L’11/03/11 il nord-est del Giappone è stato colpito da una forte scossa di terremoto di magnitudo 8,9. Questo terremoto e il conseguente maremoto scaturito da questo evento, hanno avuto gravi conseguenze sulla centrale nucleare di Fukushima di cui 4 reattori su 6 sono stati fortemente danneggiati.
Mentre ancora si stava cercando di porre rimedio ai danni causati alla centrale di Fukushima dal terremoto del marzo 2011, il 29/06/12 venerdì sera, nella stessa centrale nucleare di Fukushima, ci sono stati nuovi problemi al reattore n° 4.
Mentre veniva riattivato il reattore n° 3 nella centrale di Oi, a Fukushima si sono spenti i sistemi di raffreddamento della piscina del combustibile esausto del reattore n° 4 e si sono spenti per 27 ore.
L’arresto è avvenuto sia per il sistema principale di raffreddamento, sia per quello di emergenza.
Altre 20 ore e sarebbe successo un disastro.
La società che gestisce l’impianto, la Tepco, ha specificato in una nota che, ci vogliono 47 ore prima che la temperatura interna raggiunga i 65 gradi (soglia prevista dagli standard di sicurezza, ma è anche vero che dopo 27 ore, la temperatura era arrivata a 42 gradi.
Nonostante ci fossero stati già dei problemi con il sistema di raffreddamento della piscina del reattore n° 4,
La Tepco ha anche ricevuto il via libera, sia dalle autorità locali che dal governo di Tokio a riattivare i reattori n° 3 e n° 4 della centrale di Oi.
Questo nonostante le perplessità dei sismologhi, soprattutto in considerazione del fatto che i lavori per la messa in sicurezza degli impianti contro terremoti e tsunami sarebbero stati ultimati dopo circa 3 anni.
A fronte di tutto ciò, il 22/03/12 l’ex ambasciatore giapponese in Svizzera, Mitsuhei Murata (invitato a parlare all’udienza pubblica del comitato di bilancio della camera dei consiglieri del Giappone), aveva dichiarato che, se l’edificio danneggiato del reattore n° 4 (con 1.535 blocchi d combustibile stivati), fosse crollato (magari a seguito di terremoto o maremoto), oltre allo spegnimento di tutti e 6 i reattori, intaccherebbe la vasca comune con 6.375 blocchi.
In nessun caso esiste una vasca di contenimento e i blocchi esposti all’aria causerebbero una catastrofe che nemmeno siamo in grado di immaginarci e che colpirebbe tutto il mondo per molti secoli.
L’intera civiltà sarebbe distrutta.
Secondo Murata, la il Giappone, ha una responsabilità enorme nei confronti dell’intera umanità.
Il disastro di Fukushima dell’ 11 marzo 2011 e il terremoto del 20 maggio 2011, potrebbe aver già causato la contaminazione di tutto il pianeta.
Le maggiori fonti ufficiali di stampa tacciono, pochi i servizi dedicati a questa catastrofe, e alle sue effettive conseguenze.
L’ex ministro dell’industria Giapponese Barni Kaieda, ha ammesso di aver mentito quando nel 2011 aveva detto che la centrale era sicura, e, nel frattempo, sulle coste americane hanno trovato tonni contaminati da sostanze radioattive e i terremoti nella zona di Fukishima (considerata peraltro zona ad alto rischio sismico), continuano a minacciare l’integrità della centrale.
Il disastro di Fukushima è stato classificato nella scala INES (International Nuclear and radiological Event Scale) a livello 7, il più alto, quello che indica cioè un disastro catastrofico.
La maggior parte delle radiazioni fuoriuscite dalla centrale di Fulushima, è finita in mare ed è per questo che quello appunto di Fukushima viene considerato il più grande incidente nucleare nella storia dei mari. Il livello radioattivo nei nostri mari è aumentato ma forse non sapremo mai quanti milioni di animali marini sono realmente morti o contaminati a causa di questo e quanto veramente gravi sono le conseguenze per noi tutti.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute), ha rilasciato il 28/03/13 un rapporto nel quale sostiene che, effetti sanitari derivanti dalla catastrofe di Fukushima sono stati rlevati solo nelle zone vicino alla centrale Aumenti dal 4% al 7% per vari tipi di tumori fino ad arrivare ad un aumento del 70% per il cancro alla tiroide nei bambini e nelle donne.
Greenpeace sostiene invece che gli effetti sono stati sottostimati.
I funzionari della Tepco, tra cui il suo Presidente Naomi Hirose, hanno dichiarato nell’aprile 2013 che, non sarebbe escluso il rilascio in mare dell’acqua contaminata in quanto le vasche di contenimento non sarebbero state in grado di contenerla tutta.
Ricordiamoci comunque che, già nel 2011, nel tonno rosso pescato a San Diego, fu rilevata una quantità di cesio radioattivo 10 volte superiore a quella trovata negli anni precedenti Il danno ecologico ambientale sarebbe immenso.
Ad oggi, quasi 3 anni dopo il disastro, le fuoriuscite nella centrale continuano ancora, anzi, non si sono mai fermate e si continua a parlare di catastrofe. Ma la domanda è: catastrofe in atto o già avvenuta?
Le notizie che ci arrivano continuano ad essere poco chiare e a volte incomplete.
nei mesi scorsi il Governo Giapponese ha ammesso che, da mesi è in atto uno sversamento delle acque contaminate in mare e gli esperti a riguardo parlano di catastrofe annunciata.
Ma quali saranno le reali conseguenze di tutto ciò per noi, ancora non ci è dato saperlo.
Sabrina Stoppa