Cellule staminali per la cura del mal di schiena

Scienziati convertono cellule tumoraliLe patologie della colonna vertebrale affliggono approssimativamente il 60% della popolazione adulta mondiale, in Italia a soffrire del più comunemente chiamato “mal di schiena” sono circa 15 milioni di adulti.
Stando alle cifre, allibisce venire a conoscenza del fatto che non esista attualmente una vera e propria cura per un dolore che sembra affliggere un’alta percentuale della popolazione adulta mondiale.
Le comuni terapie per combattere questa patologia spaziano dalla chirurgia alla riabilitazione fisioterapica, la somministrazione di farmaci anti-infiammatori o narcotici, l’agopuntura, l’ozonoterapia oltre a tutta la gamma di rimedi alternativi e naturali che all’attivo non sembrano fornire una definitiva cura per il dolore cronico bensì una pratica quasi quotidiana per evitare manifestazioni acute di dolore.
La recente notizia di uno studio clinico internazionale di fase II eseguito su 100 pazienti presso la Emory Ortopedia e Spine Centre di Atlanta rivela che una singola iniezione di cellule staminali in dischi degenerativi riduce la lombalgia per almeno 12 mesi (lasso di tempo sino ad ora sorprendente se paragonato a qualunque altra terapia).
A seguito delle iniezioni di cellule staminali del midollo osseo, chiamate cellule precursori mesenchimali (PPM), i ricercatori hanno osservato una riduzione del dolore superiore al 50% durata per ben 12 mesi, inoltre è stata riscontrata una minore necessità di farmaci anti-dolorifici, un deciso miglioramento della funzionalità e minor necessità di interventi chirurgici e non della colonna vertebrale. I risultati sono stati osservati in pazienti con dolore discogenico alla schiena che andava da moderato a grave.
“Questi risultati sono molto interessanti” spiega l’assistente professore di Ortopedia e Medicina della Riabilitazione W. Jeremy Beckworth, che ha preso parte al progetto “poiché forniscono significative speranze per una patologia molto difficile da trattare: il mal di schiena discogenico, che è attualmente la causa più comune di lombalgia cronica”.
Il trial clinico di fase II si basa su uno studio effettuato in precedenza che ha mostrato come le PPM altamente purificate fossero in grado di riparare e ripristinare la struttura del disco. Tutti i risultati rilevati nello studio sono stati statisticamente migliori rispetto a quelli osservati nel gruppo di controllo (trattato con palliativi).
Beckworth ricorda che attualmente non esistono trattamenti adeguati per la lombalgia cronica, e che sia l’approccio chirurgico che quello conservativo non sembrano raggiungere aspettative di miglioramento. I dati dello studio relativo alle iniezioni di staminali aprono invece la strada ad una successiva fase di sperimentazione, che potrà essere iniziata a fine anno e dona una speranza per la cura di milioni di pazienti afflitti da questa patologia.

Federica Vecchietti

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2 commenti

  1. Guarda per ora che io sappia non in Italia, ma mi auguro che il nosro paese si svegli presto su questo argomento. Ti capisco Filippina…anche io ho molti problemi alla schiena a causa di un brutto incidente alla schiena. Comunque so che al Fatebenefratelli di Milano fanno interventi di microchiurgia poco invasivi …prova a d informarti se intendi affdarti alla neurochirurgia, io personalmente ne ho abbastanza dopo 3 interventi. Poi mi hanno consigliato l’agopuntura (fatta bene) e l’ozonoterapia. In qualunque caso una bella fonte di calore poggiata sulla zona lombare, esercizi di allungamento e piscina 3 volte alla settimana aiutano a rendere meno tragica la nostra situazione e ad ovviare alle dosi inverosimili di anti-infiammatori ed anti-dolorifici che altrimenti siamo condannate ad assumere. Comunque sarà mia premura pubblicare altri articoli sulle speranze per noi inguaiati con la schiena! Un saluto.

    • filippina benvenuti il 6 Marzo 2014 alle 09:43
    • Rispondi

    Interessantissimo articolo, adatto a me che ho tre dischi degenerativi e non ne posso più di prendere medicinali che mi stanno distruggendo il fegato, possibile sapere se a breve ci saranno sperimentazioni in italia?

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