La Grecia sempre più sull’orlo del baratro per volere della troika: ora tutto è in vendita
La Grecia, culla della civiltà mediterranea e europea, si trova sempre di più vicina al baratro.
Come riportato da un articolo dell’Unità, tutto è in vendita: isole (compresa quella di Elafonisos, nella foto), porti, aeroporti, strade e anche acquedotti.
Come scritto nel sito Tribuno del Popolo, con queste privatizzazioni a buon mercato si dovrebbero recuperare non meno di 22,3 milioni di euro e il tutto entro il 2020.
La disoccupazione e la povertà sono alle stelle, e secondo l’Unicef oltre 600mila bambini sono a rischio povertà ed esclusione sociale.
Questa situazione è stata causata dalle politiche di lacrime e sangue imposte dal governo per volere della troika, ovvero l’organismo che governa l’Unione Europea e che risponde ai dettami dell’alta finanza internazionale.
Tutto questo dimostra come non mai il fallimento delle politiche adottate dall’Unione Europea, eppure secondo i suoi più accaniti sostenitori ne è la prova del successo.
Su ciò basta ricordare cosa disse l’ex presidente del Consiglio italiano Mario Monti, a proposito della situazione greca che precipitava sempre di più: “la Grecia è la dimostrazione del successo dell’euro”.
Il pensiero di Monti si può capire alla luce del fatto della sua appartenenza nei circoli che contano, dalla Commissione Europea al Bilderberg, gruppo che nelle questioni europee ha avuto sempre una grande importanza, e infine alla Goldman Sachs, una delle più potenti banche d’affari internazionali.
Bisogna precisare che sostanzialmente Monti è sempre stato un’esecutore delle politiche di questi poteri forti, e quindi relativamente un’esponente di basso livello, sempre prone a seguire i diktat di essi.
Essenzialmente la stessa Unione Europea è basata sul potere di grandi organismi sovranazionali come il Fondo Monetario Internazionale, che sostanzialmente fa gli interessi dell’oligarchia finanziaria mondiale.
Non è un caso che alcuni dei maggiori esponenti dell’UE siano stati collegati al mondo dell’alta finanza, si pensi all’attuale presidente della BCE Mario Draghi o agli stessi Monti e Papademos, accomunati dall’essere stati appartenenti alla Goldman Sachs.
Si potrebbe dire che in fin dei conti l’UE sarebbe meglio chiamarla come “Unione antieuropea”, visto che le sue politiche sono orientate perlopiù sul fare gli interessi dei grandi gruppi di potere finanziario e industriale, a scapito dei popoli europei che in teoria dovrebbe rappresentare.
Tornando alla Grecia, per capire meglio la situazione consiglio la visione di “Debtocracy“, un documentario dei giornalisti Katerina Kitidi e Aris Hatzistefanouuscito, uscito nel 2011 e che si concentra principalmente sulle cause della crisi greca e su alcune possibili soluzioni future per superarla.
Di solito gli opinionisti europeisti considerano la crisi greca come mero risultato della politica “spendacciona” e corrotta dei governi che si sono succeduti negli anni novanta.
Bisogna riconoscere che effettivamente c’è stata una situazione del genere, ma anche che questi governi erano sostanzialmente alla mercè dell’UE e della finanza internazionale, e quindi la strategia dell’alta finanza e della troika di far pagare il popolo per politiche volute da suoi “burattini” è indubbiamente cinica.
Tra l’altro, ciò che di solito non viene detto è che la Grecia fu costretta ad entrare nell’UE contro la volontà popolare (come l’Italia) e per far ciò il ministro delle finanze dell’epoca, Nikos Christodoulakis, fu costretto a truccare i conti, come fecero, stando alle sue parole, un pò tutti i paesi (Italia compresa).
Difatti è a partire dalle sue basi che l’UE è fondata sull’errore e il suo progetto ora come ora dovrebbe essere fermato, e magari porre le basi per una diversa Europa, che rifiuti il modello tecnocratico su cui è basata l’attuale unione.
Ora la Grecia e l’Europa passo dopo passo devono risalire dagli inferi in cui gli oligarchi finanziari e i loro emissari e servitori l’hanno portate, rifiutare gli obsoleti modelli causa del loro male e allo stesso tempo porre le basi per una Grecia e un’Europa veramente libere e indipendenti.
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