La sovrappopolazione mondiale, tra mito ideologico e realtà
Al giorno d’oggi si fa un gran parlare del problema della “sovrappopolazione“. Stando alla teoria più in voga del momento, l’umanità non sarebbe più sostenibile per il pianeta e occorre fare in modo che venga dimezzata. Questa teoria non è nient’altro che una nuova variante delle idee di Thomas Malthus, il quale affermava che la crescita della povertà e della fame nel mondo è dovuta quasi solamente alla crescita demografica mentre non indagava gli aspetti relativi alle contraddizioni economiche e sociali del problema.
Malthusianesimo e eugenetica:
Il malthusianesimo è stata un’ideologia molto popolare nell’Ottocento e nel primo Novecento e influenzò profondamente Herbert Spencer, il fondatore del darwinismo sociale, ideologia che costituì un fondamentale supporto teorico alla teoria e alla pratica dell’eugenetica.
Gli USA furono avviate politiche eugenetiche che consistevano perlopiù nella sterilizzazione coatta delle persone considerate deboli o “inadatte”: sopratutto disabili fisici o mentali, persone affette da disturbi psichici, appartenenti a minoranze etniche e addirittura epilettici
In seguito le pratiche eugenetiche si diffusero sempre di più oltre i confini statunitensi e raggiunsero l’apice in Germania con il famigerato programma dell’ Aktion T4, basato sulla sterilizzazione coatta e sull’uccisione sistematica di individui disabili fisici e mentali e affetti da problematiche psichiche e sociali.
Finita la II guerra mondiale l’eugenetica era ormai caduta in disuso, ma nonostante ciò continuò ad essere applicata nella Svezia sino al 1975 e gli ultimi esperimenti diretti di tal tipo furono eseguiti in Svizzera nel 1985.
Questione ambientale:
Tra i cosiddetti neo malthusiani è molto diffusa l’idea che l’essere umano rappresenta in quanto tale un pericolo per l’ambiente nel suo insieme e per questo bisogna al più presto dimezzarne radicalmente la diffusione, e ambire alla “crescita zero” demografica. Alcuni sostengono che bisogna adottare politiche radicali di controllo delle nascite per questo, anche di stampo autoritario prendendo esempio della “politica del figlio unico” cinese.
Queste proposte, tanto semplicistiche quanto pericolose, non rappresentano la soluzione al problema, le quali cause vanno ricercate perlopiù negli estremi squilibri e danni causati dal modello di sviluppo economico attuale, incentrato sulla crescita economica sregolata e sul disprezzo verso la natura e l’ecosistema nel suo complesso. Inquinamento, urbanizzazione selvaggia, deforestazione, specie animali in via di estinzione e molto altro sono l’altra faccia dello sviluppo e del progresso economico ottenuto a scapito del benessere ecologico e della stabilità ambientale.
Questione economica:
Ultimamente con l’avvento della cosiddetta “rivoluzione verde“, che al di là del nome portò a un’aumento vertiginoso di sfruttamento ambientale, inquinamento e distruzione delle biodiversità, e sopratutto con l’adozione su vasta scala dello stile di vita consumista la situazione è gravemente peggiorata.
E qua entra in gioco anche la stessa sovrappopolazione: infatti dall’adozione dell’attuale modello di sviluppo in soli cent’anni la popolazione mondiale è aumentata di quasi 6 miliardi.
Vista in quest’ottica il problema stesso della sovrappopolazione risulta diverso e la sua versione ideologica corrente si dimostra un mito. Il problema non è tanto o solo la crescita demografica in sé, ma è l’attuale modello di sviluppo che è del tutto insostenibile e che sta distruggendo l’ambiente e gli equilibri ecologici.
Sarebbe troppo facile dare la colpa di tutto questo a tutti gli esser umani indistintamente e non menzionare per esempio il ruolo delle multinazionali e dei poteri economici in generale.
Infatti, dalla metà del XX secolo in poi, il potere delle corporations si è fatto praticamente assoluto e onnipresente, ed è stata avviata una gigantesca campagna propagandistica (la pubblicità commerciale con cui siamo “bombardati” ogni giorno) per giustificare e imporre lo stile di vita consumista in Occidente, e oggi sempre di più nel mondo intero.
Conflitti d’interesse:
Un fatto interessante è che ora le stesse corporations che per anni e anni hanno devastato, inquinato, sfruttato l’ambiente e contributo al massacro di animali e alla deforestazione selvaggia, propagandato l’uso di energie non rinnovabili e dannose come il carbone, il petrolio e il nucleare e tanto altro, ora si “tingano” di verde e propongano una forma molto ambigua di “sviluppo sostenibile”
Interessante anche il fatto che il gruppo dei Rockfeller, proprietario della compagnia petrolifera più inquinante e distruttiva del mondo, la Exxon (un tempo chiamata “Standard Oil“) e finanziatore della rivoluzione verde (che contribuì ad aumentare la popolazione mondiale), sia impegnato da tempo sulla lotta alla sovrappopolazione mondiale, e sia arrivato negli anni 70 a finanziare il Club di Roma.
Oggi più che mai David Rockfeller, uno tra gli uomini più ricchi e potenti del mondo, è uno dei principali sostenitori della teoria della sovrappopolazione (su Youtube si può vedere un suo “memorabile” discorso all’ONU su questo tema) … Molto interessante la sua “carriera”: un passato come amministratore della Chase Manhattan Bank, azionista della già citata Exxon e della General Elettric, e infaticabile lobbista e membro fisso di organizzazioni elitarie come il Council on Foreign Relations, la Trilateral Commision e il Bilderberg.
La decrescita economica come soluzione:
Il modello di sviluppo economico selvaggio oltre ad aver portato a innumerevoli danni ambientali, ha contribuito enormemente alla diffusione di malattie fisiche (diabete e obesità in primis) e al malessere in generale. Oggi come non mai viviamo in uno stato di opulenza, ma d’altro canto il cancro è diffuso come non mai (e la sua causa principale al giorno d’oggi è l’inquinamento), le diseguaglianze economiche e sociali son diventate enormi, l’insoddisfazione e lo stress regnano sovrani, le dipendenze (da fumo, alcool, cibo, gioco d’azzardo, prodotti tecnologici, sostanze stupefacenti ecc.), son aumentate vertiginosamente, ed inoltre ci si è imbarcati in un circolo vizioso di guerre combattute per il controllo delle risorse.
Questo sistema basato sull’illusione della crescita economica illimitata è totalmente insostenibile e urge un forte cambiamento del sistema economico e sociale dominante, e di conseguenza degli stili di vita dipendenti da esso.
La soluzione è la decrescita economica, la teoria elaborata dall’economista e filosofo Serge Latouche secondo cui la società deve transitare dal modello attuale di sviluppo economico basato sulla quantità, sullo spreco e sulla massificazione totale a uno basato sull’ abbondanza frugale, la qualità e il benessere umano nel rispetto dell’ecosistema e dei suoi limiti.
Un nuovo paradigma:
Latouche da anni sostiene che la decrescita deve essere volontaria e sopratutto felice e come questa, sia l’alternativa maggiormente praticabile alle inevitabili crisi economiche e finanziarie su cui il nostro sistema attuale è basato.
Decrescita felice e consapevole quindi piuttosto che decrescita traumatica e infelice come avverrà se non si cambia paradigma e si rimette in discussione l’intero sistema dominante a partire dalle sue basi .
Tutto ciò non significa assolutamente tornare al Medioevo, ma anzi proiettarsi verso un futuro migliore dove il benessere umano conterrà più degli standard economici e dell’avidità commerciale eretta a norma .
La società prospettata da Latouche e dai sostenitori della decrescita è basata sulla valorizzazione dell’essere umano in quanto tale, sulla tutela dell’ambiente e degli animali non umani e la difesa delle biodiversità, e non sulla demonizzazione della tecnologia o dello sviluppo umano in sé, come spesso si pensa.
Difatti la tecnologia e lo sviluppo economico non verrebbero cancellati ma, anzi, migliorati e portati a un’indispensabile maturazione dove non ci sia più spazio per la cultura dello spreco, che è stata la base del modello di sviluppo moderno e a cui ci siamo abituati dopo anni e anni di “lavaggio del cervello” da parte della pubblicità commerciale.
Il modello di sviluppo moderno che viene criticato dai sostenitori della decrescita si è basato totalmente sulla promozione di tutto ciò che è dannoso per l’ambiente e per lo stesso essere umano.
Il cambio di paradigma dovrà essere prima di tutto un cambiamento individuale del proprio stile di vita: ad esempio, optare qualche volta per un’alimentazione sana e naturale invece del classico cibo spazzatura, optare per una scelta etica e sana dal punto di vista alimentare come il vegetarianismo o il veganismo, non farsi ipnotizzare dalle illusioni vendute dalle pubblicità commerciali e dai mass media in generale e tanto altro.
La questione è un pò più complicata e da approfondire, comunque è chiaro che il problema principale non è amputabile alla crescita demografica o solo ad essa, ma sopratutto al modello di sviluppo o alla degenerazione di esso portata, cose che tra l’altro anche lo stesso Latouche ha affermato.
Fonte
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