Da Genny a’ carogna a Paola Bacchiddu: il visibilio dell’informazione
Il mainstream mediatico degli ultimi giorni è dominato da diverse notizie. Cominciamo dall’ultras Genny “a’ carogna” che troneggia su tutti i quotidiani riguardo al caso della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina sospesa per oltre un’ora per gli scontri avvenuti prima della partita non molto lontano dallo stadio Olimpico di Roma.
Altra notizia saltata agli onori della cronaca è la dichiarazione di Pina Picierno, candidata alle europee del PD, la quale ha affermato di fare la spesa per due settimane con gli 80 euro che saranno dati a 10 milioni di italiani, i “famosi 80 euro della discordia” che hanno provocato tante polemiche.
Picierno si è anche presentata a “Ballarò” della settimana scorsa con lo scontrino per avvalorare la sua dichiarazione.
Un altro evento che sta suscitando non poche polemiche è il caso Paola Bacchiddu.
Qualche giorno fa Paola Bacchiddu, responsabile per la comunicazione della lista L’altra Europa con Tsipras ha postato una propria foto in bikini, con il culo seminudo ben in evidenza in primo piano, accompagnata dal seguente commento: “Ciao è iniziata la campagna elettorale e io uso qualunque mezzo. Votate l’Altra Europa con Tsipras”.(http://systemfailureb.altervista.org/paola-bacchiddu-culi-e-la-sinistra/).
Insomma l’informazione italiana sembra diventata da tempo gossip, scandalo, clamore etc., un’informazione che mira al sensazionalismo, alla spettacolarizzazione, al visibilio…
L’interiorità, la riflessione, la coscienza critica, tutto è sacrificato in nome dello scoop, del marketing della notizia, dell’emozione che la notizia può provocare in linea con le più moderne tecniche e strategie di comunicazione.
Una società in cui l’essere conta meno dell’apparire, una società dell’immagine che propone icone pop, divi da adorare, immagini da santificare, sottoculture da seguire etc., una società dell’appiattimento sociale, della massificazione, della desertificazione culturale.
E non dimentichiamo le bufale che girano in rete che si mischiano alla surrealtà delle notizie da gossip, da rotocalco scandalistico, da giornale di qualità scadente, bufale che ci trasportano in una realtà parallela in cui vivere, la realtà del cyberspazio, la realtà dell’estasi della comunicazione, una realtà in cui c’è una sola dimensione, quella del consumatore e riguardo al nostro discorso, quella del “consumatore di notizie”.
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