Iraq – Partiamo dall’incredibile affermazione che ha fatto il 30 settembre scorso il ministro dei trasporti irakeno durante una conferenza stampa per l’inaugurazione di un aeroporto nella provincia di Dhi Qar, nei pressi di Nassiriya.
Ebbene, il ministro Kazem Finjan ha affermato, davanti a giornalisti e fotografi, che già nel 5000 A.C., gli antichi antenati del popolo irakeno, i Sumeri, avevano costruito qui nella zona i loro aeroporti che utilizzavano per viaggiare nello spazio.
Il video della conferenza stampa è stato pubblicato su Twitter da Hayder al-Khoei, ricercatore presso il Centro di Studi accademici sciiti, che ha scritto: “che momento di imbarazzo, credo che nessuno abbia avuto il coraggio di contraddirlo”.
Secondo le dichiarazioni del Ministro Kazem Finjan, le ziggurat presenti nella zona erano in realtà degli aeroporti da cui gli antichi partivano per viaggiare nello spazio.
Intanto cerchiamo di comprendere cosa sono le Ziggurat e quali sono quelle presenti nella zona.
Le ziggurat sono delle antiche strutture a gradoni tipici di questi luoghi. Hanno la sommità piatta e sono caratterizzati da una scala di accesso che porta fino alla cima.
Per i popoli antichi, queste strutture rappresentavano la comunicazione tra il cielo e la terra ed erano considerate quindi dei luoghi sacri.
Sono molti i misteri legati a queste ziggurat, ma vediamo tra queste strutture quelle più importanti e significative.
Ziggurat irachene
La Ziggurat di Ur-Nammu è la ziggurat meglio conservata presente in Iraq, si trova nell’antica città di Ur (antica capitale dei Sumeri), a circa 15 Km da Nassiriya, risale al 2100 A.C. circa, è alta più di 26 m e ha la base rettangolare di m 63×42 circa.
Questa ziggurat è composta all’interno da mattoni crudi, rivestiti da uno spesso strato di mattoni cotti.
I più antichi reperti ritrovati ad Ur sono stati datati a prima del 4000 A.C.
Questo splendido monumento, dedicato a Nanna (divinità che per i Sumeri rappresentava la Luna), è costituito da tre terrazzamenti ed è rimasto quasi completamente integro sepolto sotto la sabbia.
Fino ad oggi si stima che solo il 20% circa dell’antica città di Ur sia stata riportata alla luce, tra cui l’antica Ziggurat.
Alcuni archeologi sostengono che ci vorranno almeno altri 30 anni di scavi per scoprire l’intero sito.
Oggi la ziggurat di Ur si trova a ridosso della più importante base militare presente in Medio Oriente ed è anche, forse, grazie a questa vicinanza che negli anni è stata risparmiata ai saccheggi.
Altra ziggurat presente in Iraq è quella che si trova nell’antica città di Uruk, occupata fino dal 5000 A.C.
La città si trova a circa 230 km a Sud-Est di Bagdad (poco più a nord della ziggurat di Ur) ed è stata una delle città di culto più importanti dell’antica Mesopotamia.
Al suo interno si trova l’omonima ziggurat, alta circa m 50×45, oggi parzialmente erosa e deteriorata ma sulla cui cima è ancora visibile un tempio dedicato alla dea Inanna (o Inana), la dea della fecondità, della bellezza e dell’amore.
Alcuni reperti raccolti qui e datati al radiocarbonio, datano lo ziggurat tra il 3500 e il 3300 A.C.
Altro ziggurat presente in Iraq è quello di Eridu.
Questa antica città Sumera, risalente all’incirca al 5400 A.C., si trova a circa 11 km a Sud-Ovest di Ur e circa Km 22 a Sud di Nassiriya.
Eridu si dice sia uno dei primi agglomerati urbani dei Sumeri nonché la più antica città del mondo. Essa risale all’incirca al 5000 A.C.
Al suo interno si trovano diverse ziggurat.
In un antico testo sumero ritrovato ad Eridu e risalente all’incirca al 1600 A.C., viene descritta la storia dell’alluvione universale contenuta nella Genesi (Vecchio Testamento).
Secondo questo testo, il dio Enlil, provocò una grande inondazione. Prima che ciò avvenne, la notizia trapelò fino alle orecchie del re di Eridu che fece costruire una barca su cui mettere una coppia per ogni specie animale in modo da salvare il pianeta Terra dall’estinzione.
Altre ziggurat in Iraq sono la ziggurat di Dur-Kurigalzu (m. 69×67), la ziggurat di Assur (m. 62×61), la Ziggurat di Nippur (m. 57×38) e altre.
Indizi alieni in Iraq
Ma ora torniamo all’affermazione fatta il 30 settembre scorso dal Ministro dei trasporti iracheno Finjan e cerchiamo di comprendere meglio ciò che si cela dietro alle sue affermazioni prendendo in considerazione alcuni fatti.
Prima di tutto va considerato che la zona di cui si sta parlando è riconosciuta da tutti come la culla della civiltà, dove si dice sia nata quella che è diventata oggi la civiltà attuale.
L’antica città di Ur (dove si trova lo ziggurat di cui ho parlato sopra), è anche considerata da molti la città natale di Abramo, città citata più volte, secondo i sostenitori di questa tesi, nella Genesi come la città di Ur Kasdim.
Altro dato importate è che la provincia di Dhi Qar comprende almeno più di una quarantina di siti archeologici di grande valore e da alcune ricognizioni aeree fatte, pare anche che nella sola zona compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate (l’antica Babilonia), ci siano anche più di 200 siti archeologici ancora da scavare.
Quindi è chiaro che tante cose su questo paese e i suoi antichi abitanti le dobbiamo ancora scoprire. Ma iniziamo a parlare e a considerare invece ciò che ci è noto.
La storia ci dice che la Mesopotamia fu la culla della moderna civiltà evoluta.
Gli antichi abitanti di questo luogo iniziarono a riunirsi in villaggi, stabilire regole comuni, coltivare campi, costruire templi e case, iniziarono a conoscere la scrittura, addirittura i pianeti e il sistema solare.
Antiche leggende narrano che proprio qui approdarono in un lontano passato, degli Dei provenienti dal cielo sulle loro macchine volanti e insegnarono tutto ciò che poi oggi è nella nostra cultura moderna. Poi, come erano venuti, così ripartirono.
Ora potrebbero anche sembrare solo leggende, se non fossero così tanti i riferimenti storici a farci riflettere.
Beroso, storico babilonese, narra nella sua “Opera Maxima” (275 A.C. circa) la venuta sulla terra di un Dio, uscito da un uovo volante, che passava tutte le sue giornate con gli uomini per insegnar loro la conoscenza. Sempre Beroso, ci narra che questo non fu l’unico essere divino a visitare la Mesopotamia.
Altri riscontri ci arrivano dalle tavolette Sumere, scoperte a circa 250 km da Bagdad e tradotte dal grande studioso di archeologia misteriosa ed esperto di lingue antiche Zecharia Sitchin (di cui ha parlato anche il ministro dei trasporti iracheno Kazem Finjan, per avvalorare la sua dichiarazione), autore di molti libri tradotti in diversi paesi del mondo.
Secondo le traduzioni che Sitchin ha fatto delle tavolette Sumere, degli esseri provenienti dal cielo, approdarono qui in questi luoghi. Essi provenivano da quello che noi oggi chiamiamo Pianeta X e che era già conosciuto dai Sumeri come Nibiru.
Questo pianeta, secondo quanto scritto nelle tavolette, ogni 3.600 anni orbita tra Giove e Marte.
Sempre nelle tavolette Sumere, viene descritto con estrema precisione anche il nostro sistema solare, i pianeti, gli equinozi…
Ma come si può spiegare che migliaia di anni fa gli antichi popoli che abitavano la Mesopotamia già conoscevano tanto del nostro sistema solare se non considerando che o lo avevano visitato o che qualcuno glielo aveva spiegato?
Altrimenti non sarebbe possibile altra spiegazione.
E si torna alla dichiarazione del Ministro iracheno. E se avesse ragione?
Le tavolette Sumere raccontano di un popolo, gli Annunaki, che venne sulla terra e creò (tramite ibridazione), l’uomo. Nelle traduzioni vengono descritti esperimenti di ibridazione che hanno poi portato noi esseri umani ad essere ciò che siamo oggi (per gli antichi “LU.LU” = colui che è stato mescolato).
Oltre a Zecharia Sitchin, anche Graham Hancock ha descritto nei suoi libri l’antico popolo degli Dei provenienti dal cielo e ha raccontato di un’antica civiltà che popolava la terra in tempi antichi.
Civiltà che, secondo Hancock, circa 13.000 o 12.000 anni fa fu spazzata via da un tremendo cataclisma.
In una recente intervista, rilasciata a Michael Parker durante la trasmissione Antidoto, Hancock ha proprio parlato di questa antica civiltà che secondo lui era quella di Atlantide descritta anche dal famoso Platone e spiega tutti i riferimenti storici che lo hanno portato alle sue conclusioni.
Teniamo presente che sono davvero tantissime le leggende giunte fino a noi che ci raccontano dell’antico popolo degli Annunaki (che in Sumero significa “coloro che dal Cielo sono scesi sulla Terra”), che arrivarono in questi luoghi.
Molti sono gli autori che negli anni, sulla scia di Zecharia Sitchin, hanno citato testi biblici che fanno riferimento agli “Dei” che risiedevano sulla Terra insieme agli umani.
Nel testo apocrifo di Enoch (i testi apocrifi sono testi esclusi dalla Bibbia perché contenevano scritti in contraddizione con quanto professato in essa; apocrifo in greco significa “ciò che è tenuto nascosto”), viene descritto un gruppo di angeli i “Nephilim”, che si stabilirono sulla Terra e si mischiarono e incrociarono con gli esseri umani.
In tutti i luoghi del mondo sono stati trovati lasciti che arrivano fino a noi dai nostri antenati e in tutte le parti del mondo ci sono leggende che parlano degli dei che scesero sulla Terra.
Geroglifici, pitture rupestri, testi sacri, tavolette Sumere, ecc. Siamo pieni di lasciti che ci raccontano quanto accaduto in un lontano passato.
In alcuni casi però, questi lasciti sono stati considerati scene di vita dell’epoca antica (scene di caccia, combattimenti, ecc.), ma perché invece in altri casi sono stati considerati solo leggende?
Forse perché erano rappresentazioni di verità scomode? Chi decide cosa sia leggenda e cosa realtà?
Se i testi apocrifi non sono considerati veritieri, lo può essere il libro della Genesi che ci parla di sette uomini che vissero più di 900 anni? Di questi il più longevo fu Matusalemme che visse ben 969 anni. Chiaro che qualcosa non torna.
Tornando alla dichiarazione del ministro iracheno, egli non è il primo a prendere in grande considerazione questi luoghi, le sue ziggurat e ciò che rappresentano e nascondono.
Lo stesso Saddam Hussein, aveva dimostrato molto interesse per l’archeologia irachena e in particolare per le ziggurat presenti nel paese.
Egli infatti, aveva anche intrapreso una campagna di ristrutturazione degli antichi lasciti dei Sumeri, ristrutturando anche nel 1980 la facciata dello ziggurat di Ur.
Costruì anche, nei pressi dello ziggurat, la sua più importante base militare con annessa anche una base aerea. Ma Saddam Hussein non si limitò solo a questo.
Egli stava progettando di ricostruire e dare nuovamente splendore all’antica Babilonia.
Secondo una teoria di cui si parla dell’ambiente della controinformazione, fu questo suo interesse e ciò che scoprì in seguito, ad accelerare gli eventi che portarono gli Stati Uniti ad invadere l’Iraq.
Da alcuni anni, negli ambienti complottistici più estremi, circola una teoria secondo la quale il Governo Bush avrebbe forzato le tappe dell’invasione dell’Iraq per mettere le mani su ciò che pare che Saddam Hussein avesse trovato durante le sue opere di ristrutturazione dell’antica Babilonia.
Anche secondo lo scienziato australiano Michael Salla (che ha collaborato con il Dipartimento di Scienze politiche e australiane dell’università Nazionale di Canberra e con la Scuola dei servizi internazionali dell’American University di Whashington D.C.), che si occupa di studi sulla “archeologia eretica” e autore di diversi libri, ci sarebbe in atto, da diversi anni, una sorta di “competizione” tra gli archeologi militari di diversi paesi (Stati Uniti, Russia, Francia e Germania), per impossessarsi degli artefatti tecnologici degli Annunaki (popolo extraterrestre descritto nelle traduzioni fatte da Zecharia Sitchin delle tavolette Sumere), nascosti sul nostro pianeta. [1]
Poco prima della seconda Guerra del Golfo, Saddam Hussein stava per dare l’autorizzazione ad un team di archeologi tedeschi e francesi per effettuare degli scavi nei pressi di Uruk.
Ma la guerra iniziò subito e, secondo Salla, la Task Force 20 (l’unità archeologica segreta americana), si mise subito all’opera per trafugare e portare negli Stati Uniti ciò che Saddam Hussein aveva trovato e da allora non si sono ancora fermati.
E così, a pensarci adesso, la dichiarazione del Ministro Iracheno non sembra poi così tanto assurda e insensata essendo così tanti i dati oggettivi presi in esame e che abbiamo considerato.
Non ultimo il fatto che, dopo la seconda guerra del Golfo, fu poi verificato che l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti, era stata costruita su delle menzogne.
Chissà che le affermazioni del 30 settembre del Ministro iracheno non abbiano un fondo di verità.
Sabrina Stoppa