Il problema principale dell’Unione Europea non è la Germania, ma la struttura disfunzionale su cui è fondata la stessa

Problemafondamentaeuropa1.1Spesso in gran parte dell’informazione alternativa e non, tutti i problemi dell’Unione Europea vengono addebitati alle politiche della Germania, e questo a mio parere non è altro che una visione superficiale della questione.
Difatti si confondono le cause con le conseguenze, e non si cerca il problema alla radice.
Si preferisce usare i tedeschi come capro espiatorio, invece di mettere in discussione il modello disfunzionale su cui si basa l’UE.
Un modello disfunzionale di cui anche i tedeschi sono vittime.
Difatti, l’UE è fondata su un sistema essenzialmente antidemocratico, basato sul potere della cosiddetta “troika“, ovvero la BCE, il Fondo Monetario internazionale e la Commissione Europea, burocrati e tecnocrati non eletti da nessuno.
Bisogna specificare che le politiche portate avanti da molti governi tedeschi, sopratutto quello attuale della Merkel, siano state nocive sopratutto per i paesi mediterranei è vero, ma questa è solo una parte del problema, ed è come si suol dire limitarsi a guardare il dito senza volgere lo sguardo alla luna.
Infatti la contrapposizione tra paesi mediterranei e nordici è voluta, fa parte de “dividi et impera” messo in atto dall’oligarchia finanziaria che governa l’UE e che risponde ai dettami dell’alta finanza internazionale.
In sostanza l’UE non fa altro che gli interessi delle grandi banche e delle multinazionali, a scapito di quelli dei cittadini che in teoria rappresenta, ed è questo il vero problema.
Come ha affermato recentemente l’ex premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, a proposito dell’euro e dell’UE “l’euro è stato il più grande errore dell’Europa ma il suo problema principale non è nella struttura dei singoli paesi come l’Italia – anche se ci sono riforme da portare avanti – ma la struttura stessa dell’Eurozona”.
Uno degli stessi più importanti padri fondatori della moneta unica, Robert Mundell, in un’intervista al Guardian del 2012 ha dichiarato praticamente che l’euro non è altro che l’arma che avrebbe spiazzato via norme e regolamenti sul lavoro costringendo i governi nazionali a tagliare la spesa sociale, privatizzare a buon mercato e svendere la propria sovranità alla stessa UE e ai grandi gruppi di potere che la guidano.
Disse Mundell che: “l’euro è tutt’uno con la Reaganomics; la disciplina monetaria impone la disciplina fiscale ed agisce anche sui politici, e quando la crisi morde allora alle nazioni resta ben poco da fare se non “liberalizzare”, privatizzare, deregolamentare e soprattutto distruggere il welfare garantito dallo Stato”.
Non bisogna dimenticare le affermazioni del noto industriale e politico Étienne Davignon, un passato da commissario europeo e ritenuto un personaggio importantissimo per la nascita della stessa UE, in un’intervista alla testata giornalistica “EUobserver”, secondo cui in poche parole la creazione dell’euro era stata decisa a tavolino in un meeting del famigerato gruppo Bilderberg, di cui Davignon così come tantissimi altri funzionari europei hanno fatto e/o fanno parte.
Essenzialmente l’UE è stata voluta dai grandi gruppi di potere mondiali, e secondo molti studiosi tra cui Giorgio Galli, uno dei più noti e importanti politologi italiani, anche occulti.
Su quest’ultima tematica (non inerente all’articolo in questione) per chi è interessato consiglio la lettura di un libro di Paolo Rumor, figlio del due volte Presidente del Consiglio Mariano Rumor, scritto in collaborazione con lo stesso Galli dal titolo “L’altra Europa“, pubblicato per la “Hobby e Work” nel 2010.
La contrapposizione tra i cosiddetti paesi “PIGS” e quelli che l’UE considera “virtuosi”, è fortemente voluta allo scopo di accelerare il progetto di unificazione e centralizzazione della stessa Unione, che si otterrà con la definitiva cessione di sovranità dei singoli paesi alla stessa UE.
Da una parte, in Germania, i media accusano i paesi del Sud di essere poco “competitivi” e “improduttivi”, dall’altra nel Sud Europa, molti accusano i tedeschi di essere la causa di tutti i mali dell’UE, ma sostanzialmente queste non si rivelano altro che propagande.
Non molto tempo fa avevano fatto scalpore le dichiarazioni di Nikos Christodoulakis, ministro delle finanze greco al tempo dell’entrata nell’euro del paese, in cui ammetteva di aver truccato i conti pur di entrare la Grecia nell’UE, e dichiarava anche che tutti i paesi avevano fatto così (compresa anche la Germania).
Bisogna dirlo chiaramente: ora come ora l’UE non va bene a nessuno ed è totalmente disfunzionale.
O meglio, fa comodo ai potentati finanziari, industriali e ai politici che beneficiano di tutto questo, ma per i popoli è una catastrofe, sopratutto per quelli mediterranei ma anche per quelli nordici.
Continuare ad insistere sulle conseguenze senza voler cercare e rimuovere la causa è inutile.
Bisogna mettere in discussione l’UE proprio dalle sue basi, perché è lì che sta il problema.
Quindi per il momento un’uscita dall’eurozona se non dalla stessa UE, risulterebbe la soluzione migliore per rompere l’attuale stagnante status quo e al contempo porre le basi per un’altra e diversa Europa, libera, indipendente e sociale, e per rompere definitivamente con questa Unione antieuropea, antisociale e schiava della dittatura tecnocratica e finanziaria.

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