Le ideologie organizzate e la manipolazione delle masse
Karl Marx diceva che la religione organizzata era l’oppio dei popoli. Marx non teneva però conto del ruolo che potevano avere le ideologie organizzate, che si potrebbe ben dire che fungono come ”eroina” per i popoli. La fine dell’Ottocento e sopratutto tutto il Novecento sono stati il periodo d’oro delle ideologie organizzate, periodi segnati da guerre, genocidi e violenza perpetrati nel nome dell’ideologia, o meglio giustificati con essa.
Il problema non è tanto l’ideologia in sè come non lo è la religione, ma l’uso strumentale che ne viene fatto e il dogmatismo assolutista, totalizzante e totalitario che ne deriva.
Molto spesso l’ideologia non è stato altro che un paravento dietro cui alcuni individui o determinati gruppi mascheravano le loro ambizioni di potere e dominio, e il suo uso serviva per controllare e manipolare le masse.
Nonostante al giorno d’oggi si parli tanto di “fine delle ideologie” siamo ancora in piena era ideologica, e lo stesso post-ideologismo non è nient’altro che l’ideologia dominante che, come ogni ideologia organizzata ha fatto nella storia, ha imposto un proprio pensiero unico decretando la “fine della storia” e la propria auto assolutizzazione.
Di seguito la descrizione di alcune delle ideologie che hanno segnato, e alcune ancora segnano, la storia moderna.
L’ideologia comunista:
Senza dubbio l’ideologia organizzata più importante della storia moderna è stata quella marxista, usata come base e dogma del cosiddetto “socialismo reale”, nel nome del quale più di 100 milioni di persone nel mondo sono state uccise, torturate, imprigionate nei campi di concentramento, di lavoro forzato e di sterminio (gulag, laogai etc.) e che ha affascinato, conquistato e in fin dei conti manipolato e fatto illudere milioni e milioni se non miliardi di persone in tutto il mondo. L’ideologia comunista (nella sua versione marxista applicata ma non solo) è stata quello che il “cattolicesimo reale” è stato qualche secolo prima: dietro la facciata di umanitarismo, di promesse di solidarietà e paradisi (terreste la prima, celeste la seconda) sono stati compiuti tremendi genocidi e violazioni incredibili dei diritti umani e ogni dissenso interno ed esterno è stato represso e combattuto, vuoi perché “controrivoluzionario” per gli uni e “eretico” per gli altri.
L’ideologia comunista è servita come base di consenso per la dittatura presente in Unione Sovietica, ed è stata usata anche da altri paesi come la Cina maoista, la Corea del Nord, la Cambogia di Pol Pot, l’Albania di Hoxha e tanti altri, tutti paesi caratterizzati dalla soppressione della libertà individuale, di parola, di religione, con la sostituzione dei diversi credi spirituali e delle opinioni personali verso l’adorazione obbligata e assoluta per un’unica ”fede”: il partito e i suoi rappresentanti.
L’ideologia capitalista:
Oltre il comunismo marxista l’altra ideologia dominante degli ultimi 200 anni è stata quella capitalista che ha preteso di uniformare gli esseri umani rendendoli schiavi delle leggi non scritte del mercato fino a rendere mercificati gli stessi nonché, dapprima ingranaggi di un sistema basato sui continui strandard di produzione economici (da cui il famoso motto ironico “produci, consuma, crepa”) e in seguito con l’avvento della società di consumo, sempre più passivi consumatori e quindi “automi” necessari alla perpetuazione di un sistema basato sull’illusione della domanda e dell’offerta infinita.
Con ideologia capitalista in questa sede non intendo tanto e/o non solo il liberalismo propugnato da Adam Smith e da David Ricardo, ma tutte quelle forme ideologiche che hanno fondato la propria causa sull’esaltazione di un sistema fondato sul potere esercitato dai detentori del capitale (industriale o finanziario) come il liberismo propugnato da Helbert Spencer e seguaci che tanto successo ha avuto nel primo Novecento, il neoliberismo contemporaneo che dagli anni settanta in poi è diventato ideologia dominante praticamente in quasi tutto l’Occidente e non, il capitalismo basato sulla cosiddetta “economia mista” e su un largo uso dello statalismo (keynesismo e socialdemocrazia sopratutto), e il positivismo che seppur essendo molto distante se non propriamente antitetico al liberalismo e non legato idealmente al capitalismo, ha ispirato e ispira buona parte del “capitalismo reale” moderno, basato non tanto sulla libera concorrenza economica ma sempre di più su un’organizzazione scientifica della società e su una progressiva centralizzazione del grande potere economico e finanziario privato, e che quindi va assumendo sempre più sembianze tecnocratiche.
Nel nome dell’ideologia capitalista che dai primi anni del Novecento è diventata anche l’ideologia ufficiale degli Stati Uniti e del suo “impero”, e con l’avvento della Guerra Fredda dell’Occidente sottoposto a influenza statunitense (e oggi praticamente sempre più del mondo intero), abbiamo avuto e abbiamo ancora guerre d’aggressione spacciate per “missioni di pace”, spalleggiamento e insediamento di dittature sanguinarie (basti pensare a Pinochet, Suharto o Videla per fare qualche nome) a fini economici e geopolitici, pesanti violazioni dei diritti umani rimaste sempre impunite e molto altro.
Mentre a parole l’ideologia capitalista incoraggia la libertà in tutte le sue forme, nella realtà molto spesso le libertà veramente incoraggiate perlopiù si limitano ad essere libertà di dipendere da qualcosa, che sia l’ultima moda, la martellante pubblicità commerciale o le slot machine o altro.
Del resto l’ideologia capitalista si basa interamente sulla fede nel denaro, che invece di venir considerato come un’utile strumento di scambio sempre di più nelle società guidate da questa ideologia è diventato unicamente un’archetipo di potere e successo ed è stato eretto a divinità, tanto che sempre di più i suoi “creatori” (i banchieri) e i maggiori possessori (grossi industriali, oggi sempre di più personaggi dello star system etc) godono di ampio potere e influenza non solo economica ma anche sociale, politica e così via, e i templi di questa “divinità” (le banche o anche i centri commerciali) pullulano sempre di fedeli.
Nel corso della Guerra Fredda queste due ideologie (capitalista e comunista) sono state usate sopratutto dalle due maggiori grandi potenze militari, USA e URSS, per conquistare e dirigere il consenso delle masse verso le rispettive politiche interne ed esterne, e per giustificare la repressione del dissenso e della libertà individuale (sopratutto in URSS) e la politica di aggressione e di ingerenza verso altri paesi sovrani (sopratutto negli States).
L’ideologia fascista:
Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale era nata anche un’altra ideologia che ha segnato molte pagine buie della storia: il fascismo.
Questa ideologia si basava sul culto assoluto dello stato e del suo leader (il “Duce”) e del militarismo e i suoi fautori riuscirono a conquistare, manipolare e dirigere il consenso delle masse verso di essa tramite una forte propaganda che induceva a far credere che l’adozione di questa ideologia e del regime fondato su di essa fosse l’unica soluzione ai problemi causati dalla forte crisi sociale e politica del primo Dopoguerra (questo sopratutto in Italia) e, in seguito a quella economica del 1929 (sopratutto in Germania, ma non solo).
Il fascismo si poneva a metà tra il capitalismo e il socialismo e si basava su una società fortemente centralizzata e organizzata in modo corporativo, e che in Germania assunse molte caratteristiche tecnocratiche. Un principio chiave era quello della “mobilitazione delle masse” e la costante esaltazione del vitalismo e il richiamo alla violenza, quest’ultima considerata “rigeneratrice” e indispensabile per consolidare la dittatura, un pò come nell’Unione Sovietica dove essa era considerata “rivoluzionaria”.
Inoltre l’ideologia fascista, con i suoi accenni allo “spazio vitale” nel caso tedesco o il richiamo all’impero romano in quello italiano, fungeva da giustificazione per la politica imperialista e guerrafondaia attuate dai regimi che fondavano su di essa il proprio consenso.
Nel nome dell’ideologia nazifascista morirono all’incirca 10/15 milioni di persone (contando anche le vittime dei regimi fantoccio e collaborazionisti insediati dai nazifascisti), di cui la maggior parte ad opera del regime hitleriano.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale l’ideologia nazifascista venne usata ancora di più per imporre estreme violazioni dei diritti umani, e nel nome di essa vennero giustificate persecuzioni, torture e uccisioni, e la politica criminale dei campi di concentramento, di lavoro forzato e di sterminio (lager).
L’ideologia consumista:
Anche se potrebbe rientrare nella definizione di “ideologia capitalista”, il modello consumista ha delle importanti differenze che ne giustificano la sua presa di considerazione singola.
Difatti, l’ideologia consumista si fonda come quella capitalista sull’importanza fondamentale attribuita al profitto e al denaro, ma differisce per alcune peculiarità.
Nell’ideologia consumista il denaro non solo è visto come archetipo di successo e potere, ma diventa una “divinità onnipotente” da cui dipendono quasi tutti gli aspetti della vita sociale e non, e per cui tutto è possibile. La mercificazione è assoluta, l’etica non ha più nessuna importanza in quanto costituisce un limite all’espandersi dell’ideologia consumista.
L’ideologia consumista infatti è estremamente nichilista e basata su un fortissimo egocentrismo e sulla predisposizione alla concorrenza spietata, con una rivisitazione del famoso detto di Hobbes ”homo, homini, lupus ” applicato all’economia e al mondo lavorativo in generale.
Niente ha veramente importanza secondo questa ideologia e tutto può essere comprato e venduto e occorre spendere e spandere a più non posso senza nessuna prospettiva.
L’ideologia consumista fonde aspetti dell’ideologia capitalista con altri ripresi da certe idee progressiste moderne, specialmente da alcune di quelle che animarono lo spirito del ’68.
Difatti nel consumismo il “vogliamo tutto e subito” è non solo uno slogan ma un dogma.
Una caratteristica fondamentale dell’ideologia consumista è il disprezzo assoluto per i limiti, compresi quelli naturali.
Difatti tale ideologia si basa sulla crescita economica assoluta che non tiene minimamente conto della scarsità delle risorse naturali che vengono continuamente sfruttate per alimentare il sogno (o incubo) della società di consumo totalizzante.
Nell’ideologia consumista, rispetto all’ideologia capitalista classica, è dato molto più rilievo agli aspetti relativi alla finanziarizzazione piuttosto che alla sola produzione industriale, che dipende sempre di più dagli standard finanziari e per questo deve essere molto più impiegata e basata maggiormente sulla quantità piuttosto che la qualità, essendo l’ideologia consumista basata su una certo “relativismo assoluto” in questo campo: difatti tutto è merce, e come tale va trattato seguendo quest’ottica.
Al giorno d’oggi la nostra società è fortemente influenzata dall’ideologia consumista anche se questa non è e non è mai stata applicata totalmente.
La forma mentis ideologica:
Ogni ideologia organizzata per poter acquistare consenso e diffondersi fortemente nella società, si basa su una rigida divisione manichea: il “noi” contro “loro”, con il ”bene assoluto” rappresentato dai seguaci di essa e il “male assoluto” da tutti quelli che non seguono i dettami imposti dall’ideologia di turno.
C’è una forte componente paranoide in ogni ideologia organizzata imposta: difatti per i seguaci di esse qualunque ”profano” rappresenta un potenziale pericolo, e molto spesso anche il dissenso interno viene attaccato.
Un’elemento molto importante è costituito dal ruolo che ha lo screditamento e la diffamazione operata dai seguaci più conformisti nei confronti dei dissidenti o semplicemente di chi esprime una visione meno ortodossa rispetto a quanto richiesto.
I seguaci del comunismo marxista sono soliti attaccare i presunti avversari, o chi non la pensa come loro anche all’interno della stessa corrente, etichettandoli come “reazionari”, “borghesi” o ancora “controrivoluzionari” o se si fa riferimento al neomarxismo e al neocomunismo moderno molto diffuso in Occidente “fascisti” o “autoritari” (che poi è interessante il fatto che molto spesso questi stessi gruppi, partiti e sette che spesso si dichiarano anche “libertari” siano pervasi da un profondo spirito di autoritarismo e di cieca fede nel dogma del proprio intoccabile credo), i seguaci dell’ideologia fascista e neofascista sono soliti attaccare e etichettare chi non la pensa come loro come “borghesi” o “comunisti” o “capitalisti internazionali” a seconda delle vedute, i seguaci dell’ideologia capitalista invece danno del “socialista” o del “comunista” a chi non la pensa come loro e spesso accusano di “totalitarismo” chiunque non condivida la loro fede nella “mano invisibile” del mercato.
Come si vede ogni ideologia organizzata contiene in sè i semi di una visione autoritaria e totalizzante della società, e questo non vale solo per quelle più radicali in ciò come l’ideologia fascista o quella comunista, ma anche in modo diverso per quella capitalista e consumista. Difatti ogni ideologia organizzata imposta tende a produrre conformismo e morte del pensiero critico, omologazione e disprezzo verso qualunque altra visione della realtà che vada oltre i dogmi imposti dalla propria ideologia di riferimento.
La manipolazione ideologica come strumento di potere:
Un’ideologia organizzata per poter conquistare a colpo sicuro i cuori e le menti delle masse, deve essere fondata su forti promesse e speranze che illudano i seguaci di essa e creino proselitismo in modo da ampliare la base necessaria al consenso di essa e quindi a consolidare il potere di individui e gruppi che la usano per i propri interessi.
Tutte le principali ideologie organizzate hanno promesso felicità e futuri migliori e radiosi per le masse, e i fautori di esse sono stati abili nel confezionare slogan e manipolare emotivamente i propri seguaci usando ripetutamente tramite la propaganda e/o i mezzi di comunicazione di massa parole di sicuro impatto popolare come “libertà”, “rivoluzione”, “liberazione totale” o ancora “solidarietà mondiale”, “patria”, o al giorno d’oggi sempre più spesso “democrazia”.
Un’altro elemento importante che viene usato è il continuo retorico ricorso all’identità e alla propria sfera di appartenenza: basti pensare al comunismo marxista, incentrato sull’identità di classe sociale, o al fascismo basato su quella nazionale, o su quella capitalista basata su quella sociale e sempre più spesso su quella “mentale” (sull’essere parte della “mentalità occidentale” intesa come adozione dell’american way of life) e con l’avvento della globalizzazione neoliberista su quella globale (tutti devono essere parte del grande gioco mondiale come utenti consumatori devoti al dio Mercato).
In realtà dietro i tanti proclami usati per aizzare le folle e garantire consenso e diffusione dell’ideologia, i veri beneficiari sono sempre altri rispetto a chi viene fatto credere.
Infatti, nonostante la promessa di portare benefici alla classe lavoratrice e aspirare alla distruzione delle stesse classi sociali, chi ha beneficiato nei regimi comunisti sono stati sempre i burocrati, i funzionari di partito, oppure quei leader rivoluzionari che si sono auto eletti come “avanguardie” della rivoluzione, o elité rivoluzionaria, a parole per il bene di tutti gli oppressi ma nei fatti troppo spesso per i propri interessi.
Nei regimi fascisti chi ha beneficiato non è stato certo il “popolo” tanto osannato da certa demagogia ma i funzionari di partito e i fedelissimi del dittatore di turno, gli industriali conformi e/o finanziatori del regime e la classe militare, nei paesi capitalisti nonostante la promessa che tutti a lungo andare sarebbero vissuti felici e contenti, chi ha tratto maggiore beneficio sono stati i “signori del capitale”, i banchieri, gli industriali, i grossi imprenditori e i politici devoti ad essi, e nell’era consumista chi sta traendo maggiore beneficio sono quella che è chiamata la classe dei super ricchi (il cosiddetto 1 x cento che governa il mondo, a detta dei manifestanti di Occupy Wall Street ) a scapito della classe media e di quella lavoratrice, e si assiste sempre di più alla creazione di nuove classi sociali come quella dei precari o dei disoccupati fissi, tutti fenomeni che sino a non molti anni fa erano se non assenti relativamente molto meno diffusi mentre oggi sono quasi una “norma” nell’attuale sistema economico e finanziario dominante.
Conclusione:
Questo articolo non è un’attacco all’ideologia in quanto tale, difatti l’ideologia è un modo di vedere la realtà e creare sintonia tra diverse persone che può essere estremamente positiva e costruttiva, mentre il problema è quando l’ideologia diventa organizzata e rigida, basata su dogmi intoccabili e forti gerarchie che non è possibile mettere in discussione portando molto spesso al fanatismo e al fondamentalismo da parte dei suoi seguaci, pronti a tutto pur di seguire i suoi diktat.
Su ciò il grande scrittore Tiziano Terzani nella sua denuncia verso il potere manipolativo che possono avere le ideologie organizzate e sopratutto nel suo caso il comunismo marxista, ha dato un grosso contributo a chi vuol capire e svelare le dinamiche su cui si basa la manipolazione ideologica.
Terzani come tanti giovani “utopisti” del suo tempo è stato affascinato dall’ideologia comunista, che veniva considerata grazie all’immensa propaganda svolta da certe elité culturali nei centri di formazione e di contestazione, come l’unica possibile alternativa al modello capitalista.
La sua cieca fede lo fece persino fare ammaliare dalla Cambogia di Pol Pot e dei suoi terribili “Khmer rossi“, e così come tanti al suo tempo dalla politica di Mao Tze Tung, considerato e acclamato come un grande emancipatore, ma che nei fatti, secondo lo stesso Terzani e tanti altri delusi dalle false speranze ideologiche che venivano offerte a buon mercato sopratutto al tempo ma ancora oggi, si rivelò nient’altro che l’ennesimo dittatore che dietro il paravento dell’ ”umanitarismo socialista” e della “nuova società” aveva costruito un rigidissimo e spietato sistema totalitario basato sulla distruzione di tutto ciò che era considerato come “vecchio ” e ” inutile” (la tradizione millenaria cinese) con la sostituzione di tutto questo verso l’adorazione del leader supremo, del partito e dell’ideologia a base di ciò.
Molto spesso le differenze tra le tante sette religiose e le tante sette ideologiche (compresi buona parte dei partiti politici storici ma anche recenti) sono ben poco nette: entrambe si basano su un rigido e fortemente dogmatico sistema interno, mentre all’esterno solo ciò che fa buona pubblicità viene fatto diffondere.
Come paragone questo sembrerà molto probabilmente eccessivo, ma in fin dei conti sembra che le cose non stiano molto diversamente.
Purtroppo le ideologie organizzate hanno manipolato, sfruttato e in definitiva distrutto le potenzialità innovative degli ideali che dovevano rappresentare, e questo è sicuramente il caso del comunismo che mentre a livello ideale veniva propagandato come la lotta per la realizzazione per l’emancipazione della società e tanti seguaci hanno creduto a ciò, nei fatti si è dimostrato come un’ulteriore strumento manipolativo attraverso il quale imporre un violento potere centralizzato, estremamente dogmatico e totalmente alieno a qualsivoglia desiderio di libertà.
In questa società alienata dal predominio dell’economia (al giorno d’oggi sopratutto di quella “virtuale” legata al mondo della finanza) e della tecnica, gli ideali possono rappresentare un’effettiva svolta e cambio di rotta rispetto alla situazione odierna e possono veramente fare la differenza, sempre se non vengano asserviti alle logiche dogmatiche e totalizzanti che costituiscono la base di ogni ideologia organizzata, che in fin dei conti costituisce la morte degli stessi ideali che pretende di rappresentare.
Fonte
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