L’elenco dei cibi più contaminati sulle nostre tavole
Con un‘Italia, secondo l’Istat, sempre più in crisi (6 milioni di persone sono senza lavoro, povertà in aumento, calo di ingressi degli stranieri e aumento fuga dei giovani all’estero), si evidenzia un aumento dei rischi alimentari sulla tavola.
Residui chimici sopra le soglie di sicurezza, antiparassitari banditi, prodotti contaminati da sostanze tossiche e vietate sono il contorno di cibi low cost, che in crescenti quantità vengono importati dall’estero. E’ quanto emerge dal dossier presentato da Coldiretti “La crisi nel piatto degli italiani nel 2014“, elaborato sulla base delle analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
La crisi è servita
Si tratta di valori preoccupanti per un Paese come l’ltalia che può contare su una produzione Made in Italy con livelli di sicurezza da record e con un numero di prodotti agroalimentari con residui chimici che sono risultati peraltro inferiori di nove volte a quelli della media europea e addirittura di 32 volte a quelli extracomunitari (dati sulla base delle elaborazioni Coldiretti sulle analisi condotte dall’Efsa).
Ecco la classifica dei cibi più contaminati
Peperoncino – Vietnam
Irregolarità: 65% dei casi
Nella maggioranza del peperoncino dal Vietnam esaminato è stato trovata la presenza in eccesso di difenoconazolo, ma anche di hexaconazolo e carbendazim che sono vietati in Italia sul peperoncino.
Melagrana – Turchia
Irregolarità: 40,5% dei casi
Dall’inizio della crisi – ricorda la Coldiretti – sono più che triplicate in Italia le frodi a tavola con un incremento record del 248 per cento del valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterate, contraffate o falsificate sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei NAS dal 2007 al 2013.
Frutto della passione – Colombia
Irregolarità: 25,0% dei casi
Il pericolo di avere nel piatto alimenti dannosi per la salute colpisce ingiustamente soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi.
Lenticchie – Turchia
Irregolarità 24,3% dei casi
Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha sottolineato “In questo contesto è importante la decisione annunciata dal Ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin, di accogliere la nostra richiesta di togliere il segreto e di rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri per poi magari parlare di Made in Italy nelle pubblicità”.
Arance – Uruguay
Irregolarità: 19,0% dei casi
“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e lo stop al segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero è un primo passo che va completato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti”, precisa Moncalvo.
Ananas – Ghana
Irregolarità: 15,6% dei casi
Tè – Cina
Irregolarità: 15,1% dei casi
Le importazioni di tè dalla Cina nei primi due mesi del 2014 sono aumentate addirittura del 1.100 per cento, sottolinea Coldiretti.
Riso – India
Irregolarità: 12,9% dei casi
Con un quantitativo record di 38,5 milioni di chili nel 2013 è il prodotto a rischio più importato in Italia. L’allarme da Coldiretti.
Fagioli – Kenya
Irregolarità: 10,8% dei casi
Cachi – Israele
Irregolarità: 10,7% dei casi
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