Tra i vulcani Bardarbunga e Askya in Islanda, si è aperta una fessura nella terra da cui esce lava e gas. Secondo l’Università di Islanda, il 9 Settembre 2014, il flusso di lava era lungo 16 km e copriva 20 kmq.
Era dal 19° secolo che un vulcano Islandese non espelleva così tanta lava come Holuhraun.
La nebbia blu di Diossido di Zolfo è stata osservata sottovento da diverse città e villaggi dell’Islanda orientale. A causa del pericoloso livello di emissione di gas, gli scienziati hanno evacuato l’area di Holuhraun svariate volte dall’inizio dell’eruzione e hanno spronato all’uso di maschere antigas per evitare ripercussioni dei gas e venti nocivi.
Le anomalie riscontrate nei venti locali possono verificarsi in prossimità delle zone colpite dall’eruzione a causa della convenzione termica proveniente dalla lava incandescente. Nell’ atmosfera, il Diossido di zolfo viene convertito in acido solforico quando viene a contatto con l’acqua.
Il fumo emesso da Holuhraun è ricco di diossido di zolfo, un gas che può causare problemi respiratori nelle persone e negli animali. Si tratta di un gas dall’odore pungente che provoca irritazioni alla pelle e ai tessuti e alle membrane degli occhi, del naso e della gola. Principalmente, colpisce il tratto respiratorio alto e i bronchi.
Gli effetti del Diossido di Zolfo sulle persone e sull’ambiente variano largamente in base alla quantità di gas che emette un vulcano nell’atmosfera e al modo in cui vengono dispensati dai venti locali o globali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sconsiglia l’esposizione maggiore di 0.5 ppm in un massimo di 24 ore. La concentrazione di 6-12 ppm può causare immediata irritazione al naso e alla gola; 20 ppm causano irritazione agli occhi; 100,000 ppm provocano irritazione alla pelle nel giro di pochi minuti. Una più alta concentrazione può portare all’aumento della mortalità e a seri problemi di salute.
I vulcani Bardarbunga e Holugraun sono attivi da metà agosto. L’attività vulcanica si presenta come eruzione di lava con un aumento di attività sismica ma priva di rilascio di cenere. Ad ogni modo, ci sono state continue emissioni di Diossido di Zolfo, e fino ad ora sono state visibili dal nord dell’atlantico, dalla Grecia alla Scandinavia e Irlanda.
Il terreno roccioso intorno all’Holuhraun si presenta di una tonalità di verde o marrone. Mentre la lava è di un arancione e rosso intenso. (Credit: NASA/Landsat)
L’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente in Islanda ha monitorato l’aumento di gas nelle aree non abitate dell’Islanda dell’est. Il comitato scientifico consultivo, il 9 settembre 2014, ha affermato che la qualità dell’aria nelle aree urbane dell’Est dell’Islanda potrebbe causare alla popolazione problemi respiratori sebbene altri potrebbero non subire significanti disturbi.
La protezione civile islandese ha riferito di un’alta concentrazione di diossido di Zolfo a Reyðarfjordur, nei fiordi dell’est, il 10 settembre 2014, con un picco di 2600 µg/m3. L’allarme è stato lanciato a membri di categorie a rischio, tra i quali anche individui sani che soffrono di asma lieve. La maggior parte degli asmatici attivi all’aria aperta possono andare incontro a problemi di respirazione.
Secondo Manuel Sintubin, professore in Geodinamica presso l’Università di Leuven, i gas tossici emessi da Holuhraun possono essere paragonati all’eruzione di Laki, durata per 8 mesi, dal 1783 al 1784, e che rilasciò una grande quantità di gas solforici tossici. La foschia provocata dall’eruzione è stata avvertita dall’Islanda alla Siria. Le stime sostengono che è stato rilasciato 80 mt di acido solforico.
Studi sulle recenti eruzioni, come quella del monte Saint Helen nel 1980, di El Chichon (Messico) nel 1982, e del monte Pinatubo (Filippine) nel 1991, mostrano chiaramente l’importanza che ha il solfuro nei cambiamenti climatici, nel riscaldamento della stratosfera e nel raffreddamento della troposfera. Il diossido di zolfo che si trasforma in acido solforico, blocca le radiazioni solari in entrata e contribuisce alla distruzione dell’ozono. Gli effetti provocati dai vulcani sono di breve durata e dopo due o tre anni, le particelle vulcaniche si depositano nell’atmosfera.
In una scala globale, i gas vulcanici hanno creato l’atmosfera e gli oceani. Quando un vulcano erutta, i gas vengono emessi e rilasciati nell’atmosfera. Durante grandi eruzioni, i gas hanno causato il cambiamento climatico globale.
In altri sistemi, i gas vengono emessi continuamente nell’atmosfera dalla terra, sfiati vulcanici, e depositi idrotermali. Il rilascio graduale di gas agisce come irritante e può comportare rischi a lungo termine per la salute.
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Tradotto da Montevecchi Valentina