L’Italia è sempre più in vendita
La recente vendita della Indesit al colosso statunitense Whirlpool è emblematica dell’attuale situazione economica in cui versa l’Italia.
Difatti oramai è tutto in vendita, e si sta prefigurando lo scenario descritto dallo scrittore e sociologo Luciano Gallino nel libro “La scomparsa dell’Italia industriale” (Einaudi,2003), secondo cui lo Stivale, se non ci saranno decisivi cambi di rotta, “sarà presto collocato nel novero dei paesi semi-periferici del sistema mondo”.
Si sta discutendo anche la svendita di Terna, grande operatore di reti per la trasmissione dell’energia elettrica, che la classe dirigente italiana ha intenzione di vendere alla State Grid Corporation of China, il maggior produttore di energia al mondo.
A giugno si era discusso per la vendita del fondo immobiliare Fip (Fondi immobili pubblici) al fondo di investimenti Quantum Strategic Partners, gestito dal noto speculatore finanziario George Soros.
Sembra che si stia ripetendo la “folle stagione” delle privatizzazioni e svendite a buon mercato del 1992, questa volta in modo ancora più radicale.
Intanto, la nostrana classe dirigente approva e spinge per rendere l’Italia ancora di più alla mercè dell’alta finanza internazionale e delle multinazionali, infischiandosene beatamente dei cittadini che in teoria rappresenta, e che in questa situazione ovviamente ci perdono.
Difatti queste cosiddette “privatizzazioni” di cui spesso mass media e politici ci propagandano come necessarie e inevitabili, in realtà non si rivelano altro che svendite a basso prezzo di buona parte del patrimonio pubblico, con tutte le conseguenze derivate : distruzione della classe media, perdita dei diritti per i lavoratori e le classi meno abbienti, continui tagli e aumento delle diseguaglianze economiche e sociali.
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