Microchip sottocutanei, tra alcune bufale e molte verità
In un recente articolo ho parlato del ruolo fortemente negativo che esercita la diffusione di bufale per chi si occupa di controinformazione.
La costante propagandazione di esse nel mondo della controinformazione, ha l’effetto di screditare, agli occhi della gente, tutto ciò che sia affine alle tematiche affrontate nell’informazione alternativa, considerata “complottista” o meno, e come si suol dire si tende a buttare il bambino con l’acqua sporca.
Bisogna dire che non bisogna biasimare nessuno su ciò, visto che solitamente gli utenti del web o anche i gestori di siti e/o blog non hanno né tempo, né voglia, per controllare l’attendibilità della notizia, e tutto ciò può capitare a tutti.
Andando nel particolare, pensiamo alla questione dei famigerati chip RFID, un’argomento che purtroppo è vero, ma il dibattito su di esso viene diverse volte “inquinato” dalla diffusione di bufale.
Per dirla in altre parole, per quanto la maggioranza della gente credeva (o crede ancora) che tale questione sia una specie di invenzione di qualche “complottista” amante della fantascienza o cose del genere, la questione è reale, mentre non lo sono determinate bufale che si sono diffuse su di esse.
Ad esempio, quella del chip reso obbligatorio attraverso l’approvazione dell’Obamacare nel 2013, o ancora per legge da maggio 2014 è una palese bufala, e se uno ci pensa bene si renderà conto che sopratutto nel primo caso risulta alquanto implausibile la cosa.
Un’altra bufala è quella che Papa Francesco avrebbe recentemente sostenuto il progetto, e su ciò c’è da dire tra l’altro che il sito statunitense da cui proviene tale “notizia” è “National Report“, che come riportato da Wikipedia è un “sito satirico”, un pò come gli italiani “Corriere del Mattino” o “Corriere del Corsaro“.
Saputo questo, molta gente sarà propensa a credere che tutto ciò che riguarda tale argomento sia falso, e/o invenzione del solito “gombloddista” che si fa troppi film in testa o così via.
Purtroppo non è così.
La tecnologia RFID è ben reale, e sono sempre più diffusi gli esperimenti a tal proposito.
Uno dei più famosi storicamente è quello che è stato effettuato diversi anni anni fa in una discoteca, il “Baia Beach Club” di Rotterdam. Su Youtube si può vedere tutto il documentario di National Geographic su ciò. (Video 1)
Inoltre, recentemente sono stati prodotti anche degli spot per promuovere il chip, da parte delle compagnie produttrici.
Quello proposto di seguito è dell’IIBM. (Video 2)
Quest’altro è della Verichip, la corporation più nota per l’utilizzo di questa tecnologia. (Video 3)
Sono da segnalare anche delle importanti notizie a riguardo, ad esempio una apparsa sul sito dell’Ansa a marzo, dove si dice che: “entro al massimo dieci anni, afferma Leslie Saxon, capo della divisione di cardiologia della University of Southern California, i bambini potrebbero avere il loro primo tatuaggio dopo poche ore di vita, contenente un microchip in grado di monitorare tutti i parametri vitali, dall’elettrocardiogramma in tempo reale allo status nutrizionale.”
O quella apparsa sul “Virginian Pilot“, il quotidiano più venduto della Virginia, secondo cui negli Stati Uniti e in Russia le principali compagnie di credito stanno spingendo le banche e i commercianti per la totale conversione alla tecnologia dei microchip, che dovrà iniziare da ottobre 2015.
Da segnalare c’è inoltre l’appoggio dato dal banchiere, economista e “intellettuale” Jacques Attali, uno dei più noti rappresentanti dell’élite “culturale” dominante,e fervente sostenitore del Nuovo Ordine Mondiale.
Ci sarebbero da segnalare una marea di dichiarazioni e video su questo fatto e chi è interessato può farsi una proficua ricerca sul web per poi farsi una propria opinione sulla vicenda.
Visto che in questo articolo è impossibile descriverle tutte, riporto le ultime due, che potrebbero risultare interessanti per più di qualcuno.
Innanzitutto quella relativa a un articolo pubblicato sulla BBC il 10 febbario, che sa tanto di “incitamento” all’utilizzo di questi chip.
Il pezzo, intitolato “Why I want a microchip implant“, ci dice quanto è “cool” farsi impiantare un bel chip nel corpo, usando il classico e retorico linguaggio tipicamente utilizzato nella moda o nei programmi di intrattenimento, praticamente quasi tutti i media.
Chiaramente, non serve nemmeno leggere niente di sociologia per rendersi conto che la moda “governa” la nostra società e ciò che è “cool” e/o “figo” rappresenta la precaria “norma” dominante e i passeggeri “valori”, in una società in cui gli stessi valori sono stati abbandonati da diverso tempo, e quindi per sostituire questo vuoto ci si aggrappa a tutto ciò che offre il “mercato”.
Se anche quella del chip diventerà moda, immagino che saranno ben pochi coloro, a maggior ragione se giovani, i quali non si faranno tatuare il “marchio”, visto che correrebbero il rischio di essere non omologati, quindi diversi e/o “sfigati” e sopratutto liberi, una condizione ormai obsoleta, visto che la schiavitù inconscia è la nuova “regola” dominante, ma orwellianamente si chiama “libertà”.
Poi, la notizia che sicuramente ad ogni “complottista” che si rispetti farà drizzare le orecchie, ovvero del programma portato avanti in USA, per impiantare il chip nei bambini, ufficialmente per motivazioni “umanitarie”.
Manco a farlo apposta, tale programma è nato da un’iniziativa di diverse logge massoniche nordamericane, e ora si vuole “esportare” in tutto il mondo.
Si chiama “Masonichip” (Masonic Child Identification Programs) International”, e nonostante potrebbe sembrare uno scherzo, è tutto reale.
Qua la descrizione del programma su Wikipedia, qua il sito ufficiale, e qua la notizia dal sito della “Grand Lodge of Canada“.
Sotto un video sulla vicenda (Video 4)
Insomma, che dire: la realtà supera la fantasia, anche “complottista”, no ? …
Per finire, per rimanere in tema, allego il famoso e famigerato passo dell’Apocalisse di San Giovanni, contenuto nei paragrafi 16/17/18 :
“Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.
Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei “.
Mah, magari sono solo coincidenze tutte queste cose, chi lo sa. Magari è meglio guardarsi la partita o spendere 1000 euro per il nuovo I-Phone, essere sempre alla moda e così via, perchè quella è libertà, no ? …
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