Italia: Ecco dove l’inquinamento miete più vittime

Inquinamento morti ItaliaNon ci sono solo Taranto con l’Ilva e la Terra dei fuochi, ma anche altre 16 aree secondo gli epidemiologi del Ministero della Salute.
L’inquinamento fa male, ma per contrastarlo bisogna capire esattamente quali sono le sostanze nocive. È quello che sta facendo lo studio Sentieri, un’analisi epidemiologica di alcune fra le zone più inquinate d’Italia allo scopo di chiarire quali sono stati – e quali sono ancora oggi – gli effetti sulla popolazione dell’inquinamento industriale.
Una ricerca di cui è stato pubblicato di recente un aggiornamento, che mostra come in diverse aree il rischio di ammalarsi, essere ricoverati e persino perdere la vita sia più alto della norma.
Due, in particolare, le aree calde: Taranto con la sua Ilva nonché la Terra dei fuochi, un’ampia zona nei dintorni di Napoli in cui vive quasi un milione e mezzo di persone e infestata da siti illegali per lo smaltimento di rifiuti pericolosi.
In generale gli autori si sono concentrati su 18 aree, cercando di capire quanto l’inquinamento industriale ha pesato in termini di mortalità, incidenza di malattie oncologiche – cioè quanto spesso si verifica il cancro – e numero di ricoveri in ospedale. Il tutto attraverso un’analisi dei dati più aggiornati: 2003-2010 proprio per la mortalità, dal 1996 al 2005 per l’incidenza, e dal 2005 al 2010 nel caso dei ricoveri.
Proprio nella Terra dei fuochi, di cui sono stati analizzati i soli 19 comuni coperti dal registro tumori, le analisi mostrano un aumento della mortalità per cancro e in particolare di tumori allo stomaco e al fegato. Crescono anche i decessi per cirrosi e per malattie dell’apparato digerente, soprattutto nelle donne.
In questo studio non è stato possibile mostrare un’associazione fra alcuni di questi aumenti e l’inquinamento dell’area. Eppure analisi precedenti sembrano comunque suggerire l’esistenza di un legame fra esposizione a siti illegali di rifiuti e comparsa di diverse patologie.
A Taranto, invece, cresce soprattutto la mortalità per mesotelioma della pleura, nonché quella per tumori del polmone – leggermente più fra le donne. Sono invece gli uomini a essere più vittime di malattie respiratorie acute, ma anche le donne risultano sopra la norma.
In questa zona sono state riscontrate anche altre cause di preoccupazione per la salute – malattie infettive, per esempio – ma mesoteliomi, tumori al polmone e malattie respiratorie acute sono le principali per cui lo studio ha trovato una possibile associazione con l’inquinamento del territorio – almeno per il momento.
Perché poi analizzare anche i ricoveri? Roberta Pirastu, coordinatrice del progetto, spiega al Corriere della Sera che l’analisi di questo tipo di dati è cruciale: “Quando si ha a che fare con malattie ad alta sopravvivenza lo studio della sola mortalità porterebbe a sottovalutarne l’impatto effettivo”.
Precedenti studi SENTIERI avevano già mostrato gli effetti dell’inquinamento sulla popolazione, e in particolare in 44 siti fra cui la stessa Taranto o la terra dei fuochi.
In altri casi l’origine delle malattie è meno recente ma continua a manifestarsi anche a distanza di decenni, come per l’amianto di Casale Monferrato, o nella zona industriale di Porto Marghera.
Nota: nella mappa sono stati riassunti riassunti alcuni risultati dello studio da tutte e tre le casistiche esaminate (mortalità, incidenza delle malattie e ricoveri). Si tratta tuttavia di categorie diverse i cui risultati non possono essere confrontati direttamente fra loro.

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