I colloqui di pace tra israeliani e palestinesi hanno subito un altro intoppo, spingendo Washington a rivalutare se continuare i colloqui.
Il Segretario di Stato americano John Kerry si è incontrato martedì con il presidente Barack Obama per pianificare successivi incontri e una nuova strategia. La scorsa settimana, Kerry aveva dichiarato che era giunto il momento di un “reality check“, ossia capire esattamente quanto ancora gli Stati Uniti siano realmente necessari al processo di pace, nel caso in cui le parti stesse non fossero disposte ad andare avanti.
Questo fallimento provvisorio “ha danneggiato la reputazione di Kerry perché dimostra che ha frainteso la situazione“, ha dichiarato Jim Phillips, un ricercatore per gli affari del Medio Oriente.
“Kerry ha sopravvalutato le prospettive di una trattativa di successo e ha anche dedicato una quantità immensa di tempo a questo problema, trascurando altri temi, più urgenti.”
Dopo otto mesi di spola diplomatica, più di una dozzina di viaggi nella regione e innumerevoli cicli di negoziati, Kerry ha deciso di tirarsi indietro di fronte alla situazione.
Kerry è stato appena criticato dall’opposizione per il suo comportamento in Medio Oriente; la critica è stata anche espressa dai politici dell’amministrazione Obama.
Nel frattempo, Obama ha sostenuto pubblicamente il suo segretario di Stato, dicendo: “Provo solo ammirazione nei confronti di Kerry per come ha saputo gestire la situazione in Medio Oriente.”
Mentre questo tipo di sostegno lo potrebbe aiutare in casa, non ripristinerà il suo prestigio e la sua autorità all’estero.
Israeliani e palestinesi hanno aumentato la frequenza dei loro incontri nel tentativo di salvare i colloqui di pace e di prorogare il termine, che scadrà tra tre settimane.
Anthea Favoriti