L’iperico chiamato anche erba di San Giovanni è una pianta che fiorisce proprio in questo periodo in un piccolo fiore giallo, cresce principalmente in zone poco umide, nei campi incolti fino a 1600 metri.
La leggenda, ma anche l’esperienza di moltissimi erboristi, narra che l’iperico vada raccolto nella notte tra il 23 e 24 giugno al tramonto, per San Giovanni, il giorno del Solstizio d’Estate.
Nella notte di San Giovanni, infatti, una speciale energia dilaga nella natura e sull’essere umano, motivo per cui si usa bruciare le vecchie erbe nei falò e andare alla raccolta delle nuove che risultano essere più potenti e cariche di energia.
La leggenda narra che per ottenere poteri di preveggenza le erbe, nel giorno di San Giovanni, vanno colte in luoghi diversi, essiccate in mazzetti e messe sotto il cuscino la sera della festa: dovrebbero essere 9 tra cui senza dubbio l’iperico.
Ciò che si vedrà in sogno accadrà sicuramente. L’iperico è sicuramente una pianta avvolta da magia: il suo nome deriva dal greco hyper-eikon, cioè pianta che cresce sulle vecchie statue.
Per i medici greci Ippocrate e Dioscoride il suo nome significherebbe “al di sopra del mondo degli Inferi”.
Chiamato anche erba caccia-diavoli per la presunta capacità di cacciare gli spiriti maligni e i fantasmi, la leggenda vuole che alla vigilia della festa di San Giovanni una piantina di iperico venisse portata in casa, sul davanzale, insieme ad aglio, ruta e artemisia per proteggersi dagli spiriti di questa speciale notte.
Ma leggende a parte, reali sono le grandi proprietà terapeutiche di questa pianta,dovute ai flavonoidi contenuti, come l´ipericina, la rutina, la quercetina e l´iperoside, sostanze a spiccata azione antidepressiva e sedativa, che si ottengono dall’estratto secco o dalla tintura madre.
L’iperico e’ conosciuto infatti come antidepressivo proprio per queste sue proprietà: si consiglia di chiedere al proprio medico curante o omeopata le dosi da assumere di tintura madre o pastiglie di iperico per questo tipo di utilizzo.
L’iperico come infuso
L’iperico può venir impiegato anche sotto forma di infuso e oleolito, quest’ultimo di semplice autoproduzione. L’infuso di iperico viene impiegato per forme infiammatorie di bronchi e delle vie genito-urinarie, per la sua spiccata attività balsamica, antibatterica, anticatarrale.
L’oleolito di iperico
L’oleolito di iperico, invece, ottenuto dalla macerazione delle sommità fiorite fresche in olio di mandorle o girasole, si utilizza come cicatrizzante ed emolliente.
L’oleolito di iperico si impiega contro le ustioni, escoriazioni di vario genere, gli eritemi solari, contro prurito da psoriasi, secchezza del viso e della cute, piaghe da decubito, come antirughe, smagliature, segni dell’acne e cicatrici. Se ne consiglia, ad esempio, l’utilizzo durante la gravidanza per evitare le smagliature post parto.
L’oleolito di iperico si utilizza anche per massaggiare il perineo prima del parto per ammorbidire la zona e in caso di emorroidi con un massaggio sulla zona colpita.
Controindicazioni dell’iperico
L’iperico presenta alcune controindicazioni come la fotosensibilità durante l’esposizione ai raggi solari: durante il periodo di assunzione è bene evitare l’esposizione al sole e/o a lampade abbronzanti.
Per uso interno si consiglia, comunque, di chiedere informazioni al proprio medico e omeopata.
Oleolito di iperico: come autoprodurlo
Ingredienti:
- 70 gr di sommità fiorite fresche
- 250 ml di olio di mandorle o girasole deodorato
In un vaso di vetro inserire le sommità fiorite di iperico, quindi coprirle di olio ed esporle al sole facendole macerare per 3 settimane.
Trascorso questi tempo, filtrare l’olio dal tipico colore rosso ottenuto e conservarlo in bottiglie di vetro scuro, al riparo dalla luce e in luogo fresco affinché il preparato non irrancidisca.
Filtrare più volte qualora divenga necessario eliminare parti più grossolane cadute nell’oleolito.
L’oleolito di iperico non ha scadenza.
Giulia Landini