In questo articolo parlerò del LuciaStove, un fornetto salvavita.
Ultimamente, ho letto di un fornetto che permette di bruciare biomasse senza produrre CO2, permettendo così di ottenere come risultato un carbone vegetale che è ottimo usato come concime, il “LuciaStove”.
Già nel marzo del 2009, il Sole 24ore si era interessato all’argomento (definendo tale fornetto un “fornello salvamondo”), e al suo inventore (che ne ha registrato il marchio) Nat Mulcahy nato in Georgia da padre americano e madre Italiana.
La LuciaStove è un fornetto pirolitico, permette cioè la scomposizione chimica di materiale organico per mezzo del calore e in assenza di ossigeno, si alimenta con foglie, rami o scarti agricoli, produce pochissimo monossido di carbonio e lascia come residuo il biochar, un potente fertilizzante.
Sul mercato ci sono attualmente, diverse aziende che producono un fornetto simile ma la LuciaStove, è l’unica che sfrutta attentamente la dinamica dei fluidi per ottenere una combustione efficace al 93% contro un 7-12% di un fuoco aperto.
Tutti i pirolizzatori del mondo sono chiusi per tenere fuori l’ossigeno, mentre la LuciaStove è aperta in alto e dotata di una piccola ventola laterale che, grazie anche agli ugelli in alto, permette, sfruttando tre diversi vortici che si creano all’interno, di far uscire un gas sintetico il quale bruciando forma una specie di cappa che consuma l’ossigeno impedendogli di entrare e al tempo stesso, esercita un tiraggio verso il basso che permette invece di entrare all’azoto.
Circa tre etti di biomassa bruciano per un’ora e mezza producendo quindi energia termica e, dando come risultato, rilasciano circa un etto di biochar.
Sabrina Stoppa