Elezione europee – Euro si euro no. Da nord a sud Europa, da destra a sinistra (ammesso e non concesso che ancora esista una differenza), dai giovani ai più anziani, secondo tutti i sondaggi i partiti anti-euro hanno raggiunto una popolarità mai vista prima. Tutto da attribuire al malcontento generale che serpeggia, tra i cittadini europei, verso la UE. Le cause? La sua politica d’austerità che ha contribuito ad aggravare le condizioni dei ceti medio-bassi, la crisi “istituita” ad arte dalle banche ed aggravata dall’adozione dell’euro, il ruolo della BCE quale istituto tipografico privato che stampa moneta per prestarla ad alti interessi agli Stati, le varie direttive emanate in ambito economico-finanziario che hanno affossato le imprese e le attività commerciali, l’aumento spropositato di tasse per risanare i deficit europei.
Questi ed altri i fattori che hanno scatenato un’ondata di malcontento verso l’Europa che vedrà, alle prossime elezioni, una crescita sostanziosa dei partiti anti-euro.
Tra i dati più interessanti, il 10 marzo è stato reso noto un sondaggio britannico secondo cui l’Ukip, il noto partita indipendentista di Nigel Farage fortemente antieuropeo, ha il 20% dei consensi e bel il 30% degli inglesi ne condivide molti punti.
In Francia il Front National di Marine Le Pen ha superato l’Ump ed i socialisti (si fa per dire) di Hollande, e nelle amministrative di pochi giorni fa la vittoria è risultata schiacciante. La situazione è simile in Olanda mentre in Ungheria c’è un governo di estrema destra già noto per il suo antieuropeismo. In Germania il partito Alternative fuer Deutschland, che aveva raggiunto il 5% alle politiche, sembra in netta ascesa in particolare per la sua proposta dell’uscita della Germania dall’euro.
Intanto in Italia aumentano i cittadini ed i politici (Borghi e Salvini in primis) che invocano il ritorno alla lira. Diverse le proposte dei vari movimenti che fanno appello alla moneta nazionale, diverse anche le modalità e le strade scelte, ma tutti con un obiettivo unico: emettere moneta di proprietà del popolo e non delle banche private, a cui bisogna pagare gli interessi. E nel frattempo Renzi afferma: “Chi dice meno Europa sbaglia”.
Ma il clou arriva dalla Grecia. L’agenzia di sondaggi greca che fu l’unica a prevedere il risultato di Alba Dorata alle scorse elezioni del 2012, Zougla.gr, pochi giorni fa ha pubblicato un sondaggio secondo cui Alba Dorata, ad oggi, abbia il 27,1% dei voti, seguita da Syriza con il 23,8% e Nuova Democrazia con l’11,1%.
Cresce l’austerity, cresce il malcontento, cresce la disoccupazione, crescono le balle dei politici. Una grossa percentuale di cittadini spera, insomma, che qualcosa possa cambiare con le prossime elezioni europee. Un intuitivo Mark Twain, però, scrisse: “Se votare servisse a qualcosa, non ce lo lascerebbero fare”.
Osservatorio Globale