di Windows e un terzo sistema operativo che si occupa della comunicazione in multitasking degli altri due OS. Ad esempio tramite questi sistemi operativi è possibile ricevere una chiamata Skype mentre si sta giocando senza che il gioco si interrompa.
Retrocompatibilità
È stato inoltre confermato che non c’è la retrocompatibilità con i giochi Xbox 360.
Xbox Live
I server del nuovo Xbox Live saranno aumentati dai 15.000 di Xbox 360 a 300.000 e c’è un sistema di salvataggio in cloud per musica, film, giochi e altri contenuti.
Milano ha l’onore di ospitare, fino al 27 aprile 2014, a Palazzo Reale un evento imperdibile dedicato a Kandinsky. Organizzata in collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi, da cui proviene la collezione, e curata da Angela Lampe, responsabile del museo parigino, la mostra si presenta come una monografia su uno dei più grandi artisti astratti di tutti i tempi.
Il percorso espositivo comincia in modo sorprendente staccandosi, solo un attimo, da quello che sarà il rigido percorso cronologico che permetterà allo spettatore di ricostruire, come fosse un viaggio, un’ampia e completa retrospettiva sull’opera del genio russo. Nella prima sala infatti si trovano le pitture parietali prodotte nel 1977 dal pittore restauratore Jean Vidal. Si tratta di opere create rispettando fedelmente i cinque guazzi originali di Kandinsky eseguiti nel 1922 per decorare un salone ottagonale della Juryfreie Kunstausstellung di Berlino.
La mostra è suddivisa in quattro periodi ben definiti, come ben definiti sono gli spazi di Palazzo Reale che accolgono le opere, ognuno dei quali caratterizzato da un colore di pareti ben preciso: in ordine grigio, blu, nero e blu scuro.
Il primo periodo affrontato è quello che il pittore trascorre a Monaco (1896-1914). Qui esordisce con paesaggi ancora tardo-impressionisti come Schwabing, Sole Invernale (1901) e con tempere simboliste fino ai primi dipinti antinaturalistici in cui traduce la realtà attraverso immagini piatte fino a staccarsi totalmente dal reale con immagini astratte. Opera emblematica che rappresenta proprio l’inizio del cammino verso l’astrazione, è sicuramente Improvvisazione III(1909) dove Kandinsky si allontana dalla imitazione del reale per dare vita all’immagine sintetica, piatta e bidimensionale di un cavaliere dove le campiture vivaci dei colori sono racchiuse da linee di contorno nette.
Successivamente il pubblico incontra il periodo russo (1914-1921) quando Kandinsky ribadisce la sua propensione per l’astrazione. In questi anni però l’artista oscilla ancora tra momenti in cui permane una certa riconoscibilità e altri in cui si immerge totalmente nella sua “musica interiore”.
Seguono gli anni del Bauhaus (1921-1933) dove i titoli stessi delle sue opere quali: Arancione(1923) e Giallo-Rosso-Blu(1925) sottolineano lo stretto rapporto tra colori e forme geometriche.
La mostra termina con il periodo parigino (1933-1944) quando all’interno delle tele di Kandinsky troneggiano le forme biomorfe, quali insetti, amebe e creature degli abissi: un microcosmo nel quale il pittore si immerge per allontanarsi dall’angoscia della guerra.
Opera significativa di questa ultima sezione è sicuramente Azzurro cielo(1940), quadro emblema della mostra.
Edward Bernays, il consumismo e la manipolazione delle masse – Nato negli Stati Uniti D’America e diffuso su larga scala prima in Europa e poi sempre di più nel mondo intero, attualmente il consumismo è il sistema economico dominante, anche se negli ultimi anni è sempre più in rapida discesa e si prospetta per il futuro un suo graduale superamento. L’era consumista è legata a quella che viene definita come la “società dell’immagine”, che ha favorito la progressiva mercificazione di ogni aspetto della vita sociale e non. Un fattore imprescindibile per l’affermazione su vasta scala e per il consolidamento del sistema consumista è stato ed è tutt’ora il massiccio utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa, a partire dalla televisione, per orientare e plasmare i cittadini, in modo da aumentare a dismisura la massa di potenziali clienti e/o consumatori utili per vendere sempre di più prodotti e illusioni a buon mercato, e in questo modo ricavarne un’abbondante profitto nonché una cospicua dose di influenza e potere.Edward Bernays e la manipolazione delle masse.
Edward Bernays
Personaggio chiave per la nascita del sistema consumista, il pubblicista e pubblicitario Edward Bernays, insieme a Walter Lippmann e Ivy Lee è considerato anche il pioniere delle moderne relazioni pubbliche nonché della moderna manipolazione delle masse che viene attuata sopratutto grazie all’utilizzo dei mass media, e che è stata descritta in modo ottimale dal teorico della comunicazione e linguista più importante contemporaneo Noam Chomsky, nella sua lista delle 10 strategie della manipolazione mediatica.
Essenzialmente l’obiettivo di Bernays era quello di perfezionare le tecniche di propaganda e di persuasione a lui contemporanee al fine di renderle ancora più subdole e al contempo dare una parvenza di libertà in modo da occultare, perlomeno a livello conscio, la manipolazione sottostante. Difatti la “libertà di scelta” a livello commerciale, ma anche politico, esiste solo formalmente ma non nella realtà. Chiaramente ci si può orientare tra tantissimi e diversi prodotti, ma l’elemento fondamentale è che si pensa che non se ne può fare a meno, e questo è stato ed è l’obiettivo della suddetta persuasione: l’induzione alla dipendenza dalle strutture fondanti la società del consumo, che con il tempo si è fatta sempre più totalizzante e uniformante tanto da far credere che non possano esistere alternative credibili ad essa. L’opera principale di Bernays fu “Propaganda”, un libro scritto nel 1928 in cui argomentava che per poter funzionare la cosiddetta democrazia moderna deve essere guidata da un’elitè che pianifica e controlla ogni aspetto della vita culturale, politica, e se possibile sociale del paese, impedendo in questo modo che gli individui di per sè e il popolo possano avere qualche voce in capitolo, in quanto considerati portatori di “spinte disgregatrici“.
Un’altro suo classico è “Cristallizing Pubblic Opinion” del 1932, che ispirò, tra gli altri, anche il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels.
La manipolazione psicologica
Bernays si ispirò principalmente ai concetti espressi da Gustave Le Bon in “Psicologia delle folle”, considerata la sua opera più importante nonché il testo di ispirazione per la propaganda politica moderna tanto che venne letto e ispirò profondamente dittatori come Lenin, Hitler, Stalin e Mussolini e venne usato per la costruzione del consenso necessario al mantenimento dei rispettivi regimi. Bernays seppe coniugare in modo efficace le teorie espresse da Le Bon insieme all’utilizzo delle conoscenze derivate dagli studi sulla psiche umana che andavano diffondendosi in quel periodo, sopratutto grazie agli sforzi di Sigmund Freud, di cui tra l’altro era nipote. Difatti si accorse che facendo insistentemente leva su desideri e aspirazioni degli individui e più in generale delle masse, e anche sugli istinti e sulle emozioni primarie che hanno tutti sede nella parte inconscia della mente umana, si potevano aggirare facilmente le normali resistenze che di solito operano a livello cosciente e quindi influenzare e ri-programmare o per dirla più semplicemente manipolare radicalmente la mente umana e in questo modo garantire un’efficace controllo. Mentre queste conoscenze del funzionamento della “mente inconscia” vengono usate generalmente per tentare di risolvere conflitti e disagi personali in ambito psicologico, a livello politico e mediatico vengono utilizzate per garantire facilmente consenso e aumentare o consolidare l’ influenza e il potere di chi se ne serve per promuovere i propri interessi. Guardando la storia recente di esempi ce ne sarebbero a iosa, basti pensare al totalitarismo nazifascista o a quello comunista e più in generale alla manipolazione ideologica, di cui ho parlato nell’articolo “Le ideologie organizzate e la manipolazione delle masse”, e a cui rimando.
La pubblicità commerciale
In ambito economico e mediatico questi processi si possono chiaramente riscontrare nell’utilizzo della pubblicità commerciale, la quale serve a indurre i potenziali clienti a comprare un determinato prodotto non tanto per la sua qualità, ma per ciò che rappresenta o si pretende possa rappresentare. Difatti ogni prodotto acquistato e posseduto, garantisce un determinato status (anche a livello simbolico) che aumenta o diminuisce a seconda del brand scelto, e quindi del marchio dello stesso. La qualità e l’utilizzo del prodotto sono secondari: da qui nasce la tanto famigerata “obsolescenza programmata”, grazie alla quale si assiste sempre di più alla creazione di prodotti pronti per essere usati in tempi più brevi possibili e abbandonati e/o ricambiati a seconda delle esigenze della moda. La pubblicità commerciale fa generalmente leva su desideri, aspirazioni e speranze che vengono proiettate su un determinato prodotto che viene venduto, oppure molto più spesso sulla creazione di falsi bisogni e false necessità spacciate come fondamentali. Essenzialmente la pubblicità si basa inoltre sull’induzione in uno stato quasi ipnotico, ovvero uno stato psichico in cui le normali resistenze coscienti sono oltrepassate e l’Io ne è fortemente indebolito.
Conclusione
Il costante bombardamento pubblicitario che subiamo ogni giorno serve per renderci inconsapevolmente schiavi prima di tutto del nostro ego, e in seguito delle catene “invisibili” su cui si basa la società di consumo e dell’immagine moderna, e quindi porta a delegare continuamente alle strutture e ai gruppi di potere che comandano (banche, grosse multinazionali etc) e passo dopo passo a barattare sempre più libertà nel nome di un sempre più fittizio “benessere” economico fondato unicamente sugli standard finanziari, sull’andamento delle borse etc.
Ebbene siamo al secondo appuntamento con la classifica delle canzoni più scaricate nel nostro paese.
10) Partiamo subito dalla posizione numero 10 dove troviamo Milky Chance con la sua nuovissima “Stolen Dance”.
09) In netta discesa, in nona posizione troviamo il cantante francese Stromae con la sua “ Tout le memes”.
08) Continuiamo con l’ottava posizione dove troviamo la bellissima Katy Perry featuring Jucy J. con il loro singolo “Dark Horse”, questo è il terzo estratto dell’album “Prism”.
07) I Coldplay ritornano in classifica con il loro nuovo singolo “Magic”, questo singolo contenuto nel nuovo album del gruppo britannico che si intitola “Gost” stories”, sarà rilasciato il 19 maggio; per questa prima settimana in classifica li troviamo in settima posizione.
06) In sesta posizione troviamo Paul & Wad Ad vs PNAU con la loro “Changes”, edito per la Four Music.
05) Esattamente a metà classifica, la vincitrice dell’ultimo Festival di Sanremo, Arisa che sta scivolando molto lentamente verso le posizioni più basse della classifica, naturalmente con la sua “Controvento”.
04) Siamo cosi arrivati alla quarta posizione dove troviamo i Clean Bandit con il loro singolo “Rather”, questo singolo anticipa l’uscita dell’ album “New Heyes” in pubblicazione per il 12 maggio.
03) Sul gradino più basso del nostro podio troviamo il duo francese Klingande con il singolo “Jubul”, prossimamente uscirà l’album che attualmente è in fase di produzione.
02) Seconda posizione tutta italiana, Vasco Rossi che è tornato con il suo nuovo singolo “Dannate Nuvole”; singolo che è stato una vera e propria novità, il 4 novembre uscirà il prossimo album di cui ancora non si sa il titolo. Il 25/26/30 Giugno partirà il nuovo tour estivo dallo stadio Olimpico che poi proseguirà il 4/5 e 10 Luglio a San Siro.
01) Siamo arrivati finalmente alla prima posizione dove troviamo Pharrell Williams che riconquista la prima posizione (la scorsa settimana in seconda) con la sua “Happy” continua a collezionare successi in tutte le classifiche del mondo, naturalmente questo clamore lo deve anche perché questo brano è colonna sonora del film Cattivisimo Me 2, questo singolo è il secondo estratto dall’album “Girl”.
Anche per questa settimana vi ho narrato i cambiamenti della classifica musicale delle canzoni più scaricate, alla prossima settimana!!