Elezioni Sardegna: nuova vittoria dell’astensionismo
Ieri alle ore 22.00 il dato dell’affluenza alle elezioni regionali della Sardegna era poco superiore al 50% e rispetto alla volta scorsa era minore di circa il 15%. Quindi il partito dell’astensione vince ancora dopo il dato delle scorse amministrative e delle scorse politiche. Uno dei motivi dell’astensionismo è da rintracciare sicuramente nella scarsa presenza dello stato rispetto alla recente alluvione in Sardegna.Altro motivo forse è stato l’ennesimo scandalo italiano delle “spese pazze”in regione che poco tempo fa si è verificato in Sardegna come in passato in altre regioni italiane.Inoltre il Movimento 5 Stelle non si è presentato a questa tornata elettorale e forse tanti elettori simpatizzanti del movimento hanno ritenuto opportuno rimanere a casa come reazione alla vicenda. E ancora come non dimenticare le vicende passate dell’Alcoa e del Sulcis le quali tanta rabbia hanno destato e destano ancora in tanti cittadini sardi.
Perciò anche nelle elezioni sarde come in altre tornate elettorali la gente sceglie per il non-voto: reazione quasi naturale e spiegabile con il solco abissale creatosi fra la politica italiana e il resto del paese, tra la politica tutta e il paese reale.
La sfiducia di tanti cittadini di diversa estrazione sociale, il dissenso crescente nel paese, la rabbia, il malcontento, tutto contribuisce ad allontanare i cittadini dalle urne.
Il futuro governo Renzi è l’ultima e lampante dimostrazione di quanto sia inutile votare oggi e gli italiani reagiscono a questa constatazione legittima in modo opportuno.
Come recuperare la fiducia di tanti italiani? Come può la politica venire incontro ad un paese “disastrato” per tanti problemi a cui lo stato e la politica non hanno dato le risposte opportune ed adeguate. Come riconquistare un popolo di “diseredati” che pensano alle urne come un giorno in cui è meglio fare qualcos’altro.
Si aspettano risposte, si aspettano risposte “urgenti” per tante calamità naturali, per i problemi causati o aggravati dalla crisi economica, si aspettano risposte adeguate dal governo per quanto riguarda l’occupazione, la crescita e lo sviluppo: si aspetta una “forte presenza”, un’assunzione di responsabilità quanto mai “assennata e avveduta”, una “presenza” che si aspetta da tempo immemore e in cui tanti italiani ormai non ripongono più la speranza.
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