Oggi voglio parlarvi di Gioco a due, un film del 1999 diretto da John McTiernan che rimane sempre attuale e interessante soprattutto per gli amanti dei thriller e per quelli che, come me, si interessano di film a sfondo artistico. Rifacimento di “Il caso Thomas Crown” (The Thomas Crown Affair) del 1968, “Gioco a due” è uscito nelle sale cinematografiche statunitensi il 6 agosto del 1999 ed è stato prodotto dal Pierce Brosnan e Beau St. Clair.
Thomas Crown è un miliardario di Wall Street, specializzato in fusioni societarie. Nella sua vita apparentemente “sempre uguale”, annoiato dalla routine del suo lavoro, ama le sfide, il rischio e il pericolo.
Il film inizia all’interno del Metropolitan Museum di New York, museo d’arte di fama mondiale, all’interno del quale viene consegnata un scultura di grandi dimensioni a forma di cavallo. Gli addetti del museo non si aspettavano la consegna di questa opera: al suo posto sarebbe dovuto arrivare un sarcofago. Abbandonata quindi nei sotterranei del museo il cavallo si dimostra essere un vero e proprio cavallo di troia dall’interno del quale escono degli uomini che avrebbero di lì a poco messo in atto una vera e propria rapina all’interno del museo.
La rapina in realtà era stata organizzata proprio dal signor Crown. Tra tutte le opere di inestimabile valore custodite all’interno del museo Thomas decide di rubare il “San Giorgio Maggiore al crepuscolo” di Claude Monet. L’opera viene trafugata davanti agli occhi di tutti proprio dal signor Crown. Gli uomini ritenuti responsabili del furto vengono catturati durante la fuga e confessano alla polizia che il loro era stato un furto su commissione, ma che non conoscevano personalmente la persona che li aveva ingaggiati. Si occupa delle indagini il detective Michael McCann, affiancato da Catherine Banning, seducente investigatrice ingaggiata dall’assicurazione per ritrovare a qualunque costo l’opera d’arte, in mondo da evitare l’oneroso esborso di cento milioni di dollari.
Sicura di sé e molto determinata Catherine non ci mette molto a capire che dietro al misterioso furto c’è in realtà il Sig. Crown. Non altrettanto facile sarà per lei trovare le prove per incastrare il ladro. Tra i due inizia un vero e proprio gioco che li porta inevitabilmente a letto. Il legame tra i due cresce, ma entrambi sembrano non voler rinunciare ai propri principi e Catherine sembra non voler mettere da parte il suo lavoro. Riuscirà Catherine a riportare l’opera al museo e a conservare il suo rapporto appena nato con il signor Crown?
Non voglio svelarvi il finale. Penso che questo film, anche se di parecchi anni fa, valga assolutamente soprattutto per chi non ha mai avuto modo di vederlo. Una delle scene che, a mio parere, merita molto è l’ultima scena ambientata all’interno del museo davvero geniale e divertente.
Elisa Giulia Chiesa