Il Cilento – Anche oggi, come oramai accade piuttosto frequentemente, mi trovo qui, seduto ripetitivamente allo stesso tavolo, con la solita tazza fumante di tisana alla liquirizia ed una immancabile, avida, petulante, irremovibile pagina bianca davanti. A pensarci bene, tante volte non è proprio bianca, però non fa differenza, è comunque una pagina…e deve morire. Purtroppo non sono un guerriero cibernetico di Matrix e quindi non ho materialmente gli strumenti per assassinare un documento Office, però con il peso dell’evidenza sulle spalle, anche questa volta, ho cercato il modo per trasformare l’anemica avversaria di mille battaglie in una bella occasione per dare forma a pensieri, desideri, sogni e quant’altro non si possa toccare; insomma, combatto con le sue armi e la batto con l’esperienza. Abbiate fede, vincerò.
Se c’è una cosa della quale davvero amo scrivere, questa è la realtà, in ogni sua forma, realtà a volte talmente reale che risulta quasi invisibile ai più. Questa volta desidero parlarvi di un luogo altamente reale, a me molto caro, dove sono nato e cresciuto e dal quale ho spicato il volo per andare incontro ad una strada che mi ha portato a tanti chilometri di distanza, davanti a questo tavolo della cucina variopinto. Grazie a Dio, anche da qui, con una penna in mano posso viaggiare e tornarci tutte le volte che voglio e se volete, oggi vi chiedo di venire con me.
Il Cilento è una “subregione” campana, inclusa nell’area geografica della provincia di Salerno, più precisamente nella sua parte sud-occidentale. Il suo nome molto probabilmente deriva dalla locuzione “cis-alentum”, “al di qua dell’Alento”, uno dei fiumi principali del territorio, anche se questa rappresenta una delimitazione geografica piuttosto antica e non più valida, perché attualmente si individuano come limiti: la catena montuosa dei Monti Alburni (nord), il Vallo di Diano, altra subregione prettamente montuosa della provincia di Salerno (est), il confine fra Campania e Basilicata (sud) ed il mare (ovest). Il Cilento, insieme al Vallo di Diano, partecipa alla
costituzione del meraviglioso “Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano”, che racchiude e tutela un territorio aspro e accogliente nel quale, come disse Gioacchino Murat, Re di Napoli in visita nel 1811, “non si muore”.
Morfologicamente, il Cilento si estende dagli alti monti dell’entroterra, alla grande Piana del Sele, uno dei centri regionali a più alta vocazione agricola, fino al mare cristallino, tradizionalmente meta di numerosissimi turisti da tutto il mondo. Nel panorama montuoso, probabilmente la fa da padrone il Monte Stella (1131 m s.l.m), che storicamente rappresenta un importante riferimento per la zona. Questo, grazie alla sua posizione ed esposizione è stato scelto come sede della base Radar LORAN/ENAV, per la trasmissione di dati nelle rotte aeree, che con la sua enorme cupola bianca, è visibile da chilometri di distanza e oramai rappresenta un elemento altamente caratteristico del paesaggio. Proprio davanti al Monte Stella, dall’altro lato della vallata si erge un altro “gigante” della nostra terra, il Monte Gelbison (1705 m s.l.m), maestosa altura, molto rinomata, soprattutto per la presenza di un importantissimo santuario, La Madonna del Monte, con la sua grande Croce di ferro, costruito sulla sommità più alta del monte e meta di numerosi pellegrinaggi. Vi assicuro che il paesaggio è davvero incredibile. Dalla cima di questi “vecchi compagni”, il cui più imponente è il Monte Cervati (1900 m s.l.m.), si apre un panorama che non ha precedenti, sembra di dominare il mondo, dalla neve dell’entroterra al mare, a Capri, dal freddo dell’inverno al sole. Ovunque si vedono sorgere piccolissimi gruppi di case arroccati su qualche versante montuoso o adagiati nella valle, paesini dei quali se non sei del posto, non saprai mai il nome, però, in qualche modo, li amerai anche tu, perché saprai che se non ci fossero, il Cilento non sarebbe lo stesso.
Facendo un salto indietro nel tempo, magari anche due o tre, ci immergiamo un po’ nella ricchissima Storia della mia terra, documentata da numerosissimi reperti archeologici di fama indiscussa.
Cerchiamo di andare con ordine. In quest’area l’origine della presenza dell’uomo è stata studiata sulla base di reperti ritrovati nelle grotte di Marina di Camerota, risalenti al Paleolitico, il primo dei tre periodi in cui è suddivisa l’Età della Pietra. Inizialmente si pensava ad una scoperta epocale, dato che i resti umani rinvenuti furono erroneamente attribuiti ad una forma evolutiva dell’uomo differente da tutte le altre, però in seguito questa pista fu abbandonata. Facendo un bel passo avanti nel tempo troviamo la nientemeno che la grande civiltà greca della Magna Grecia, difatti proprio il Cilento fu uno dei centri nevralgici dell’espansione greca nel sud Italia, a partire dal VII secolo a.C., con cinque colonie, tra le quali Poseidonia, Elea e Palinuro.
La prima, più conosciuta con il nome latino di Paestum, che prese dopo l’arrivo dei Romani, è attualmente situata nel comune di Capaccio-Paestum e rappresenta uno dei siti archeologici greci più importanti. Senza dilungarmi, anche perché non ho le conoscenze necessarie a sostenere un discorso in merito, posso dire che fra i tantissimi resti che si possono analizzare, ciò che spicca più di tutto è la robusta cinta muraria che racchiude tutto il complesso archeologico, nel quale si ergono maestosi tre templi di ordine dorico: due dedicati alla dea Hera ed uno alla dea Atena.
Queste bellezze possono essere visitate direttamente tramite l’accesso al sito, oppure in qualsiasi momento della giornata, dalla elegante passeggiata esterna che costeggia i templi, che la sera vengono illuminati nel buio totale, trasformando la località in uno scenario da film.
Elea, in epoca romana denominata Velia, è un altro sito di grandissima importanza, situato nel comune di Ascea.
Questa fu fondata dal popolo dei Focei e tralasciando tutte le vicende relative ai trasferimenti fra popoli che ci sono stati, elemento grandemente di spicco è la fondazione in questa sede, della “Scuola eleiatica”, scuola di filosofia greca presocratica, da parte del celebre Parmenide, nel V secolo a.C..
Arriviamo a Palinuro, attualmente nel comune di Centola, che rappresenta una località più famosa per il suo mare e la movida che anima (a volte eccessivamente) le notti cilentane, che per la sua nobile discendenza. Queste coste hanno ispirato non poco i più famosi scrittori dell’antichità, tanto che Virgilio vi ambientò un episodio dell’Eneide, nel quale il nocchiero di Enea, di nome Palinuro, fu fatto addormentare dal dio del Sonno e cadde in acqua, per poi essere ucciso dopo aver Resti del Santuario di Hera Argiva Santuario della Madonna del Monte – Novivelia (SA) nuotato fino a riva, proprio dagli abitanti di Velia. Ancora, Omero nell’Odissea collocò le malefiche sirene che incantavano i naviganti e facevano schiantare le navi, proprio su un’isola cilenta a, chiamata isola di Punta Licosa. Non è finita qui, perché nel mito di Giasone e gli Argonauti, essi sbarcano proprio in un luogo ora chiamato Foce Sele, foce dell’omonimo grande fiume della zona, e costruiscono un santuario dedicato alla dea Era, oggi conosciuto come Santuario di Hera Argiva.
Si potrebbe continuare ancora per molto e lasciarsi ammaliare da ninfe e storie di grandi viaggiatori, però facciamo un passo avanti ed arriviamo al Regno di Napoli, nel 1857, sotto dominio borbonico di Ferdinando II. Qui troviamo un personaggio famoso e irruento, Carlo Pisacane, patriota e rivoluzionario italiano, che in quell’anno, volendo rovesciare l’autorità borbonica, organizzò una spedizione che partì da Genova il 25 luglio e sbarcò prima a Ponza, per liberare ed assoldare dei prigionieri e poi vicino Sapri, probabilmente nel comune cilentano di Vibonati. Qui si diede inizio alla rivolta e alla risalita verso Napoli, la quale, per una serie di vicende, non ebbe l’esito sperato e portò solo alla morte di quasi tutti i rivoltosi, compreso Pisacane, che si suicidò, tanto che nello stesso anno “La spigolatrice di Sapri”, celebre poesia di Luigi Mercantini, recitava “Eran trecento, eran giovani e forti e sono morti ! ”. Chiudo questa panoramica dicendo che nel 1998 i complessi archeologici di Paestum e Velia e il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Prima di concludere, voglio darvi una breve panoramica dei centri più importanti. Procedendo da nord a sud troviamo: Agropoli, la mia città natale, denominata “la perla del Cilento”, titolo che si contende con più di una località. E’ un comune di circa ventimila abitanti e si erge su una collina che si tuffa direttamente a mare. Tralascio i sentimenti, che mi spingerebbero a decantarne ogni bellezza e vi dico che è un luogo accogliente, luminoso, sufficientemente vicino sia a Salerno che a Palinuro. Si mangia bene e ci si gode il mare… in poche parole, venite e vedrete! Qualche chilometro più a sud troviamo la celeberrima Castellabate, oramai nota ai più per la grande pubblicità che il film “Benvenuti al Sud” ha fatto, a vantaggio (forse) di tutta la zona. Castellabate è un comune molto esteso, il cui fascino non traspare nemmeno dal bel film.
Il mare è stupendo, cristallino e con una sabbia un po’ spessa e scura, mentre il borgo è situato su una alta collina a picco sul mare, con un panorama che toglie il fiato, vi assicuro, toglie il fiato.
Continuiamo a procedere verso sud ed incontriamo Agnone Cilento, Acciaroli, Pioppi, Ascea, Pisciotta, Centola, che con la sua frazione di Palinuro, credo mi consenta di non aggiungere altro, data la fama, Casal Velino, del quale più di una volta ho potuto apprezzare il piccolo centro caratteristico, Marina di Camerota, frazione del comune di Camerota, altra nota località balneare, con spiagge ed alte scogliere. Infine abbiamo Santa Marina, che nella sua frazione di Policastro Bussentino dà il nome al golfo più meridionale della Campania e infine Sapri, il comune più a sud, confinante con la Basilicata e a pochi chilometri da Maratea.
Chi vuole venire nel Cilento non ha che da provare, anche solo per un weekend. Durante tutta l’estate è un continuo spuntare qui e là di sagre e feste di paese, che spesso permettono di conoscere anche la realtà dell’entroterra ed inoltre ogni anno, proprio ai piedi dei templi di Paestum viene organizzata una rassegna culturale di grande valore, che vede i più famosi protagonisti dello spettacolo e della musica dare vita a serate che raccolgono tantissimi consensi nel pubblico variegato della calda stagione cilentana.
Che dire, io ho finito. Molti pensieri mi invadono la mente e ancora più occupano il cuore e mi rendo conto che ho tralasciato tante cose che mi avrebbe fatto pacere raccontarvi, ma credo sia ora di chiudere il discorso. Se siete arrivati a leggere fin qui, allora vuol dire che forse sono riuscito a stimolare un po’ la vostra curiosità, se invece vi ho annoiato mi perdonerete. In ogni caso, ho provato ad accompagnarvi, per un paio di pagine, nella mia terra e se il viaggio vi è piaciuto, non posso che invitarvi a tornarci, magari con qualche amico, con calma, quando vorrete, il Cilento vi aspetta.
Salvatore Buonocore
Salvatore Buonocore