Napoli: non autosufficienti senza assistenza

OSSEnnesimo schiaffo ai diritti dei più deboli, conferma ulteriore di una politica nazionale e locale completamente assente, addirittura nemica prima di quei diritti inalienabili, intoccabili, diritti per i quali tutti noi paghiamo il nostro contributo in tasse, ma che vengono o mal utilizzati, o sprecati o spostati su altre questioni.
Accade a Napoli, capitale di quel Sud dimenticato, e menzionato solo per i suoi record di disoccupazione o per gli sversamenti omicidi delle aziende del Nord. Quelle figure professionali, formate a costo della collettività, e spesso costrette, ognuna di loro, a versare il proprio “contributo” alla formazione (una media di 3000 euro ciascuno) da un tempo, senza tempo, non vedono i loro sforzi, economici e professionali, inquadrati in quei disegni legge più volte emanati, sia a livello nazionale, che a livello regionale e comunale, in quelle mansioni proprie della loro formazione…mansioni che prevedono il loro impegno quotidiano o in strutture ospedaliere o presso quelle famiglie nelle quali la presenza di una disabilità o di una malattia invalidante, necessita di assistenza ed aiuto.
Si tratta degli OSA (operatori socio assistenziali) e degli OSS (operatori socio sanitari), figure da impegnare, come previsto da vari decreti legge, vari accordi, vari capitoli di spesa, per assistere, presso le strutture ospedaliere o a domicilio, le persone non autosufficienti, i malati gravi, per coprire quelle mansioni che non spettano agli infermieri, in altro impegnati, e per garantire una maggiore efficienza della sanità pubblica e la dovuta assistenza sanitaria alle persone, alle famiglie, in difficoltà.
Come sempre accade, in un paese che fa degli annunci il suo modus vivendi, ciò che viene stabilito per legge e finanziato con i soldi pubblici, spesso si perde in una miriade di ostacoli e di balzelli, di bilanci in perdita e di scuse campate in aria, per giustificare quanto non è giustificabile, per favorire clientele ed enti privati, manomettere graduatorie e permettere raccomandazioni, per avvallare furti di diritti e l’abbandono di quel dovere primo dello Stato, sancito dalla Costituzione, di : “tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività, garantendo cure gratuite agli indigenti.”
E così accade che nella regione Campania, retta dal presidente Caldoro (FI), e nel Comune di Napoli, sindaco Luigi De Magistris (ex-partito arancione…oggi forse PD…o sinistra Tsipras…o poltrona chiunque venga), gli infermi, i disabili, i non autosufficienti debbano aspettare che le istituzioni coprano i debiti verso le cooperative impegnate nei vari progetti per vedere il loro diritto all’assistenza assolto, che gli operatori, ieri sui tetti, domani forse manifestando sotto il Comune e sotto la Regione, vengano finalmente pagati dei loro stipendi arretrati (dai 4 ai 6 mesi).
Imprenditori ed Istituzioni che si rimpallano la responsabilità dei mancati interventi assistenziali, lavoratori e malati tra i due fuochi, ad attendere che il vergognoso balletto sulle responsabilità arrivi a trovare una soluzione negli interessi non solo dei diretti interessati, ma del significato stesso delle parole salute e democrazia.
Questa è l’Italia!

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