Il New Look di Gabriele Fiorucci: 2014 F/W collection

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Oggi voglio introdurvi nell’opulento mondo di Gabriele Fiorucci, il giovane stilista romano, che ho conosciuto grazie all’amabile intercessione della mia Maestra Maria Katia Doria.
Come in tutte le epifanie, quando c’è di mezzo la mia Maestra M.K.D si viene solo a contatto con grandi manifestazioni di puro stile e qualità creativa, ed è con grande onore, che mi vesto da araldo glamour e vi lascio un assaggio della collezione fall/winter 2014 di Gabriele Fiorucci.
Per descrivere il suo operato, Gabriele Fiorucci cita, Diane Vreeland, che nel 1962 è appena diventata capo redattrice di Vogue America :
“un pizzico di sentimentalismo, di magnificenza e un pò di lusso…non questo che tutti desideriamo nella vita?”
Noi lo desideriamo e GABRIELEFFE lo realizza. Gabriele, esperto “fashion demiurgo”, infatti, ha un passato molto importante, che inevitabilmente lascia tracce consistenti in ogni sua collezione. Inizia il suo percorso come più giovane assistente del grande Lancetti, per approdare poi in casa Marras, fino ad essere Responsabile di Stile di altre numerose Maison del pret-à-porter. Inutile aggiungere, che sa come rendere felice le sue donne. Uno dei suoi punti di forza è proprio quello di anticipare il sogno, a partire da un’idea.
Proprio lunedì, parlavo degli anni ’50 e della possibilità di ripescare toni e sapori vestiari del tempo, perché si sa che la moda è un grande carosello, cambia la canzone, ma ritorna sempre al punto di partenza. Pertanto, alludevo alla voglia di forme che elogiassero il femmineo, con eleganza e pudore. Accennavo al New Look di Dior e al suo stile dalle connotazioni vivacemente femminili e nello stesso tempo delicatamente posate. E’ proprio da Dior che parte il viaggio di Gabriele Fiorucci, il quale rivisita gonne e corpetti strizzati in chiave di lettura moderna, irrorandoli di luce, oro, borchie e cristalli. E’ una collezione nobile e ricca, che si avvale di tessuti pregiati quali il broccato, il satin e i jacquard floreali per esprimere una voluttuosità ricercata, quella che albergava nei salotti vittoriani.

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