Depositi nucleari in Italia – Dalla rimozione in Italia del nucleare nel 1988, esistono ancora, nel nostro paese circa 1.880mc di rifiuti radioattivi da smaltire (quelli che conosciamo).
Esistono due tipi di scorie radioattive, il primo (il 90%) che ha un tasso di radioattività del 10% viene rinchiusa in depositi di superficie, il secondo (il 5%-10%), con un tasso di radioattività del 90% per il quale non esiste ancora soluzione.
Oltretutto, dopo il Referendum del 12-13 giugno 2011 che sanciva il no al nucleare in Italia, il 24 gennaio 2012, il Governo Monti ha approvato un Decreto Legge (diventato poi legge) in barba a tutti, con il quale i depositi provvisori di scorie radioattive sono diventati stabili, permettendo così, la nascita di nuovi siti di stoccaggio che possono essere autorizzati senza il consenso delle Amministrazioni Comunali. La maggior parte delle problematiche legate alla radioattività in Italia, non è certo legata alle vecchie centrali atomiche, ma è per lo più taciuta, ed in parte è legata anche all’uso medicale e industriale delle radiazioni.
Facciamo un elenco dei depositi più conosciuti:
Saluggia (Vercelli): l’impianto Eurex e il deposito di Avogadro contengono l’85% delle scorie radioattive italiane. Per lo più si tratta di scorie liquide che si trovano a due passi dalla Dora Baltea e ad 1,5Km dal più grande acquedotto del Piemonte. Se a causa di un’alluvione, dovesse straripare, sarebbe un disastro planetario.
Trino Vercellese (Vercelli): è gestito dall’ Enea e contiene circa 780mc di scorie radioattive da smaltire e 14,3 tonnellate di combustibile irrigato. E’ gestito dall’Enel.
Latina: dove il reattore Nucleare, fermo dal 1.986, contiene circa 900mc di scorie radioattive da smaltire.
Roma: L’impianto nucleare della casaccia è ancora attivo.
Garigliano (Caserta): fermato nel 1.988, il reattore contiene circa 2.200mc di scorie radioattive da smaltire.
Legnano (Mi): reattore attivo e destinato alla ricerca universitaria, Contiene poche decine di mc di scorie da smaltire.
Ispra (Varese): è un centro di ricerche Europeo dipende direttamente da Bruxelles e per questo non risulta censito come sito italiano. Il reattore contiene circa 3.000 mc di scorie radioattive da smaltire.
Caorso (Piacenza): reattore fermato nel 1.988 per effetto del referendum sul nucleare. Qui ci sono 1.880mc di rifiuti radioattivi da smaltire e 187 tonnellate di combustibile irrigato.
Tortona: E’ un deposito dove ci sono circa 1.000mc di rifiuti radioattivi da smaltire (circa 3.500 fusti).
Casaccia (Roma): è formato da 5 impianti qui troviamo i due maggiori sono: l’impianto per il trattamento e il deposito dei rifiuti attualmente attivo (stoccati 6.300mc di rifiuti radioattivi) e l’impianto di plutonio, attualmente fermo. Nel 2006 a causa di una fuga radioattiva dai laboratori 7 dipendenti sono stati contaminati dal plutonio. Contiene circo 6.300mc di rifiuti da smaltire.
Bosco Marengo (Alessandria): è in fase di disattivazione e contiene circa 250mc di rifiuti radioattivi da smaltire.
Pisa: E’ in fase di disattivazione, contiene pochi mc di scorie radioattive da smaltire.
Milano: il reattore “Cesnev” usato per la ricerca è ancora in funzione anche se produce poche decine di mc di materiale radioattivo da smaltire.
Milano: Deposito di Campoverde.
Voghera (Pavia): Dove il reattore è in funzione per la ricerca con stoccate 4 barre di Uranio e si stima che produca poche decine di mc di scorie.
Trisaia Rotondella (Matera): l’impianto è stato arrestato nel 1968, ora è utilizzato come deposito di “gestione rifiuti radioattivi”. Qui vi sono circa 2.700mc di scorie radioattive e 1,7 tonnellate di elementi di combustibile irrigato provenienti da una centrale nucleare americana.
Montecuccolino (Bologna): reattore destinato alla ricerca ora è in fase di disattivazione.
Aviano (Pordenone): Sono stoccate 50 bombe radioattive
Ghedi (Brescia): Dove sono stoccate 40 bombe radioattive
Poligono militare Salto di Quirra (Sardegna): Poligono aperto nel 1956 dove sono state effettuate numerose esercitazioni con missili e armi anche radioattive e nocive per la salute. Una decina di pastori della zona sono malati di leucemia, 3761 i soldati militari che hanno contratto il cancro e 79 i decessi.
Le autorità militari hanno sempre negato l’utilizzo di armi nocive per la salute ma, dopo numerose indagini, lo scorso luglio 2013, presso il tribunale di Lanusei, si è dato il via al processo che vede imputati alcuni Generali delle nostre Forze Armate che avrebbero taciuto la pericolosità delle armi utilizzate per le esercitazioni.
Longare (Vicenza): Qui si trova il più grande deposito di armi nucleari italiano dove stoccate, la maggior parte delle armi nucleari statunitensi.
Tormeno (Vicenza): Anche qui è situato un deposito di armi nucleari ancora attivo.
Chiarano (Treviso): Qui abbiamo un piccolo deposito di armi radioattive.
Rimini: Anche qui abbiamo un piccolo deposito di armi nucleari.
Sabrina Stoppa