Sei mesi fa, durante una visita a Berlino del primo ministro greco Antonis Samaras, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha lodato Atene per i suoi sforzi di riforma, sottolineando in particolare il cosiddetto “avanzo primario” nel bilancio greco.
Per la prima volta in 11 anni, il governo greco ha guadagnato più reddito rispetto a quanto speso; ovviamente lasciando fuori gli interessi dei vecchi debiti.
La visita ad Atene della Merkel, tenutasi venerdì, è stata vista dal ministro degli Esteri greco Evangelos Venizelos come prova del fatto che la Grecia stia finalmente “aprendo un nuovo capitolo”, per riformare l’economia.
Alla luce del ritorno della Grecia sui mercati obbligazionari, la Merkel ha voluto mostrare un segno di sostegno.
Tuttavia, l’analista George Tzogopoulos, della Fondazione Ellenica per la Politica Estera Europea e (ELIAMEP), è stato meno entusiasta.
“I mercati possono visualizzare il sostegno di Berlino come una sorta di garanzia del prestito, soprattutto perché molte delle riforme promesse in Grecia sono già state attuate, ma il simbolismo politico non è sufficiente.È particolarmente importante che la Grecia segua pedissequamente agli accordi, al fine di riconquistare la fiducia a lungo termine dei mercati.”
Per settimane, ad Atene, non si è fatto altro che parlare di quanto la Grecia avrebbe rischiato, nel momento in cui fosse ritornata nei mercati finanziari. Un argomento che va contro tale mossa è quello dell’agenzia di rating Moody, per l’ aumento del credito del paese.
La decisione è stata inizialmente prevista la scorsa settimana, ma ora è stata rinviata all’inizio di agosto.
La visita della Merkel, d’altra parte, aveva dato gli ottimisti una nuova prospettiva di vita.
Secondo l’analista Thanassis Mavridis: “Gli investitori internazionali sono attualmente in procinto di trasferirsi al di fuori dei paesi emergenti e sono alla ricerca di opzioni su azioni sicure in Europa, che potrebbe rivelarsi utili per la Grecia. Molti investitori stanno perseguendo altri interessi a breve termine e non necessariamente credono che la crisi greca sia finita. Non bisogna dimenticare che, anche nel 2009, la domanda di titoli greci era forte, anche se la crisi era già alle porte. Con questa logica, il ritorno ai mercati finanziari non necessariamente segnala la fine della crisi del debito.”
Secondo l’analista esperto George Tzopoulos “Le visite della Germania, in Grecia, non sono per niente casuali. La posizione politica della Germania sembra particolarmente cordiale, e lo è stata ancora di più quando la decisione finale, presa a Berlino, è stata quella di mantenere la Grecia nella zona euro.”
Il punto di svolta, secondo Tzopoulos, è iniziato nell’agosto del 2012. Ora, il governo tedesco punta sulla continuità e desidera attivamente aiutare la Grecia a raggiungere gli obiettivi di austerità.
Anche così, alcune misure per rilanciare l’economia greca non sono decollate come previsto. Un accordo, per esempio, firmato nell’estate del 2013 dal ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble, ad Atene, avrebbe dovuto istituire un fondo di investimento con un prestito pari a 500 milioni di euro. Ma poco è accaduto da allora a causa delle difficoltà finanziarie greche.
Anthea Favoriti